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Circolo degli Antichi
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  1. Grazie Cyrano. Effettivamente, da quel che ho notato gli studi su Tolkien degli appassionati subiscono il grande controeffetto della "scienza superba TM": nessuno metterebbe un filologo a gestire una centrale nucleare o un comparatista a studiare il DNA, ma un ingegnere, un programmatore e un biologo privi di adeguata preparazione sono ritenuti capaci di disquisire e pontificare riguardo alle questioni letterarie. A ciascuno il suo. Specialmente perché pensare a un riferimento gnostico da parte del cattolicissimo Tolkien mi sembra improbabile: uno, perché vivente Tolkien dello gnosticismo si sapeva ancor meno di oggi, ovvero moooooooolto poco, due perché appunto un cattolico non può costituirti una mitologia basata su quella che considera un'eresia. Di contro, Virgilio è stato oltre che Il modello per l'epica successiva (ho l'idea che anche l'epica nordica mutui qualcosa da quella latina nella sua formulazione... servirebbe avere testi precedenti all'età cristiana, ma ho notato che con la letteratura epica dell'Urbe condivide un gusto per l'allitterazione che manca in altre forme artistiche) un autore molto amato dal cattolicesimo. Per spiegarmi meglio con quanti non sono del ramo, in pratica penso che il fantomatico "passo delle ali" (i balrog hanno ali? le usano? volano? non volano?) possa essere spiegato benissimo alla luce di quel passo virgiliano. Tolkien recupera qui un passo di Virgilio, in una situazione molto adatta: la morte apparente di Gandalf recupera il materiale del libro dell'Eneide relativo alla caduta di Troia; in entrami i casi, la similitudine viene fatta fra i due mezzi della caduta (cavallo e balrog) e in entrambi i casi ciò che cade risorgerà molto più potente di prima (Gandalf come Gandalf il Bianco e Troia come Roma). Perciò, le ali dei balrog possono essere definite dal punto di vista letterario con ogni probabilità solo figurate. Per il resto, se ne dovessi mai avere il tempo vorrei confrontare Tolkien con Omero e Virgilio per rintracciare tutte le citazioni disseminate nei suoi testi più "alti": già c'è una descrizione dell'alba molto "sospetta", e penso che uno studio del genere evidenzierebbe bene il legame fra i maestri dell'epica antica e il padre dell'epica contemporanea.
  2. Ripensando per l'ennesima volta ai libri dell'Eneide su cui ho preparato l'esame, e rileggendo il Silmarillion come "lettura rilassante", ho forse trovato la soluzione alla questione "delle ali" (ovvero: i balrog come li intendeva Tolkien hanno o no le ali? la menzione compare poche volte, e non sembra che usino le ali). La soluzione che ho trovato non nasce dalla logica discutibile di chi usa in senso reale i termini quando conviene a lui e viceversa (per dirne una, nel passo delle ali Gandalf dice ai membri della Compagnia "fly!": che è, Boromir aveva le ali anche lui? o avevano mangiato fagioli nanici?), ma dal confronto con uno dei maestri dell'epica. Nel passo del Signore degli Anelli dove si parla di "ali" riferendosi al balrog (La Compagnia dell'Anello, libro 2°, capitolo V) mi sa proprio che è presente una raffinta citazione da Virgilio (Eneide, II 15 e successivi). Il verso virgiliano suona così: "instar montis ecum diuina Palladis arte". Traduzione rozza: grande come un monte un cavallo con la divina arte di Pallade. Si riferisce al cavallo di Troia creato dagli Achei. Ora, nei versi successivi Virgilio fa riferimento a seconda dei casi al ventre del cavallo o alle "cauernas", "caverne". Il cavallo NON ha caverne, ma metaforicamente è un monte