Angelica
Angelica, stretta in una morsa di puro terrore da cui non riusciva a liberarsi, senza nemmeno rendersene conto e senza sapere cosa stesse accadendo, strepitava, gli occhi sbarrati, come a cercare di avvertire i compagni ed allo stesso tempo in preda ad una folle disperazione. Dapprima incapace persino di parlare, se non in maniera incoerente, a sentire l'acqua sul volto parve un attimo ricomporsi, mentre in realtà altro non stava facendo che dare una coerenza ai suoi vaneggiamenti: "Gli spettro del bosco... i caproni e le fate... non li vedete? Non sentite la loro puzza e la loro malia? Non voglio tornare lì, da loro... Vi prego, non lasciateglielo fare!!! Allontanateli, uccideteli, mi vogliono rapire di nuovo!!!
Aiuto... Aiuto, vi prego... Vi prego! Scappiamo.
Non di nuovo".
Angelica cadde a terra, tremante, e prese a singhiozzare, di nuovo incoerente, i suoi grandi occhi dai riflessi impossibili, normalmente attenti e freddi, in quel frangente solcati da lacrime irrefrenabili.