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mostro Il Goblin sopravvissuto
Le Fantome ha risposto alla discussione di Lyt in D&D 5e personaggi e mostri
Ridendo e scherzando io anni fa inserii davvero un personaggio così in una campagna con alcuni amici abruzzesi: nacque quasi per caso, era anch'esso un goblin sopravvissuto alla nostra furia, mutilato a un braccio. Ogni volta che ritornava a metterci i bastoni fra le ruote raccontava in modo diverso come aveva perso quel dannato braccio, con storie sempre più ridicole e improbabili. Alla fine divenne un quasi-alleato e sopravvisse allo scontro finale contro un'entità diabolica fuggendo con un discreto bottino. Quante risate. Ovviamente personaggi di questo tipo vanno bene solo per campagne estremamente leggere, avevo 14 anni ai tempi, ora non penso che mi divertirei con queste situazioni grottesche :'D -
mostro Il Goblin sopravvissuto
Le Fantome ha risposto alla discussione di Lyt in D&D 5e personaggi e mostri
Ti ringrazio! 😄 Hai ragione, ho preso spunto dalla scheda di Cthulhu per Pathfinder 1ed., però penso sia facilmente adattabile... spero :'D -
mostro Il Goblin sopravvissuto
Le Fantome ha risposto alla discussione di Lyt in D&D 5e personaggi e mostri
Ciao! Vedo molto potenziale! Perché limitarsi a un goblin che cerca vendetta con archi, frecce e qualche debole compagno? Dopotutto non stiamo parlando di un goblin qualsiasi, ma del goblin per eccellenza, l'ur-goblin potremmo dire, IL goblin sopravvissuto. E se questo goblin, forse nato in concomitanza di qualche millenaria congiunzione astrale, avesse deciso di stringere un patto con qualche entità ultraterrena? Se avesse raccolto in un secondo momento il cadavere del troll e degli altri goblin per compiere qualche immondo sacrificio per chiedere aiuto a una qualche entità cosmica che dimora dietro le stelle? Una creatura le cui ricompense sono tanto potenti quanto ripugnanti? Una sorta di miracolo blasfemo, che ha reso quel piccolo goblin una sorta di progenie immonda, la cui carne si è deformata ed espansa fino a diventare qualcosa di orrendo. Penso che potrebbe avere le seguenti statistiche, una volta corrotto dal Dio esterno che dimora nel buio fra le stelle: Classe Armatura: 22 Punti Ferita: 750 Velocità: 20 m (a piedi) 40 m (volando, si, ora può anche volare!) 18 m (nuotando) Immunità: Danni alle caratteristiche, effetti di influenza mentale, effetti di morte, Freddo, invecchiamento, Malattie, Paralisi, Pietrificazione, risucchi di caratteristiche, Risucchio di Energia Mischia: 2 artigli +42 (4d6+23/19–20 più Afferrare), 4 tentacoli +42 (2d10+34/19–20 più Afferrare) Attacchi Speciali: Artigli Laceranti, Colpi Potenti (tentacolo), Stritolare (3d6+23), Sogni di Follia, Tentacoli, Travolgere (2d8+30, CD 51) Spazio: 12 m Portata: 12 m Magari aggiungi anche qualche incantesimo, e avrai la tua nemesi! 😁 -
Gli ultimi momenti di Venere, seconda parte, pillole di Radiogenesi (sistema casalingo)
Le Fantome ha inviato una inserzione nel blog in Colchide 2877 - Ambientazione homebrew
Parti precedenti: ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Quando il suono delle sirene incominciò a echeggiare quel dì, le televisioni e le radio di Venere smisero in breve tempo di trasmettere programmi. Ogni canale dava segnale di errore, e l'unica stazione radio che ancora trasmetteva correttamente era la stessa della città. I pochi che avevano ancora accesso alla rete internet notarono che era impossibile accedere ai siti e che i server internazionali non erano più in grado di trasmettere informazioni di sorta. Anche le comunicazioni telefoniche risultavano impraticabili, chi provò a telefonare a parenti o amici di altri stati non riuscì in alcun modo a mettersi in contatto con loro. Perfino la comunicazione satellitare sembrava essersi interrotta, e i pochi satelliti per le comunicazioni che erano sopravvissuti alla guerra fino a quel momento non davano più segni di operatività. Nel giro di un quarto d'ora da quando le sirene avevano cominciato a suonare, la popolazione di Venere era rimasta progressivamente isolata dal resto del mondo. Nascosti in un condotto fognario, la studentessa e i suoi compagni continuavano a cambiare furiosamente la frequenza radio, sperando di cogliere un qualche segnale che non fosse il canale musicale cittadino, ma niente:ogni canale della regione taceva inesorabile. "Dev'essere accaduto qualcosa di terribile..." mormorò uno degli studenti, con un groppo in gola. Fino a quella mattina avevano seguito le notizie di una rete pirata che trasmetteva da uno dei confini vicini alla Cortina di ferro, e che aveva parlato delle esercitazioni nucleari dei soldati sul fronte caldo. Era anche giunta la notizia di un convoglio speciale che trasportava ordigni nucleari per una base missilistica situata nel cosmodromo di Kapustin Jar. Ma ora non giungeva più nulla, neppure della semplice musica di attesa. "Non possono aver lanciato davvero le bombe..." mormorò un altro studente, incredulo. "Ragioniamo... sono passati solo 15 minuti da quando hanno iniziato a suonare le sirene lì fuori... è... è impossibile che i missili abbiano già raggiunto l'Europa!!" esclamò una giovane ragazza, rannicchiata in un angolo sporca di acque nere. "Lanciandoli dalle basi nel Caucaso, basterebbero meno di dieci minuti per colpire Londra o Parigi", replicò un altro, lugubre. Nel tugurio sotterraneo, un miasmatico e umido anfratto illuminato solo dalla fredda luce di una torcia elettrica, calò un silenzio tombale. "Cosa facciamo, Euphemia?" chiese a un certo punto uno degli studenti, rivolgendosi alla studentessa che ormai mezz'ora prima li aveva salvati dai soldati che presidiavano i magazzini alimentari della città. La ragazza, che era rimasta muta fin da quando aveva avuto quel confronto con il Colonnello, scosse il capo: "Perché me lo chiedi? No lo so, non so niente" e si mise le mani fra i capelli: aveva i denti serrati e gli occhi chiusi in un'espressione di viscerale dolore. Iniziò a piangere silenziosamente, in preda allo smarrimento. Dopo che le sirene avevano cominciato a suonare, i soldati, impanicati, avevano rotto i ranghi: il Colonello stesso si era seduto sul carro armato, sprezzante del suono delle sirene. Continuava a dire che era destino morire nel fuoco, come in preda a un qualche delirio. I suoi uomini erano corsi a cercarsi un riparo, consapevoli che la città rischiava di essere disintegrata da lì a pochi minuti: non erano più disposti a servire il regime, l'istinto di sopravvivenza aveva preso il sopravvento sulla paura che avevano dei loro padroni. Gli studenti ne avevano approfittato per scappare giù dal ponte in direzione opposta, per cercare rifugio in uno dei condotti fognari che giornalmente scaricava liquami neri nel fiume sottostante: vi si erano inoltrati nonostante l'odore disgustoso e un paio di loro avevano anche vomitato poco dopo aver varcato quella nauseante soglia. Poi, una volta trovato un anfratto meno umido e ripugnante, vi si erano rannicchiati ad ascoltare in febbrile attesa la radio. Ma non era giunta nessuna notizia, solo uno snervante ronzio su qualsivoglia frequenza provassero a impostare che non fosse quella cittadina. "..." Euphemia ad un certo punto aprì gli occhi: si era forse addormentata? Non ne era sicura, ma le era parso di sognare: si era immaginata fuori da quella nauseabonda fogna nera, per le vie della città, insieme ai compagni e ad altre migliaia di persone. Dentro le loro orecchie rimbombava il suono delle