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FeAnPi

Circolo degli Antichi
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  1. Già, è inutile essere poliglotta se attorno al tavolo trovi gente per cui l'inglese è arabo (o, peggio, lo è l'inglese non letto tramite internet; gente che se la WotC creasse un'edizione digitale impaginata con qualche meme imparerebbe il regolamento nuovo in qualche giorno). Di certo, ho l'impressione che MM25th (esiste ancora?) sia ormai fuori dai giochi.
  2. E mettiamoci pure Dragonlance, in cui gli dei intervengono materialmente e concretamente nelle vicende dei mortali (ma in cui, con l'Era dei Mortali, hanno inserito anche la magia divina senza chierico).
  3. Per come la sto sempre più vedendo io, la traduzione è *personalmente* un ostacolo che aggiunge costi, snatura certi passi e rischia di comprometterne altri, *socialmente* una necessità. :/
  4. Non spammo, ma avevo scritto un articolo molto critico a riguardo. Sostanzialmente, è una riproposta di Pathfinder ibridato con altri prodotti d20 e con quel tanto di modifiche che basta a non renderlo compatibile con PF di base o con un qualsiasi sistema d20; mancano sul manuale ambientazione e bestiario. -.- Tornando IT, era quel che volevo dire: ho come l'impressione che quest'anno non vedremo D&D in Italia, a meno che qualcuno non si stia muovendo molto di nascosto.
  5. Poi penso al "box" di Drago Nero, costato appunto 50 euro, e penso di taccare una delle fruste dalla parete delle armi per flagellarmi da solo. -.-
  6. Temo che il trittico di manuali sia qualcosa di irrinunciabile per un D&D "classico", il che vuol dire 150 verdoni. E non mi riferisco a 150 attori. Temo anche io che in traduzione i verdoni possano diventare euro per mistero della fede, anche se ora come ora mi domando: c'è un potenziale traduttore? Perché il top sarebbe vedere i manuali in uscita per Lucca, ovviamente, ma non è cosa che si possa fare in quattro e quattr'otto. Non che la cosa mi possa dispiacere più di tanto: i dollari valgon meno degli euro, dopotutto, e amazon inglese fa buoni prezzi.
  7. Ho ancora troppa roba da dipingere. ^^ E' solo per quello rifiuto l'offerta, eh, solo per quello.
  8. C'è stata anche l'inflazione, e non solo in Italia: ormai 50 dollari sono un prezzo standard per un manuale base. Non che la cosa mi faccia piacere, ma così è.
  9. Il dollaro vale vistosamente meno dell'euro, ricorda. ^^
  10. Indubbiamente, il gioco è cambiato. Nel momento in cui gli avventurieri sono divenuti eroi, il gioco non poteva più essere lo stesso.
  11. Non entro nei dettagli perché non posso, ma in sostanza gli incantesimi ora individuano i tipi di creatura anziché gli allineamenti. Per cui con individuazione del male, ad esempio, non individui anche il calzolaio malvagio ma solo immondi e non morti. Il paladino (per cui non c'è più l'obbligo d'allineamento, se non sbaglio, onde ragion per cui può essere sia il paladino classico che l'antipaladino/anche il seguace devoto e indottrinato di un dio né buono né malvagio), allo stesso modo, individua solo esterni e non morti, oltre che aree consacrate o dissacrate. E il suo punire funziona a prescindere, facendo semmai danni maggiori contro immondi e non morti. In questo modo, il "dilemma di Monte Cook" dei due paladini che si puniscono a vicenda, ciascuno convinto di essere nel giusto, viene risolto.
  12. Dogana, la mia nemesi. 45 euro di oggetto, arrivati a 100 fra spedizione e dogana.
  13. Va comunque ricordato che questa tendenza, così come la dicotomia bene/male, è qualcosa che in D&D si è venuto a creare e in origine non esisteva. Ma siamo come il ranger: in origine il ranger di D&D era il ranger di Tolkien, quello che da noi è stato tradotto come "ramingo", e addirittura aveva il privilegio di classe che gli permetteva di usare le sfere di cristallo. ^^ Poi è arrivato il celeberrimo elfo oscuro con due scimitarre, e quindi il ranger è stato identificato col combattente armato di due armi; oggi, se il ranger di Next non avesse la possibilità di combattere con le due spade, si griderebbe al sacrilegio. E' tutto un D&Divenire. In ogni caso, ho dato un'occhiata ad alcuni aspetti del documento di playtest e ho notato che, ora come ora, il paladino e buona parte degli incantesimi "critici" funzionano sia con gli allineamenti oggettivi, sia con quelli soggettivi. Spero che riescano a mantenere e anzi a rafforzare questa posizione.
  14. Effettivamente non è grandissimo, però sembra abbastanza carino. Giusto per curiosità, quanto hai pagato tutto compreso?
  15. FeAnPi replied to FeAnPi's post in a topic in Altri GdR
    Si riprende con i lavori, e il primo post riguarda la disciplina della metamagia; in essa confluiscono tutti quegli incantesimi che modificano altri incantesimi. Una disciplina abbastanza potente, ma che da sola è praticamente inutile.
