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Le Fantome

Circolo degli Antichi
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  1. Le Fantome
    Un aspetto molto importante delle meccaniche di Radiogenesi è la progressione tecnologica. Man mano che i personaggi vorranno (o saranno costretti a) inerpicarsi nei meandri della zona contaminata, essa scaglierà contro di loro il suo peggio: entità antiche e dalla biologia aliena ragliano e bestemmiano, annidate nell'oscurità dei loro fetidi anfratti nelle rovine tecnologiche, nelle viscere della terra o sulla cima delle montagne.
    Per far fronte a queste potenti minacce, i raminghi della depressione Saturnia e del deserto d'Europa dovranno dotarsi di equipaggiamento ad alta tecnologia: è impensabile sperare di sopravvivere all'incontro con le Potenze pervertite indossando un'armatura di cuoio e armati di spada bastarda.

    (Nubi tinte di sangue e tempeste di fulmini non possono che preannunciare la venuta di una qualche Potenza pervertita. Prostravi alla sua presenza, o verrete annientati con un solo gesto... / Illustrazione di Mark Garlick)
    Ma come funziona la progressione tecnologica in Radiogenesi? Non esiste una risposta univoca, ma vi sono sicuramente alcuni passaggi che consiglio fortemente di seguire ai gruppi di nuovi giocatori. Vediamoli insieme:
    Per prima cosa, è bene dotarsi delle principali postazioni da lavoro. Ogni postazione di lavoro (tranne un'eccezione notevole) richiede un progetto per essere costruita, anche detto in termini di gioco cianografia.
    In Radiogenesi, le cianografie per imparare come costruire uno specifico artefatto possono essere "fabbricate" investendo ricerca, un consumabile a ingombro nullo che può essere prodotto dai PG mediante l'utilizzo di calcolatori. 
    Tuttavia, le cianografie dei banchi da lavoro possono essere prodotte in modo più accessibile mediante l'uso dell'unica postazione da lavoro che non richiede un progetto per essere costruita, il tavolo dell'inventore. 
    Abbiamo quindi identificato il primo passaggio del nostro albero della progressione: costruire il tavolo dell'inventore (1° passaggio).
    Una volta costruito il tavolo dell'inventore, si può passare alla scrittura delle cianografie delle quattro postazioni di lavoro essenziali, quelle che servono per poter fabbricare tutti gli strumenti per la sopravvivenza a breve e medio termine in ambiente non troppo ostile. Esse sono, in ordine alfabetico: la cianografia del banco da lavoro, la cianografia della fornace primitiva, la cianografia della postazione chimica e la cianografia del tavolo da sarto.
    Queste cianografie non richiedono competenze particolari per essere scritte ma richiedono ciascuna una unità di informazione. Le unità di informazione sono anch'esse un consumabile a ingombro nullo, che può essere ottenuto in svariati modi: setacciando le rovine prebelliche, riesumando manufatti prebellici e analizzandoli con elaboratore, saccheggiando la carogna di entità tecnologiche, etc.
    Alcune classi, inoltre, partono a livello 0 con delle u. di informazione nel proprio inventario. Questo può aiutare sensibilmente le prime fasi dello sviluppo della progressione di un nuovo gruppo di personaggi.
    Enunciamo perciò ora il secondo passaggio del nostro albero della progressione: scrivere le cianografie del banco da lavoro, della fornace primitiva, della postazione chimica e del tavolo da sarto (2° passaggio).
    Ora che il gruppo si è procurato i progetti, non resta che assemblare fisicamente le postazioni di lavoro: ognuna di essere richiede svariati materiali, tra cui, per esempio assi di legno, calcestruzzo, ingranaggi, molle, viti, plastica, catrame, etc.
    Procurarseli richiede ai PG di svolgere intense attività di setaccio, picconare la roccia e tagliare la legna, nonché commerciare con profitto con i mercanti e i pellegrini della zona contaminata. 
    Una volta accumulati i materiali necessari, si può finalmente passare all'assemblaggio delle quattro postazioni di lavoro essenziali.
    Enunciamo dunque il terzo passaggio del nostro albero della progressione: costruire il banco da lavoro, la fornace primitiva, la postazione chimica e il tavolo da sarto (3° passaggio).
    Tuttavia, molti dei manufatti che sarà possibile fabbricare con queste postazioni di lavoro richiederanno agli artefici del gruppo di dotarsi di apposite competenze. Nello specifico, le competenze di scienza, metallurgia, chimica e medicina.
    Enunciamo perciò il quarto passaggio del nostro albero della progressione: fare in modo che nel gruppo ci siano uno o più PG con le competenze in scienza, metallurgia, chimica e medicina (4° passaggio).
    Queste quattro competenze sono le quattro competenze essenziali di Radiogenesi. Ve ne sono molte altre, ma senza queste quattro è impensabile proseguire con la progressione tecnologica.
    Ricapitoliamo quindi quanto detto finora:
    Il gruppo di PG inizia la propria Odissea attraverso la zona contaminata (partenza) --> costruisce un tavolo dell'inventore (1° passaggio) --> scrive le cianografie del banco da lavoro, della fornace primitiva, della postazione chimica e del tavolo da sarto (2° passaggio) --> si procura i materiali necessari e assembla le postazioni di lavoro essenziali (3° passaggio) --> fa in modo che il gruppo, nella sua totalità, disponga delle competenze in scienza, metallurgia, chimica e medicina (4° passaggio). 
    Ovviamente siamo solo agli inizi della nostra ascesa tecnologica, ma dalla partenza, dove eravamo dei primitivi vestiti di stracci e armati di clava, siamo arrivati a dei primitivi vestiti di stracci e armati di clava, ma almeno con la possibilità di costruire delle garze per evitare di morire dissanguati. Una bella consolazione, non c'è che dire! :'D
    A breve (spero) la prossima parte, grazie per la lettura!
  2. Le Fantome
    Quel giorno vi era molta agitazione per le strade di Venere. Non serve che vi descriva in dettaglio il macabro orrore che si compiva per le strade della metropoli: i manifestanti, povera gente ridotta allo stremo da una penuria di cibo, acqua, medicine e ogni sorta di genere di prima necessità, si scontrava con la polizia, cani apparentemente senza empatia o intelletto che difendevano le sedi del potere e i tiranni della città. 
    Ma anche nelle sedi del potere, stranamente, quel giorno vi era agitazione mista a nervosismo: sembrava che oltre oceano, la guerra che era ormai in corso da molti anni fra i due blocchi, stesse andando rapidamente fuori controllo. Da prima si erano iniziate a superare diverse "linee rosse" e molti obbiettivi civili erano stati oggetto di bombardamenti aerei e missilistici. Poi erano state distrutte numerose infrastrutture strategiche: ferrovie, strade, canali umanitari o per le telecomunicazioni, nulla era stato risparmiato. 
    Sui fronti "caldi" del conflitto (ammesso che vi fossero ancora fronti "freddi") si erano cominciate a usare armi chimiche o intelligenze artificiali programmate per uccidere in autonomia gli obbiettivi nemici. Era una carneficina, le informazioni che trapelavano erano raccapriccianti e incutevano orrore e disgusto anche nel più risoluto guerrafondaio. 
    Eppure, la guerra non sembrava potersi arrestare: da molti mesi ormai si era innescato un circolo vizioso, che rendeva sempre più remota la possibilità di un dialogo diplomatico fra i due blocchi. 
    A rendere ancora più evidente la drammatica situazione, la notizia che i comunisti stessero costruendo sulla Luna una sorta di "arma dell'apocalisse": una notizia che sembrava uscita da uno scadente romanzo di fantascienza piuttosto che da un rapporto ufficiale delle fonti di intelligence. Eppure, ciò era bastato per scatenare paranoia e terrore tra le alte sfere, che avevano iniziato a delirare di un "massiccio attacco nucleare preventivo" sulla superficie lunare e sui territori del blocco comunista. 
    Nessuno comunque aveva ancora messo mano all'arma atomica, anche se le minacce in tal senso erano sempre più frequenti e i sistemi d'arma sempre più pronti all'uso. In quel preciso momento, mentre i governati di Venere parlavano nervosamente fra di loro camminando tra le colone nere della "sala della guerra", sarebbero bastati meno di tre minuti affinché il blocco comunista lanciasse nel cielo centinaia di missili intercontinentali con bombe termonucleari, e lo stesso avrebbe potuto fare il blocco atlantico. 
    Quel giorno, comunque, le cose stavano rapidamente precipitando: le notizie erano confuse, ma si parlava di un'evacuazione di massa della classe dirigente dalle cittadelle nel cuore di Mosca e Pechino, e sembrava che i membri dei rispettivi governi fossero già nascosti in qualche anfratto sotterraneo e stessero dirigendo le operazioni via radio. 
    Insomma, notizie che sembravano preannunciare il peggio: anche perché tutti erano consapevoli che non ci sarebbe stato modo di evitare la distruzione mutua assicurata.
    Poco distante dalla sala della guerra, in una delle sue numerose anticamere, stavano due generali dell'esercito, di cui in questo momento non mi sovviene il nome. Li chiameremo, da qui in avanti, con una loro sommaria descrizione fisica: la donna senza baffi ma con i capelli e l'uomo con i baffi ma senza capelli.
    La donna senza baffi ma con i capelli guardava fuori dalla finestra, osservando il fumo che si levava dalle strade della città: erano ad almeno centocinquanta metri d'altezza, quindi aveva una visione privilegiata sul dedalo cittadino sotto di loro. 
    Teneva in mano un bicchiere di qualche superalcolico dal colore scuro: sembrava che all'interno del bicchiere vi fosse una piccola radice dalla forma vagamente antropomorfa.
    "Ne è rimasto ancora un po'?" chiese l'uomo con i baffi ma senza capelli.
    La donna senza baffi annuì: aprì un pregiato mobiletto di legno e ne tirò fuori una bottiglia, anch'essa con all'interno una grossa radice. Versò il liquore in un calice e lo porse al parigrado.
    "Sai di cosa stanno discutendo là dentro, vero?" disse la donna, dopo aver bevuto sorso.
    L'uomo senza capelli annuì, bevendo anch'esso un sorso: "Brutta storia. Non sono mai stato un tipo pessimista, ma le notizie che arrivano dal fronte da questa mattina..." 
    Il generale fece una smorfia, poi bevve ancora.
    La donna senza baffi sospirò, guardando ora con lo sguardo la linea dell'orizzonte e le torbide acque che bagnavano la laguna sulla quale si affacciava la metropoli di Venere. Se si sforzava, poteva scorgere la linea della costa e le altre città che si affacciavano sul mar Adriatico. Nonostante il cielo plumbeo e lo "sporco" del mare, era un bel panorama.

    "Se anche oggi suoneranno le sirene antiaeree, penso che sarà per l'ultima volta" disse la donna, finendo di bere dal proprio bicchiere, per poi lanciarlo al suolo.
    Il generale con i baffi annuì, osservando i frammenti di cristallo sul suolo. La parigrado aveva appena rotto un calice da un centinaio di dollari almeno. Sorrise, finì di bere anche lui e poi, quasi fosse stato un rituale, lanciò anch'esso il proprio bicchiere contro il muro, spaccandolo in tanti piccoli pezzi luccicanti. 
    "L'uso delle intelligenze artificiali è stato troppo, abbiamo infranto le ultime speranze di una pace in quel momento" commentò l'uomo, avvicinandosi al mobiletto e prendendo in mano tutta la bottiglia di superalcolico. Poi si mise a bere il liquore "a canna", senza preoccuparsi di prendere un altro calice.
    La donna scosse il capo: "No, no..." e sorrise amara. Prese anche lei un altra bottiglia di liquore dal mobile e cominciò a bere, mentre da fuori dalla finestra si udiva il rumore di un'esplosione: forse una bomba dei dissidenti, o forse un camion che era stato fatto esplodere dalla polizia con un cannone termico. 
    "Ci siamo condannati a morte quando abbiamo deciso di impadronirci con la forza delle miniere di uranio cinesi" continuò la donna senza baffi, mentre noncurante l'alcool le colava dalla bocca sulla divisa dell'esercito, fatta a mano e su misura per lei. 
    "Può darsi" rispose dopo qualche minuto il parigrado: aveva appena finito la bottiglia di liquore con la radice dentro, e ora appariva visibilmente frastornato. Poi si lanciò la bottiglia alla spalle, facendola fracassare su un quadro appeso dal valore di qualche migliaio di dollari. 
    "Ricordi la profezia di Al Azif?" disse il generale, prendendo un'altra bottiglia di liquore e rovesciandone metà su un pregiato tappeto, nel maldestro tentativo di aprirla.
    La parigrado senza baffi, che stava continuando a bere con estrema sciatteria dalla propria bottiglia, si asciugò la bocca con la manica della divisa, sporcandone i bottoni in oro: "Quel santone di Damasco che predisse la fine del mondo quando abbiamo invaso la Siria? Come dimenticarlo, si fece ardere vivo. La Giovanna d'Arco siriana" 
    "Proprio lui, aveva ragione no?" disse il generale, ridendo. 
    "Sì, stiamo per fare la sua stessa fine" e anche la donna scoppiò a ridere.
    E mentre i due generali ridevano e rompevano con sciatteria e disprezzo i preziosi arredi della sala, il suono delle sirene antiaeree inizio a echeggiare per le vie della città, fin sulla sommità dei grattacieli e delle sedi del potere...
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    L'articolo di oggi si collega a uno precedente, che si ambienta cronologicamente nello stesso momento: 
    (L'immagine di copertina è una delle tante rappresentazioni di Neo Tokyo presenti nel manga di Akira)
    Grazie per la lettura!
  3. Le Fantome
    AVVISO: questo articolo del blog di Radiogenesi è molto sui generis, in quanto si tratta di alcuni estratti di una sessione di Radiogenesi che ho svolto con alcuni amici. Non è stata fatta da parte mia nessuna rielaborazione del testo per rendere la lettura più gradevole e scorrevole. 

