l'unico nemico che incontrate per il resto del viaggio sono i discorsi di Arthur, che al secondo giorno vi fanno desiderare di nuovo la pioggia, ed al quinto meditare propositi di omicidio violento verso il vostro compagno. lui, incurante di tutto, coglie la minima occasione per descrivere in maniera minuziosa le bellezze della natura e la benevolenza di Elmia. per fortuna Viktor rimane in silenzio per il grosso del tempo, altrimenti il vostro viaggio si sarebbe trasformato in una continua lotta teologica.
Alla fine, come una liberazione, vedete le mura di Erburg in lontananza, alte e imponenti sebbene in alcuni punti presentano ancora i segni dell'assedio subito anni fa. tuguri di paglia e legno sono spuntati lungo la strada che porta alle mura, accogliendo quelli che sembrano profughi e rifugiati, mentre vi passate in mezzo per poco non travolgete un paio di ubriaconi e una mezza dozzina di miserabili che chiedono l'elemosina. superato anche questo ultimo ostacolo, arrivate finalmente alle porte della città, dove una decina di guardie in cotta di maglia vi sbarra la strada per controllarvi Chi siete e cosa cercate in città? vi dice un sergente basso e tarchiato, con un mantello dorato sulle spalle ed un elmo smaltato di bianco in testa, in mano una lancia lunga ed al fianco una spada corta