Hans
Il mercenario ascoltò le parole dei suoi compagni e quelli della signora, le cui primavere erano evidenti sul suo volto. Avrebbe voluto dire anche lui qualcosa, ma lo sguardo di quella donna gli ricordava troppo sua madre. Prese il ciondolo di legno appeso al collo e giocherellò con fare nervoso respirando alle volte con agitazione.
Le parole di risposta, acide, sapevano di ordini da compiere senza perdere tempo. Stava per rispondere, dire la sua sul demone, ma la sua voce era spezzata ed era un sussurro di bambino...
Signor...
... e venne interrotto. Per sua fortuna venne interrotto. Sapeva che altrimenti avrebbe detto non solo di quella notte, ma una diga si sarebbe rotta e avrebbe percorso a ritroso tortuosi irrisolti del suo passato, come se la sua famiglia fosse stata li in quel momento. Discutere di scelte, di guerra, di soldi, di fuga, sapendo che il suo passato assomigliava sempre più a una terra straniera.
Inspirò, la diga resse e lui si calm, riponendo dentro alla camicia il ciondolo non prima di averlo osservato ... contento di non dover dire nulla... ma solo di ascoltare come spesso aveva fatto... in silenzio...
" ..ciao Ana ... ciao Wolfgang ... il passato ... una terra straniera ... "