e quindi ci sta che sia descritto in questo modo. Una immagine molto ardita, ma segno di grande arte. Ora, il passo in cui Tolkien accenna sul serio alle ali è: "and the shadow abot it reached out like two vast wings"; tradotto: "e la tenebra attorno ad esso si estese come due ampie ali". La frase è riferita al Balrog. Notate una certa similitudine formale? In seguito, per tutto il passo Tolkien usa ora "ali" e ora "tenebra" o altri sostantivi equivalenti per riferirsi all'oscurità che accompagna il Balrog, così come Virgilio nel II libro dell'Eneide parla ora di "ventre" e ora di "caverna" pur riferendosi sempre a un cavallo (che a rigord di logica caverne non ne ha). Altro che una certa similitudine: recupero bello sostanzioso del testo virgiliano da parte di uno dei massimi autori epici moderni! Se si aggiungono altri passi interessanti, e il fatto che Virgilio non può non essere stato un riferimento quantomeno formale per Tolkien (come per buona parte degli autori posteriori, in effetti), mi sa che il mistero si può dire svelato. Il fatto che si riveli essere una ripresa da uno dei capisaldi dell'epica e della letteratura occidentale supporta decisamente la tesi della similitudine (quasi un rupaka, in effetti) e affossa, a mio parere, qualsiasi obiezione: so come ragionano gli studiosi di letteratura! :lol: ... sì, lo so, sono un comparatista pazzo.
  3. Attenzione uomini! Tutti ai vostri posti! Flame in arrivo, flame in arrivo! Tornando seri, è chiaro: la 4^ edizione risponde a esigenze commerciali. Strizza l'occhio al giocatore di magic (e di videogame, aggiungo io) anche a costo di perderci qualcuno della vecchia guardia perché sa bene come questi abbia una propensione all'acquisto inferiore rispetto all'adolescente standard che-i-soldi-sembra-li-emetta-alla-mattina-sedendosi-sul-cesso-per-come-li-spende-e-poi-magari-a-scuola-ha-i-libri-aggratis-perché-il-paparino-lavora-in-nero-ma-vabbè-la-smetto-con-questa-tirata. Anche il collezionista ha buone possibilità di spesa, ma difficilmente si sofferma su un solo genere, e in ogni caso i collezionisti sono pochi. Invece, i ragazzenti spendaccioni sono molti di più. Alla fine, è sempre la stessa storia trita e ritrita: seguite l'odore dei soldi, e troverete la causa di tutto -o quasi.
  4. Thondar, per piacere: se una persona chiede di non risponderle in un certo modo, perché fai così? Odio viscerale nei confronti della stessa (in questo caso mezza community)? Menefreghismo totale dei desideri altrui? O semplice dimenticanza? Beh, questo è multiquote, e io come dovresti aver visto dato che stai citando i miei post sono un peletto (sai quelli della criniera d'un leone? ecco, più lungo) contrario alla cosa. In me ormai è passato il sospetto, ed maturata la certezza, che tu faccia così per convincere te stesso -e basta- di aver ragione: citi quel che vuoi, stravolgi il senso, fraintendi come meglio puoi e poi obietti a quel che tu solo stai dicendo. In futuro, dunque, ti prego -nuovamente- di non applicare più questo tuo modus operandi ai miei post. Se vuoi rispondere in questo modo, fallo come facevano i sofisti: sostieni prima un parere e poi l'altro, esercitandoti in questa mezza retorica con te stesso. Ma non infastidire gli altri, grazie. (btw, tutto detto senza rabbia, anche perché ho una camomilla doppia in corpo e ora come ora difficilmente riesco ad arrabbiarmi... per fortuna ) Edit: No Lopippo, mi riferisco a Vaarsavius, con due "a" nella prima sillaba... ^^' Per il resto, vedo che segui il Lato Oscuro delle discussioni (dal vivo sarebbe come interrompere ogni 10 secondi l'interlocutore e parlargli addosso, un modo di fare notoriamente