Mentre Wit ed Amadeus preparano le balestre, stavolta sentire qualcosa muoversi nell’acqua, seguito dall’innalzarsi della litania tra le ombre. Le strane figure di nebbia sollevano le braccia, come a salutare l’arrivo di qualcuno.
Dall’acqua di fronte a voi erutta un essere che nessuno di voi riesce a distinguere di primo acchito: una massa serpentina di carne pallida e marcia, che emana un fetore di putrefazione così forte da farvi lacrimare gli occhi. Arti che potrebbero essere scambiati per braccia, in vari gradi di sviluppo e con varie malformazioni, spuntano a casaccio dal corpo informe. In cima alla massa, incassata nella carne, c’è quella che pare la testa di un bambino, deformata in una smorfia a metà tra la furia ed il dolore; capelli biondi zuppi d’acqua svolazzano tutt’intorno, mentre l’essere punta verso di voi.
Wit, scosso dall’apparizione, spara a casaccio, quasi colpendo il soffitto; Amadeus mantiene il sangue freddo, ma il suo quadrello non pare impensierire per nulla la creatura. Il chierico nano si fa avanti, urlando una preghiera al suo dio, che però dev’essere o sordo o impotente, perché vedete tutti il mostro fissare lo sguardo sul nano, e quest’ultimo paralizzarsi di colpo, ingrigendo e bloccandosi come se fosse divenuto pietra.
Forse soddisfatto del risultato, forse ferito dal quadrello, il mostro si accontenta di inabissarsi nuovamente, scomparendo in breve nell’acqua e nella nebbia, mentre le strane figure nella nebbia abbassano di nuovo il volume della loro nenia