Pyros88

Hiro Nakamura (samurai verde) Emetto un verso di disappunto accompagnato da una smorfia infastidita, ma tengo la bocca chiusa e lascio decidere ai miei compagni che sembrano sicuri della scarsa minaccia che rappresenta Wu Shen se pensano che bastino Newton ed un lupo gigante a tenerlo a bada e lontano da Eri.

Felix Carabàs (tabaxi duellante) "Non possiamo. Le avete spiegato la situazione?" dico alquanto in affanno rivolgendomi a Theo per capire se la sacerdotessa sappia del piano dei Coltelli per eliminare la minaccia dei mannari.

Hiro Nakamura (samurai verde) "Dove va lei, andiamo noi. Se hai qualcosa da dire puoi farlo di fronte a tutti." dico con atteggiamento diffidente.

Daisy (umana warlock) Absalom, porto

Hiro Nakamura (samurai verde) "Privarvi delle mie abilità in combattimento potrebbe essere un passo falso nel momento in cu dovremo affrontare il mercante ed i suoi mercenari. Se vi accadesse qualcosa di grave, o peggio irreparabile, Eri cadrebbe comunque in crisi anche io fossi illeso al suo fianco. Ma se questa è la vostra decisione, io non mi opporrò." commento in maniera distaccata guardando fuori dalla stanza, presente ed assente allo stesso modo.

Daardendrien Shamash (platino stregone) "Quel discorso era inteso nel caso ci fossimo trovati a tu per tu con il loro capo o comunque delle figure apicali della loro comunità. In questo momento, passare per cultisti, è la cosa migliore per non dare nell'occhio, se intendiamo continuare ad esplorare questo luogo." replico al guerriero con garbo.

Lifstan (bardiano guerriero) "Se mi è permesso, mio Re. Signori, non è questo il momento di puntare il dito contro i nostri vicini; è proprio ciò che vuole il nemico: farci dividere tutti perché così saremo più vulnerabili ed in questo momento una Valle non può fare a meno dell'aiuto degli altri Popoli Liberi. Dobbiamo dare nuovamente prova della fratellanza che ci ha unito nella Battaglia dei Cinque Eserciti e che ci ha visti vittoriosi contro le forze dell'Ombra. In aggiunta a ciò, possiamo assicurarvi che Lockmand non ha agito per conto di Pontelagolungo; egli si è messo al servizio dell'Ombra e l'oscurità di cui è intriso il suo oro, ne è la prova. Elstan potrà confermarvelo, se la mia parola, e quella dei miei compagni, non è sufficiente." replico intromettendomi con deferenza.

Felix Carabàs (tbci duellante) "Grazie sacerdotessa e grazie amici! Però adesso serve anche il vostro aiuto per aprire una via. - dico a quelli dall'altra parte per poi rivolgermi al mannaro capo - Servono dei pali, delle assi, delle travi, qualcosa per puntellare il passaggio in modo che non torni a crollare come prima."

Felix Carabàs (tabaxi duellante) Invito i mannari presenti ad avvicinarsi alle pietre il più possibile ed anche io faccio lo stesso accanto a Zisanie e Kosef.

Daisy (umana warlock) Absalom, porto.

Daardendrien Shamash (platino stregone) "Qualcuno capisce cosa stanno dicendo mentre cantano? Credo potremo presentarci fingendoci dei cultisti e superarli senza incidenti, voi che dite?" chiedo confuso. Mi dispiacerebbe attaccarli; stanno solo facendo il loro lavoro e non mi sembrano dei guerrieri od una minaccia.

Emmett Lathrop (gnomo artefice) Ovviamente la giovane nobile si dimostra più interessata a qualche livido, labbro spaccato o naso rotto; era assai scontato il risultato ma dovevo pur provare ad avvicianrla alla mia arte. "Certo, certo. Faccia come meglio crede." dico con ritrovata noncuranza mentre mi concentro sulla costruzione del mio accendifuoco anche se di tanto in tanto getto un orecchio alla rissa per accertarmi che la ragazza non si sia cacciata nei guai.