poco educato), ma qui vedrò di rispondere perché almeno non raggiungi le vette thondariane in questo campo. Il PNG può uscire merdina secca o dio in terra in base al tuo agire cosciente come master; come? Semplicissimo: dagli caratteristiche adatte, una buona build, classi più forti delle altre e talenti focalizzati, applicagli un buon archetipo che lo potenzi (un mago mezzo-drago rende meno di un barbaro mezzo-drago). Insomma, il tutto non esce a caso, ma sfruttando il regolamento. Anche in 4^ edizione questo è possibile, certo (sublime tecnica retorica della parata preventiva di Tullio! in azione!), ma in modo diverso. E, soprattutto, non posso decidere di avere -ad esempio- un guerriero vampiro debole da far affrontare ai miei PG, perché un guerriero vampiro è in automatico un mostro solitario. Non parliamo di un gruppo di guerrieri vampiri, semplicemente improponibile nella 4^ (un gruppo di solitari). Edizioni diverse, cose diverse. Il drago stregone può essere tale più per ragioni di trama che ti potere. Ma faccio un esempio elementare: il livello dell'incantatore dei draghi cresce con l'età; ma l'età richiede, appunto, l'età. Quindi, un drago con LI alto deve essere ultracentenario. Se io invece voglio un drago capace di incantesimo potenti vecchio solo di 50 anni, ecco che gli dò livelli da stregone e il gioco è fatto. In 4^ edizione non posso: devo ricostruire da capo il mostro se voglio crearmi un drago rosso con poteri da stregone. Per il resto, al di là del nome comune D&D 3.X e D&D 4^ edizione hanno ciascuna molto più comune con altri giochi che non con l'omonima versione precedente/successiva... hanno vantaggi e difetti in comune, ma anche alcuni tipici. Per cui, per chi preferisce un certo stile di gioco è migliore l'una o l'altra, e non è da apostasi aver giocato per anni alla 3.5 e scoprirsi poi ad apprezzare di più la 4^; ma non si deve assolutizzare la propria esperienza.
  5. Mica vero: i PNG vengono in diverse sfumature, da "merdine secche" a "molto più fighi dei PG". E non sono mica pensati per durare solo uno scontro, anzi... certo che se vengono usati solo come carne da macello a poco serve che siano PNG, eh! Il drago stregone, poi, è ottimo per due cose: 1) pestare elfi maghi di sesso indefinito in modo da vendicare la propria prole; 2) dotare un drago puro di capacità da incantatore superiori alla norma. In questo modo, un drago "giovane" può diventare un potente incantatore, il che aggiunge mooolta profondità al nemico. In 4^ edizione, semplicemente, le cose funzionano diversamente; certo, se assumi come metro di giudizio le cose che vengono bene in 4^ edizione ovviamente le altre edizioni saranno fatte peggio e ti permetteranno comunque di fare le stesse cose... ma sarebbe come se io assumessi a modello di bellezza assoluto il maschio mediterraneo relativamente basso con la carnagione olivastra, gli occhi castano scuro e i capelli lunghi neri... si chiama "essere obiettivi quanto un giornale di partito".
  6. Quasi per caso, mi sono imbattuto in questo prodotto OGL per il d20. 8 dollari di PDF da 40 pagine. In pratica, dovrebbe essere un lavoro fatto per rendere realisticamente il combattimento in D&D. Le revisioni ne parlano molto bene, ed effettivamente queste 40 pagine in bianco e nero, oltre a essere facilmente stampabili (mi verrebbero sui 5 euro a farmelo impaginare come Krshna comanda), sarebbero molto utili al mio gruppo di giocatori appassionati come me di combattimenti "seri". Però, 8 dollari sono sempre otto dollarucci, e vorrei vederci chiaro prima di fare l'acquisto. Quindi: qualcuno ne sa qualcosa di più? Vale davvero la pena? Grazie in anticipo.
