Darwyn Kent
Questi miei compagni bilanciano elegantemente la loro efficienza con un contraltare di chiacchiere: stare con loro mi ha ricordato a più riprese perché ho sempre lavorato da solo.
Eppure, essere qui, nonostante si tratti di un incarico per cui, con difficoltà, avrei accettato di propormi come volontario, ha significato almeno qualcosa. Certo, è un qualcosa di molto diverso dalle mie abitudini, ma porta comunque un valore.
D'altro canto, per quanto il mio addestramento possa avermi reso anche capace di sostenere una eventuale prima fila, è nelle retrovie che sono a mio agio. E, nella fattispecie, si è trattato di infiltrazione, raccolta informazioni, sabotaggio. Più uno spettro silenzioso che altro, qualche testa mi è toccato ugualmente di doverla mozzare. Ma mi sono premurato, anche, di farli sempre apparire come degli incidenti.
Non sono mai penetrato fino al cuore delle forze nemiche, in questa manciata di incursioni, pertanto la mia conoscenza di Marrowbreath sa tanto di sentito dire, alla stregua degli altri.
"Me lo chiedi perché farsi ammazzare in tre è meglio che farsi ammazzare in due?", domando a Reesir, mentre scarico la tensione e rifletto, affilando la lama della mia spada di mancina.
"Se vogliamo decapitare il loro comando, dobbiamo saperne di più. Non ci guadagna nessuno dei nostri, se facciamo i martiri".