sirene, una lagna assordante che la stava facendo uscire di senno. Sopra di loro vi erano delle scie luminose, forse dei missili nucleari in arrivo dal blocco sovietico. E poco prima che i missili potessero impattare al suolo e disintegrarli in un inferno di fuoco atomico, un sole luminoso aveva avvolto le loro teste: ma non era un semplice disco di luce, pareva un ingranaggio angelico con sei paia di ali, un serafino biblico, tanto sublime quanto perturbante nella sua aliena magnificenza. La ragazza si alzò barcollando: si appoggiò al muro e le venne un rigurgito. Cadde in ginocchio tenendosi le viscere e vomitò. Doveva uscire da quell'anfratto disgustoso, si stava intossicando. Uno dei compagni le si avvicinò e la prese sottobraccio: "Vieni, usciamo. Le sirene non suonano più". Camminando lentamente, i due studenti uscirono dal pozzo nero. Euphemia respirò a pieni polmoni: l'aria fetida di Venere non le era mai parsa così fresca. La ragazza alzò dunque lo sguardo al cielo: sopra le loro teste vi era una plumbea coltre grigia, che non permetteva di scorgere il sole. "Non... non è successo nulla?" mormorò, incredula. L'amico che la sorreggeva non rispose. Euphemia lo guardò, interrogativa. Lui si limitò a indicarle il punto più lontano che era possibile osservare da dove si trovavano, precisamente il punto di scarico delle acque reflue nel mar Adriatico. Aveva un'espressione strana, di confusione mista a orrore. Quando la studentessa rivolse il suo sguardo al mare, sul suo volto si dipinse la medesima espressione: il mare non vi era più. Solo un'immensa distesa desertica, a perdita d'occhio fino alla linea dell'orizzonte. Euphemia strabuzzò gli occhi e si sforzò di cogliere le città sulla costa, di solito a malapena visibili: non riuscì a cogliere nulla, solo un deserto senza fine. "Non è possibile... non c'è più nulla... nulla..!!" mormorò il ragazzo, mettendosi una mano fra i capelli, tremando. La studentessa continuò a guardare quella sublime desolazione come rapita: ancora non si capacitava di come fosse possibile che il mare non ci fosse più, cosa poteva aver fatto evaporare una tale quantità d'acqua in così poco tempo? Immaginò svariate detonazioni nucleari di immane potenza, un'apocalisse di fuoco e fiamme. Eppure... non poteva essere successo davvero, altrimenti anche Venere sarebbe stata ridotta in nient'altro che cenere. Dopo una decina di minuti di religioso silenzio, i due studenti decisero di andare a richiamare i compagni per rassicurarli a uscire fuori. Non sapevano bene neppure loro come comunicare ciò che avevano visto, erano ancora sconvolti. --- Sulla cima del palazzo del potere, in una delle anticamere della sala della guerra, la donna senza baffi ma con i capelli e l'uomo con i baffi ma senza capelli erano sconvolti. "Devo aver avuto un'allucinazione" mormorò la donna, continuando a guardare con gli occhi sgranati il deserto sconfinato che circondava Venere: dall'alto era ancora più evidente che erano stati l'epicentro di almeno una dozzina di detonazioni atomiche. Eppure –eppure!– la città era ancora integra, come se una barriera invisibile avesse circondato le sue periferie proteggendola dal calore e dal fuoco atomico. "Ho visto anch'io quella luce..." mormorò l'uomo, appoggiandosi al muro. Le parole gli erano morte in gola, non sapeva che altro dire. "Dov'è finito il mare...?" mormorò dopo qualche minuto la donna senza baffi, con il volto spiaccicato sul vetro. Sembrava estraniata dal mondo, aveva le pupille che sembravano fissare un punto vuoto dinnanzi a se. Poi osservò un piccolo fiocco di neve cadergli di fronte al naso, al di là del vetro. Alzò gli occhi e vide tanti altri candidi fiocchi di neve. "Neve...?" biascicò. Non riusciva ancora a razionalizzare cosa stesse accadendo. "Non è neve... è particolato radioattivo" mormorò lugubre l'uomo senza capelli. Poi si stravaccò sul divano lì dietro, visibilmente stravolto: "Forse è solo un incubo a occhi aperti…" e chiuse gli occhi, sentiva un gran bisogno di dormire. La donna senza baffi invece si rannicchiò vicino alla finestra, e rimase a guardare la città e il deserto circostante coprirsi di un candido manto per ore intere. Nella sua mente si susseguirono pensieri confusi e contraddittori: cos'era successo? Aveva visto una luce nel cielo, e poi al di là di quella luce era successo un pandemonio. Ma cosa aveva visto davvero? Non era in grado di dirlo. Forse aveva solo sognato, eppure qualcosa doveva esser accaduto: il mondo lì fuori non c'era più, il mare, le città sulla costa… Nulla vi era più, neppure il sole in cielo. Il mondo dell'uomo era scomparso, eppure lei era ancora lì, in quella labirintica città. Cosa sarebbe successo ora? Mentre suonavano le sirene era stata pronta a morire, forse, ma ora che era ancora viva sentiva il cuore esploderle nel petto. Aveva di nuovo paura. Non era più pronta a morire. (Viandante nella periferia di Venere poche ore dopo la catastrofe nucleare. Illustrazione di Bob Orsillo) ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Per il momento la tradizione della Venere prebellica si conclude qui. Un ringraziamento enorme a Licet_insanire, per il suo costante aiuto nella stesura di questo blog! ❤️ E un grazie anche al lettore che fosse arrivato fin qui nella lettura! -
stili di gioco Tenere conto dello scorrere del tempo con la meccanica degli orologi
Le Fantome ha risposto alla discussione di Hero81 in Discussioni GdR Generiche
Nelle campagne che ho attualmente in corso lo scorrere del tempo è molto importante, banalmente per tenere conto di quanti viveri debbano consumare i PG prima di iniziare a soffrire l'inedia e la a disidratazione. Inoltre, ogni volta che i PG eseguono uno spostamento con il carro, si calcola il tempo trascorso in base alla velocità del suddetto e alla diastanza percorsa (espressa in esagoni o in frazioni di esagono). Ancora, svolgere lavori consuma tempo in base al tipo di attività (setacciare macerie prebelliche, picconare massi, tagliare legna, disossare un animale hanno durate diverse) e in base al numero di giocatori che contribuiscono al lavoro (più sono, minore sarà il tempo impiegato). Inoltre, 'prendere 10' a una prova (ove possibile) raddoppia il tempo necessario, mentre 'prendere 20' lo triplica. Il tempo è una "risorsa" preziosa, i giocatori dovrebbero esserne consapevoli :] -
meccaniche Fai una prova di Elfitudine
Le Fantome ha risposto alla discussione di Bille Boo in House rules e progetti
Ciao! Gli elfi potrebbero essere predisposti a diventare incantatori. Anzi, si potrebbe azzardare che ogni elfo, a prescindere dalla vocazione e dalla formazione personale, sia in qualche modo un incantatore spontaneo. Un elfo può consumare punti dalla sua riserva elfica per eseguire incantesimi di basso livello, e potenzialmente può seguire dei percorsi di meditazione e introspezione per aumentare questo potere latente. I nani sono capaci di trasformare la propria pelle in una sostanza dura come il ferro: quando attingono alla loro riserva di punti nanici, la loro CA / tempra sale vertiginosamente, anche se la loro velocità scende quasi a 0. In questa forma sono dei tank perfetti per difendere il resto del gruppo o del clan. Gli halfling possono diventare invisibili. Si tratta di una capacità innata, a cui i mezz'uomini possono ricorrere consumando punti dalla loro riserva halfling. Proprio questa facoltà ha permesso a queste piccole e fragili creature di sopravvivere ai grandi predatori e affermarsi tra le razze dominanti. Gli orchi, infine, possono ricorrere alla loro riserva di punti orcheschi per raddoppiare le proprie dimensioni (e crescere di una taglia). Questo effetto è temporaneo, e comporta per l'orco un momentaneo abbassamento delle sue facoltà mentali. Addirittura, durante questo stato di gigantismo, l'orco smette di riuscire a parlare correttamente (penalità grave a tutte le prove di conversazione) ma in compenso... beh, essendo di taglia grande picchia e incassa come due creature di taglia media circa, proprio quello che ci aspetta da un orco! Spero che queste idee ti piacciano!- 18 nuove risposte