  7. Sto constatando: io ho detto che, da regolamento così com'è, in 3.X puoi creare un PNG con le stesse regole dei PG, e lo stesso vale per i mostri, ai quali puoi aggiungere livelli di classe senza problemi. Di contro, nella 4^ edizione -sebbene sia più facile aumentare il livello di un mostro/PNG, anche se si rischia di arrivare a quella che chiamo "perdita di significato regolistica"- non c'è questa possibilità: se crei un PNG con le regole per i PG, irrimediabilmente lo rendi un peletto più forte. E non puoi personalizzarlo troppo. E non puoi, ad esempio, creare un drago stregone, mostro/PNG che in 3.5 viene molto bene. Sono sistemi diversi.
  8. Vabbè, andiamo volutamente fuori strada per evitare i punti sollevati dagli altri e poi lamentiamoci perché ci siamo persi... -.-'
  9. E allora se si è amici ci si accorda. O ci si sopporta un po' a vicenda.
  10. Là no: non c'è modo di trattare un PNG costruito come PG a cui applico due archetipi senza uscire al di fuori delle regole. Non c'è modo per aggingere una classe a un drago (è già un mostro solitario) se non uscendo al di fuori delle regole.
  11. Se è per questo puoi anche tagliare una bistecca con il cucchiaio. Ma non è la stessa cosa che tagliarla con il coltello. In 3.5, PG e PNG sono su "livelli diversi": continuando l'esempio delle architetture, potremmo dire che sono "gotici diversi". Un PG è un bel gotico francese, un PNG con classe da PNG un gotico italiano: ben poco goticheggiante, e spesso molto povero dal punto di vista architettonico. In 4^ edizione, il PG è sempre un'architettura gotica, ma il PNG è una palazzina. Puoi mettere pilastri, contrafforti, archi e affini anche sulla palazzina, ma non saranno mai la sua struttura portante, bensì un'aggiunta. Questo perché la struttura è diversa. Se non si accetta questa ovvietà non si cava neppure un ragno da questo buco che, se opportunamente trattato, potrebbe produrre pure tarantole.
  12. Fatta la legge trovato l'inganno: nulla è definitivo. Se il master vuole disarmarti, un modo lo trova sempre. Di contro, è tuo diritto di giocatore farglielo notare se la cosa ti stressa, e discuterne assieme; male che vada, smetti di giocare con lui come master.
  13. Non puoi farlo come in 3.5: la classe aumenta il potere del mostro, è un in più e non una parte sostanziale. Per fare un esempio, prendiamo due architetture diverse: puoi addobbare l'una in modo che assomigli all'altra, ma sono diverse. Puoi dipingere archi gotici su una palazzina moderna, ma non sarà una struttura gotica. E le classi di PNG sono usate, comunque: il meccanismo è lo stesso. Mi sembra lampante. Non andiamo contro la logica per spirito di fanboy, dai: sono cose diverse anche per questo!
  14. Veramente no: in D&D 3.X i PG e i PNG, così come i mostri, sono costruiti secondo le stesse regole. In D&D 4^ edizione, di contro, tutti quanti funzionano secondo le stesse regole ma sono costruiti in maniera molto diversa.
  15. Esistono infinite maniere di rendere inutilizzabile un'arma: basta disarmare il PG e farla cadere in un pozzo senza fondo/portale per un qualsiasi piano ostile/oceano/vulcano. Nel primo caso, non la raggiungi mai. Ma è da master *molto* BAStardo (sì, si merita tre lettere maiuscole). Nel secondo, possono verificarsi mille e più situazioni: a parte "tutte le precedenti", l'arma può finire in ogni dove. E anche se fosse una "spada +10 vorpal anatema di ogni cosa dotata di GS" io non non cercherei di recuperarla dal Reame Remoto o da sotto il trono di Asmodeus. Nel terzo caso, ancora una volta, difficilmente puoi raggiungere l'arma caduta se non dopo che ha toccato il fondo. Ma si parla di un fondale oceanico fantasy: kraken a bizzeffe, danni da pressione, il casino per arrivarci e non trascurabile rischio di orrori simil-lovecraftiani. Nel quarto caso, l'arma si fonde e diventa lava; punto, fine della storia, poi vai ad aspettare l'eruzione per prelevarne i pezzi da far ricompattare. Se vuole essere perfido e fantasioso, un master decente ha mille modi regolisticamente corretti e diversi dal "fiat" per incapacitare i PG e/o privarli dei loro oggetti migliori. Ma un master decente dovrebbe sapere che non si gioca mai contro i giocatori, ma assieme a loro.