Riverwind (umano barbaro/ranger) La mano di Goldmoon diede al barbaro un minimo di tranquillità ed egli si calmò quando il drago si dimostrò pacifico e dialogante, perlomeno con loro che non erano dei goblin.

Felix Carabàs (tabaxi duellante) "Sì, siamo qui!" dico con voce un po' rotta dalla fatica. "Che ore sono? Quanto tempo abbiamo?"

Stasera posto, se riesco, devo andare indietro a rileggermi la conversazione privata con la sacerdotessa nel Monte Fuji

Emmett Lathrop (gnomo artefice) Il gioviale scontro fra lo gnomo ed il nano viene interrotto da una rissa vera e propria a poca distanza dal nostro tavolo. Un po' di avventori si sono già alzati ed affollano la zona circostante la rissa come spettatori ad un incontro di pugilato. Il beone gnomo incantatore ed il grasso halfling arraffone si uniscono in fretta alla folla. Io sono molto più interessato e concentrato a completare il mio gioiellino a forma di drago piuttosto che ad assistere una tipica scazzottata da taverna, probabilmente frutto dell'alcool. Ecco, devo proprio inventare quell'elisir contro l'ubriachezza, ne sono sempre più convinto. Intuendo la situazione alzo il naso guardando dritto negli occhi la mia allieva e le dico in tono un po' paternale e laconico: "Signorina Der Purge, so già che vorrà intromettersi per fermare la rissa. Le sconsiglio vivamente di farlo; piuttosto perché non resta seduta ed osserva la meraviglia che sto mettendo a punto?"

Lifstan (bardiano guerriero) "Mio Re, consiglieri, generali. Il mio nome è Lifstan, figlio del qui presente Leiknir - dico con un cenno a mio padre - Mi presento rispettosamente a voi tutti con diverse notizie frutto dei miei viaggi assieme ai fidati compagni d'avventura qui presenti; un gruppo eterogeneo composto da uomini, nani ed elfi uniti dall'amicizia e nelle difficoltà." Dopodiché racconto in maniera sintetica l'incursione di razziatori e le pretese al trono di Valle del loro capo e lo scontro con l'aiuto di Beorn e dei suoi uomini, poi il viaggio fino al Cornostregato dettagliando maggiormente lo stato delle difese in ricostruzione, il numero di forze nemiche, per poi riassumere brevemente la liberazione dei prigionieri e l'uccisione di uno dei comandanti degli orchi. Ho un attimo di esitazione nel mio racconto del Cornostregato, indeciso se parlare o meno dell'Oscuro Signore alla testa di quelle forze e della malefica catena in loro possesso, ma decido di fidarmi del parere dello Stregone Grigio ed ometto quella parte. Concludo il resoconto parlando brevemente della disperata ritirata, tallonati dagli orchi per giorni e giorni, lo scontro con gli Uruk-hai ed il riparo presso il Palazzo della Montagna e la seguente udienza con Re Hartfast. Al termine del mio discorso porgo formalmente al Re, inchinandomi, la lettera consegnatami dal sire degli uomini delle montagne. "Forse, fra le parole vergate da Re Hartfast, potreste trovare un insperato alleato per le minacce odierne e future."

Daardendrien Shamash (platino stregone) "Se devo tirare ad indovinare. Quelle scale portano alla fortezza, come ci ha detto Snapjaw - bisbiglio indicando le scale illuminate che salgono oltre il soffitto della caverna, poi voltarmi verso la pozza fetida - Questo invece credo sia l'ingresso alla tana degli uominirospo. Sarebbe meglio che parlassimo a bassa voce, non vorrei che qualcuno ci sentisse."