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Albero della progressione, prima parte, meccaniche di Radiogenesi (sistema casalingo)
Le Fantome commented on Le Fantome's inserzione blog in Colchide 2877 - Ambientazione homebrew
Ciao! Temo ci sia un piccolo equivoco: le competenze non servono per poter usare una postazione di lavoro, ma per poter costruire specifici manufatti. Questo significa che una medicina potrebbe dover essere sintetizzata a una postazione chimica e avere come requisito per la sua fabbricazione la competenza in "medicina" e non la competenza in "chimica". Al tavolo da sarto si possono fabbricare fibre, corde, tessuti e garze mediche. Quest'ultime richiedono ad esempio la competenza in medicina I°, eppure si fabbricano al tavolo da sarto. Comunque in Radiogenesi è presente il tavolo operatorio, ma non è una postazione di lavoro, bensì un accessorio per il carro. Si tratta di un'altra categoria di "strumenti di sopravvivenza" (termine improprio ma intuitivo) che non serve per fabbricare manufatti. Spero di esser stato chiaro! -
Albero della progressione, prima parte, meccaniche di Radiogenesi (sistema casalingo)
Le Fantome ha inviato una inserzione nel blog in Colchide 2877 - Ambientazione homebrew
Un aspetto molto importante delle meccaniche di Radiogenesi è la progressione tecnologica. Man mano che i personaggi vorranno (o saranno costretti a) inerpicarsi nei meandri della zona contaminata, essa scaglierà contro di loro il suo peggio: entità antiche e dalla biologia aliena ragliano e bestemmiano, annidate nell'oscurità dei loro fetidi anfratti nelle rovine tecnologiche, nelle viscere della terra o sulla cima delle montagne. Per far fronte a queste potenti minacce, i raminghi della depressione Saturnia e del deserto d'Europa dovranno dotarsi di equipaggiamento ad alta tecnologia: è impensabile sperare di sopravvivere all'incontro con le Potenze pervertite indossando un'armatura di cuoio e armati di spada bastarda. (Nubi tinte di sangue e tempeste di fulmini non possono che preannunciare la venuta di una qualche Potenza pervertita. Prostravi alla sua presenza, o verrete annientati con un solo gesto... / Illustrazione di Mark Garlick) Ma come funziona la progressione tecnologica in Radiogenesi? Non esiste una risposta univoca, ma vi sono sicuramente alcuni passaggi che consiglio fortemente di seguire ai gruppi di nuovi giocatori. Vediamoli insieme: Per prima cosa, è bene dotarsi delle principali postazioni da lavoro. Ogni postazione di lavoro (tranne un'eccezione notevole) richiede un progetto per essere costruita, anche detto in termini di gioco cianografia. In Radiogenesi, le cianografie per imparare come costruire uno specifico artefatto possono essere "fabbricate" investendo ricerca, un consumabile a ingombro nullo che può essere prodotto dai PG mediante l'utilizzo di calcolatori. Tuttavia, le cianografie dei banchi da lavoro possono essere prodotte in modo più accessibile mediante l'uso dell'unica postazione da lavoro che non richiede un progetto per essere costruita, il tavolo dell'inventore. Abbiamo quindi identificato il primo passaggio del nostro albero della progressione: costruire il tavolo dell'inventore (1° passaggio). Una volta costruito il tavolo dell'inventore, si può passare alla scrittura delle cianografie delle quattro postazioni di lavoro essenziali, quelle che servono per poter fabbricare tutti gli strumenti per la sopravvivenza a breve e medio termine in ambiente non troppo ostile. Esse sono, in ordine alfabetico: la cianografia del banco da lavoro, la cianografia della fornace primitiva, la cianografia della postazione chimica e la cianografia del tavolo da sarto. Queste cianografie non richiedono competenze particolari per essere scritte ma richiedono ciascuna una unità di informazione. Le unità di informazione sono anch'esse un consumabile a ingombro nullo, che può essere ottenuto in svariati modi: setacciando le rovine prebelliche, riesumando manufatti prebellici e analizzandoli con elaboratore, saccheggiando la carogna di entità tecnologiche, etc. Alcune classi, inoltre, partono a livello 0 con delle u. di informazione nel proprio inventario. Questo può aiutare sensibilmente le prime fasi dello sviluppo della progressione di un nuovo gruppo di personaggi. Enunciamo perciò ora il secondo passaggio del nostro albero della progressione: scrivere le cianografie del banco da lavoro, della fornace primitiva, della postazione chimica e del tavolo da sarto (2° passaggio). Ora che il gruppo si è procurato i progetti, non resta che assemblare fisicamente le postazioni di lavoro: ognuna di essere richiede svariati materiali, tra cui, per esempio assi di legno, calcestruzzo, ingranaggi, molle, viti, plastica, catrame, etc. Procurarseli richiede ai PG di svolgere intense attività di setaccio, picconare la roccia e tagliare la legna, nonché commerciare con profitto con i mercanti e i pellegrini della zona contaminata. Una volta accumulati i materiali necessari, si può finalmente passare all'assemblaggio delle quattro postazioni di lavoro essenziali. Enunciamo dunque il terzo passaggio del nostro albero della progressione: costruire il banco da lavoro, la fornace primitiva, la postazione chimica e il tavolo da sarto (3° passaggio). Tuttavia, molti dei manufatti che sarà possibile fabbricare con queste postazioni di lavoro richiederanno agli artefici del gruppo di dotarsi di apposite competenze. Nello specifico, le competenze di scienza, metallurgia, chimica e medicina. Enunciamo perciò il quarto passaggio del nostro albero della progressione: fare in modo che nel gruppo ci siano uno o più PG con le competenze in scienza, metallurgia, chimica e medicina (4° passaggio). Queste quattro competenze sono le quattro competenze essenziali di Radiogenesi. Ve ne sono molte altre, ma senza queste quattro è impensabile proseguire con la progressione tecnologica. Ricapitoliamo quindi quanto detto finora: Il gruppo di PG inizia la propria Odissea attraverso la zona contaminata (partenza) --> costruisce un tavolo dell'inventore (1° passaggio) --> scrive le cianografie del banco da lavoro, della fornace primitiva, della postazione chimica e del tavolo da sarto (2° passaggio) --> si procura i materiali necessari e assembla le postazioni di lavoro essenziali (3° passaggio) --> fa in modo che il gruppo, nella sua totalità, disponga delle competenze in scienza, metallurgia, chimica e medicina (4° passaggio). Ovviamente siamo solo agli inizi della nostra ascesa tecnologica, ma dalla partenza, dove eravamo dei primitivi vestiti di stracci e armati di clava, siamo arrivati a dei primitivi vestiti di stracci e armati di clava, ma almeno con la possibilità di costruire delle garze per evitare di morire dissanguati. Una bella consolazione, non c'è che dire! :'D A breve (spero) la prossima parte, grazie per la lettura! -
campagna Lunghi viaggi, come gestirli?