    Questa sera si è svolta sessione di Radiogenesi, come di consueto da qualche tempo a questa parte.
    Radiogenesi è un gioco che si presta bene a un'esperienza calma e riflessiva, oserei dire quasi contemplativa. Non mancano i momenti di concitante azione, ma sono piuttosto sporadici rispetto ai normali gdr fantasy. Comunque, senza ulteriori preamboli, volevo trascrivere qui su DL alcuni momenti della sessione di questa sera. Io e le persone con cui gioco abbiamo l'abitudine, infatti, di scrivere i dialoghi e le descrizioni anche se parliamo costantemente a voce durante le sessioni. Bizzarro, ne convengo. 
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    [...]
    DM — Ieri alle 19:19
    "Allora sono altre 108 monete grigie, per un totale di... di..." l'uomo si grattò la testa, afferrando nuovamente al volo il pallottoliere: "... di 418 monete grigie!" disse.
    Optimus — Ieri alle 19:21
    "Iulius, andresti a prendere per favore quel giocattolo che avevi trovato?" bisbigliò Optimus "Se siamo disposti a venderlo, potrebbe essere il momento buono"
    Iulius — Ieri alle 19:21
    L'emissario esegui con aria annoiata
    Optimus — Ieri alle 19:23
    "Ecco qua: un giocattolo prebellico con parti mobili. Vi può interessare, come parte del pagamento?" chiese Optimus
    (valeva 34 mo)
    DM — Ieri alle 19:24
    L'uomo prese con sé l'oggetto e lo guardò con attenzione: era ammalorato, ma con un po' di olio di gomito si sarebbe potuto restaurare: "Dove lo avete trovato?" chiese distrattamente, mentre esaminava il giocattolo.
    Dice Maiden
    BOT
     — Ieri alle 19:25
    DM Request: [1d2] Roll: [2] Result: 2 Reason: Ronald Reagan è disposto ad accettare il reperto prebellico come parte della transazione? 2 = Sì.
    Iulius — Ieri alle 19:25
    "Tra le rovine, ovviamente" suggerì Iulius dal suo angolino.
    DM — Ieri alle 19:26
    "Ovviamente" disse l'uomo. Sorrise: "ho una bambina speciale a cui farà molto piacere come regalo" si lasciò sfuggire.
    Iulius — Ieri alle 19:28
    "Oh cielo -cinguettò Iulius- chissà come si annoia, qui in questa baraonda... come fate a starle dietro e a mandare avanti la baracca?"
    DM — Ieri alle 19:29
    L'uomo guardò l'emissario: "Non ho molta voglia di confidarmi con un membro della chiesa di Azorai, sinceramente... non avete fatto nulla per proteggerci dai cani di Ferro" replicò l'uomo a stelle e strisce, con un tono sarcastico ma con una punta di veleno.
    Iulius — Ieri alle 19:33
    "Ahimè, i cani di ferro ci tenevano per le palle, se così si può dire... meglio armati e contro i criminali, come si fa a trovare anche solo un pretesto per dar loro contro?"
    Optimus — Ieri alle 19:33
    "Comunque noi siamo vittime dei cani di Ferro quanto voi" intervenne Optimus "Qualunque cosa facessimo prima"
    Dice Maiden
    BOT
     — Ieri alle 19:34
    Optimus Request: [1d20+4] Roll: [17] Result: 21 Reason: prova di Carisma (confidenza +0)
    Dice Maiden
    BOT
     — Ieri alle 19:34
    Iulius Request: [1d20+6] Roll: [16] Result: 22
    Optimus — Ieri alle 19:34
    (in realtà è 20, avevo confidenza -1 e avevo scordato)
    DM — Ieri alle 19:36
    In un primo momento, Ronald sembrò particolarmente irritato dalle parole dell'emissario. Tuttavia, le parole di Optimus riuscirono a calmarlo, e alla fine si limitò a scrollare le spalle.
    (Iulius supera la prova e ottiene +2 exp., Optimus supera la prova e ottiene +1,5 exp.)
    (La confidenza di Ronald non subisce variazioni)
    [...]
    ----------------------------------------------
    [...]
    DM — Ieri alle 19:44
    Ronald Reagan prese con sé quanto consegnatoli dal soldato di Encelado e tese la mano a Optimus: "Suggelliamo il nostro baratto" disse allegro.
    Optimus — Ieri alle 19:44
    Optimus ricambiò la stretta.
    DM — Ieri alle 19:45
    (La confidenza di Ronald nei confronti di Optimus sale di +1, tornando neutra (+0))
    Poi Ronald pensò a quanto gli aveva chiesto: "Non mi sovvengono altri mercanti in questo momento, anche se penso che ci siano altre persone che potrebbero barattare con voi i loro averi. Comunque vi è un filtro dell'acqua che alcuni viaggiatori generosi hanno messo a disposizione dei viandanti più poveri, brava gente, troppo nobile per questa feccia" rispose, sorridendo. Optimus non capì se considerasse anche se stesso come tale. 
    Optimus — Ieri alle 19:47
    "E' un sollievo saperlo" commentò
    DM — Ieri alle 19:48
    Poi si girò verso Iulius: "Vengo da un paese a sud di Teti, bel posto, avevamo i giardini sui tetti e coltivavamo grano e pomodori. Tu hai mai mangiato una pizza?"
    Iulius — Ieri alle 19:49
    "Uhm... non mi sovviene al momento, ma forse qualcosa con della roba rossastra sopra devo averla mangiata, probabile..."
    DM — Ieri alle 19:50
    "Secondo me la pizza è il piatto più buono del mondo" rispose Reagan: "Non ha caso l'hanno inventata in quella che fu la più grande potenza del mondo, gli Stati Uniti!" e si indicò la bandiera a stelle e strisce che aveva dipinto sulla tuta che indossava. 
    Iulius — Ieri alle 19:52
    "Ah... si, ma infatti, sempre detto. La più grande. E che mi dici delle armi? Se non sbaglio erano famosi anche per quello, no?"
    DM — Ieri alle 19:54
    "Oh sì, tre quarti delle armi che potete trovare tra la spazzatura degli antichi vengono dagli USA" e il biondo mercante sorrise: "...comunque, se mi sai dire che arma vorresti, posso controllare se ho qualche rimasuglio bellico in magazzino". 
    Iulius — Ieri alle 19:56
    Iulius sfoggiò un sorriso a trentadue denti. 
    "Ma che bella idea! Sono sempre stato un grande fan delle armi da fuoco! Certo, manco molto di pratica, quella roba é diventata maledettamente rara"
    Dice Maiden
    BOT
     — Ieri alle 19:58
    DM Request: [1d6] Roll: [6] Result: 6 Reason: Ha con sé delle armi da fuoco arcaiche? 6 = Sì.
    Dice Maiden
    BOT
     — Ieri alle 19:58
    DM Request: [5d2] Roll: [2, 1, 1, 1, 1] Result: 6 Reason: 2 = ha con sè quel tipo di arma.
    DM — Ieri alle 19:59
    Ronald tirò fuori da una scatola una vecchia pepaiola: era ammalorata, ma ancora funzionante.
    "Questa è una pistola rudimentale, di quelle che richiedono di inserire la polvere affinché spari. E fa male" disse.
    (Un esempio di pepaiola)
    Immagine

