Pyros88

Daisy (umana warlock) "Siamo tutti un po' segnati da questa lotta. Il raggio rovente mi ha ustionato il fianco ma posso continuare a combattere senza problemi nonostante il bruciore. Direi che ci sono altri che hanno bisogno più urgentemente di me di cure." commento osservando e tastando la mia ferita.

Adalwulf Grimwulf (morfico barbaro) "Io e Gwynnan ci accamperemo fuori. Non vogliamo problemi." dico alludendo chiaramente al nostro aspetto. E dopotutto il nostro stile di vita e credo ci porta a preferire rimanere a contatto con la natura piuttosto che in un ambiente urbanizzato.

Emmett Lathrop (gnomo artefice) "Dubito che Xanathar abbia il suo covo così in superficie e così direttamente raggiungibile senza di mezzo i suoi scagnozzi. Però forse la pietra lo ha portato qui perché è qui che si trova l'ingresso al tesoro accumulato da Neverember. Se così fosse dobbiamo fermarlo subito o perlomeno seguirlo. In fondo siamo venuti qui proprio per questo."

Adalwulf Grimwulf (morfico barbaro) Di fronte alla proposta della genasi, faccio spallucce e guardo i due che sembrano più esperti di mondo di quanto lo sian io e Gwynnan che siamo cresciuti nel profondo della foresta, lontani da tutto e da tutti.

Daisy (umana warlock) Anche stavolta prendo di mira la cameriera colpendola con i raggi purpurei della mia verga e maledicendola con parole arcane e tenendomi a debita distanza da essa, al riparo dietro a qualche mobile.

Solo se servisse, vediamo.

Emmett Lathrop (gnomo artefice) Il mio entusiasmo si spegne quando si parla di un beholder. "Intendete Xanathar? Perché dici così? Sai qualcosa che noi non sappiamo sulla sua identità?" chiedo a bassa voce confuso.

Se capitasse ancora al prossimo giro di Bernard potrebbe servire a me una piccola cura grazie allo spirito.

Emmett Lathrop (gnomo artefice) "Un modron?!" chiedo a bassa voce sorpreso ed esaltato dalla possibilità che si tratti di uno di quegli esseri del piano della Legge, esseri in parte meccanici secondo quanto so.

È che sospettavo ci potessero essere delle differenze da regno a regno o persino da città a città a seconda della vicinanze con il regno degli elfi od accordi commerciali o per la presenza di famiglie/comunità elfiche più o meno influenti e/o legate alla madrepatria. Comunque li chiedevo per il gruppo perché Adalwulf, cresciuto nelle foresta, di queste faccende ne sa poco o niente.

Emmett Lathrop (gnomo artefice) Siamo costretti a prendere l'altra direzione che, inevitabilmente, si inoltra nei liquami mefitici della città. I miei compagni sono costretti ad immergersi al loro interno, non ho idea di come accettino di fare ciò ma di certo non farò altrettanto. "Rob accucciati, fammi salire in spalla e segui i miei compagni." dico all'automa il quale annuisce e prontamente ubbidisce alla mia richiesta.

E riguardo quanto chiesto? Ci sono regni o città che sia meglio evitare ed altri in cui sia meglio andare per trovare la nave giusta ed evitare problemi con gli elfi/orchi?

Emmett Lathrop (gnomo artefice) "Forza, non perdiamoci d'animo. Un giorno anche esperienze come queste potrebbero tornarci utili ed insegnarci qualcosa." dico di buon umore pronto a mettere all'opera le mie conoscenze ed alla prova Rob.

Daisy (warlock umana) Distrutta la cameriera "spararaggio" mi occupo di quella "falcirotanti" quasi in fin di vita allo stesso modo.

Per la conoscenza del mondo che abbiamo sappiamo da che parte andare per trovare un porto? Dovremo ovviamente rivolgerci a porti umani, non certo elfici, data la guerra imminente, meglio se un regno non troppo collaborativo con gli elfi.

Daardendrien Shamash (platino stregone) "Sì, questo complesso è opera sua e dovrebbe esserne anche la tomba. Era un potente divinatore e metteva a disposizione di chiunque i suoi poteri anche dei più poveri in cambio di misere ricompense." commento frettolosamente ricollegando quanto ricordo non appena sento il nome Diderius e le informazioni finora raccolte su questo luogo. "Andiamo avanti. Non credo serva rispondere alle statue." aggiungo desideroso di trovare e fermare Varram.

