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Ghal Maraz

Circolo degli Antichi
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Tutti i contenuti di Ghal Maraz

  1. Non mi fa più editare il post.
  2. Sandrine Alamaire Ripiego con la massima cura il biglietto e lo infilo nella tasca interna della redingote, quella poggiante proprio sul cuore. Recito una preghiera per quella povera, coraggiosa bambina e mi riprometto che rivederla, forte e cresciuta, è un altro valido motivo per ricondurre, infine, la Eurus alla fonda di Capo Ventura. E con questo - faccio il conto - siamo già almeno a tre. Soltanto per quanto mi riguarda. Rintuzzo la fame, persa nei miei pensieri, ma poi decido che saltare il pranzo, dopo una mattinata così, sarebbe una sciocchezza. Mi sistemo i capelli, correggo l'inclinazione del cappello sulla testa e mi avvio verso il pasto, più o mena perfetta come piace a me.
  3. Sandrine Alamaire "Non temete, ser Fuinur, non avvete arrecato alcun disturbo. Mi stavo giusto congedando da lady Naesala", intervengo, i miei occhi, grati e riconoscenti, ad un tempo accesi della luce degli Alamaire e della sfumatura unica dei Lòreman. "E voi, madama, non angustiatevi, ché non è mio desiderio impedirvi di svolgere il vostro dovere: sono ben certa, d'altronde, che avremo modo e tempo ulteriore per approfondire la nostra conversazione odierna. Vi auguro una buona giornata, madonna, come ne auguro una altrettanto piacevole a voi, messere. Gli dei vi custodiscano!", auguro loro, a mo ' di saluto, riservando un ultimo caloroso sorriso per ľElfa. Appena prima di uscire, mi rammento della pergamena ancora sigillata di Von Trier e la raccolgo, con l'intento di leggerne il contenuto solo una volta giunta nelle mie stanze. Prima un ultimo passaggio dalle segrete per accertarmi che il pirata sia ancora dove deve essere e, preferibilmente, di nuovo in isolamento, poi, finalmente, farò ritorno ai miei appartamenti, per concedermi il lusso di un altro, eventuale, dolore. Questa volta senza testimoni.
  4. Randall Torm Propongo di fare una breve sosta per rifocillarci e rinfrescarci, poi mi metto di nuovo a battere le tracce degli spostamenti degli indigeni.
  5. Randall Torm Mi rimetto all'opera all'istante, di nuovo sulle orme degli indiani. Non so ancora se riuscirò a ritrovarli né, eventualmente, cosa accadrà. Ma qui, sulla frontiera dell'ignoto, è impossibile fare piani. Bisogna solo cercare di sopravvivere.
  6. Sandrine Alamaire "Anche io sono convinta del fatto che siamo noi stessi a plasmare il nostro destino. Ma non vedo alcuna difficoltà nel dare una piccola spinta al fato!", accetto il dono, con il tocco lieve di un sorriso. "Dama Naesala, io... so che rischio di apparire insoddisfatta ed inopportuna, eppure... mi auguro che da oggi voi possiate mettermi a parte di un altro dono, ben più grande...", comincio, guardandola con un po' di fanciullesca timidezza negli occhi. "Spero di poter avere il privilegio di chiamarvi e considerarvi amica!", accenno un inchino, mentre oso la richiesta e, presa da uno dei miei incontenibili afflati, mi spingo ancora oltre, senza nemmeno aspettare una risposta che ho l'ardire di ritenere ovvia. Stringo istintivamente in un abbraccio, tra l'amichevole ed il filiale, questa Elfa che ha visto le ere del mondo scorrere sotto i suoi occhi; io, che ho nient'altro che una mera briciola dei suoi anni e che, pur, oggi mi sono sentita messa dolcemente quasi pari ad ella. Lascio che il suo profumo delicato e misurato mi riempia di nuovo le narici e sussurro, questa volta padrona di me: "Prima ho parlato a vanvera, ma... Non l'ho mai conosciuta, però, se avessi potuto scegliere, avrei certamente voluto che mia madre vi assomigliasse, anche soltanto un poco. Grazie, mia dolce signora".