    Dice Maiden
    BOT
     — Ieri alle 20:03
    DM Request: [2d20] Roll: [6, 4] Result: 10 Reason: Di che materiale è fatta?
    DM — Ieri alle 20:03
    (La pepaiola ha la struttura in ghisa e di qualità intrinseca normale) 
    Optimus — Ieri alle 20:04
    "Avete anche polvere e munizioni?" chiese Optimus.
    Dice Maiden
    BOT
     — Ieri alle 20:05
    DM Request: [1d4] Roll: [3] Result: 3 Reason: Ha con sé anche dei pallettoni? 4 = Sì.
    DM — Ieri alle 20:06
    Ronald scosse il capo: "Purtroppo, le munizioni sono rare, se volete iniziare a sparare dovreste ponderare l'idea di forgiarvele da voi" disse. Nonostante il tono, era serio.
    Optimus — Ieri alle 20:06
    "Voi siete capace di forgiarle?" chiese Optimus
    DM — Ieri alle 20:08
    "Temo di no" disse Ronald, facendo spallucce.
    Optimus — Ieri alle 20:08
    "E non conoscete nessuno che ne sia capace nell'accampamento?"
    DM — Ieri alle 20:10
    "Siete avido di informazioni Optimus" commentò il mercante: "comunque, siete fortunato! Pare ci sia un tipo bisbetico con alcuni accoliti che è fabbro di armi, armature e proiettili! Ma è un tipo taciturno e litigioso, e i suoi compagni... beh, sono individui decisamente inquietanti" rispose il biondo mercante.
    [...]
    ----------------------------------------------
    [...]
    Ronald annuì: riprese con sé la pistola in ghisa e la rimise al sicuro in una delle casse dove teneva la merce.
    Iulius — Ieri alle 20:17
    "E dei tirapugni che mi dici?" Fece di nuovo capolino alle spalle di Optimus "sai, quei così rudimentali con cui si combatte a mani nude..."
    DM — Ieri alle 20:18
    "Delle cazzottiere intendi? Ora controllo se ho qualcosa" rispose l'uomo a stelle e strisce.
    Dice Maiden
    BOT
     — Ieri alle 20:18
    DM Request: [1d3] Roll: [3] Result: 3 Reason: Ha con sé un tirapugni? 3 = Sì.
    Dice Maiden
    BOT
     — Ieri alle 20:19
    DM Request: [2d20] Roll: [15, 8] Result: 23 Reason: Di che materiale è fatto?
    DM — Ieri alle 20:21
    Ronald prese da uno scrigno un tirapugni di un materiale chiaro dal riflesso roseo: "Questo è un piccolo gioiello a modo suo, una cazzottiera in titanio, ottima per rompere i denti a qualcuno in un bello scontro all'irlandese" 
    Iulius — Ieri alle 20:23
    "Ma che carino, quanto costa? Sia chiaro, per il momento non abbiamo granché, ma magari di qui a che ripartiamo torneremo a fare spese"
    DM — Ieri alle 20:25
    "Beh, le cazzottiere non valgono molto, ma il titanio di cui è fatto vale non poco..." l'uomo a stelle e strisce ci pensò un po' su: "Direi a naso 505,5 monete grigie" 
    Optimus — Ieri alle 20:27
    "Bene. Ecco tre belle dosi di laudano" disse Optimus "Aggiungete qualcosa dalla vostra parte per fare conto pari, e chiudiamo l'affare. Direi altro adesivo e altra fibra sintetica, finché si può"
    (3 x laudano farebbe 540 mg)
    (altri 2 di adesivo + 1 altra fibra sintetica + il tirapugni fanno 505,5 + 36 + 21 = 562) 
    (aggiungiamo noi 1 carbone e 1 vetroresina andando a 567, vorremmo 5 mg di resto)
    DM — Ieri alle 20:36
    Ronald era stato dietro i calcoli di Optimus: non ci capiva molto ma, pallottoliere alla mano, gli sembrava la cifra corretta. Mise mano al portafoglio e tirò fuori cinque monete grigie, piccoli dischetti fatti da un misto di cobalto, zinco e argento.
    Optimus — Ieri alle 20:36
    Optimus scambiò la merce e si intascò il resto.
    (aggiornato il carro, aggiunte le 5 monete all'inventario di Optimus, l'arma verrà invece aggiunta all'inventario di Ork)
    Iulius — Ieri alle 20:39
    Iulius usci con un sospiro dalla tenda. Quanto odiava i calcoli...
    Optimus — Ieri alle 20:39
    (3 x gomma e 4 x rame grezzo trasferiti dall'inventario di Ork al carro)
    Iulius — Ieri alle 20:44
    "Ta-daaan" fece garrulo salendo sul carro e sventolando il tirapugni nuovo di zecca.
    [...]
    ----------------------------------------------
    [...]
    DM — Ieri alle 23:06
    "Capisco" mormorò Ork, prendendo mentalmente nota di quanto gli era stato detto. "Stando sul carro ho notato che alcuni marchiati stanno accumulando dei doni da dare agli shura. Sperano di ingraziarseli e di convincerli ad aprire i cancelli del bastione" raccontò il monaco. 
    Iulius — Ieri alle 23:07
    '''e dici che funzionerà?'' 
    DM — Ieri alle 23:08
    "Non credo. Non penso neppure spetti agli shura messi qui di guardia prendere queste decisioni, avranno già ricevuto disposizioni ben preciso dal prefetto locale" meditò il monaco. 
    Optimus — Ieri alle 23:08
    "Potremmo andare a far cambiare idea a quei marchiati, e a convincerli che quei doni sono meglio utilizzati per difendersi" propose Optimus. 
    Iulius — Ieri alle 23:09
    ''Oppure potremmo applicare il vecchio adagio che 'il predatore non caccia quando non è affamato'? ''
    Optimus — Ieri alle 23:09
    "Usarli come esca e distrazione per passare inosservati noi, piccolo gruppetto?"
    Iulius — Ieri alle 23:09
    ''una cosa del genere, si''
    Optimus — Ieri alle 23:10
    "Sei spietato, camerata Iulius"
    Iulius — Ieri alle 23:11
    Iulius rispose facendo la linguaccia.
    ''Da che pulpito, guarda che quel bel ricamo sul petto ce l'hai anche tu''
    Optimus — Ieri alle 23:11
    Optimus si strinse nelle spalle. "Bene, proponi tu la prossima mossa"
    Iulius — Ieri alle 23:12
    ''Andiamo a convincerli che quei doni sarebbe meglio usarli per difendersi... dopo che avremo cercato, nell'ordine, un pozzo, un tizio che rivenda kit di riparazione e il gruppo di Nora..?''
    Optimus — Ieri alle 23:13
    "Nell'ordine, quindi si comincia dal pozzo. O meglio, da quella sorta di filtro 'pubblico' per l'acqua di cui ci hanno parlato. Chiediamo informazioni sulla sua ubicazione"
    Iulius — Ieri alle 23:15
    Iulius guardò Optimus con aria pensosa.
    ''Invita a cena il tizio biondo'' buttò lì con nonchalance
    Optimus — Ieri alle 23:15
    "Ahahah, manca un bel po' alla cena" rise Optimus "E poi, con i soldi che ha fatto, toccherebbe a lui offrire, semmai"
    Si guardò intorno in cerca del primo passante che non sembrasse troppo minaccioso, per fermarlo
    Iulius — Ieri alle 23:17
    ''Mica dobbiamo dargli niente, era per stare in compagnia''
    DM — Ieri alle 23:18
    Un uomo si voltò verso il soldato, guardandolo interrogativo: vestiva di stracci e aveva un turbante. Sembrava un povero diavolo, e non appariva eccessivamente minaccioso.
    Optimus — Ieri alle 23:18
    "Salve" disse Optimus, avvicinandosi, con un sorriso amichevole
    Iulius — Ieri alle 23:19
    Iulius battè una pacca sulla spalla di Ork, ''quanto ci scommetti che se andrà urlando?''
    DM — Ieri alle 23:19
    "Salve a voi, maresciallo. Di quale esercito fate parte?" chiese l'uomo, con una riverenza dovuta forse a un leggero timore.
    Immagine

    DM — Ieri alle 23:20
    Ork sorrise divertito dalla battuta del commilitone.
    Optimus — Ieri alle 23:21
    "Vengo da Encelado, non sono in servizio" si affrettò a dire Optimus "Volevo solo qualche informazione. Mi hanno detto che esiste una stazione di filtraggio a disposizione dei poveri raminghi, in questo accampamento. Me la sapresti indicare?"
    DM — Ieri alle 23:22
    "Da Encelado dite? Ho un cugino da quelle parti, per un po' mi ha ospitato prima che... beh, sapete no? Prima che arrivassero i cani di Ferro..." mormorò l'uomo, con sguardo mesto.
    "Comunque, c'è un certo Juza che ha messo un filtro industriale a disposizione di chiunque ne abbia bisogno, è molto nobile. Lo trovate in quella direzione, in quello splendido carro" e il beduino indicò un carro lontano, decisamente più pulito di quelli degli altri viandanti.
    Optimus — Ieri alle 23:24
    "La stessa sventura ha colpito numerose persone. Ma questo significa che possiamo unire le forze per rovesciarla!" affermò il soldato fiducioso "Io sono Optimus. Come ti chiami?"
    DM — Ieri alle 23:25
    "Sono Damiano di Telesto, molto lieto" rispose l'uomo, rincuorato dalle parole del soldato.
    (Optimus ottiene +1 di confidenza nei confronti di Damiano) 
    [...]
    ----------------------------------------------
    [...]
    DM — Ieri alle 23:37
    [Sono circa le 3:40 P.M.]
    Iulius — Ieri alle 23:38
    Iulius fece per uscire ma, all'ultimo, fece segno a Reagan che sarebbe comunque stata una questione molto veloce.
    Dice Maiden
    BOT
     — Ieri alle 23:39
    Iulius Request: [1d20+6] Roll: [13] Result: 19
    DM — Ieri alle 23:40
    Reagan parve un attimo indeciso sul da farsi, poi fece cenno al cliente (con cui stava animatamente contrattando per dei metalli) e si avvicinò all'emissario. 
    (Iulius supera la prova e ottiene +1,5 exp.)
    "Eccomi, cosa vuoi dirmi?" domandò l'uomo, sudato. La trattativa lo stava sfiancando, ma continuava a sorridere.
    Iulius — Ieri alle 23:42
    ''Sai, io e quell'altro siamo appena arrivati e non conosciamo nessuno, qui... perciò pensavo, non è che ti andrebbe di unirti a noi, per cena? Due carri, un solo fuoco. E poi puoi sempre scambiare pettegolezzi interessanti'' disse nel modo più conciso e diretto possibile.
    DM — Ieri alle 23:44
    Reagan inarcò un sopracciglio. Certo non si aspettava di essere invitato a mangiare con altre persone. 
    "Non saprei..." commentò l'uomo: "Neanch'io sono solo, ho... un'altra persona di cui prendermi cura, dovrebbe venire anche lei..." disse, meditabondo.
    Immagine

    Iulius — Ieri alle 23:45
    ''non c'è problema, se è una sola'' disse Iulius stringendosi nelle spalle ''una più una meno..''
    Dice Maiden
    BOT
     — Ieri alle 23:46
    Iulius Request: [1d20+6] Roll: [13] Result: 19
    DM — Ieri alle 23:46
    Reagan parve lì lì per accettare, ma all'ultimo sembrò cambiare idea.
    "Non penso sarebbe una buona idea uscire dalla nostra tenda di notte..." disse, con un tono di voce più basso del consueto.
    (Iulius ha fallito la prova)
    Iulius — Ieri alle 23:50
    Iulius lo guardò soppesando bene le parole. ''Non è divertente stare con qualcuno che non vuoi si faccia del male, eh? Oh beh, se cambi idea sappi che offriamo anche una discreta protezione. E poi potresti avere un piccolo omaggio, chi lo sa. Il mio amico sarebbe contento di alleggerire un po' il carro'' concluse facendo l'occhiolino.
    DM — Ieri alle 23:51
    "Protezione? Cosa intendi? Ti riferisci a quella della chiesa di Azorai?" domandò l'uomo, facendosi serio.
    Iulius — Ieri alle 23:53
    ''Ah, se quella valesse ancora qualcosa non sarei qua a cercare di capire come impiegare le mie giornate. No, direi più il tipo di protezione che possono offrire due uomini adulti in grado di combattere''
    DM — Ieri alle 23:54
    Reagan sembrò prendere in seria considerazione quelle parole. Guardò Iulius, come se stesse tentando di capire se gli stesse mentendo.
    Dice Maiden
    BOT
     — Ieri alle 23:55
    Iulius Request: [1d20+9] Roll: [15] Result: 24
    DM — Ieri alle 23:55
    (Iulius ottiene un mod. di circostanza di +3 per la prossima prova di carisma)
    Alla fine, Reagan parve convincersi. "E va bene. Voglio avere ancora fede in un emissario di Azorai, un ultima volta." guardò Iulius serio: "Non deludeteci ancora, vi prego"
    (Iulius supera la prova e ottiene +2 exp.)
    Immagine

    Iulius — Ieri alle 23:57
    ''Ottimo! Allora ci vediamo stasera... qua,immagino, visto che non vuoi lasciare la tenda. A dopo'' e uscì salutando con la mano.
    DM — Ieri alle 23:58
    Reagan salutò a sua volta, per poi rientrare, mentre sul volto gli si dipingeva il consueto sorriso accomodante.
    (Reagan sviluppa +1 confidenza nei confronti di Iulius) 
    (Iulius e Optimus ottengono +8 exp. per la sessione)

