Clint Connor
Clint, alla fine, raggiunse i compagni. Il dialogo con Anzalisilvar... lo sfogo con Emercuryadar... la seduta con Nicolette... il confronto con Zhuge... la frecciata conclusiva a Borg.
Una cascata di avvenimenti sensazioni emozioni inusuali, fuori controllo, fuori dagli schemi e non filtrati. La conseguenza inaspettata di giorni di dolore e di orrore.
Clint si guardò intorno. Cercò Trull e gli si affiancó, accettando un bicchiere, più per spirito di corpo, che per altro.
Non riusciva a ridere, ma non voleva sembrare distante. Lontano.
Alle parole - incerte, quasi strascicate - di Seline, Clint alzò la testa e le fece un sorriso. Era la parte più umana di lei, con buone probabilità. Le si accostò e le toccó due volte il braccio, attivando il potere della sua vecchia bacchetta. La stessa che aveva già, quel giorno a Firedrakes, quando conobbe Trull e Flurio. E poi tutti gli altri.
La aveva dovuta usare, allora, per guarire quella povera disgraziata. Sciocca ed imprudente. Proprio come lui, in quei preciso momento.
Clint guardò Flurio e sorrise anche a lui, al ricordo.
Poi, studiò di nuovo Seline, incapace di decifrare quella ragazza.
Si allontanò, tornando a sedere, le mani nella neve.
Chinó la testa all'indietro e sbuffó, scintille variopinte a disperdersi nell'aria gelida della sera, scaldata da quel piccolo getto di fiamme.
Non aveva più paura.
Se ci fosse stato lui, non ci sarebbe stata la morte. E viceversa.
Non era solo.
Guardò Ariabel, soffocando un pensiero. E le sorrise, sincero e grato, per quel poco tempo che avevano avuto.
Fissó Bjorn e lasciò che il suo viso si rasserenasse, vedendolo più sereno e determinato.
Scosse la testa e fece un cenno a Celeste, come a dirle: dai, forza, ci siamo quasi.
Poi, appoggiò la sua mano sulla spalla di Trull e pensò che avrebbero anche potuto farcela.
Infine, gli sovvenne una cosa e si rivolse ad Oceiros: "Mi hanno detto grandi cose, su di te".
L'orrore sarebbe ritornato, ma non quella sera.
DM, Seline, Celeste