  16. No, il braccio di mithral fa molto: "salve! sono una regola elaborata quando ancora non si sapeva se Dragonlance sarebbe stata adattata alla 3.5 come si deve e si inserivano versioni fatte a vacca degli artefatti tipici di tale ambientazione in svariati manuali! Il mio cugino figo è su War of the Lance ed è fatto in metallo dei draghi, non mithirl... pardon, mithral, mithral. Io sono fatto di mithral, certo, *non* di mithril, no... no, vede, signor legale degli eredi di Tolkien? Non sto violando nessun copyright, vede? Ora quindi mi toglie quelle manette per piacere? Mi stanno graffiando tutto il polso destro...":lol:
  17. Aver provato cosa vuol dire essere un invalido potrà portare il paladino a comprendere meglio le sofferenze. Poi dipende molto dal carattere del PG, ma ci sta più questo che altro.
  18. Mah, gli innesti di D&D sono principalmente roba demoniaca, immonda e perniciosa: ce li vedo male per un paladino. Data la classe, vedrei molto meglio una pia (e temporanea) accettazione della menomazione. Facendo il paragone con Galdar di Dragonlance, dovrebbe avere un -4 ai tiri con la "mano secondaria". Poi, come premio per la sua devozione, un potente servitore della divinità potrebbe intervenire con una bella rigenerazione che ristabilisca l'integrità fisica del paladino. Ma, nei giorni (o mesi, chissà) trascorsi da monco il paladino avrà modo di comprendere le sofferenze degli umili e degli infermi da un nuovo punto di vista, venendo rinnovato nella sua fede. Nel frattempo, il giocatore avrà problemi a interpretare questo PG... a braccio!
  19. FeAnPi

    Prerequisiti e Requisiti

    Il vero problema è: e se perdo l'oggetto grazie al quale soddisfo il prerequisito che accidenti succede? Va bene un talento: ad esempio, se ho un paio di guanti che mi conferiscono il talento incalzare, posso prendermi incalzare potenziato. Se perdo i guanti, non posso più godere dei benefici di incalzare potenziato. Ma con una classe che si fa? Perdo i privilegi di classe sinché non riottengo l'oggetto e soddisfo i prerequisiti? Perdo il livello proprio? E' un bell'enigma.
  20. FeAnPi

    WFRP terza edizione!

    Beh oddio, neppure per D&D è necessario che tutti abbiano il manuale: io ho sempre giocato con massimo due copie del manuale del giocatore sul tavolo.
  21. C'è una differenza fra accecare e abbagliare, mi sembra evidente. E, anche a livello radicale, la seconda azione è intimamente connessa al "bagliore".
  22. FeAnPi

    Cintura del Monaco e Armatura

    Oh, esatto Demerzel: il buon chierico di Saito ha sia l'armatura del richiamo (con una bastardissima parola di richiamo ideata dal suo sadico master linguista in modo da comprendere suoni assenti nella lingua italiana*) in adamantio, sia una fascia del monaco. Se colto alla sprovvista, ha sempre la fascia; se ne ha il tempo, pronuncia la sua bella parolina e richiama l'armatura. *occlusiva velare sorda con aspirazione... praticamente l'ho incontrata solo in sanscrito con una certa frequenza. Sì, sono un perfido folle.