Le Fantome ha risposto alla discussione di Lyt in Ambientazioni e Avventure
Allora, io non gioco a D&D da molto tempo ormai. Quando mi hai citato le tabelle di D&D, ho capito che eravamo partiti da due punti di vista lontani: io parlavo del concetto in sé, mentre tu parlavi di come questo concetto veniva applicato nella 3.5. Si tratta di una differenza non da poco. Da quasi un anno ormai conduco due campagne con un sistema casalingo (si chiama Radiogenesi, ho accennato ad esso qualche volta nel mio blog qui su DL). Radiogenesi presenta varie categorie di creature, fra cui la selvaggina di grosse dimensioni, i mostri, le anomalie, le intelligenze artificiali e altre ancora. Quando devo verificare le minacce di una nuova zona, valuto quale sia il tipo di fauna più idoneo: poi, all'interno della giusta categoria, scremo ad occhio le creature la cui presenza sarebbe assurda o incoerente. Un drago, se in Radiogenesi fossero presenti, sarebbe sicuramente escluso per i motivi che ti ho citato nel commento precedente. Dopo aver fatto ciò, tiro due dadi: uno per il tipo di creature e uno per il loro numero. Ovviamente se si tratta di un grosso predatore non avrebbe senso tirare per il loro numero: anche in natura, i grossi predatori agiscono per lo più da soli e sono molto territoriali. Fatto ciò, quel che è uscito al tiro di dado è ciò che sarà presente in quel dato momento (non è detto che vi sia ancora se i PG dovessero tornare in un secondo momento) e io mi impongo di non modificare ciò che è uscito al tiro di dado. Entrambe: preferisco siano i dadi a scegliere se e cosa debba essere presente in una zona selvaggia della mappa. Per i luoghi notevoli ovviamente progetto gli incontri in modo diverso da come ho scritto sopra. Comunque io non condivido l'equivalenza incontro = scontro. Per me anche un incontro che finisce con la fuga dei personaggi (o del nemico) senza che nessuno abbia messo mano alle armi è un vero e proprio incontro, lo scontro fisico è solo uno dei possibili modi in cui un incontro può svolgersi. -
campagna Lunghi viaggi, come gestirli?
Le Fantome ha risposto alla discussione di Lyt in Ambientazioni e Avventure
Hai ragione, è meglio che tu e il tuo gruppo continuiate a non usare gli incontri casuali come avete sempre fatto, sarebbero solo controproducenti 😉 -
campagna Lunghi viaggi, come gestirli?
Le Fantome ha risposto alla discussione di Lyt in Ambientazioni e Avventure
Sì, si può fare anche con un incontro preparato, certamente. Però, poniamo che i personaggi scorgano un gruppo di banditi e decidano (giustamente!) di tornare in un secondo momento: ha senso che i banditi siano rimasti lì tutto quel tempo? Forse sì, forse no. Forse c'è qualcos'altro oppure la zona adesso è realmente sicura. In ogni caso non mi piace prendermi l'arbitrio di queste scelte: meglio far scegliere al dado se è stata una scelta saggia aspettare che i banditi se ne andassero via. E se i giocatori decidessero di tornare lì in un'altra stagione, durante l'inverno per esempio? Con gli incontri casuali si è pronti a ogni nuova situazione, un bel vantaggio come vedi. Oppure si può far finta che i banditi siano lì ogni volta ci sia "bisogno" di loro, a qualsiasi ora del giorno con qualsiasi clima. Ma a me non soddisferebbe molto, né da master né da giocatore. Non gioco D&D 5ed, quindi non so risponderti purtroppo! :'D Questo infatti va chiarito in sessione 0: una delle cose di cui avverto i giocatori nelle mie campagna e di cui mi sincero come giocatore nelle campagne altrui è proprio se gli incontri siano "bilanciati" oppure no. In entrambi i ruoli, preferisco la seconda situazione. Questo è un commento interessante. Ragioniamoci su: secondo te è ragionevole che un drago rosso viva in una zona senza che non siano sorte leggende sul suo conto e non si sia ampiamente diffusa la notizia della sua tana e del suo territorio di caccia? Io non credo. I draghi, poi, sono anche bestie molto grosse, dotate di poteri distruttivi capaci di distruggere ettari ed ettari di territorio. Non credo che il territorio di caccia di un drago rosso possa essere attraversato senza perlomeno cogliere qualche segnale del suo passaggio. Quindi possiamo trarre due conclusioni: un drago rosso non è una creatura da incontro casuale e un drago rosso non arriva di nascosto da dall'alto o da dietro le frasche, indi per cui i personaggi, anche se di basso livello, avrebbero ampiamente modo di cogliere gli innumerevoli segnali che si stanno inerpicando nel territorio di un grosso predatore alato sputafuoco. Visto che tu prima mi hai portato un esempio accaduto al tuo tavolo, ora vorrei fare lo stesso con uno accaduto al mio (premessa, non era D&D, ma il tipo di gioco non è così importante ai fini dell'esempio): Il gruppo di pellegrini era di livello abbastanza basso, con un personaggio di livello 2, uno di livello 3 o 4 e uno di livello 8, ma quest'ultimo aveva delle malformazioni fisiche per le quali il suo livello effettivo era intorno al 5. Il loro equipaggiamento era mediocre, una sola arma a distanza, armi corpo-a-corpo di materiali vili e mancanza di risorse in generale. Uno di loro era anche diventato momentaneamente afflitto da turbe psichiche per via dello stress accumulato dalle precedenti giornate di viaggio. Insomma, una situazione decisamente difficile per il gruppo. Mentre cercavano risorse alimentari in una zona selvaggia, hanno trovato alcune tracce poco rassicuranti: segni di artigli, grosse impronte e le carogne di alcuni grossi mammiferi. Hanno subito compreso di aver messo piede nel territorio di caccia di un grosso predatore e se ne sono andati, senza esitare oltre. Hanno fatto bene: la creatura che era nei paraggi, una sorta di rettile bipede con artigli simili a lame e la corporatura massiccia, li avrebbe probabilmente sventrati senza troppa difficoltà. Eppure questa creatura tanto pericolosa non era stata da me inserita a priori: è stato il risultato di alcuni tiri di dado casuali, per determinare se la zona fosse sicura o presentasse qualche minaccia. Come vedi, se i personaggi hanno modo di studiare l'ambiente e sanno fare scelte informate, possono sopravvivere anche a minaccia oltre la loro portata. Ps: ovviamente avevo chiarito con loro che non mi sarei preoccupato di bilanciare gli incontri, quindi i giocatori hanno fin da subito iniziato a giocare con una prudenza che, altrimenti, probabilmente non avrebbero avuto. -
campagna Lunghi viaggi, come gestirli?
Le Fantome ha risposto alla discussione di Lyt in Ambientazioni e Avventure
Non sono d'accordo con il disprezzo diffuso per gli incontri casuali. Ritengo siano un ottimo strumento, se usato con criterio. Innanzi tutto, gli incontri casuali servono a ricordare ai giocatori (master compreso) che i luoghi selvaggi, le cripte, le rovine e l'ignoto non sono luoghi statici, in attesa che gli avventurieri giungano a esplorarli, ma luoghi dinamici con un loro "ecosistema" che può variare nel tempo in modo anche inaspettato e repentino. In secondo luogo, gli incontri casuali aiutano a liberarsi dall'obbligo autoimposto di "bilanciare" gli incontri: personalmente, non penso che il master debba prendersi l'onere di calibrare le sfide sui personaggi. Il mondo non ruota attorno a loro, e i giocatori dovrebbero essere ben consapevoli di questo fatto. Inoltre, come master mi tedia sapere in anticipo troppe cose: scoprire assieme ai personaggi quale minaccia li attende annidata nel buio è molto più divertente anche per me che sono "dall'altra parte della barricata". Senza contare del tempo che gli incontri casuali permettono di risparmiare in fase di preparazione, una manna dal cielo. Infine, un'appunto squisitamente personale: non esistono incontri necessari per la storia, nella mia personale visione di come gestire una sessione o una campagna. Però può emergere una bella storia dagli incontri e dal contesto, se si sa gestirli con la giusta attenzione e coerenza. (Piccolo aforisma che mi è balenato in mente adesso, sulla falsa riga di un dialogo che ebbero Albert Einstein e Niels Bohr: "Non posso credere che il Dungeon Master giochi a dadi con il mondo" "Non dire al Dungeon Master cosa deve fare con i suoi dadi") -
campagna Lunghi viaggi, come gestirli?