Emmett Lathrop (gnomo artefice) Rido sinceramente alla scena, questi tizi sono davvero uno spasso. Ed il trucchetto messo in atto dal nano è stato molto arguto e pratico. Però è un peccato dover smettere o convincere gli altri a farlo quando si è esagerato; penso che prima o poi dovrò inventare un elisir contro l'ubriachezza. Penso farei anche una fortuna se riuscissi a distribuirlo in tutte le locande del continente. "Comunque a me piacerebbe proprio scendere nel Labirinto del Mago, però sono consapevole di essere ancora troppo in erba come avventuriero, per sperare di potermela cavare. Forse fra qualche tempo; un giorno sicuramente. Statene certi." dico con fare speranzoso e determinato mentre fisso l'ampio pozzo che funge da ingresso al dungeon di Sottomonte.

Lifstan (bardiano guerriero) "La notte è stata pesante, ma non ci sono stati problemi." dico al nano che intuisco voler subito sincerarsi della situazione. "Non c'è tempo da perdere. Entriamo." incito i miei compagni con urgenza di fronte alle parole funeste del corvo giunto da Erebor.

Daisy (warlock umana) Absalom, porto

Emmett Lathrop (gnomo di roccia artefice) "Prendi pure." dico distrattamente all'halfling affamato avvicinandogli il piatto mezzo finito, preso come sono dai racconti di Orynn e Redik. Queste storie mi intrigano sempre parecchio e possono sempre essere una utile fonte di informazioni od idee per delle nuove invenzioni o delle migliorie a quelle già inventate. Nel mentre sto finendo di costruire il mio ultimo gioiellino: un accendifuoco a forma di piccolo drago che genera una piccolissima fiamma, come quella di un fiammifero, dal sedere fintanto che si tiene premuto il tasto di accensione celato nella pancia. Utile, e spassosissimo perlomeno tanto quanto i raccontoi dei miei compagni di tavola. E forse altrettanto inventato, sorrido sornione fra me e me, considerando quanto agli avventurieri piaccia raccontare le proprie imprese o come queste spesso siano ingigantite o rimodellate per far fare sempre bella figura. Però restano comunque degli spunti interessanti e sono davvero felice di stare seduto con loro in un posto così eccitante. Se penso a quante avventure e scoperte potrei mettere a punto se riuscissi a fare ritorno dal Labirinto di Sottomonte. Descrizione

Master? ☺️

Riverwind (umani barbaro/ranger) Un altro drago, certo non grosso come quello nella caverna dei tesori qui dentro e nemmeno come l'enorme drago le cui fiamme si sono portate via il braccio del barbaro, ma pur sempre una grossa lucertola alata con delle fauci piene di denti aguzzi. Sentì il suo respiro farsi immediatamente affannoso, la pelle inumodirsi di sudori freddi, il corpo irrigidirsi per lo spavento istintivo che provava mentre ogni cosa dentro di sé gli gridava di fuggire da lì, di voltarsi ed andarsene. Fu solo solo grazie alla sua forza di volontà o forse alla crisi che stava vivendo se i piedi di Riverwind restarono piantati dove erano; i miei occhi inchidati sul drago. Questo fu però sufficiente per fargli inquadrare meglio la situazione con quel goblin e la bolla in cui sembravano congelati chissà come, da quanto tempo e perché. Il suo sguardo indugiava insisitentemente sul drago, in particolare le sue fauci spalancate, non gli fece notare il kender che si avvicina rapido alla bolla fino a toccarla e farla "scoppiare" liberando i due esseri al suo interno. Riverwind stava quasi per calmarsi, consapevole della statica prigionia del drago, ed invece il vederlo libero e brutale lo gettarono di nuovo nella paura. Tanis si dimostrò come sempre coraggioso e risoluto come sempre e, nonostante la pericolosità del drago, si avvicinò presentandosi con educazione e deferenza ed il barbaro sperò con tutto il cuore che ciò potesse salvare loro la vita. Istintivamente cercò con la pororia unica mano, quella di Goldmoon.

Felix Carabàs (tabaxi duellante) Sotto la città