Dell’era di Nimhior ivi si narra,
quand’eran calde di sangue le spade
e l’odio, come terra sulla marra,
sporcava i cuori portandoli ad Ade.
È tempo di uomini che cambian schiera
e terrore di chi non sa che accade.
Un’alleanza trascina però fiera
paladini nel fragor del suo fiume
e il dilagar dell’invasione nera
si argina al baglior di codesto lume.
Il Terzo Ordine è il nome e l’effige;
lo generò un dio d’immenso acume.
Pilastri d’amore da sempre erige,
egli porta la Conoscenza antica,
celeste il Padre, dalle chiome grigie.
Gaiam la dea della Magia gli è amica,
suoi i favori divini son restati,
fino alla fine e finché se ne dica.
I pochi pionieri del Terzo nati
sono grandi amici e compagni d’armi,
vantan poteri tra i più disparati.
Trema la muta tetra a udirne i carmi,
che mai più si cantò di simil gesta,
fuggono i demoni nei neri marmi.
Un mago aiuta gente povera e mesta:
Belgharat è chiamato dai campioni.
Dell’impresa che or dico è lui la testa.
Nimhior, l’Oscuro, ha tremendi copioni;
lui tra tutti i draghi è il più potente,
rovesciare e conquistar vuole i troni.
Lucifero l’insidioso serpente
ordisce in segreto più grandi piani,
offuscandogli di gloria la mente.
Sul Piano sono inviati i più Anziani,
generali infernali camuffati,
di Nimhior i servi sì come cani.
Per Saint Immon e i cancelli assediati,
una soluzione va escogitata.
Lì re Akron e valorosi soldati
difendono una lama incantata,
verde molto più del puro smeraldo.
Che dal nemico sia stata trovata
è grave, ora egli s’è fatto spavaldo.
Il Creatore potrebbe essere ucciso
ma solo del Primo Ordine l’araldo
sa tal segreto di mistero intriso.
Agli uomini dei più alti e altri mondi
il sapere come un fiore è reciso.
Inutile il pensar dove non sondi.