Le Fantome ha risposto alla discussione di Lyt in Ambientazioni e Avventure
Ciao! Dipende da molti fattori: dove avviene questo viaggio? Qual è il livello tecnologico del mezzo di trasporto in possesso del gruppo? Delle tratte possibili, quale scelgono di percorrere i giocatori? Hanno con sé una mappa della zona o devono procedere orientandosi autonomamente? Sono perseguitati da qualcuno? Nella campagna che ho attualmente in corso, con molte caratteristiche tipiche del sandbox, i personaggi hanno ottenuto abbastanza presto una mappa della regione che è attendibile e con la quale possono orientarsi anche su grandi distanze. Perciò non richiedo mai prove di orientamento né rischiano di smarrirsi. Erano problemi che non ero interessato a gestire, ma tu potresti ritenerli interessanti da affrontare, in tal caso di sconsiglierei di fornire una mappa della regione e di dare a loro l'onere di tracciarla o di procurarsela. Il livello tecnologico del mezzo di trasporto è importante per capire quali ostacoli è ragionevole che incontrino durante il viaggio e quanto questo possa logorare le loro risorse e la loro salute. Se viaggiano a piedi, potranno affrontare ragionevolmente ogni tipo di terreno, ma il viaggio sarà lento, estenuante e saranno altamente in pericolo durante gli spostamenti, anche i più brevi. Se viaggiano a cavallo, gli saranno preclusi i sentieri più impervi e dovranno procurarsi del mangime per gli animali, ma potranno viaggiare in modo considerevolmente più veloce. Se hanno a disposizione un carro, dovranno quasi certamente seguire una strada, ma almeno potranno viaggiare in modo più confortevole e avranno la possibilità di portare con sé molto più materiale, attrezzature e provviste. Ancora, potrebbero avere a disposizione un veicolo a motore o capace di librarsi in volo, o decidere di viaggiare per nave o su un battello (magari in presenza di fiumi o di una costa). Insomma, a priori non saprei dirti come gestirei un viaggio di 10 giorni, perché servirebbero molte più informazioni perché possa darti una risposta utile. Certamente, viaggiare è spossante, soprattutto se fatto con mezzi rudimentali su tratte sconnesse e pericolose. Inoltre, se gli animali da trasporto vengono sottoposti a ritmi di marcia eccessivi, rischiano di avere un collasso e anche di morire. Diverso è il discorso nel caso i personaggi abbiano a disposizione un veicolo a motore, ma anche in quel caso bisognerebbe valutare se il veicolo sia in grado di marciare indefinitamente o se il motore rischi di surriscaldarsi dopo tot. ore di viaggio. Come accennato prima, dipende da molti fattori: la regione in cui i personaggi viaggiano, se seguano o meno una strada, quando questa strada sia in buone condizioni, l'orario della giornata e le condizioni metereologiche, il mezzo con il quale viaggiano, etc. Nella mia campagna, salvo condizioni climatiche avverse o posti di blocco, è estremamente improbabile che i personaggi vengano aggrediti mentre sono in viaggio. E' anche vero che in Radiogenesi (sistema casalingo) la Terra post-nucleare è un mondo per lo più desolato, quindi è più che altro una peculiarità dell'ambientazione. Devi valutare tu la densità di fauna e popolazione delle regioni nella tua ambientazione. Per fortuna gestire le risorse non mi spaventa. In entrambe le campagne che sto conducendo, i carri con cui viaggiano i personaggi hanno una stiva che può essere riempita di un tot. di materiali, oltre che una dispensa che è adibita per lo stoccaggio di cibo e acqua. Ci sono poi alcuni vani per le postazioni da lavoro e per altri accessori utili all'esplorazione. Quello che ti consiglio è di trattare il mezzo di trasporto dei personaggi come una struttura complessa, con la propria "salute", la propria "stamina" (se a trazione animale) e con tutti i parametri che reputi necessari per gestire il viaggio con il giusto livello di complessità. Se vuoi consigli più specifici su come gestisco il viaggio in carro (ed esclusivamente questo, al momento) posso approfondire, ma non giocando a D&D non so quanto possa esserti utile :'D -
Gli ultimi momenti di Venere, prima parte, pillole di Radiogenesi (sistema casalingo)
Le Fantome ha inviato una inserzione nel blog in Colchide 2877 - Ambientazione homebrew
Quel giorno vi era molta agitazione per le strade di Venere. Non serve che vi descriva in dettaglio il macabro orrore che si compiva per le strade della metropoli: i manifestanti, povera gente ridotta allo stremo da una penuria di cibo, acqua, medicine e ogni sorta di genere di prima necessità, si scontrava con la polizia, cani apparentemente senza empatia o intelletto che difendevano le sedi del potere e i tiranni della città. Ma anche nelle sedi del potere, stranamente, quel giorno vi era agitazione mista a nervosismo: sembrava che oltre oceano, la guerra che era ormai in corso da molti anni fra i due blocchi, stesse andando rapidamente fuori controllo. Da prima si erano iniziate a superare diverse "linee rosse" e molti obbiettivi civili erano stati oggetto di bombardamenti aerei e missilistici. Poi erano state distrutte numerose infrastrutture strategiche: ferrovie, strade, canali umanitari o per le telecomunicazioni, nulla era stato risparmiato. Sui fronti "caldi" del conflitto (ammesso che vi fossero ancora fronti "freddi") si erano cominciate a usare armi chimiche o intelligenze artificiali programmate per uccidere in autonomia gli obbiettivi nemici. Era una carneficina, le informazioni che trapelavano erano raccapriccianti e incutevano orrore e disgusto anche nel più risoluto guerrafondaio. Eppure, la guerra non sembrava potersi arrestare: da molti mesi ormai si era innescato un circolo vizioso, che rendeva sempre più remota la possibilità di un dialogo diplomatico fra i due blocchi. A rendere ancora più evidente la drammatica situazione, la notizia che i comunisti stessero costruendo sulla Luna una sorta di "arma dell'apocalisse": una notizia che sembrava uscita da uno scadente romanzo di fantascienza piuttosto che da un rapporto ufficiale delle fonti di intelligence. Eppure, ciò era bastato per scatenare paranoia e terrore tra le alte sfere, che avevano iniziato a delirare di un "massiccio attacco nucleare preventivo" sulla superficie lunare e sui territori del blocco comunista. Nessuno comunque aveva ancora messo mano all'arma atomica, anche se le minacce in tal senso erano sempre più frequenti e i sistemi d'arma sempre più pronti all'uso. In quel preciso momento, mentre i governati di Venere parlavano nervosamente fra di loro camminando tra le colone nere della "sala della guerra", sarebbero bastati meno di tre minuti affinché il blocco comunista lanciasse nel cielo centinaia di missili intercontinentali con bombe termonucleari, e lo stesso avrebbe potuto fare il blocco atlantico. Quel giorno, comunque, le cose stavano rapidamente precipitando: le notizie erano confuse, ma si parlava di un'evacuazione di massa della classe dirigente dalle cittadelle nel cuore di Mosca e Pechino, e sembrava che i membri dei rispettivi governi fossero già nascosti in qualche anfratto sotterraneo e