3 Ansus PL 5000, Liodag. Mattino (soleggiato, ventoso)
Ľatmosfera nella strada era improvvisamente mutata. Il giovane Confratello si era trovato, in una manciata di secondi, attorniato da una serie di individui che parevano parteggiare per lui, mentre i sei scagnozzi dell'uomo chiamato Deian si erano apparentemente bloccati sul posto, le armi sempre più morbide nei pugni ormai poco minacciosi.
Le parole pronunciate dai nuovi arrivati avevano scavato rapidamente un solco nella fiducia di quelli che erano, evidentemente, poco più che sgherri prezzolati. E sebbene avessero una, seppur esile, superiorità numerica, le guardie di Deian ormai mostravano ben poco desiderio di una lotta: un conto era sentirsi ordinare di assaltare un ragazzotto che, a detta del loro padrone, era solo un impostore e non un vero mago; un conto ben diverso era trovarsi di fronte ad una resistenza, del tipo armato, molteplice, determinato e palesemente minaccioso.
Deian emise allora un grugnito ed una imprecazione, poi si mosse di scatto e si involò, insolitamente rapido per un uomo della sua stazza ed età, lungo la strada parzialmente deserta, nella direzione opposta a quella della taverna. Di fronte a quella reazione, i suoi sgherri deposero, con straordinaria efficienza, le loro armi ed alzarono le mani, ormai vuote, al cielo.
"Le Vossignorie capiranno che noi non possediamo colpa! Si fa quello che il padrone comanda!", gorgogliò uno di loro, strascicando le sibilanti in un sonoro accento sommerliano.
Il messaggio appena consegnato da Fistandantilus giaceva abbandonato in mezzo alla polvere, stropicciato e solitario.