Mothral
osservando gli Omakude che pretendono di colonizzare il mare, mi sale una rabbia mai provata, che si manifesta con tempeste e onde nel mare orientale, dove il Kraken si agita nella sua Fossa, urlando un richiamo per gli Oceanidi, perfino dai bastioni di Itzca si possono vedere le nubi che giorno e notte sostano sulla Fossa, e per giorni interi banchi di Oceanidi sfilano nel mare.
E poi la tempesta si placa, decidendo che farò come contro gli scogli, ci volessere secoli, ma anche questi invasori si rivolgeranno a me. È notte quando, tuonando e rumoreggiando, scelgo un pescatore Omakude a cui rivolgermi Figlio della tenebra, abitante della roccia. Avete preteso solcare il mare, quando per diritto vi spettano le caverne sotto i monti. Alzate lodi a Sseryulim, ebbene ne alzerete anche a me, al signore dei mari, al padrone delle onde, al giudice dei fulmini. Io vi darò di che vivere in abbondanza su questa isola, mare calmo nei vostri viaggi. Detto ciò, marchio con un fulmine l’Omakude, e lo mando a predicare il mio verbo per Kek, facendo nascere nel tempo un vero e proprio sacerdozio in mio onore
placata in parte la furia, decido che è necessario mostrare al mondo non solo i figli del mare, ma anche della tempesta. Sulle montagne che ho eretto a guardia dei ghiacciai, scaglio fulmini che iniziamo a guizzare tra le roccia, saltando da un monte all’altro e prendendo col tempo una forma umanoide: il torso è muscoloso, mentre le gambe sono ricurve e villose, terminanti in zoccoli, il capo è allungato e dalla fronte partono due grandi corna ricurve