stessero dirigendo le operazioni via radio. Insomma, notizie che sembravano preannunciare il peggio: anche perché tutti erano consapevoli che non ci sarebbe stato modo di evitare la distruzione mutua assicurata. Poco distante dalla sala della guerra, in una delle sue numerose anticamere, stavano due generali dell'esercito, di cui in questo momento non mi sovviene il nome. Li chiameremo, da qui in avanti, con una loro sommaria descrizione fisica: la donna senza baffi ma con i capelli e l'uomo con i baffi ma senza capelli. La donna senza baffi ma con i capelli guardava fuori dalla finestra, osservando il fumo che si levava dalle strade della città: erano ad almeno centocinquanta metri d'altezza, quindi aveva una visione privilegiata sul dedalo cittadino sotto di loro. Teneva in mano un bicchiere di qualche superalcolico dal colore scuro: sembrava che all'interno del bicchiere vi fosse una piccola radice dalla forma vagamente antropomorfa. "Ne è rimasto ancora un po'?" chiese l'uomo con i baffi ma senza capelli. La donna senza baffi annuì: aprì un pregiato mobiletto di legno e ne tirò fuori una bottiglia, anch'essa con all'interno una grossa radice. Versò il liquore in un calice e lo porse al parigrado. "Sai di cosa stanno discutendo là dentro, vero?" disse la donna, dopo aver bevuto sorso. L'uomo senza capelli annuì, bevendo anch'esso un sorso: "Brutta storia. Non sono mai stato un tipo pessimista, ma le notizie che arrivano dal fronte da questa mattina..." Il generale fece una smorfia, poi bevve ancora. La donna senza baffi sospirò, guardando ora con lo sguardo la linea dell'orizzonte e le torbide acque che bagnavano la laguna sulla quale si affacciava la metropoli di Venere. Se si sforzava, poteva scorgere la linea della costa e le altre città che si affacciavano sul mar Adriatico. Nonostante il cielo plumbeo e lo "sporco" del mare, era un bel panorama. "Se anche oggi suoneranno le sirene antiaeree, penso che sarà per l'ultima volta" disse la donna, finendo di bere dal proprio bicchiere, per poi lanciarlo al suolo. Il generale con i baffi annuì, osservando i frammenti di cristallo sul suolo. La parigrado aveva appena rotto un calice da un centinaio di dollari almeno. Sorrise, finì di bere anche lui e poi, quasi fosse stato un rituale, lanciò anch'esso il proprio bicchiere contro il muro, spaccandolo in tanti piccoli pezzi luccicanti. "L'uso delle intelligenze artificiali è stato troppo, abbiamo infranto le ultime speranze di una pace in quel momento" commentò l'uomo, avvicinandosi al mobiletto e prendendo in mano tutta la bottiglia di superalcolico. Poi si mise a bere il liquore "a canna", senza preoccuparsi di prendere un altro calice. La donna scosse il capo: "No, no..." e sorrise amara. Prese anche lei un altra bottiglia di liquore dal mobile e cominciò a bere, mentre da fuori dalla finestra si udiva il rumore di un'esplosione: forse una bomba dei dissidenti, o forse un camion che era stato fatto esplodere dalla polizia con un cannone termico. "Ci siamo condannati a morte quando abbiamo deciso di impadronirci con la forza delle miniere di uranio cinesi" continuò la donna senza baffi, mentre noncurante l'alcool le colava dalla bocca sulla divisa dell'esercito, fatta a mano e su misura per lei. "Può darsi" rispose dopo qualche minuto il parigrado: aveva appena finito la bottiglia di liquore con la radice dentro, e ora appariva visibilmente frastornato. Poi si lanciò la bottiglia alla spalle, facendola fracassare su un quadro appeso dal valore di qualche migliaio di dollari. "Ricordi la profezia di Al Azif?" disse il generale, prendendo un'altra bottiglia di liquore e rovesciandone metà su un pregiato tappeto, nel maldestro tentativo di aprirla. La parigrado senza baffi, che stava continuando a bere con estrema sciatteria dalla propria bottiglia, si asciugò la bocca con la manica della divisa, sporcandone i bottoni in oro: "Quel santone di Damasco che predisse la fine del mondo quando abbiamo invaso la Siria? Come dimenticarlo, si fece ardere vivo. La Giovanna d'Arco siriana" "Proprio lui, aveva ragione no?" disse il generale, ridendo. "Sì, stiamo per fare la sua stessa fine" e anche la donna scoppiò a ridere. E mentre i due generali ridevano e rompevano con sciatteria e disprezzo i preziosi arredi della sala, il suono delle sirene antiaeree inizio a echeggiare per le vie della città, fin sulla sommità dei grattacieli e delle sedi del potere... ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- L'articolo di oggi si collega a uno precedente, che si ambienta cronologicamente nello stesso momento: (L'immagine di copertina è una delle tante rappresentazioni di Neo Tokyo presenti nel manga di Akira) Grazie per la lettura! -
supporti di gioco Carbon 2185, esiste un quickstart in italiano?
Le Fantome ha risposto alla discussione di Le Fantome in Discussioni GdR Generiche
Comunque, dopo aver letto alcune recensioni del regolamento ho capito che non è un gioco che incontra i miei gusti. Se qualche moderatore volesse cancellare questa discussione, per me non sarebbe un problema :'D -
supporti di gioco Carbon 2185, esiste un quickstart in italiano?
Le Fantome ha risposto alla discussione di Le Fantome in Discussioni GdR Generiche
Ciao! Io non ho fatto richiesta di nessun materiale pirata, né Lopolipo mi ha inviato niente, quindi non hai motivo di allarmarti. -
supporti di gioco Carbon 2185, esiste un quickstart in italiano?
Le Fantome ha inviato una discussione in Discussioni GdR Generiche
Ciao! Il titolo dice tutto: sapete per caso se esiste un quickstart in italiano di Carbon 2185? Nel caso, sapreste anche indicarmi dove si potrebbe scaricare? -
Estratto di una sessione di Radiogenesi (sistema casalingo)
Le Fantome ha inviato una inserzione nel blog in Colchide 2877 - Ambientazione homebrew
AVVISO: questo articolo del blog di Radiogenesi è molto sui generis, in quanto si tratta di alcuni estratti di una sessione di Radiogenesi che ho svolto con alcuni amici. Non è stata fatta da parte mia nessuna rielaborazione del testo per rendere la lettura più gradevole e scorrevole. Questa sera si è svolta sessione di Radiogenesi, come di consueto da qualche tempo a questa parte. Radiogenesi è un gioco che si presta bene a un'esperienza calma e riflessiva, oserei dire quasi contemplativa. Non mancano i momenti di concitante azione, ma sono piuttosto sporadici rispetto ai normali gdr fantasy. Comunque, senza ulteriori preamboli, volevo trascrivere qui su DL alcuni momenti della sessione di questa sera. Io e le persone con cui gioco abbiamo l'abitudine, infatti, di scrivere i dialoghi e le descrizioni anche se parliamo costantemente a voce durante le sessioni. Bizzarro, ne convengo. ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- [...] DM — Ieri alle 19:19 "Allora sono altre 108 monete grigie, per un totale di... di..." l'uomo si grattò la testa, afferrando nuovamente al volo il pallottoliere: "... di 418 monete grigie!" disse. Optimus — Ieri alle 19:21 "Iulius, andresti a prendere per favore quel giocattolo che avevi trovato?" bisbigliò Optimus "Se siamo disposti a venderlo, potrebbe essere il momento buono" Iulius — Ieri alle 19:21 L'emissario esegui con aria annoiata Optimus — Ieri alle 19:23 "Ecco qua: un giocattolo prebellico con parti mobili. Vi può interessare, come parte del pagamento?" chiese Optimus (valeva 34 mo) DM — Ieri alle 19:24 L'uomo prese con sé l'oggetto e lo guardò con attenzione: era ammalorato, ma con un po' di olio di gomito si sarebbe potuto restaurare: "Dove lo avete trovato?" chiese distrattamente, mentre esaminava il giocattolo. Dice Maiden BOT — Ieri alle 19:25 DM Request: [1d2] Roll: [2] Result: 2 Reason: Ronald Reagan è disposto ad accettare il reperto prebellico come parte della transazione? 2 = Sì. Iulius — Ieri alle 19:25 "Tra le rovine, ovviamente" suggerì Iulius dal suo angolino. DM — Ieri alle 19:26 "Ovviamente" disse l'uomo. Sorrise: "ho una bambina speciale a cui farà molto piacere come regalo" si lasciò sfuggire. Iulius — Ieri alle 19:28 "Oh cielo -cinguettò Iulius- chissà come si annoia, qui in questa baraonda... come fate a starle dietro e a mandare avanti la baracca?" DM — Ieri alle 19:29 L'uomo guardò l'emissario: "Non ho molta voglia di confidarmi con un membro della chiesa di Azorai, sinceramente... non avete fatto nulla per proteggerci dai cani di Ferro" replicò l'uomo a stelle e strisce, con un tono sarcastico ma con una punta di veleno. Iulius — Ieri alle 19:33 "Ahimè, i cani di ferro ci tenevano per le palle, se così si può dire... meglio armati e contro i criminali, come si fa a trovare anche solo un pretesto per dar loro contro?" Optimus — Ieri alle 19:33 "Comunque noi siamo vittime dei cani di Ferro quanto voi" intervenne Optimus "Qualunque cosa facessimo prima" Dice Maiden BOT — Ieri alle 19:34 Optimus Request: [1d20+4] Roll: [17] Result: 21 Reason: prova di Carisma (confidenza +0) Dice Maiden BOT — Ieri alle 19:34 Iulius Request: [1d20+6] Roll: [16] Result: 22 Optimus — Ieri alle 19:34 (in realtà è 20, avevo confidenza -1 e avevo scordato) DM — Ieri alle 19:36 In un primo momento, Ronald sembrò particolarmente irritato dalle parole dell'emissario. Tuttavia, le parole di Optimus riuscirono a calmarlo, e alla fine si limitò a scrollare le spalle. (Iulius supera la prova e ottiene +2 exp., Optimus supera la prova e ottiene +1,5 exp.) (La confidenza di Ronald non subisce variazioni) [...] ---------------------------------------------- [...] DM — Ieri alle 19:44 Ronald Reagan prese con sé quanto consegnatoli dal soldato di Encelado e tese la mano a Optimus: "Suggelliamo il nostro baratto" disse allegro. Optimus — Ieri alle 19:44 Optimus ricambiò la stretta. DM — Ieri alle 19:45 (La confidenza di Ronald nei confronti di Optimus sale di +1, tornando neutra (+0)) Poi Ronald pensò a quanto gli aveva chiesto: "Non mi sovvengono altri mercanti in questo momento, anche se penso che ci siano altre persone che potrebbero barattare con voi i loro averi. Comunque vi è un filtro dell'acqua che alcuni viaggiatori generosi hanno messo a disposizione dei viandanti più poveri, brava gente, troppo nobile per questa feccia" rispose, sorridendo. Optimus non capì se considerasse anche se stesso come tale. Optimus — Ieri alle 19:47 "E' un sollievo saperlo" commentò DM — Ieri alle 19:48 Poi si girò verso Iulius: "Vengo da un paese a sud di Teti, bel posto, avevamo i giardini sui tetti e coltivavamo grano e pomodori. Tu hai mai mangiato una pizza?" Iulius — Ieri alle 19:49 "Uhm... non mi sovviene al momento, ma forse qualcosa con della roba rossastra sopra devo averla mangiata, probabile..." DM — Ieri alle 19:50 "Secondo me la pizza è il piatto più buono del mondo" rispose Reagan: "Non ha caso l'hanno inventata in quella che fu la più grande potenza del mondo, gli Stati Uniti!" e si indicò la bandiera a stelle e strisce che aveva dipinto sulla tuta che indossava. Iulius — Ieri alle 19:52 "Ah... si, ma infatti, sempre detto. La più grande. E che mi dici delle armi? Se non sbaglio erano famosi anche per quello, no?" DM — Ieri alle 19:54 "Oh sì, tre quarti delle armi che potete trovare tra la spazzatura degli antichi vengono dagli USA" e il biondo mercante sorrise: "...comunque, se mi sai dire che arma vorresti, posso controllare se ho qualche rimasuglio bellico in magazzino". Iulius — Ieri alle 19:56 Iulius sfoggiò un sorriso a trentadue denti. "Ma che bella idea! Sono sempre stato un grande fan delle armi da fuoco! Certo, manco molto di pratica, quella roba é diventata maledettamente rara" Dice Maiden BOT — Ieri alle 19:58 DM Request: [1d6] Roll: [6] Result: 6 Reason: Ha con sé delle armi da fuoco arcaiche? 6 = Sì. Dice Maiden BOT — Ieri alle 19:58 DM Request: [5d2] Roll: [2, 1, 1, 1, 1] Result: 6 Reason: 2 = ha con sè quel tipo di arma. DM — Ieri alle 19:59 Ronald tirò fuori da una scatola una vecchia pepaiola: era ammalorata, ma ancora funzionante. "Questa è una pistola rudimentale, di quelle che richiedono di inserire la polvere affinché spari. E fa male" disse. (Un esempio di pepaiola) Immagine Dice Maiden BOT — Ieri alle 20:03 DM Request: [2d20] Roll: [6, 4] Result: 10 Reason: Di che materiale è fatta? DM — Ieri alle 20:03 (La pepaiola ha la struttura in ghisa e di qualità intrinseca normale) Optimus — Ieri alle 20:04 "Avete anche polvere e munizioni?" chiese Optimus. Dice Maiden BOT — Ieri alle 20:05 DM Request: [1d4] Roll: [3] Result: 3 Reason: Ha con sé anche dei pallettoni? 4 = Sì. DM — Ieri alle 20:06 Ronald scosse il capo: "Purtroppo, le munizioni sono rare, se volete iniziare a sparare dovreste ponderare l'idea di forgiarvele da voi" disse. Nonostante il tono, era serio. Optimus — Ieri alle 20:06 "Voi siete capace di forgiarle?" chiese Optimus DM — Ieri alle 20:08 "Temo di no" disse Ronald, facendo spallucce. Optimus — Ieri alle 20:08 "E non conoscete nessuno che ne sia capace nell'accampamento?" DM — Ieri alle 20:10 "Siete avido di informazioni Optimus" commentò il mercante: "comunque, siete fortunato! Pare ci sia un tipo bisbetico con alcuni accoliti che è fabbro di armi, armature e proiettili! Ma è un tipo taciturno e litigioso, e i suoi compagni... beh, sono individui decisamente inquietanti" rispose il biondo mercante. [...] ---------------------------------------------- [...] Ronald annuì: riprese con sé la pistola in ghisa e la rimise al sicuro in una delle casse dove teneva la merce. Iulius — Ieri alle 20:17 "E dei tirapugni che mi dici?" Fece di nuovo capolino alle spalle di Optimus "sai, quei così rudimentali con cui si combatte a mani nude..." DM — Ieri alle 20:18 "Delle cazzottiere intendi? Ora controllo se ho qualcosa" rispose l'uomo a stelle e strisce. Dice Maiden BOT — Ieri alle 20:18 DM Request: [1d3] Roll: [3] Result: 3 Reason: Ha con sé un tirapugni? 