  7. Randall Torm "Punto primo: se lei mi urla ancora addosso, la prendo a pugni finché non le si staccano i denti. Punto secondo: se mi chiama ancora ragazzino, la lascio qui, in balia dei lupi e degli indiani. Punto terzo: stiamo seguendo delle tracce, come faccio a sapere dove stiamo andando? Ultimo: se non le sta bene come lavoro, può tornare indietro anche adesso", gli spiego chiaramente.
  8. 3 Ansus PL 5000, Liodag. Mattino (soleggiato, ventoso) Alrik, Knut, Wekar Fistandantilus Quercia Ardente
  9. Sandrine Alamaire Guardo la mia interlocutrice. La osservo e la vedo, finalmente, con occhi diversi. Risveglia in me quel senso mai sopito di estasi e di passione per la bellezza del mondo, che a malapena soffoco, per rispetto nei confronti di un simile momento. Questa donna, misteriosa come il cielo stellato, antica più delle querce secolari nel giardino privato di Chateaux-Blanc, sta provando ad intaccare la maschera di algidità e freddezza che lei stessa ha costruito, per offrire a me, perfetta nessuno, uno squarcio del suo cuore. Prendo le sue mani tra le mie e faccio un cenno ďassenso con la testa: "Lo cercherò, Lady Naesala. Ho... motivo di credere che percorreremo quelle rotte...", lascio andare la sua mano sinistra per portare il mio indice a tagliare la linea del mio volto, tra labbra e naso. "Ssshhh... no, no, purtroppo non c'è nulla di definito e non posso avanzare promesse o rivelarvi come mai lo penso, ma... lo cercherò, madonna, e farò l'impossibile per scoprire ogni traccia del suo passaggio. Sarà il nostro segreto condiviso, mia signora", sussurro, mentre, in maniera simile ma significativamente diversa da quanto successo con Barbara, prendo le sue bianche dita, sottili ed armoniose, e me le porto al petto. Ancora una volta, il mio cuore, insaziabilmente goloso di emozioni vere, accelera il battito, scoppiando di condivisione. "Non abbiate timore. Le parole dette in questa stanza resteranno qui. Vi sono grata dell'onore che mi avete dato: questa vostra fiducia in me è un regalo pari a pochissimi altri nell'interezza della mia vita. Sappiate che io non parto per non tornare. Attendetemi, mia signora. Perché Capo Ventura rivedrà la Settima Spedizione nel corso di questa vita mortale!".
  10. Sandrine Alamaire "Madonna... c'è forse qualcosa che desiderate dirmi? Qualcosa d'altro?", domando, sorpresa da quella frase abbandonata nell'aria, vittima di un'improvvisato, colpevole, rumoroso silenzio. "Invero, purtroppo, le occasioni di discorrere tranquillamente - e sinceramente - sono poche e rare, tra queste mura fatte di orecchie tese e spergiuri. Parlate, mia signora, perché è mio desiderio apprendere tutto ciò che voi avete la gentilezza di condividere. Ché nessun altro, nella città delle mille voci, sa ammantare di meraviglia la saggezza e la poesia della parola e della realtà. Voi mi siete maestra e modello, mia signora. Vi prego, quindi, di non celarmi mai alcunché di ciò che avete in serbo per me!"
  11. Sandrine Alamaire "Non dovete scusarvi per l'atteggiamento del Gran Maestro, mia signora. Non spettava a lui confortarmi: spettava a me non abbandonarmi alla mia emotività. Avrei dovuto trattenermi fino a quando non fossi giunta ai miei alloggi. Ma... tutto questo dolore... io non posso fare a meno di viverlo, anche quando non mi appartiene direttamente", spiego. "Ebbene... non è ancora finita, a quanto pare. I giochi non si sono esauriti. Ora vi chiedo il permesso di congedarmi, mia magnifica signora. Non è mio desiderio tediarvi ulteriormente con le mie scuse ed i miei lamenti. Grazie, milady, per esserci stata quando nessun altro ha saputo farlo", concludo, appoggiando la tazza ormai vuota sul tavolino. Il mio sguardo è apertamente e sinceramente riconoscente.