  23. No: Chuck Norri è un ranger epico, e ha livelli nella CdP del Texas Ranger. Classe molto esclusiva (solo Chuck Norris e Tex Willer l'hanno portata a termine), permette al ranger di: - utilizzare entrambi gli stili di combattimento; - pestare senz'armi come un monaco; - aggiungere il proprio modificatore di intimidire alla CA, ai TS, ai danni e ai tiri per colpire, e il modificatore ai tiri per colpire al modificatore di intimidire (esatto, si sommano all'infinito).
  24. Oddio, no: il ninja non so, ma il samurai del complete warrior è in sostanza "il cugino sfigato del guerriero". Ha un paio di capacità speciali che puoi replicare con alcuni talenti presi da diversi manuali: praticamente, se usi lo stesso Complete Warrior e il Book of Exalted Deeds (non libro delle buone azioni, sembra il diario di uno scout) puoi crearti un guerriero che fa tutto quel che fa il samurai e in più ha anche altri talenti bonus. Al limite, includi anche Dragonlance Ambientazione e usa il talento Vincolo d'Onore (bonus ai TS fino a che mantieni la parola data e sei fedele al tuo codice d'onore). Diciamo che i diversi samurai "classe base" sono un pochino stereotipati... come le ennemila classi oplitiche tutte trecentanti -che poi il mio primo lavoro per D&D, nel 2004 o nel 2005, era stato proprio la classe "oplita", e ci sono ricascato con un cammino leggendario per la 4^, quindi critico me per primo- che elevano lo stereotipo a norma. Secondo me, cose del genere funzionano meglio come classi di prestigio che come classi base -e, detto per inciso, il difensore nanico E' l'oplita- per il semplice fatto che la classe base basta a dare le capacità "comuni" a un individuo del genere. E in effetti l'assassino, se gli togli il requisito di allineamento, funziona moderatamente bene come ninja: riflavorizza i suoi incantesimi, e ci siamo. Anche da fonti ufficiali (e da calcoli matematici) si sa che in D&D i personaggi attorno al 5° sono al "limite umano standard"; quindi, una cosa particolare che pochi samurai/ninja/opliti/cavalieri*/quelcheè dovrebbero saper fare viene resa meglio tramite una CdP. * secondo le fonti ce n'era uno, un francese mi pare, che camminava sulle mani, montava a cavallo con un salto, si arrampicava a braccia fra due muri distanti un metro e faceva i salti mortali il tutto indossando l'usbergo.
  25. Aspe': questo è il male del sistema a punti ferita "a la D&D". Che c'è anche in altri GdR, eh... ma questo da che mondo è mondo. In altre edizioni, il problema è "come diavolo può cura ferite X rigenerare carne, osso e tendini anche se sono in punto di morte col corpo a pezzi ma non rigenerarmi un misero ditino tagliato?". Nella 4^, il problema è quello degli attacchi che dovrebbero teoricamente fare molto più male, e non c'è impulso curativo che tenga: è irrealistico, è un'astrazione... spiegare il reale con l'astrazione è da nerd, specialmente se l'astrazione è di questo tipo. I punti ferita di D&D sono una cosa ibrida da sempre, a seconda dei casi la stessa casa editrice (e spesso lo stesso manuale) te li descrive come indice della salute effettiva o della mera "capacità di combattere". Altri sistemi di punti ferita non hanno questo problema: il sistema a locazione di Mythos e RuneQuest, ad esempio, funziona molto realisticamente. Hai un arto con pochi punti ferita, le armature ti proteggono, e ciccia; i danni che subisci sono danni reali all'arto. Lo "svantaggio" è che un colpo di un'arma anche non troppo potente, se ti becca bene, ti trancia l'arto. E se va bene in un gioco realistico, o cupo e ad alta mortalità, questo sistema è deleterio per D&D.
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