Hiro Nakamura (samurai verde)
Scendiamo sotto coperta, gli altri si prendono cura di Eri e di me. Una fasciatura sarà più che sufficiente, non voglio far sprecare energie magiche ad Alexander, potrebbero servirci lungo il viaggio. Eri ha la febbre alta, assistere a tutto questo deve essere stata davvero dura per lei, soprattutto dovermi colpire. D'un tratto compare Mayu in mezzo a noi e ci dà delle brutte notizie. Come immaginavo, quando a Toba abbiamo intravisto una di loro imbarcarsi verso Sud, mentre noi eravamo diretti al Monte Fuji, doveva essere diretta al santuario dell'ultima sacerdotessa. Lei e gli altri sgherri del mercante devono essere riusciti a sottrarla ai demoni solo per poi controllarla loro stessi. Che infami bastardi. La pagheranno.
"Puoi fare qualcosa per le mie ferite?" le chiedo con fare diretto ma educato mostrando la fasciatura macchiata di sangue. Successivamente Mayu se ne va dopo averci avvertito di impedire ad Eri di togliersi gli anelli; per il suo bene. Le parole precedente dettemi in privato dalla ragazza, proprio a tal riguardo, già mi preoccupavano ma adesso lo sono ancor di più. Devo fare qualcosa al riguardriguardo.
Resto seduto accanto ad Eri, come un amorevole cane da guardia, accanto al padrone, osseevando il suo sonno, il suo volto, la mano con gli anelli che tengo nella mia. La nave improvvisamente accellera bruscamente, quasi fosse un motoscafo, ed altrettanto fa poco dopo nel fermarsi. A quanto pare siamo giunti nel giro di pochissimo all'isola. Eri si sveglia, sembra stare molto meglio, il mio sguardo non si stacca da lei. Non c'è sofferenza sul mio volto, ma grande preoccupazione. "Siamo arrivati. Le sacerdotesse hanno abbreviato di molto il nostro viaggio."