  12. Sandrine Alamaire "Io... io vi devo domandare scusa, Lady Naesala... mi dispiace, ho perso il controllo... non... non avrei dovuto portarmi così. Sono stata inqualificabile...", cerco di scusarmi, il mio dolore che scema, sfumando tra i vapori della tisana. "Vi ringrazio, mia signora. Grazie della vostra... presenza". Il suo odore dolce ed esotico mi riempie ancora le narici e contribuisce a rincuorarmi, mentre il ricordo dei suoi gesti delicati e della sua sussurrata gentilezza mi culla. 'È così difficile e così semplice, allo stesso tempo, essere amata', ragiono, la mia mente che si appiglia ad ogni frammento di serenità. Avrei voluto così tanto che fosse stata realmente mamma... il conforto, il sostegno, le parole morbide, la capacità di restare in silenzio, il prendersi cura di me. "Lady Naesala, vi sto anche facendo perdere altro tempo... io non so come sdebitarmi... sono solo una povera sciocca emotiva", sento la mia voce pronunciare, la mia voce che dicevano capace di ammaliare le onde del mare e gli alberi della foresta impegnata in scuse senza riserva. Cosa avrà capito, questa donna di antica, proverbiale saggezza? Quanto sa a sufficienza di Kerberos e Kiltus, da permetterle di immaginare ciò che non ha personalmente visto od udito? La guardo in quegli occhi secolari, alla ricerca ingenua e disperata di risposte a domande che non saprei nemmeno come porre. Vorrei confessarle tutto, consapevole di quanto ciò mi sia impossibile.
  13. Secondo me, puoi postare tranquillamente con calma quando sei fresca e riposata!
  14. Knochen non vuole certo niente indietro dal cuoco che li ha sostentati ad ottimo cibo per giorni e giorni. Certo che, però, oh... ľhalfling furfante che si fa derubare!
  15. Sandrine Alamaire Inerme, lascio che Naesala mi porti via, i miei pensieri nient'altro che dolore e compassione. Come se avessi assorbito ogni oncia di quella umanità che Kerberos ha negletto. Come se fossi l'unica persona al mondo capace di provare emozioni. Arranco per il corridoio, il mio pianto un fiume inarrestabile. Non ho ancora versato una lacrima, dopo quella notte terribile, intenta ad affogare ogni dolore ed ogni ricordo nella furia degli attimi, nella pienezza dei momenti, nella concitazione di mille impegni creati ad hoc. Canticchio ancora un motivetto, che, abbandonata nell'abbraccio di Naesala, si trasforma inconsapevolmente in un nenia degli Elfi. La ninna nanna di un popolo tanto antico da avere scoperto come il sonno non sia poi così necessario. Le contraddizioni della mia vita confusa, evidenziate dalla mia fragile e perennemente celata empatia. Annuso profondamente ľafrore delicato della mia soccorritrice, confortante e misterioso, mentre ancora arranco confusa, e ripenso a quel sogno, che mi confonde e mi sostiene: "Madre? Madre, sei tu? Sei tornata finalmente da me, madre? Che cosa ha fatto? Perché te ne sei andata? Perché?".
  16. Randall Torm 'Pazzo. Davvero pazzo? O solo... profondamente cattivo?', mi domando, guardandolo e già montando in sella. Cerco le tracce del giorno prima e sprono il cavallo a partire. Conduco una caccia ambigua, da cui nessuno scapperà ingenuo.
  17. Sandrine Alamaire Lascio infine che il mio cuore gonfio faccia esplodere il mio petto e sgorgare il mio dolore e la mia compassione. 'Sciocca, debole, emotiva ragazzina! Celata dietro titoli altisonanti, ma incapace di proteggere te stessa dalla sofferenza altrui... cosa farai mai? Un anno a gestire dei pazzi irrequieti, lontana dalla donna e dall'uomo della tua vita... e poi, spersa nel grande oceano senza confini?'. Guardo Kerberos, cercando di fermarmi... di arrestare il mio battito, di rintuzzare le lacrime... ma non sono, di nuovo, abbastanza forte. Appoggio la mano libera al muro, mentre i primi singulti esplodono da dentro. Poi sento il calore umido e salato che erompe dai miei occhi e smetto di vedere, il mio sguardo appannato da una coltre di disperazione. Von Trier non c'é più ed io posso smettere di giocare alla intoccabile Vergine di Ferro, almeno con lui... e Kerberos? Che cambi idea, se deve! È stato lui a trascinarmi in questa orrenda farsa della sofferenza! Magari me ne liberasse. Cado a terra, senza forze, stringendo ancora, quasi inebetita, la pergamena arrotolata. Cado e piango. E mi abbandono all'unica forza che non mi ha mai abbandonato. O deluso. Canto. Io canto. Come se fossi appena nata, io canto. Come se stessi per morire, ancora, nuovamente, io canto.