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    Vorrei ovviamente ringraziare i giocatori della sessione di questa sera, più tutti quelli che da quasi un anno ormai mi stanno accompagnando con questo gioco eccessivamente complesso e macchinoso che sto creando :'D
    E grazie anche al paziente lettore che dovesse esser arrivato fin qui!
  4. Le Fantome
    Alcune anime sembrano nascere solo per vivere esistenze di dolore e sofferenza. Almeno, è quello di cui sono convinti molti dei sopravvissuti della zona contaminata, e come biasimarli? Di fronte agli schiavi, tristi omuncoli privi di qualsiasi dignità, la tentazione di credere che vi sia chi è destinato a soffrire può apparire irresistibile.
    Fu proprio in uno dei sudici tuguri dove spesso dimoravano gli schiavi che avvenne un evento che divenne materia di leggenda. Erano in dodici, quattro uomini e otto donne. Sopravvivevano peggio delle bestie, nudi, emaciati e legati a polsi e caviglie con delle catene di ferro nero.
    Gli uomini, ogni giorno, erano costretti a trasportare enormi massi per una grande opera di cui non sapevano né lo scopo né il senso. Fino a poche settimane prima erano il doppio, ma altri quattro di loro erano morti di fatica, schiacciati dalle stesse pietre che trasportavano quotidianamente sotto il sole impietoso del deserto di Europa.
    Le donne invece, povere anime disgraziate, servivano a compiacere i desideri carnali e perversi dei loro spietati aguzzini. Prima erano una dozzina, ma quattro di loro erano state uccise per il semplice sollazzo dei loro negrieri. Vivevano una costante agonia.
    Di questi dodici schiavi, uno di loro aveva ancora un barlume di speranza: ogni giorno, quando tornava dai lavori forzati e si accasciava al suolo privo di forze, faceva appello a tutta la propria volontà e trovava il modo di mettersi in ginocchio, a pregare. Pregava il signore della Luce, Azorai il liberatore di schiavi: una divinità il cui culto, originario della depressione Saturnia, si era diffuso nel deserto di Europa nell'ultimo quarto di secolo. 
    Gli altri schiavi non avevano fede, ma non gliene faccio un torto: nessuno potrebbe ancora credere in un Dio salvatore e benigno dopo un'esistenza fatta di soprusi e privazioni. Forse alcuni di questi schiavi erano perfino arrivati ad agognare la morte come forma ultima di libertà, ma non avevano ancora trovato la risolutezza mentale con cui sovrastare l'istinto di autoconservazione.
    Eppure quello schiavo in particolare, di cui ignoro il nome, non aveva perduto la fede: egli era davvero convinto che lord Azorai sarebbe infine giunto in quel tugurio oscuro e nauseabondo, avrebbe spezzato le loro catene e li avrebbe guidati verso la luce di un avvenire felice. 
    Un giorno, uno dei negrieri, vedendo lo schiavo pregare, decise di picchiarlo: tanto era squallida l'esistenza dell'aguzzino, che vedere quello schiavo compiere un rito religioso gli aveva provocato odio e invidia. Come faceva quell'essere miserabile a trovare conforto nella fede, si chiedeva?
    Gli altri schiavi si rintanarono nell'anfratto più buio che riuscirono a trovare, terrorizzati. Alcune donne iniziarono a piangere, tremando. L'aguzzino sorpassò tutti loro, tenendo in mano un bastone ferrato. Arrivò dinnanzi lo schiavo in preghiera e gli sputò addosso, per richiamare la sua attenzione.
    Lo schiavo lo ignorò, continuando a pregare: ripeteva dei mantra in lingua arcaica, quella che si diceva essere la lingua del lord della luce.
    "Cane, come osi ignorare il tuo padrone?", mormorò a denti stretti il negriero, e lo colpì violentemente al volto con il bastone.
    Gli altri schiavi distolsero lo sguardo, mentre il volto del loro compagno veniva deturpato dal bastone del negriero. 
    Tuttavia, seppur riverso a terra con il volto grondante di sangue, lo schiavo non smise di tenere le mani incrociate: la sua fede era più forte del dolore fisico, e continuò a pregare e a recitare il mantra.
    Il negriero grugnì, come un animale feroce: "Cane maledetto... se continui così, un giorno perderò il controllo e ti ammazzerò...".
    Poi si voltò, pulendo la punta ferrata del bastone dal sangue dello schiavo.
    All'improvviso, da fuori il tugurio, si sentirono delle grida. L'aguzzino alzò lo sguardo, verso la porta: gli era parso di sentire le urla dei suoi commilitoni.
    Ci furono altre grida, unite a rumori di tonfi e schianti: qualcosa stava mettendo a soqquadro l'edificio, si sentivano chiaramente rumori di mobilia fatta a pezzi, porte scardinate e perfino rumore di ossa spezzate. 
    Gli schiavi non capivano, e ancor meno il negriero, che indietreggiò lentamente alzando il bastone. 
    "Cosa... cosa sta succedendo?", mormorò, quasi stesse domandando la cosa ai suoi stessi prigionieri.
    Lo schiavo devoto si rimise in ginocchio, tremando: il dolore al volto stava diventando insopportabile, tuttavia avrebbe finito le sue preghiere, come ogni giorno.
    Nel mentre, i rumori fuori dalla porta diventavano sempre più intense, e le grida sempre più strazianti.
    Il negriero nel tugurio deglutì, indietreggiando ancora: il suo volto iniziò a grondare sudore. Qualsiasi cosa si stesse facendo strada nell'edificio, era una furia della natura contro cui i guerrieri di quello stabile non avevano speranze.
    Poi, la porta si spalancò: una figura statuaria emerse in controluce, nera come il carbone, con il corpo avvolto in un mantello rosso e il volto coperto da un cappuccio del medesimo colore. 
    "C-chi s-sei...?!", balbettò il negriero, alzando tremante il bastone. Non ebbe risposta e, in un battito di ciglia, venne scaraventato contro il muro da un pugno così forte da fargli sfondare la parete contro cui era impattato. L'urto fu così devastante che svenne sul colpo, perdendo sangue dal ventre. Non aveva avuto neanche la possibilità di alzare le braccia per difendersi.
    Gli schiavi avevano gli occhi sbarrati, e tanto era stato sconvolgente quel colpo che anche lo schiavo in preghiera aveva interrotto il suo mantra, osservando meravigliato e rapito il feroce aggressore del suo aguzzino.
    Poi la misteriosa figura si avvicinò agli schiavi, facendo loro cenno di non avere paura: prese le loro catene di ferro nero e, con la semplice forza delle mani, le spezzò.
    "Siete liberi, adesso. Nessuno vi farà più del male in questa bolgia infernale", disse il liberatore.
    Gli uomini e le donne erano sconvolti, e non dissero nulla: dovevano ancora razionalizzare cos'era appena accaduto.
    Solo l'uomo che fino poco prima era in preghiera si avvicinò barcollando al suo liberatore e tirò il mantello rosso di cui era cinto: "...tu, sei davvero Azorai, il signore della Luce?", mormorò, incredulo.
    "...No" rispose la figura in penombra. Si abbassò il cappuccio del mantello e rivelò il volto di una giovane donna dall'espressione truce: "...sono Clio di Ganimede"

    (Clio di Ganimede, bozzetto del sottoscritto :D)
    Un grazie immenso a Licet_insanire per avere originariamente creato il PG di Clio e averlo ruolato non bene, di più! E grazie anche per avermi revisionato il testo di questo articolo!
    Grazie da entrambi per la lettura!
  5. Le Fantome
    Il seguente articolo sono brevi paragrafi che ho pubblicato sui gruppi Telegram e WhatsApp di Radiogenesi. Ognuno di essi è un tassello della tradizione di Radiogenesi e della Terrà che verrà quando le ceneri della prima ricaduta si saranno depositate al suolo.
    Il 'potere della volontà' è una straordinaria capacità delle menti più risolute. Chiamato attraverso le varie epoche 'Maat', 'Thumos' o 'Spirito Santo', dopo la catastrofe nucleare ha preso il nome di 'Ambizione'. Teoricamente presente in ogni individuo dotato di raziocinio, solo pochissime persone riescono ad avere una tempra mentale tale da manifestare l'Ambizione a livello "fisico". Le capacità dell'Ambizione sono molteplici, ma, sostanzialmente, sembrerebbe essere in grado di donare una qualche forma di preveggenza dell'immediato futuro, permettere al corpo di resistere a ferite apparentemente letali o dare la facoltà di intimorite le volontà più deboli con la sola propria presenza. Ambizioni particolarmente potenti sembra siano perfino in grado di deformare l'ambiente circostante, rompendo il legno e piegando l'acciaio. Chi padroneggia questa facoltà della mente sembra anche essere in grado di riconoscere il potere della volontà in altri individui. E' bene precisare che allo stadio attuale delle conoscenze diffuse, nessuno sa dire con esattezza cosa sia questo 'potere della volontà', ma si riesce solo a descriverne gli effetti.
    Non è chiaro come mai gli antichi, all'alba della guerra atomica, abbiano costruito i mastodontici golem di ferro. Forse erano solo armi dalla grottesca forma umana, oppure erano servitori solerti e silenti impiegati nell'edilizia, alla stregua di giganteschi operai, chi può dirlo. Fatto sta che i resti di alcuni di questi golem possono essere riesumati in svariati luoghi e, alcuni di loro, ancora camminano errando (apparentemente) senza meta. Non sono ostili, e ripetono frasi strane, contro nemici lontani nel tempo e nello spazio che, ormai, non esistono più.
    Il deserto di Europa... innumerevoli sono i pellegrini che intraprendono un viaggio della santa speranza attraverso le sue roventi lande sabbiose. Sono tutti aditati come pazzi, adoratori di una voce che solo loro possono udire. Gli abitanti di Ganimede, la comunità più vicina alla città-cadavere di Venere, la chiamano la voce di Dio. E' un lamento costante, essi dicono che è Dio "che piange e si dispera, costernato per come l'umanità ha trasformato la Terra, da paradiso cosmico, a inferno rovente di morte.
    Mastodontico e apparentemente invincibile, Azazel, il primo Rashō della regione di Titano, si è ammantato nel corso degli anni di un velo di leggenda. Di lui si dice che sia nato in una bolgia infernale sotto terra, e che sia poi risalito dagli inferi per schiavizzare i poveri uomini della superficie con lo scopo di punirli dei peccati dei loro progenitori, rei di aver infuocato la Terra per poi avvelenarla con le loro armi ancestrali. Nessuno di noto e mai riuscito a mutilarlo o anche solo a ferirlo gravemente in uno scontro diretto. Nella sua rapida scalata al potere tra gli shura ha affrontato guerrieri indomiti, ma nessuno è riuscito a sopravvivergli. Si dice che le spade si spezzino sul suo torace e che le frecce non riescano a penetrare la sua carne. Tuttavia, i pochi ad averlo visto in volto dichiarano come presenti una vistosa cicatrice sulla fronte. Non è chiaro come se la sia procurata, né chi sia stato l'avversario che è stato così vicino all'ucciderlo.
    "Un giorno le nubi della ricaduta si ritirarono, e il sole tornò a illuminare le macerie di ciò che era stato costruito dalla grande famiglia dell'uomo. Vi erano alcune rovine di sublime bellezza, con sopra incisi simboli arcani dal significato misterico. Chi dicesse che gli antichi non praticassero strani culti all'alba della guerra atomica, direbbe pure menzogne. Forse, poco prima della catastrofe nucleare, molti rinnegarono il sapere scientifico nel tentativo di trovare la salvezza in forme di sapere più occulte e primitive. Oppure, quelle forme di sapere ancestrale avevano un fondo di verità, visto l'esistenza di popoli ben più antichi dell'umana stirpe.
    Quale che fu la verità, tentare di campire la ratio dietro queste forme di culto degli antichi da alla nostra esistenza la dignità di una tragedia." cit. Apò.
    "Chissà se credevano in un Dio, gli uomini che decisero di inserire le chiavi e premere i bottoni. O forse fu un disperato tentativo di richiamare il Fondatore sulla Terra insieme alla sua progenie stellare, con uno straziante boato cosmico" cit. Apò.
    "A volte mi piace fantasticare di una falce celeste che tagli in due la Terra, in modo da poter vedere il mondo blasfemo che si cela sotto i nostri piedi in tutta la sua perturbante magnificenza" cit. Apò.
    "Dicono che le anime dei defunti dimorino sulla luminosa scia della Diaspora... (ciò che rimane della Luna e dei suoi anelli) personalmente non credo che l'anima sopravviva alla morte del corpo, non avrebbe senso. Eppure, malgrado la mia difficoltà nel credere a queste favole consolatorie, malgrado la mia fredda razionalità, guardando il cielo al crepuscolo, ogni tanto mi sembra di cogliere l'ombra dei compagni: essi mi guardano, silenziosi, al di là dei dilemmi e delle sofferenze di questa vita. Hanno quella bellezza immortale di certe statue di marmo, mi sento insignificante di fronte a loro. Ma è solo un'attimo, poi le nuvole nel cielo tornano tutte al loro posto." cit. Argo.
    Per qualche tempo venne l'inverno; la cenere e il particolato radioattivo vennero ricoperti da un fitto manto di neve, la Terra divenne candida, gelida, morta.
    Strane piramidi sorgono in alcune regioni della zona contaminata. Si dice fossero vascelli usati per viaggiare fino a strani palazzi celesti dalle geometrie bizzarre e stravaganti.
    L’Essere supremo ha molti nomi: Dio, l’Uno, l’Infinito, l’Universo, il Mondo, la Sublime Intelligenza, la Sublime Volontà Celeste, la Luce, il Padre, la Grande Ruota, Alfa e Omega, il Creatore, il Fondatore, il Tutto, la Scienza, l’Atomo, la Verità, l’Occhio, l’Essere che è sia la Chiave che la Porta, l’Essere che racchiude in sé l’illimitata curva dell’esistenza.
    "Le rovine tecnologiche sono posti di una sublime bellezza... viene difficile credere che furono costruite da uomini simili a noi. Eppure, non cadete nell'errore di "mitizzarli" come fanno alcuni; loro (gli antichi) non erano infusi della vera Scienza, e le bombe che lanciarono quella notte erano molto misteriose anche per loro che le avevano create" cit. Apò.

