Adam Ambrose
Aspiro una boccata dalla sigaretta e, sorridendo, lascio uscire il fumo. Ora va già meglio... Tengo la sigaretta tra i denti ed appoggio le mani sul davanzale. Il problema non è che io stessi mentendo. Il problema è che tu te ne sia resa conto solamente ora! Hai creduto veramente che io fossi il secondogenito di Dio? Ed anche se fosse, pensi realmente che te l'avrei detto così su due piedi? Aspiro un'altra boccata dalla sigaretta tornando improvvisamente serio. Nonostante tutto, ti consiglio comunque di tenere bene a mente la parte riguardo la riservatezza. Non è cambiato nulla di ciò che ti ho detto.
Tolgo la sigaretta dalla bocca tenendola con la mano sinistra, mi alzo dal davanzale e mi avvicino arrivando ad una spanna da lei. Con la mia mole la sovrasto di quasi mezzo metro. Poso la mia mano destra, grande quanto il suo volto, sulla sua guancia e le alzo il viso guardandola negli occhi. Parlo piano, scandendo bene le parole. Tu non sei umana, ragazzina. Mi giro e torno a sedermi sulla poltrona assumendo una posizione scomposta. Non del tutto per lo meno. Ci assomigli molto, intendiamoci... Ma hai qualcosa di diverso ed il fatto che tu riesca a percepire certe cose ne è la prova. Hai del potenziale e sei riuscita ad attirare la mia attenzione. Aspiro nuovamente. Questo può avere dei risvolti positivi come essere estremamente pericoloso. Ripongo delle aspettative in te, non deludermi. Spengo la sigaretta sul posacenere pigiandola con forza. Non lo sopporteresti.