  18. Randall Torm Ritrovo Niko e gli illustro la nostra spedizione, poi recupero provviste per quattro giorni a testa ed infine chiedo che ci vengano dati due cavalli e tre giorni di tempo. Infine, faccio un fischio al buon Rosso e cerco Glemm, pronto a partire.
  19. Sandrine Alamaire "Mio signore... Lord Von Trier... gli dei stessi mi sono testimoni. Lord Fuinur, che può disporre del mio attuale destino più e meglio di chiunque altro, è qui e sa che non discorro a vanvera. E sa anche che ad ogni mia parola, in questo momento più che mai, rischio di inciampare irreversibilmente. Ma non oso... non posso in alcun modo tacere", le parole sono deflagrate fuori dalle mie labbra come un corso d'acqua in piena. Muovo un passo e mi ritrovo ad osservarmi. Ripenso ai minuti spesi nel vestirmi, nello scegliere gli accessori: la ricerca della perfezione terrena col solo scopo di umiliare. Mi domando se questa mia mise non possa risultare offensiva per il Governatore, ma poi ricordo che sono stati loro a convocarmi d'urgenza. Infine, mi accorgo del rosso che macchia i miei palmi; del dolore che si allarga dalla mia pelle perforata e sfaldata; del pungente, acre odore di ferro. Appena una manciata di ore fa stavo giocando, apparentemente effimera e vacua, con le debolezze di un potente che sembrava, pur nella sua inadeguatezza, assiso su di uno scranno di invincibilità; ora, troppi lutti dopo, devo soltanto una cosa ad un altro uomo, che porta lo stesso nome del primo ma di cui è solo una diafana ombra. Gli devo tutta la sincerità e l'onestà che posso mettere sul piatto. "Lord Governatore... il pirata, criminale, assassino, malversatore, aguzzino e piromane Nero Gomez non trascorrerà alcuna vacanza! Di questo possiate esserne certo! Finché la Contessa di Zefiro avrà vita, il figlio di Bolero Jack non riceverà né perdono, né espiazione, né grazia. Le leggi della Loggia mi vincolano a certe decisioni, ma la legge non scritta che ci sovrasta tutti mi lega a qualcosa di superiore. Lord Fuinur, non tremate, perché non intendo danneggiare né la vostra organizzazione, né l'impresa cui ho accettato di partecipare. Ma una cosa posso promettere: Nero Gomez un giorno pagherà per tutto, per ogni singola stilla di dolore, il suo debito verso il mondo amplificato con gli interessi del tempo che trascorrerà da qui a tale momento!". Sollevo il braccio, ponendolo parallelo al suolo; poi strizzo il pugno già chiuso ed il sangue zampilla nuovamente, consacrando il significato delle mie parole: "Così giura Lady Sandrine Enide Rosalie ďAntoine Alamaire, contessa di Vaudemont e principessa di Chateaux-Blanc, in presenza degli uomini ed al giudizio degli dei".
  20. Damian Sterling Mentre gli altri sono già impegnati nella esplorazione dell'isola, mi metto a studiare il cielo. Cerco di capire intensità del vento e potenza dei raggi solari. Se dobbiamo stare qui, esposti al clima, sarà meglio evitare raffreddamenti da gelo o febbri da scottature. All'acqua piovana arriverò gradualmente: devo prima ben comprendere le condizioni meteo generali della zona.
  21. Randall Torm "Prendiamo cavalli e provviste, signor Glemm. Non credo ce la caveremo in un giorno solo e la distanza mi è parsa troppa da fare a piedi", suggerisco.
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