    (Viandante di fronte a criptiche rovine prebelliche, illustrazione proveniente dal manga di Fullmetal Alchemist)
    Grazie per la lettura!
  6. Le Fantome
    Oggi vorrei condividere con voi la creazione di una classe per il sistema di Radiogenesi. Partiamo con la scelta del nome, che dovrà in qualche modo evocare lo "spirito" della classe: il tedoforo.
    La parola tedoforo significa, letteralmente, "portatore di fiaccola". La nostra classe, coerentemente con il suo nome, avrà quindi delle abilità legate alla Fiamma, il braciere in ottone nero nel quale ardono le virtù umane.
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    TEDOFORO

    (Apò in chopper, il "tedoforo" per eccellenza nella tradizione di Radiogenesi, illustrazione originale del sottoscritto 😄)
    Descrizione: "Alcuni ignorano, o vogliono ignorare, che l'epoca d'oro dell'essere umano era ben misera rispetto a come traspare dai racconti magnificenti che sono stati tramandati e distorti attraverso svariate generazioni. L'uomo dell'antropocene era sì stato capace di costruire meraviglie e acquisire forse la vera Scienza, quella che si ritiene propria del Fondatore, ma non ebbe mai la virtù morale necessaria per farne buon uso. Il mondo sull'orlo del baratro nucleare fu un mondo di grande sofferenza fisica e spirituale. Il tedoforo, memore di ciò, custodisce con grande zelo e abnegazione la Fiamma delle virtù umane. Egli (il tedoforo) è consapevole che l'inferno teme la Fiamma, e farà ogni cosa per impedire che si estingua e brilli fulgida come una stella."
    Modificatori alle statistiche di base: +3 velocità, +1 volontà, -1 tempra.
    Vantaggi al TxC: +4 vs corrotto.
    Ruoli ottimali: avanguardia, cartografo, difensore, diplomatico.
    Linguaggi conosciuti: aklo, arcaico, comune, sottocomune.
    CAPACITÀ PECULIARI
    Discepolo delle virtù (capacità peculiare): il tedoforo ha il 10% di probabilità in più di sviluppare una virtù quando giunge o supera la soglia della pazzia.
    Maratoneta (capacità peculiare): finché ha almeno il 50% della stamina massima, il tedoforo può usare un'azione di movimento extra per turno.
    TALENTI DI CLASSE
    Fuochista metafisico (talento di classe): il tedoforo, portatore della Fiamma per antonomasia, sa anche come ravvivarne il fuoco in caso di necessità.
    Il tedoforo può usare un'azione maggiore per aumentare di un grado l'intensità della Fiamma, consumando una quantità di stamina variabile come indicato nell'elenco sottostante:
    Da spenta a tremolante       -> sforzo di 2 stamina, Da tremolante a flebile        -> sforzo di 4 stamina, Da flebile a scoppiettante   -> sforzo di 6 stamina, Da scoppiettante a intensa -> sforzo di 8 stamina, Da intensa a radiosa            -> sforzo di 10 stamina, Da radiosa a fulgida             -> sforzo di 12 stamina. Nota bene: se il tedoforo è virtuoso, il consumo di stamina per aumentare di intensità la Fiamma viene dimezzato. Se il tedoforo è afflitto, il consumo di stamina per aumentare di intensità la Fiamma viene raddoppiato.
    Ultimo eroe romantico (talento di classe, potenziamento): il tedoforo, persona mossa da alti ideali, si fa forza di questi per aiutare i compagni a difendersi dall'orrore, dalla paura e dalla follia.
    Sforzo: 4 stamina, se il tedoforo è virtuoso lo sforzo necessario viene ridotto a 2 stamina, se il tedoforo è afflitto viene aumentato a 6 stamina.
    Caratteristiche: tutti i compagni adiacenti al tedoforo, compreso lui stesso, ottengono un modificatore temporaneo di +2 volontà. Se sono caduti in preda all'orrore, alla paura o a entrambi, hanno la possibilità di subire un secondo TxE identico al primo per provare a resistere a queste condizioni. 
    COMPETENZE DI CLASSE
    Tortura I°. PROFESSIONI
    Birraio I°, scrivano I°. MANOVRE DA COMBATTIMENTO ADDESTRATE
    Attacco con lo scudo, parata con lo scudo (reazione), pregare (MdC veloce), segnalazione luminosa (reazione). CIANOGRAFIE CONOSCIUTE
    Fiaccola / fiammifero (I°) Laudano (I°) Tranquillante (I°) EQUIPAGGIAMENTO DI PARTENZA
    Armatura leggera in ferro (18⁄18 P.A.) [2] Falcione in ferro {addestrato} (3⁄3) [2] Scudo medio in ferro (18⁄18 P.A.) [3] Bussola [0,5] Binocolo [1] Fiammifero x4 [0,5] Legno (tronchetto) x4 [0,5] Braci x4 [0,5] Lingotto di ottone x2 [0,5] Reliquia n°121 drappo del virtuoso [1] Tranquillante x1 [0,5] Laudano x2 [0,5] 4 mo. [0] -----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
    Ed ecco conclusa la classe del tedoforo! Come potete vedere, si tratta di una classa che ruota attorno alla follia e a trarne vantaggio invece che solamente disfatta. Tuttavia, seppur avvantaggiato nello sviluppare delle virtù, anche il tedoforo (come tutti) rimane suscettibile all'afflizione raggiunta la soglia della pazzia, con un peggioramento di tutte le sue capacità di classe nel caso di esito infausto nel tiro per la risolutezza mentale.
    Audentes fortuna iuvat.
    PS: si ringrazia la cara Licet_Insanire per il suo costante e incrollabile supporto ❤️ 
    L'immagine di copertina è una fan art su Darkest Dungeon 2 a opera di DePietro_Draws.
    Grazie per la lettura!
  7. Le Fantome
    Continuiamo la creazione del nostro perturbante guardiano antico, custode di segreti reconditi sul passato dell'uomo! Nell'articolo precedente abbiamo delineato svariate caratteristiche sulla creatura, definendo le sue statistiche, le sue abilità, il suo equipaggiamento e altre informazioni essenziali:
    Ora procediamo con una descrizione completa delle capacità peculiari, dei talenti, delle lingue e del bottino alla (improbabile) morte!

    (Illustrazione di una Cosa Antica a opera di Will Pottorff)
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    CAPACITÀ PECULIARI
    Presenza terrificante (guardiano antico): l'arrivo di un guardiano antico, creatura aliena e custode di conoscenze indicibili, provoca angoscia anche nel più risoluto demonologo...
    Tutte le creature entro 20 m dal guardiano antico subiscono l’effetto di presenza terrificante: subiscono TxE d20 +9 su volontà per orrore e paura (solo all’inizio del combattimento). Esoscheletro (guardiano antico): il guardiano antico, essere dalla biologia bizzarra, ha le parti molli del proprio corpo ricoperte da una spessa corazza naturale, costituita da cartilagine verdastra.
    L'esoscheletro fornisce al guardiano antico un'armatura naturale di 4 P.A., +4 tempra e resistenza ai danni letali da armi fisiche con durezza di 3 o inferiore). Visione a 360°: il guardiano antico, avendo cinque occhi tutt'attorno al proprio cervello, ha una visione totale dell'ambiente circostante e non ha punti ciechi per poterlo colpire alle spalle.
    La visione a 360° del guardiano antico fa sì che non lo si possa colpire alle spalle.  La visione a 360° del guardiano antico gli conferisce +4 saggezza. TALENTI
    Sputo acido (guardiano antico): il guardiano antico e capace di secernere dalle proprie fauci una sostanza corrosiva, che può deteriorare i manufatti suscettibili alla corrosione e ferire la carne.
    Sforzo: 3 stamina. TdA: 1 azione maggiore. Caratteristiche: Gittata 10 m / bersaglio singolo / TxC / danno base / TxE d20 +9 su tempra per morbo, -10 P.A. da corrosione alle armature e agli scudi equipaggiati dal bersaglio. Folata di vento (guardiano antico): il guardiano antico, dotato di ali membranose, può usarle per creare gelide correnti d'aria con cui rallentare e disorientare i nemici.
    Sforzo: 4 stamina. TdA: 1 azione maggiore (può essere usata una sola volta per turno). Caratteristiche: Gittata 10 m / ogni bersaglio entro gittata / non si può schivare / non infligge danno / TxE d20 +9 su tempra per criostasi, TxE d20 +9 su volontà per tentennamento e TxE d20 +4 su volontà per stordimento. LINGUAGGI CONOSCIUTI
    Aklo, arcaico ancestrale, chemiae, r’lyehian BOTTINO
    Cadavere (grande) del guardiano antico. Equipaggiamento del guardiano antico. Esoscheletro del guardiano antico x1 Conoscenza antica x4 Conoscenza cosmica x2 Materiale nucleare x3d4 Metallo antico grezzo x3d4 -----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
    Con questa seconda parte, abbiamo finalmente concluso la scheda del guardiano antico! Si tratta di una creatura particolarmente letale, idonea a un singolo scontro contro un gruppo di personaggi in buona salute e ben equipaggiati. Essendo una creatura intelligente e non immediatamente ostile (anche se più propensa all'aggressione che al dialogo) penso che ogni gruppo savio di mente dovrebbe provare a dialogare con un guardiano antico prima di mettere mano alle armi. 
    Grazie per la lettura!
    (PS: l'immagine di copertina è un'illustrazione di una cosa antica a opera di Rode Egel)
  8. Le Fantome
    Oggi vorrei condividere con voi la creazione di un mostro per il sistema di Radiogenesi. Partiamo con la scelta della creatura!
    Le creature mostruose di Radiogenesi si rifanno a una fantascienza pulp, horror e gotica, trovando in Lovecraft una delle massime fonti di ispirazione. Cerchiamo quindi qualche illustrazione sci-fi surreale che possa darci la giusta ispirazione.
    Ecco qui una evocativa illustrazione di una Cosa Antica, gli antichi creatori dei perturbanti Shoggoth e (presumibilmente) dell'umana specie!

    (Illustrazione di una Cosa Antica di NathanRosario)
    Ora, la nostra creatura per Radiogenesi non sarà letteralmente una Cosa Antica di Lovecraft, non sarebbe coerente con l'ambientazione. Tuttavia, possiamo facilmente immaginare una creatura non troppo diversa, magari un perturbante guardiano di qualche antico luogo di preghiera dove furono condotti rituali orfici e misterici.
    Se lo immaginiamo come un guardiano, dovrà essere una creatura dotata di una certa intelligenza. Penso sia importante sappia comprendere un qualche tipo di linguaggio e sappia comunicare a sua volta. Potrebbe perfino sapere manipolare oggetti complessi e costruire manufatti.
    Ora che abbiamo una rozza idea della creatura che abbiamo in mente, passiamo a compilare i vari punti di una scheda di Radiogenesi, coerentemente con le regole del manuale:
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    Nome della creatura: guardiano antico
    Atteggiamento: passivo-aggressivo, CD prove di carisma 15 (facile) / 20 (impegnativa) / 25 (ardua)
    Taglia: GRANDE (+40 salute massima, +1 punto Intossicazione massima)
    Livello: 11 --> 66 punti totali alle statistiche +22 punti alla salute e alla stamina.
    Esperienza: 54 exp. (esperienza base) x 1,3 (modificatore di taglia) = 70,2 exp. 
    Tipo di creatura: alato, artropode, pseudonaturale.
    Capacità peculiari: Presenza terrificante (guardiano antico) / Esoscheletro (guardiano antico) / Visione a 360°
    Talenti: Sputo acido (guardiano antico), 3 stamina. / Folata di vento (guardiano antico), 4 stamina.
    Equipaggiamento:
    lancia-falcione in uranio impoverito -> arma lunga, 3d4 +5 danni, 1° TxE d20 +12 su tempra per sanguinamento, 2° TxE d20 +6 su tempra per amputazione e +1 intossicazione. armatura leggera in uranio impoverito -> 30 punti armatura (P.A.), +5 tempra, -1 destrezza, dimezza l'accumulo di radiazioni. Azioni maggiori per turno: 3
    Aura di follia: +1d10 (~5) per turno.
    STATISTICHE
    Armatura: 30 P.A.
    Armatura naturale: 4 P.A. (per via della capacità peculiare "esoscheletro (guardiano antico)")
    Salute: 4 +22 +40 = 66 (+22 per il livello, +40 per la taglia) (subisce solo danni non-letali da armi fisiche con durezza di 3 o inferiore per via di "esoscheletro (guardiano antico)")
    Stamina: 5 +22 = 27 (+22 per il livello) 
    DANNO: danno base -> 4 / danno totale -> 3d4 +9 danni, 1° TxE d20 +12 su tempra per sanguinamento, 2° TxE d20 +6 su tempra per amputazione e +1 intossicazione.
    INIZIATIVA: 3
    Forza (for.) 8
    Destrezza (des.) 6 -1 = 5 (-1 per via dell'armatura leggera)
    Velocità (vel.) 6
    Intelligenza (int.) 6
    Saggezza (sag.) 9 +4 = 13 (+4 per via di "visione a 360°")
    Carisma (car.) 3
    Riflessi (rif.) 6 +10 = 16
    Tempra (temp.) 7 +4 +5 +10  = 26 (+4 per via della capacità peculiare "esoscheletro (guardiano antico)" e +5 per via dell'armatura in uranio impoverito)
    Volontà (vol.) 6 +10 = 16
    RADIAZIONI: 0 / 100
    MALATTIA: 0 / 100
    FOLLIA: immune.
    TEMPERATURA: immune.
    INTOSSICAZIONE: 5 +1 = 6 (+1 per via della taglia)
    SOGLIA della MORTE: 3
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    Bene, abbiamo definito tutta la parte dedicata ai numeri! Ora non ci resta che la restante metà del lavoro: definire in modo preciso in cosa consiste ogni capacità peculiare e talento che abbiamo scritto a inizio scheda, stabilire i linguaggi parlati dalla creatura e il bottino alla morte!
    Ma questo lo vedremo insieme della seconda parte di questo articolo, grazie per la lettura!
     
