Alba del giorno dopo
Con i primissimi raggi del sole ad illuminare la vostra colonna, iniziate la marcia per sganciarvi dal terrapieno ed evitare di essere travolti dai Nar. Gli spiritidi del guado si rifiutano di abbandonarlo, e vengono lasciati indietro assieme ad alcuni mercenari e rashemi feriti che si sono offerti volontari per un'ultima estrema resistenza ad oltranza; in tutto un centinaio scarso di uomini contro la marea montante dei Nar. L'ordine di marcia è stato definito per evitare di lasciare tutto l'esercito alla mercé degli invasori: rashemi e mercenari marceranno separati, convergendo poi a Suthaar, la cittadella fortificata del fyrra Eother, i primi marciando verso nord est, i secondi da su est.
Yusuf ed i suoi capitani, Nicomo e Omar, notano senza difficoltà che gran parte delle loro truppe sbadiglia e ondeggia per essere stata gettata giù dalle brande di fretta, unico modo per fargli preparare in tempo quei pochi bagagli essenziali alla marcia. Qualcuno mugugna per dover lasciare indietro quel poco di bottino che ha ottenuto nello scontro, ma il grosso ha ben capito che o si allontanano di corsa dalla zona, o le loro teste finiranno tutte a ornare le selle Nar. Tra i Chessentani, di cui molti feriti e costretti a reggersi ai compagni, spicca la mole taurina di Moses, e molti mercenari guardano il grosso soldato con un misto di stupore e meraviglia.
I primi giorni di cammino passano lenti, sempre con le orecchie e gli occhi tesi a cercare tracce dei Nar. gruppi di esploratori sono inviati da tutti i lati, specialmente il piccolo contingente di cavalleria ma anche altri soldati appiedati armati alla leggera. Bisogna attendere il terzo giorno di marcia, perché a Yusuf venga riferito che un gruppo, quello inviato a sud, non è tornato