Riverwind (umano barbaro/ranger) "Secondo te questo monolite e le risposte che darà sono collegate ad un dio dei nani?" bisbigliò, titubante, il barbaro alla sua compagna eletta da Mishakal.

Daisy (umana warlock) Imperterrita continuo a colpire la cameriera assieme ai miei compagni. I suoi spuntoni metallici, per me che la colpisco a distanza, non sono un problema.

Emmett Lathrop (gnomo artefice) Flashback Con due lunghe occhiaie per il sonno ancora non del tutto recuperato, nonostante mi sia svegliato praticamente a mezzogiorno, per aver lavorato febbrilmente tutta la notte al tempio di Gond, mi presento dai miei compagni. Il mio aspetto alquanto spossato passa quasi in sordina di fronte a qualcosa di ben più sorprendente, dal mio punto di vista direi persino emozionante: alle mie spalle mi segue l'automa costruito da Nim, con un lieve ma distintivo clangore metallico ad ogni suo movimento, perfettamente funzionante e per nulla ostile. "Eccoci." dico stancamente ma con un sorriso orgoglioso e soddisfatto. "Sono riuscito a metterlo in sesto ed ora è perfettamente funzionante ma non temete; è sotto il mio controllo. Ho imbrigliato ed assopito la sua coscienza originaria mantenendo attive soltanto le funzionalità basilari ed impartendogli dei comandi che abbiano priorità su qualsiasi altro ricevuto in precedenza da Nim. Certo queste limitazioni ne hanno fortemente ridimensionato l'intelligenza e le capacità, ma resta un automa formidabile. Ci sarà di grande aiuto anche se ammetto che non sia proprio silenzioso nonostante abbia oliato tutte le giunture." commento vedendo i miei compagni mettersi subito sulla difensiva non appena vedono l'automa schermidore. "Su, non fare il timido, Rob; saluta!" dico gentilmente all'automa che fino a quel momento è rimasto immobile alle mie spalle. Rob a quel punto muove il braccio e saluta, in maniera un poco meccanica, per poi abbassare subito il braccio e tornare fermo.

Riverwind (umano barbaro/ranger) "E chi mai potrebbe dare quelle risposte? Non vedo nessuno a parte noi." chiedo cautamente mentre ammiro il monolite ad opera dei nani.

Adalwulf Grimwulf (morfico barbaro) "Non sappiamo bene cosa ci sia successo. Ricordiamo solo l'attacco brutale al nostro villaggio e di essere stati sconfitti per poi risvegliarci fuori dalla foresta." commento mentre un velo di amarezza si dipinge sul mio volto. "Voi potreste aiutarci a ricordare? Ne siete capace?" Quando poi viene chiesto se siamo pronti a partire, annuisco.

Daisy (umana warlock) Il raggio emesso è roventissimo e soltanto per fortuna riesco a schivarlo quel tanto da non farmi colpire in pieno e non finire come il muro alle mie spalle, la pietra fusa come fosse lava. Non mi resta che continuare imperterrita a colpire la cameriera finché non andrà giù mentre cerco riparo dietro al mobilio pur avendo poche speranze che possano fare alcunché contro quel raggio.

Adalwulf Grimwulf (morfico barbaro) Guardo Gwynnan in cerca di una sua spiegazione, lei che è in contatto con l'energia magica della Natura e ne conosce gli arcani segreti e le mistiche regole ben più di me. "Hè ha emanato un bagliore e quel bagliore è come se avesse mostrato il nostro originario aspetto, la nostra vera natura. Appena la luce è terminata, il nostro aspetto è tornato quello attuale."

Daisy (umana warlock) Ci approntiamo per resistere all'assalto delle cameriere e nel momento in cui compaiono lancio un sortilegio per maledire quella che sta emettendo luce dalla bocca e renderla meno agile e poi la bersaglio con una serie di crepitanti raggi purpurei di energia arcana che erompono dalla mia verga.

Felix Carabàs (tabaxi spadaccino) "Se in qualche modo permettesse a Morrigan di sapere qualcosa riguardo a chi lo tocchi od addirittura di vederlo allora converrebbe che a toccarlo fosse qualcuno che non ha ancora conosciuto o di cui non sospetterebbe. Suppongo che il figlio di una famiglia mercantile della città agli arresti sarebbe un cliente molto più plausibile di me o Dezgrazos." rifletto, trovandomi d'accordo con il piano di Theo, per poi volgermi verso Ealadha con uno sguardo eloquente.