  16. Magari, cambiamo argomenti. Sinceramente, sul Saga e sui games book poco posso dire (so che il Saga è stato visto da molti come anticipatore di novità all'epoca ancora a venire, ma poco mi ha mai toccato), non avendoli mai provati. Il film d'animazione, invece, era partito con grandi premesse ma a parte la grafica vecchio stile (computer grafica a parte), che personalmente preferisco a quella contemporanea, e l'essere un adattamento ben fatto di fronte a opere certo più meritevoli ma stravolgenti più che adattanti, ha ben pochi meriti e molte pecche. Intendiamoci: anche così non si qualifica come il peggior film di D&D. E forse una verità sta qui: la diamesia è veramente importante, e certi stravolgimenti da un medium all'altro sono buoni solo per la base di appassionati ai limiti dell'acritico.
  17. Ok, io ci rinuncio, amen.
  18. Edmund, è chiaro che a te alcune cose, fra cui Dragonlance e i toni pacati, non piacciono. Che i romanzi DL siano scritti per richiamare D&D e riescano a farlo è vero; con qualche licenza, forse, ma ci riescono, ed è un loro limite (sono romanzi scritti per un target ben preciso). Non aspirano a essere letteratura, e personalmente pur avendoli letti e amati anni fa ora preferisco tenerli sulla mensola e non leggerli; mi piace invece l'ambientazione, che è molto tipica ma di certo più cucita sulla seconda edizione che non sulla 3.X. Ma qui, dopotutto, parliamo di gusti personali. Mi fa invece ridere che io debba diventare difensore d'ufficio di Manzoni, autore di cui non condivido l'estetica né le idee, ma a cui devo riconoscere di essere stato il modello in base al quale la lingua moderna è stata sviluppata. Preferisco di gran lunga un Leopardi, ma il modello - devo riconoscerlo - è stato lo sclerato e non il miglior filologo italiano ottocentesco. Specialmente perché, campando a lungo, è stato in grado di tirare fuori una edizione riveduta e corretta di quel che era un tempo il poco italiano Fermo e Lucia scritto in quel fiorentino emendato che è oggi la lingua standard italiana. In ogni caso, se ti va di continuare il discorso su Manzoni e sulla linguistica italiana, affrontiamolo pure in un thread apposito. Non qui. Qui il riferimento voleva solo essere una parentesi per far notare come una parentesi aperta da te invocando una supposta autorità non fosse poi così pregnante, oltre che poco attinente, data la scarsa autorevolezza dell'autorità.
  19. Personalmente, oltre a non gradire il multiquote, distinguo fra libri scritti per essere bei libri e libri scritti per ricadere in un genere. Dal punto di vista di "fare D&D", i romanzi iniziali di Dragonlance fanno tantissimo D&D. Poi, al più, sono narrativa di consumo che in un certo periodo ho trovato piacevole. Ma, in ogni caso, una che mi giudica Manzoni in base ai canoni moderni arrivando a dire che Manzoni scrive male in italiano (e sì, dai, mettiamoci anche che Virgilio scriveva male in latino perché non usava le preposizioni!iamnumber1!1!!) non la prendo in considerazione a priori come critica letteraria; ha avuto gioco facile nello sparare sulla croce rossa di fentasi scarsi fuoriusciti (non usciti, proprio fuoriusciti) dopo i film tolkieniani, ma i suoi criteri di valutazione si sono rivelati essere sempre più personalistici e sempre più scriteriati. E, in ogni caso, lo ribadisco: traduzioni. Le traduzioni. Orride. Orribili.
  20. En passant, intendiamoci: Dragonlance e romanzi collegati hanno a che fare con una ambientazione di D&D, non sono fantasy di qualità ma fantasy D&Daro. E, sempre en passant, Gamberetta non è proprio l'autorità assoluta (anzi, da quando si è scagliata contro Manzoni perché Manzoni scrive male secondo i manuali di scrittura attuali mi sono venuti diversi dubbi sulla possibilità di poterla definire "autorità" piuttosto "hater con seguito"). E, per finire, il vero orrore di DL sta nelle traduzioni. Anche dei romanzi. D:
  21. Un andazzo così però sarebbe in rotta col modo in cui molti giocano (e vogliono giocare, e devono essere accontentati dalla WotC): Bene chiaro senza macchia e senza paura, Male brutto e puzzolente e schifoso da far fuori senza pensarci due volte. [spazio per facili paragoni fra giocatori e politica bellica anche in riferimento alle Guerre Indiane] Insomma, nel caso dovrebbero garantire entrambi i modi di giocare, il che richiederebbe qualche pensata ben calibrata.
  22. Il drago prima o poi me lo prenderò anche io, quando avrò smaltito la mole di stinto.
  23. I master incapaci, purtroppo, ci sono. Non si tratta di tutelare in tutto i giocatori (che possono e spesso sono incapaci anche loro), quanto di creare qualcosa di preciso per capire se è A o B.
  24. Il problema, appunto, è gestirlo senza sbordellamenti.
  25. No, non perdiamoci in altri paragoni, perché anche un virtuoso può improvvisare sul momento senza bisogno di essere "genio", senza badare che questo suscita l'immancabile domanda sul genio virtuoso che fa letteralmente implodere la dicotomia.