Sandrine Alamaire
Strabuzzo gli occhioni (sì, proprio quelli!), colpita ed ammirata. Le mie capacità da progettista e carpentiere sono risibili, ma comprendo il senso e la portata di questi progetti.
"È... magnifico!", dico, onestamente sorpresa.
"Devo ammettere che, per tutta una serie di questioni, trovo la prospettiva di dare una nuova vita - una vita positiva - alla Jocasta come lo scenario preferibile. Ma, ugualmente, come che sia, tutto ciò è... prezioso. Prezioso come una goccia d'acqua che placa ľarsura sotto il cielo pomeridiano del deserto...
Grazie, padre Iver". Sorrido, ed immobilizzo i miei pensieri, silente e meditabonda.
Poi riprendo a parlare. Non ancora soddisfatta. Come sempre.
E, come sempre, mai doma nel chiedere e mai inopportuna nel farlo.
"Ed ora diteci, ve ne prego... chi, tra i consacrati degli dei che ivi si riuniscono, potrebbe avere desiderio di accompagnarci?
Sono ben certa che qui, dove l'ambizione della conoscenza si mescola con il sacro timore per il mare e con l'amore per il viaggio... qui non può mancare chi desideri salpare verso l'alba!".