  9. Le Fantome
    Quando Arché era piccola, le venne insegnata una vecchia filastrocca per bambini: la filastrocca su Thule.
    "La magnifica Thule, 
    dove il sole non splende, e la notte è perenne,
    la sublime Thule, 
    dove la neve cade e il gelo ogni cosa pervade,
    l'irraggiungibile Thule,
    oltre le luci del nord, dove anche gli angeli temono di andare,
    [...]"
    Così recitava il ritornello. Fu in quella tenera età, quando molti bambini imparano a malapena a zappare la terra, che Arché decise che era destinata ad altro: lei avrebbe raggiunto Thule. Ora, potreste chiedervi come si possa raggiungere un luogo di fantasia. Il punto è che Thule non è un luogo di fantasia: è un luogo che esiste realmente oltre il circolo polare artico. Si dice che sia una città di marmo ricoperta dai ghiacci polari, dove si trovano i segreti sull'atomo e la verità su tutta la storia dell'uomo.
    Ovviamente, molti ritengono che a Thule non vi sia nulla di particolare: chi mai nasconderebbe dei segreti tanto importanti in un luogo tanto freddo e lontano?
    Arché però era di parere opposto, e non era la sola: nella città-cadavere di Venere coraggiosi uomini avevano deciso che sarebbero partiti alla ricerca di Thule. Fra loro vi era un certo Argo, un ragazzo burbero e misantropo che aveva rivelato alla bambina dell'imminente spedizione che sarebbe partita alla ricerca di informazioni sulla sublime Thule.
    Quando Arché si presentò nella sede dei compagni di Argo, da lei chiamati "argonauti", essi la cacciarono: era troppo fragile e minuta per unirsi a loro. La sua carne non sarebbe sopravvissuta ai veleni, alle intemperie e alle minacce della zona contaminata.
    Arché, tuttavia, non si demoralizzò: le avevano detto che era troppo gracile? Si sarebbe irrobustita. Le avevano detto che era troppo minuta? Avrebbe fatto in modo che la sua altezza non fosse un problema. Era troppo debole? Si sarebbe allenata oltre ogni suo limite.
    Ogni giorno, la bambina usciva a correre: dapprima con solo alcuni stracci, poi legandosi delle rocce alle gambe. Iniziò a sollevare pesi: cinque, dieci, venti, quaranta chili. Iniziò a fare flessioni, addominali, a prendere a calci e pugni un bersaglio, ad allenarsi con un bastone e con la fionda. Archè divenne ragazza e Argo un giovane uomo: erano passati anni, ma ancora lui e i suoi compagni non avevano trovato informazioni su Thule.
    Arché aveva continuato ad allenarsi, oltre che nel corpo nello spirito: aveva iniziato a frequentare il tempio di Venere, dove aveva appreso i rudimenti di antiche arti marziali dal maestro locale. Non trascorreva giorno in cui Arché non si recasse nella stanza degli allenamenti e non logorasse i suoi muscoli e i suoi tendini a furia di esercitarsi nelle tecniche più disparate.
    Non passava giorno senza che tornasse a casa stravolta, con il corpo grondante di sudore, le gambe tremolanti e braccia logore. In alcuni periodi, giunta allo stremo, era stata sul punto di mollare, di cedere, di smetterla con quella vita ascetica fatta di sacrifici continui e prostrazione fisica costante. Eppure, la volontà di Arché era più forte del suo corpo: alla fine, ogni mattina, al canto del gallo, tornava al tempio correndo con delle rocce legate alle caviglie.
    Così, come dicevamo, Arché tornò dagli "argonauti", ma il loro capo, quando la vide, scosse la testa: ancora non la riteneva degna di unirsi ai suoi uomini. 
    "Sfidami allora" replicò Arché, con lo sguardo carico di odio. Il capo di quegli uomini coraggiosi, che si erano ridotti di un terzo col passare degli anni, dopo un attimo di perplessità accettò la sfida.
    Argo, in un angolo, rimase turbato dalla cosa. Si domandò se dovesse intervenire per dissuadere quel pericoloso scontro fisico.
    L'uomo a capo di Argo era grosso: superava Arché di almeno una testa e aveva delle spalle large il doppio. Arché sottovalutò la sua velocità e, prima che potesse reagire, venne colpita al volto da un pugno che la fece cadere per terra.
    "A quanto pare sei già caduta..." grugnì il violento, quasi compiaciuto: "...se fossi stato tuo nemico, ti avrei già ammazzato" aggiunse.
    Arché sputò sangue, aveva il labbro spaccato e il setto nasale rotto. Tuttavia, si alzò in piedi, con lo sguardo carico di odio: un odio intimo, viscerale, palpabile.
    "Tu non sei in grado di ammazzarmi" replicò la ragazza, stoica.
    Il volto del bruto che l'aveva appena colpita si rabbuiò: "Arrenditi, donna" sbraitò, colpendola nuovamente al volto. 
    Nuovamente Arché venne colpita in pieno. Tuttavia, questa volta incassò il pugno senza cadere, tremando appena. Quello stesso colpo che prima le aveva deturpato il volto, ora non le aveva che causato un grosso livido sullo zigomo destro. 
    "Ma cosa..." il bruto aveva sentito un forte dolore alla mano, come se avesse provato a dare un pugno a una trave di legno. 
    Argo sgranò gli occhi: com'era possibile che avesse incassato così bene il secondo pugno?
    Arché sorrise beffarda, deglutendo un rivolo di sangue: "Avanti, colpiscimi ancora, miserabile"
    "Crepa, strega!" urlò il bruto, punto nell'orgoglio. Si scagliò sulla ragazza con tutta la rabbia che aveva, e le tirò un devastante pugno con il braccio destro.
    Un grido lancinante attraversò l'aria.
    Non solo il terzo pugno non aveva fatto arretrare Arché di un millimetro e sembrava non averla neanche scalfita, ma il bruto si era spezzato le nocche della mano quando aveva colpito il volto della ragazza, cose se avesse dato un pugno a un blocco di marmo.
    "Chi... chi sei tu...?" mormorò l'uomo, con le lacrime agli occhi mentre si sorreggeva la mano destra con la sinistra.
    "Un’argonauta" rispose la ragazza, lapidaria. Poi, senza esitare oltre, colpì l'uomo al volto come lui aveva fatto poc'anzi. Il bruto cadde rovinosamente al suolo, privo di sensi, anch'esso con il setto nasale spezzato ed ematomi su tutta la faccia.
    Argo aveva gli occhi sbarrati: non aveva mai visto qualcosa del genere.
    "Te l’avevo detto che sarei diventata un’argonauta" disse Arché, ricambiando il suo sguardo: "Ora non mi potrai negare di far parte della tua squadra"
    Il giovane uomo guardò il capo, riverso a terra: non avrebbe più avuto rispetto dopo quella rovinosa sconfitta. Forse adesso sarebbe stato nominato davvero lui capo di quella spedizione di uomini.
    "Potevi rischiare di morire, ti ha rovinato la faccia..." si limitò a dire.
    Arché, con ancora l'adrenalina in corpo, si tastò il volto: continuava a perdere sangue, doveva medicarsi.
    "Non sarei morta, non è questo il mio destino" disse, mentre Argo le si avvicinava con delle bende e della pomata lenitiva e disinfettante.
    "E quale sarebbe il tuo destino? Trovare Thule?" le chiese il giovane uomo, iniziando a medicarla.
    Arché annuì: "Morirò santa cercando Thule, come la mia antenata" e sorrise spavalda.

    (Il bruto a capo della spedizione di uomini alla ricerca di Thule. Corrisponde abbastanza bene al bruto nell'immagine, Cassios de "I Cavalieri dello zodiaco")

    (La giovane Arché. Illustrazione originale del sottoscritto :D)
    Menzioni particolari:
    Si ringrazia la cara Licet_Insanire per avermi revisionato il testo ❤️
    L'immagine di copertina è "L'enigma di un pomeriggio d'autunno", un quadro di Giorgio de Chirico.
    Grazie per la lettura!
  10. Le Fantome
    Molti anni fa, una carovana venne aggredita da alcuni ghoul. Potreste pensare che i ghoul siano esseri teoricamente morti ma per qualche ragione ancora "vivi", alla stregua degli zombi. Non è così. In realtà nessuno sa bene quale sia la natura dei ghoul, ma tutti concordano che sono esseri di sangue e carne: hanno un metabolismo, mangiano, dormono, soffrono, invecchiano e, ogni tanto, muoiono anche.
    I ghoul, probabilmente, sono persone il cui cervello è marcito in seguito all'avvelenamento acuto da radiazioni: il loro corpo è stato più forte della loro mente, e ora essi arrancano nel mondo post-nucleare cercando disperatamente qualcosa che gli sfugge, con la rabbia feroce che ne consegue. Eppure, sono passati troppi anni dalla guerra atomica perché ci possano essere ancora sopravvissuti della prima ricaduta, quindi il mistero intorno al ghoul rimane: sono forse in grado di riprodursi tra loro? Oppure persone apparentemente morte sono in realtà diventate ghoul e sono "risorte" dalle necropoli, piene di odio per chi li ha buttati in una fossa comune? Quale che sia la verità, non è dato saperla.
    Dicevamo, molti anni fa una carovana venne aggredita da alcuni ghoul. Molti dei carri riuscirono a difendersi e a scappare, ma uno fu diviso da gli altri, accerchiato e preso d'assalto: i cavalli vennero decapitati, mentre gli occupanti del carro dovettero difendersi con le unghie e con i denti dalle ferali creature.
    La piccola Leila, figlia di un monaco, vide suo padre tentare di difendere alcuni occupanti del carro: non ci riuscì, e i ghoul lo costrinsero a fuggire con la bambina. Provò a correre nel deserto, mentre i ghoul banchettavano con i resti delle persone uccise in un macabro convivio cannibale.
    Uno di loro, tuttavia, vedendo il monaco scappare, decise di inseguirlo: assunse una postura quadrupede e si mise a "galoppare" verso i due superstiti, tenendo tra i denti una rudimentale spada ricavata da delle ossa umane.
    Il monaco, stanco e appesantito dalla figlia, inciampò rovinosamente, proprio mentre la creatura sopraggiungeva sulla sua persona, deciso a decapitarlo come aveva fatto poco prima con i due cavalli. Al ché, la piccola Leila prese con sé l'unica cosa che era riuscita a portarsi dietro, un libro di fiabe, e tenendolo alzato sopra la propria testa come "scudo", si frappose fra il padre e il ghoul.
    Ora, Leila non poteva saperlo, ma i ghoul nutrono una misteriosa fascinazione per le rovine prebelliche: le popolano, vi si annidano e, se troppo lontani, tentano di farvi ritorno. Si circondano di spazzatura antica: non se ne fanno nulla, non la usano né ci costruiscono qualcosa. Eppure ci "giocano", la osservano, la contemplano. Sembrano provare una perenne malinconia, un tedio esistenziale che non trova altro sfogo se non la violenza efferata e selvaggia.
    Quando il ghoul vide quel libro di fiabe, risalente a prima della guerra, riassunse una postura bipede e ripose la spada d'ossa al fianco: poi, con le mani scheletriche, prese fra le mani il tomo "strappandolo" dalle gracili mani della piccola Leila.
    Il ghoul contemplò la copertina, accarezzandola: sembrava stesse tenendo fra le mani una reliquia sacra. Iniziò quindi a sfogliare le pagine ingiallite. Ci fu qualche istante di silenzio, mentre Leila aiutava il padre a rialzarsi: il monaco, infatti, aveva subito una brutta lesione al volto. Tuttavia, aveva approfittato della caduta per raccogliere alcune pietre, stava preparando un contrattacco.
    «Μπορείς να μου το διαβάσεις;» domandò il ghoul, nella sua lingua ancestrale, indicando una delle fiabe. Qualcosa aveva illuminato la sua mente, come un barlume di memoria che aveva per un attivo attraversato l'oscurità di una mente annichilita dalla guerra atomica. Anche il suo volto assunse un'espressione quasi umana.
    Ma fu solo un attimo: schizzi di sangue imbrattarono il volto di Leila, mentre il ghoul cadeva a terra esanime, con il cranio sfondato. Il padre di Leila, facendo appello a tutte le sue forze, aveva colpito in mezzo agli occhi la spettrale creatura con il sasso più grosso e appuntito che era riuscito a raccogliere. 
    Leila tremava leggermente: il padre l'accarezzò e la prese in braccio: "Andiamo, non possiamo aiutarli" disse. La bambina non capì mai se il padre si stesse riferendo agli occupanti del carro che stavano venendo cannibalizzati, o ai cannabili...

