Hiro Nakamura (samurai verde)
Dato che l'intero resto del gruppo sembra non voler rimanere al focolare, capisco che rimanere da solo, con in circolazione dei lupi che non si lasciano spaventare dal fuoco, sarebbe un'idea peggiore della già pessima idea di andare a vedere cosa sia successo. Butto quindi molta legna che abbiamo accumulato per la notte sul focolare così che arda più a lungo o perlomeno più intensamente e ci permetta di individuarlo da lontano anche dopo due ore e forse più.
Nervosi e guardinghi ci avviamo nel buio della notte, la strada illuminata solo dal ramo/torcia che brilla di luce come del giorno grazie all'incanto magico di Makoto e Deborah. Giungiamo infine a quello che pare essere stato un villaggio, adesso ridotto a rovine fumanti, il terreno bruciato e vari incendi più o meno attivi che ne divorano i resti già alquanto distrutti. Cadaveri ovunque, sangue, gente con forconi, roncole ed altri attrezzi, cose che si usano di giorno nei campi, al lavoro, non certo di notte. Questo ed il sangue ci fanno chiaramente capire che hanno subito un attacco, ancora prima di vedere i corpi e le loro ferite da vicino. Ma cosa mai potrebbe causare una devastazione simile? Un'unica soluzione mi viene in mente, a logica per quanto irreale. Fatico ancora a crederci, ma d'altronde le capacità che Deborah ha acquisito non lasciano scampo a dubbi, come peraltro la natura della nostra presenza in questa epoca: Magia.
Notiamo una persona riversa a terra, gravemente ferita che riesce a malapena a muovere il braccio lamentandosi sofferente, accorriamo da lei e subito gli altri cercano di aiutarla. Lo farei anche io volentieri, ma capisco che in questa situazione è meglio che almeno uno di noi rimanga all'erta sui dintorni. E' improbabile che il nemico sia rimasto qui dopo tutto questo tempo dall'attacco, ma è meglio essere prudenti e guardinghi, i lupi attirati dall'odore del sangue potrebbero fare ritorno e già sappiamo che il fuoco non li intimorisce, questi incendi sono molto peggio ma comunque potrebbero non essere sufficienti a tenerli lontani.