Arn
Arn procedeva cauto, guardingo, la sua mente che faticava a non vagare. 'Non è questo che mi hanno addestrato a fare, non mi hanno allenato anni e anni per fare di me una spia, un ladro... Eppure, questa gente, che nemmeno conosco... Mi sto affidando a loro per sopravvivere, per fare di me un gatto che cerca di catturare un topo senza farsi sorprendere'.
Strinse l'elsa della spada sottratta ai suoi carcerieri, i suoi rapitori. La strinse tanto forte da sentire il metallo, scadente, che gli penetrava dolorosamente nella pelle del palmo. Il male lo riportò alla realtà, mente si rendeva conto che quell'arma, che pur gli aveva già salvato la vita, non era la sua.
Avrebbe dovuto fare qualcosa al riguardo.