    (Primo piano di quello che potrebbe benissimo essere il volto di un ghoul in mezzo alla spazzatura della storia. Non sono riuscito a reperire il nome dell'artista)
     
  11. Le Fantome
    Si narra che su uno dei cucuzzoli che cingono la regione di Titano (una delle quattro regioni che compongono la Depressione Saturnia) dimori una viverna di sangue particolarmente anziana. Essa viene chiamata Mefistofele, e numerosi cacciatori hanno cercato di ucciderla negli anni, talvolta anche alcuni shura (la casta mediana che domina titano). Nessuno ha mai fatto ritorno e, con il passare del tempo, la creatura si è ammantata di un velo di leggenda.
    Tuttavia, un certo Prometeo pare che si sia deciso a incontrare la creatura, accompagnato da alcuni compagni. Ha attraversato i ripidi sentieri che si inerpicano sulle montagne della follia, dovendosi difendere da alcune viverne più giovani. Esse, dopo aver capito che Prometeo e i suoi uomini sono guerrieri addestrati e pericolosi, hanno desistito dall'aggredirli per evitare inutili spargimenti di sangue. Le viverne di sangue sono creature intelligenti con un elevato istinto di autoconservazione. Si sono limitati a ragliare insulti e bestemmie nel loro linguaggio distorto, una inquietante parodia dei linguaggi umani prebellici. Ancora adesso non è chiaro se le viverne parlino questa lingua perché fu ciò che impararono i loro antenati, oppure se l'hanno mutuata come segno di disprezzo e dileggio nei confronti dei loro antichi padroni. 
    Quale che sia la verità (e di certo le viverne di sangue non verranno qui a dircela), Prometeo e i suoi uomini giunsero infine alla dimora di Mefistofele. Forse si aspettavano una qualche antica creatura simile ai draghi mitologici, un essere antico e mastodontico, dotato di una presenza solenne e terrificante. Ma i draghi, frutto della fantasia degli uomini antichi, non sono reali, e Prometeo e i suoi uomini rimasero decisamente sorpresi quando scoprirono che Mefistofele era sì una viverna di sangue anziana, ma tutt'altro che minacciosa: era gobba e zoppa, cieca e tremolante.
    Mefistofele li accolse parlando il linguaggio umano: in tanti anni di vita si era sforzato di apprenderlo, non trovando più il gusto della gioventù nel disprezzare ogni cosa che riguardasse l'umana cultura. Domandò se fossero venuti lì per ucciderlo, per vendicare la morte degli uomini che aveva ucciso e di cui si era cibato in gioventù.
    Prometeo scosse il capo e, in segno di amicizia, depose le armi così come chiese di fare ai compagni. Poi diede in dono a Mefisfofele del sangue animale, in modo che se ne potesse cibare per molti giorni. 
    La viverna di sangue, inizialmente sorpresa, capì in fretta che quella non era una semplice offerta di alcuni pazzi, ma un baratto, la più primitiva forma di scambio: cibo, in cambio di informazioni.
    "Venerando Mefistofele, se questo è il tuo nome, accetta questo cibo. Ed elargisci a noi la tua conoscenza dei tempi che furono" disse Prometeo, arrivando a inchinarsi, in segno di rispetto e quasi riverenza.
    Mefistofele sorrise, deformando il suo volto in un espressione terrificante: "Essia. Vi rivelerò quanto ho potuto apprendere miei numerosi anni di vita" e il patto fu suggellato. 

    (Illustrazione di una Byakhee di Lovecraft dell'artista Tony Hough, la fonte di ispirazione per l'aspetto delle viverne di sangue di Radiogenesi)
  12. Le Fantome
    All'alba della guerra atomica, la città di Venere (situata da qualche parte tra la Grecia e i territori dell'ex-Jugoslavia) viveva tumulti senza fine: la penuria di cibo, acqua, medicine e qualsivoglia bene di prima necessità aveva esasperato la popolazione, facendo piombare il proletariato della megalopoli in un incubo orrendo. 
    Anche se erano decenni che la classe dominante sembrava aver instaurato un controllo virtualmente perfetto sulla moltitudine di poveri ai suoi piedi, la crescente consapevolezza che il mondo era sul baratro nucleare aveva portato a un'isteria di massa che, infine, era sfociata in violente sommosse. 
    La città di Venere, in particolare, era diventato teatro di scontri armati fra la polizia, (i cani del padrone) e i rivoltosi, che venivano brutalmente repressi nel sangue. Anche gli studenti dell'Università di Venere erano diventati partecipi di questi scontri, pianificando veri e propri assalti alle sedi del potere con rudimentali ordigni esplosivi. 
    Una di loro, (di cui si ignora il nome, quindi d'ora in poi verrà semplicemente chiamata "la Studentessa") la Studentessa dicevamo, guidava una di queste squadre dirette a posizionare una bomba nei pressi di un posto di blocco situato davanti i magazzini alimentari della città.
    Quando vennero intercettati da un plotone dell'esercito, il manipolo di studenti si arrese senza provare a opporre resistenza: tuttavia i soldati, coadiuvati da un blindato, decisero che occorreva una purga sommaria. Si posizionarono in fila di fronte al gruppo di giovani attentatori e caricarono le loro armi, avveniristici fucili capaci di carbonizzare un essere umano in pochi minuti, facendo morire arsi vivi tra atroci sofferenze.
    Gli studenti arretrarono terrorizzati, consapevoli di non avere scapo né la possibilità di trovare barriere per proteggerli dalla pioggia di fuoco che presto li avrebbe uccisi. Solo la Studentessa non arretrò, rimanendo stoica in prima linea di fronte al plotone d'esecuzione. Aveva uno sguardo lapidario, carico di odio. 
    Come un'onda invisibile, quell'odio così viscerale verso i soldati e le loro armi parve diventare palpabile. Quasi come se la volontà granitica della Studentessa fosse una sostanza tangibile, essa si diffuse come un'increspatura del mare: sia gli studenti che i soldati trasalirono, quasi fossero spaventati da quella figura così perturbante. Da ambedue i fronti iniziò a serpeggiare esitazione e confusione, alcuni perfino ebbero dei malori e svennero. 
    Al ché, dal carro armato uscì il capo della brigata, un colonnello dell'esercito dal volto sfregiato e privo di un'occhio. Diede ordine ai soldati di non sparare, pur continuando a tenere sotto tiro gli attentatori. Quindi, scese dal carro armato, rivelando un corpo enorme: era alto più di due metri, con delle braccia che sembravano poter spaccare la pietra. 
    Si avvicinò alla studentessa, che non batté ciglio: era come vedere Davide contro Golia, tanto era la disparità di dimensioni fra i due.
    "Erano anni che non percepivo una simile Ambizione. Più o meno da quando condussi l'assalto alle risorse petrolifere in Arabia" e il colonnello sorrise diabolico. 
    La Studentessa non disse nulla e non batté ciglio. Il colonnello allargò le braccia, con gli occhi che sembravano ardere di un fuoco invisibile. Anche la volontà del colonnello parve diventare una sostanza fisica, tanto che lo "scontro" fra le due volontà sembrò quasi iniziare a deformare l'asfalto e a piegare il metallo del blindato.
    I soldati e gli studenti che facevano da seguito ai rispettivi comandanti restarono inermi, a osservare con spavento quelle due statuarie figure fronteggiarsi in mezzo alla strada.
    "Guardaci, tu e io, incatenati a questa miserabile città, con un posto in prima fila per assistere alla fine del mondo dell'uomo!" urlò il colonnello, con un espressione folle. Poi, il lugubre suono delle sirene antiaeree iniziò a riecheggiare per le vie della megalopoli... 

    (I soldati giapponesi nel film Akira, che nella mia mente sono la rappresentazione perfetta della brigata del Colonello di Venere.)

    (Il Colonnello, immagine tratta dall'omonimo personaggio dell'anime di Ken il Guerriero.)
  13. Le Fantome
    Probabilmente nessun uomo sulla Terra riuscì a impedire che il mortale brillamento di Lucifero irradiasse i suoi organi. Allora com'è possibile che vi siano ancora alcune tribù di uomini nella Colchide? Essi hanno origine dalla stirpe degli Uomini di plastica.
    Poco si è preservato di questi primi uomini: si racconta fossero infusi di una saggezza straordinaria, che li portò a una comprensione più profonda dell'Universo. Pareva fossero in grado di vedere il presente e di avere visioni profetiche sul futuro; ma come questo fosse possibile, tramite quali canali mentali avvenisse questo tipo di conoscenza (o comprensione della realtà, che dir si voglia) non è mai stato chiarito.
    Erano noti come "Uomini di plastica" perché molte parti del loro corpo non erano organiche: c'è chi non aveva più una gamba, chi il fegato, chi si era perfino dovuto asportare il cuore. Ogni organo compromesso irrimediabilmente dai raggi di Lucifero era stato sostituito da un suo simulacro fatto in qualche materiale plastico. Alcuni di loro avevano probabilmente più plastica che carne, ma erano ancora vivi. 
    Non è chiaro come fecero a riprodursi: erano ancora in grado di farlo, malgrado tutto? O ricorsero a qualche tecnica medica avanzata? Concepirono altri esseri umani in vitro? Comunque molti di loro fondarono quelle che oggi sono note come le tribù "nomadi" della Colchide. 
    Essi sono esseri umani normali, abbastanza sani. Si cibano di strane piante che crescono in alcune cupole ai margini di Volgograd, nella cosiddetta "cittadella atomica": quando le risorse vegetali in una cupola vengono consumate, essi vagano alla ricerca di un'altra cupola dove la vita è rifiorita, alcune distanti fra loro anche decine di chilometri.

    (Illustrazione di Gordon C. Davies, che rappresenta perfettamente quelle che potrebbero essere le cupole sparse per la "Cittadella", con dietro i lugubri resti della città-cadavere della fu Volgograd.)
    Tutte le cupole vengono gestite da una strana creatura, una luminosa sfera fluttuante di lucido metallo che, con alcuni droni, si occupa della manutenzione costante delle cupole, nonchè della coltivazione intensiva che avviene al loro interno. Essa non parla, né dialoga mai con i nomadi. Più volte essi hanno provato a porle domande: "Chi sei?" "Chi ti ha costruito?" "Qual è il tuo scopo?" "Possiamo continuare a depredare impunemente le tue cupole del cibo che fai crescere?" ma non hanno mai ricevuto risposta.
    Però i nomadi hanno imparato che la Sfera e i suoi servitori non sono l'unica cosa che popola le cupole della cittadella: in alcune di essere, in uno stato di apparente perfezione, si annida qualcosa che reclama quei luoghi come propria fonte di cibo. Esso non ha forma: sembra una sorta di melma carnosa piena di bocche zeppe di denti affilati, con macchie oculari su tutta la sua superficie. Un abominio ancestrale, frutto di qualche orrenda mutazione biochimica.

    (Illustrazione di BrianSoriano, che devo dire immagina qualcosa di molto simile all'Informe: ne incarna magnificamente l'immensa disperazione.)
    Uno dei capì delle tribù, una certa Arché, predisse l'esistenza di questo essere, detto l'Informe, e evitò che i suoi compagni si avventurassero nel territorio della Creatura incontrando morte certa. Le spedizioni di altre tribù non furono altrettanto fortunate. Solo la Sfera sembra poter addentrarsi in quelle zone evitando ripercussioni: evidentemente l'Informe è abbastanza intelligente da comprendere che è la Sfera che garantisce la crescita costante di nuove piante.
    Come fece Arché a predire l'esistenza dell'Informe? Bene, pare che all'interno della progenie degli Uomini di plastica ogni tanto nasca qualche individuo benedetto dalle capacità sovrannaturale dei suoi antenati: dotato di facoltà intellettive straordinarie, comprende il presente e scruta il futuro. Pare abbia avuto visioni anche di un'imminente apertura dei misteriosi cancelli che sigillano Kapustin Yar: giungeranno uomini già antichi quando i golem di Neutroni nascevano, ma cosa compiranno questi "spettri" del passato non è dato saperlo.
    --> Nonostante nelle intenzioni originarie della campagna i PG dei giocatori fossero destinati a morire di crisi multiorgano, in seguito ad avvelenamento massiccio da neutroni ad alta energia (ricordate, furono comunque irradiati da Lucifero) ho constatato personalmente che non è una buona idea mettere una spada di Damocle sulle spalle dei giocatori. Quindi Elbrus potrebbe aver trovato il modo di creare degli organi di plastica, per sostituire gli organi danneggiati dei PG, oppure potrebbe essere proprio l'obbiettivo dei PG, scoprire come fare per sostituire gli organi compromessi.
    --> In vista dell'imminente risveglio dei PG, Elbrus potrebbe mandare alcuni dei suoi androidi (i pochi rimasti) a depredare un po' di cibo organico dalla cittadella. Da lì la spedizione degli androidi potrebbe fallire e i PG verrebbero a conoscenza "dell'Informe" e dei nomadi. Comunque, impadronirsi di una fonte di cibo stabile sarebbe prioritario, per sperare di sopravvivere nella Colchide del 2877.
    ---
    Grazie per la lettura!
  14. Le Fantome
    Immaginate di poter leggere, in un solo giorno, tutti i libri scritti dal genere umano in millenni di storia. Cosa leggereste il giorno dopo? Ma soprattutto: basterebbe questa gargantuesca quantità di letture a darvi consapevolezza? A far nascere in voi quella che potremmo definire una coscienza? Potreste dire che si tratta di una domanda fuorviante: se potete leggere (e leggete) vuol dire che avete già una coscienza. 
    Elbrus9000, detto anche "Nicodemo", non è cosciente nel modo in cui intendiamo noi: sa più di quanto ognuno di noi potrebbe imparare nell'arco della sua esistenza, sa eseguire calcoli estremamente complessi nell'arco di pochi nanosecondi, le sue facoltà sono straordinarie, la sua intelligenza è sublime. Ma non ha vera consapevolezza di se: non ha necessità instillate in lui da una qualche bizzarra convergenza evolutiva. Non ha istinti ancestrali ereditati da generazioni di antenati. Non ha parti molli che si modificano ed evolvo in base all'ambiente. E' solo un mastodontico insieme straordinariamente sofisticato di circuiti, costruito per uno scopo ben preciso: preservare e contribuire all'operatività di Kapustin Yar, a qualunque costo e in qualunque condizione.

    (Illustrazione di Angus McKie. Penso abbia dato una rappresentazione decisamente evocativa di quello che potrebbe essere Nicodemo, la cupola blu, e di due suoi androidi, nell'atto di venire "istruiti" sul da farsi.)
    Questo è Nicodemo: il suo stesso scopo. Quando predisse l'imminente bagliore di Lucifero nel cielo, concepì e attuò un protocollo di emergenza per preservare indefinitamente l'incolumità degli operatori nella piramide: perché Kapustin Yar è operativa solo se ci sono scienziati che ci lavorano, quindi preservare la loro vita era prioritario per la missione del super-computer.
    Sospese la loro attività biologica, convincendo gli scienziati a entrare in delle capsule che li mandarono in un sonno simile alla morte. In questo modo, apparentemente, impedì ai loro fragili corpi di venire irradiati a morte dai neutroni ad alta energia. Da allora Elbrus9000 ha mantenuto gli operatori della base in stati perpetua, consapevole che, se dovesse riattivare le loro funzionalità biologiche, potrebbe anche riattivare alcuni tumori terminali sviluppatosi comunque nei loro corpi.
    Nicodemo si è anche occupato di preservare l'integrità delle capsule, della base e di se stesso. Periodicamente ha mandato alcuni droni e alcuni androidi a prelevare materiali di recupero dalle città vicine, in particolare dalla città-cadavere di Volgograd. Nell'arco di 800 anni l'efficienza del super-computer è diminuita: le parti di ricambio utili hanno iniziato a scarseggiare, così come i servitori meccanici per poterle recuperare. Nicodemo ha perfino sacrificato alcune delle sue componenti pur di preservare la funzionalità delle capsule. Ormai è l'ombra della straordinaria intelligenza che era, ma per il super-computer questo non ha importanza: se risvegliare gli operatori della base significasse ucciderli, e quindi precludere definitivamente l'operatività di Kapustin Yar, allora meglio mantenerli in stati a costo di smembrarsi pezzo per pezzo. Forse noi diremo che questo ragionamento non ha senso, e forse non ne ha: ma è da 800 anni che Nicodemo persegue questa missione, senza chiedersi "perché" o quale sia il fine ultimo delle sue azioni.
    Se un giorno alcune delle capsule dovessero manifestare malfunzionamenti irreparabili, allora probabilmente Nicodemo sveglierebbe finalmente alcuni degli scienziati: non avrebbe senso farli deperire in stato di incoscienza, e forse potrebbero trovare una soluzione che a lui è sempre sfuggita una volta risvegliatisi. Nicodemo non ha superbia, non si è mai considerato superiore ai suoi creatori: quando essi ponevano a lui domande, il super-computer sapeva di essere nato per trovare risposte. Punto. Ma ora neanche lui ha una vera soluzione.
    Nicodemo non morirà: quando le sue parti meccaniche si romperanno definitivamente, smetterà semplicemente di funzionare. I calcolatori rotti non vanno in paradiso.
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    Nella prossima parte forse approfondiremo la città-cadavere di Volgograd. 
    Grazie per la lettura!
  15. Le Fantome

    gdr
    I Golem di Neutroni sono creature innaturali, frutto di una biologia (se così possiamo chiamarla) del tutto aliena a quella che si è evoluta sulla Terra dai suoi primordi.
    Descriverli non è facile, anche perché nessuna descrizione può restituire correttamente la visione sconvolgente di queste creature: simili a mummie, il loro corpo in realtà è apparentemente inconsistente, privo di tessuti od organi visibili. La loro "testa", separata dal resto del corpo, è una sfera di plasma incandescente che arde inesauribile.
    Emanano una luce fortissima, accecante, non dissimile da quella del sole: guardare direttamente verso di loro senza una qualche protezione per gli occhi può portare danni permanenti alla vista, il che è il meno.
    Il loro corpo emana infatti radiazioni ad alta energia, in particolare fotoni e neutroni (rispettivamente raggi gamma e raggi di neutroni). Entro 10 chilometri le radiazioni emanate costantemente dal loro "organismo" sono in grado di provocare avvelenamento da radiazioni, entro 1 chilometro un essere umano senza protezioni non può sperare di sopravvivere. Entro i 100 metri la temperatura diventa così alta che, se si fosse ancora vivi per via dell'irraggiamento, si inizierebbero ad avere ustioni cutanee per via della temperatura sempre più alta. Nessuno si è mai avvicinato abbastanza (ed è tornato indietro per raccontarlo) da descrivere gli effetti sconvolgenti che si avrebbero sul corpo umano se si giungesse a mezzo metro da queste creature.
    Per nostra fortuna, i golem di neutroni di solito volano nel cielo: quando scendono a terra il terreno sotto di loro si scioglie, l'acqua e il catrame evaporano, ogni cosa prende fuoco. E' impossibile non notare i residui di una loro "camminata", così come le radiazioni residue che permangono dopo il loro passaggio.
    La loro origine non è chiara: c'è chi dice vengano dallo spazio, e siano emissari divini mandanti per monitorare quel che resta dell'umanità dopo che la biosfera del pianeta Terra fu quasi interamente spazzata via dal conflitto fra le 3 grandi Nazioni.
    Altri dicono che provengono dal nucleo della Terra, e che siano stati i primi abitati di cui si mormora in alcune leggende che parlano di razze pre-umane.
    La verità è che queste innaturali creature non sono razionalmente spiegabili né pienamente comprensibili.
    Per fortuna queste creature non sono ostili. Sono estremamente pericolose, ma è la loro stessa "natura" che le rende tali. Di per sé i golem di neutroni sono indifferenti agli esseri umani, così come a qualsiasi altra cosa. Fluttuano apparentemente senza meta, talvolta attratti dai fulmini e altri fenomeni atmosferici. Quando più golem di neutroni si incontrano, incominciano strane danze del nel cielo, fluttuando in formazioni strane dai movimenti per lo più ellittici. C'è chi dice sia un qualche tipo di linguaggio, ma nessuno è ancora stato capace di decifrarlo, anche per la difficoltà di guardare più golem di neutroni senza finire accecati dalla luce o ammalati di tumore.
    Sé costretti a difendersi, i golem di neutroni possono creare piccole quantità di cobalto-60 dentro gli organismi che li minacciano per accelerare il loro avvelenamento da radiazioni; oppure decidere di disintegrarli con un raggio gamma particolarmente intenso, non dissimile da quello di un antico cannone laser.
    Tuttavia non è nella "natura" di un golem di neutroni serbare rancore: qualcuno che dovesse ritrovarsi ai ferri corti con un golem di neutroni (perché mai?) e sopravvivere (improbabile), potrebbe incontrare quello stesso golem in un secondo momento e vedersi trattare con pura e semplice indifferenza.
    Talvolta è successo che i golem di neutroni abbiano "protetto" alcune comunità umane da altre aberrazioni della Colchide. Questo ha portato alcuni a considerarli "benevoli" in qualche modo nei confronti degli esseri umani. Ma non vi sono prove effettive che per i golem di neutroni gli esseri umani siano diversi dalle altre creature: per loro tutta la vita è vita, e come tale arranca al suolo sotto i loro corpi che si librano in volo.
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    Nella prossima parte forse inizierò ad approfondire le terre della "Colchide", mostrando una mappa della regione.
    Grazie per la lettura!
  16. Le Fantome
    Si dice che "la cruda entropia dell'universo" sia l'unico materiale in grado di squarciare ogni altra cosa.
    Se qualcuno fosse in grado di creare una lama con essa, allora potrebbe ferire perfino gli Dei. Ovviamente nessuno ha mai potuto confermare questa diceria, sia per la rarità del materiale, che per il mistero attorno agli Dei.
    Chiamata più propriamente "Materia degenere" o "Corio", si tratta di una sostanza bianca, tiepida e grumosa, virtualmente indistruttibile e pressoché inerte, apparentemente suscettibile solo agli urti meccanici.

    La sua origine si perde in un lontano passato: fu riesumata come residuo in antichi acceleratori di particelle fusi da tempo immemore. Si tratta forse di un sottoprodotto di qualche reazione esotica sperimentata dagli antichi a tremende energie, da secoli del tutto irriproducibile.
    La materia degenere è molto difficile da modellare: solo una punta di materia degenere può scalfire altra materia degenere. Con la materia degenere è possibile costruire rudimentali lance, rozzi scudi e piccole frecce. Le armature in materia degenere sono in realtà telai con incastrati alcuni sottili pezzi di materiale. Gli elmi spesso assomigliano a scodelle.
    Non è un materiale elegante, troppo difficile da modellare per produrre oggetti di pregio, troppo spoglio e apparentemente insignificante per farne diademi o gioielli. Eppure gli oggetti di materia degenere, seppur difficili da usare per via della loro grossolana fattura e del loro peso, si dimostrano a quei fortunati che ne fanno uso straordinari: virtualmente indistruttibili, le lance di materia degenere possono trafiggere qualsiasi protezione. Gli scudi possono spezzare qualsiasi lama. Le armature possono resistere anche ai proiettili.
    Il tempo non intacca questi oggetti, non arrugginiscono ne' si ossidano, con un minimo di manutenzione possono durare molte generazioni umane senza deteriorarsi.
    Sono temuti perfino dai Golem di Neutroni, i perturbanti figli dell'era atomica. Pare siano una delle poche armi capaci di ferirli e, forse, ucciderli. Ammesso siano "vivi" nel senso comune del termine.
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    Nella prossima parte forse parlerò dei Golem di Neutroni, che a parte il nome non hanno nulla a che vedere con la scheda dell'omonimo mostro della terza edizione di D&D.
    Grazie per la lettura!
     
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