3 = Sì. Dice Maiden BOT — Ieri alle 20:19 DM Request: [2d20] Roll: [15, 8] Result: 23 Reason: Di che materiale è fatto? DM — Ieri alle 20:21 Ronald prese da uno scrigno un tirapugni di un materiale chiaro dal riflesso roseo: "Questo è un piccolo gioiello a modo suo, una cazzottiera in titanio, ottima per rompere i denti a qualcuno in un bello scontro all'irlandese" Iulius — Ieri alle 20:23 "Ma che carino, quanto costa? Sia chiaro, per il momento non abbiamo granché, ma magari di qui a che ripartiamo torneremo a fare spese" DM — Ieri alle 20:25 "Beh, le cazzottiere non valgono molto, ma il titanio di cui è fatto vale non poco..." l'uomo a stelle e strisce ci pensò un po' su: "Direi a naso 505,5 monete grigie" Optimus — Ieri alle 20:27 "Bene. Ecco tre belle dosi di laudano" disse Optimus "Aggiungete qualcosa dalla vostra parte per fare conto pari, e chiudiamo l'affare. Direi altro adesivo e altra fibra sintetica, finché si può" (3 x laudano farebbe 540 mg) (altri 2 di adesivo + 1 altra fibra sintetica + il tirapugni fanno 505,5 + 36 + 21 = 562) (aggiungiamo noi 1 carbone e 1 vetroresina andando a 567, vorremmo 5 mg di resto) DM — Ieri alle 20:36 Ronald era stato dietro i calcoli di Optimus: non ci capiva molto ma, pallottoliere alla mano, gli sembrava la cifra corretta. Mise mano al portafoglio e tirò fuori cinque monete grigie, piccoli dischetti fatti da un misto di cobalto, zinco e argento. Optimus — Ieri alle 20:36 Optimus scambiò la merce e si intascò il resto. (aggiornato il carro, aggiunte le 5 monete all'inventario di Optimus, l'arma verrà invece aggiunta all'inventario di Ork) Iulius — Ieri alle 20:39 Iulius usci con un sospiro dalla tenda. Quanto odiava i calcoli... Optimus — Ieri alle 20:39 (3 x gomma e 4 x rame grezzo trasferiti dall'inventario di Ork al carro) Iulius — Ieri alle 20:44 "Ta-daaan" fece garrulo salendo sul carro e sventolando il tirapugni nuovo di zecca. [...] ---------------------------------------------- [...] DM — Ieri alle 23:06 "Capisco" mormorò Ork, prendendo mentalmente nota di quanto gli era stato detto. "Stando sul carro ho notato che alcuni marchiati stanno accumulando dei doni da dare agli shura. Sperano di ingraziarseli e di convincerli ad aprire i cancelli del bastione" raccontò il monaco. Iulius — Ieri alle 23:07 '''e dici che funzionerà?'' DM — Ieri alle 23:08 "Non credo. Non penso neppure spetti agli shura messi qui di guardia prendere queste decisioni, avranno già ricevuto disposizioni ben preciso dal prefetto locale" meditò il monaco. Optimus — Ieri alle 23:08 "Potremmo andare a far cambiare idea a quei marchiati, e a convincerli che quei doni sono meglio utilizzati per difendersi" propose Optimus. Iulius — Ieri alle 23:09 ''Oppure potremmo applicare il vecchio adagio che 'il predatore non caccia quando non è affamato'? '' Optimus — Ieri alle 23:09 "Usarli come esca e distrazione per passare inosservati noi, piccolo gruppetto?" Iulius — Ieri alle 23:09 ''una cosa del genere, si'' Optimus — Ieri alle 23:10 "Sei spietato, camerata Iulius" Iulius — Ieri alle 23:11 Iulius rispose facendo la linguaccia. ''Da che pulpito, guarda che quel bel ricamo sul petto ce l'hai anche tu'' Optimus — Ieri alle 23:11 Optimus si strinse nelle spalle. "Bene, proponi tu la prossima mossa" Iulius — Ieri alle 23:12 ''Andiamo a convincerli che quei doni sarebbe meglio usarli per difendersi... dopo che avremo cercato, nell'ordine, un pozzo, un tizio che rivenda kit di riparazione e il gruppo di Nora..?'' Optimus — Ieri alle 23:13 "Nell'ordine, quindi si comincia dal pozzo. O meglio, da quella sorta di filtro 'pubblico' per l'acqua di cui ci hanno parlato. Chiediamo informazioni sulla sua ubicazione" Iulius — Ieri alle 23:15 Iulius guardò Optimus con aria pensosa. ''Invita a cena il tizio biondo'' buttò lì con nonchalance Optimus — Ieri alle 23:15 "Ahahah, manca un bel po' alla cena" rise Optimus "E poi, con i soldi che ha fatto, toccherebbe a lui offrire, semmai" Si guardò intorno in cerca del primo passante che non sembrasse troppo minaccioso, per fermarlo Iulius — Ieri alle 23:17 ''Mica dobbiamo dargli niente, era per stare in compagnia'' DM — Ieri alle 23:18 Un uomo si voltò verso il soldato, guardandolo interrogativo: vestiva di stracci e aveva un turbante. Sembrava un povero diavolo, e non appariva eccessivamente minaccioso. Optimus — Ieri alle 23:18 "Salve" disse Optimus, avvicinandosi, con un sorriso amichevole Iulius — Ieri alle 23:19 Iulius battè una pacca sulla spalla di Ork, ''quanto ci scommetti che se andrà urlando?'' DM — Ieri alle 23:19 "Salve a voi, maresciallo. Di quale esercito fate parte?" chiese l'uomo, con una riverenza dovuta forse a un leggero timore. Immagine DM — Ieri alle 23:20 Ork sorrise divertito dalla battuta del commilitone. Optimus — Ieri alle 23:21 "Vengo da Encelado, non sono in servizio" si affrettò a dire Optimus "Volevo solo qualche informazione. Mi hanno detto che esiste una stazione di filtraggio a disposizione dei poveri raminghi, in questo accampamento. Me la sapresti indicare?" DM — Ieri alle 23:22 "Da Encelado dite? Ho un cugino da quelle parti, per un po' mi ha ospitato prima che... beh, sapete no? Prima che arrivassero i cani di Ferro..." mormorò l'uomo, con sguardo mesto. "Comunque, c'è un certo Juza che ha messo un filtro industriale a disposizione di chiunque ne abbia bisogno, è molto nobile. Lo trovate in quella direzione, in quello splendido carro" e il beduino indicò un carro lontano, decisamente più pulito di quelli degli altri viandanti. Optimus — Ieri alle 23:24 "La stessa sventura ha colpito numerose persone. Ma questo significa che possiamo unire le forze per rovesciarla!" affermò il soldato fiducioso "Io sono Optimus. Come ti chiami?" DM — Ieri alle 23:25 "Sono Damiano di Telesto, molto lieto" rispose l'uomo, rincuorato dalle parole del soldato. (Optimus ottiene +1 di confidenza nei confronti di Damiano) [...] ---------------------------------------------- [...] DM — Ieri alle 23:37 [Sono circa le 3:40 P.M.] Iulius — Ieri alle 23:38 Iulius fece per uscire ma, all'ultimo, fece segno a Reagan che sarebbe comunque stata una questione molto veloce. Dice Maiden BOT — Ieri alle 23:39 Iulius Request: [1d20+6] Roll: [13] Result: 19 DM — Ieri alle 23:40 Reagan parve un attimo indeciso sul da farsi, poi fece cenno al cliente (con cui stava animatamente contrattando per dei metalli) e si avvicinò all'emissario. (Iulius supera la prova e ottiene +1,5 exp.) "Eccomi, cosa vuoi dirmi?" domandò l'uomo, sudato. La trattativa lo stava sfiancando, ma continuava a sorridere. Iulius — Ieri alle 23:42 ''Sai, io e quell'altro siamo appena arrivati e non conosciamo nessuno, qui... perciò pensavo, non è che ti andrebbe di unirti a noi, per cena? Due carri, un solo fuoco. E poi puoi sempre scambiare pettegolezzi interessanti'' disse nel modo più conciso e diretto possibile. DM — Ieri alle 23:44 Reagan inarcò un sopracciglio. Certo non si aspettava di essere invitato a mangiare con altre persone. "Non saprei..." commentò l'uomo: "Neanch'io sono solo, ho... un'altra persona di cui prendermi cura, dovrebbe venire anche lei..." disse, meditabondo. Immagine Iulius — Ieri alle 23:45 ''non c'è problema, se è una sola'' disse Iulius stringendosi nelle spalle ''una più una meno..'' Dice Maiden BOT — Ieri alle 23:46 Iulius Request: [1d20+6] Roll: [13] Result: 19 DM — Ieri alle 23:46 Reagan parve lì lì per accettare, ma all'ultimo sembrò cambiare idea. "Non penso sarebbe una buona idea uscire dalla nostra tenda di notte..." disse, con un tono di voce più basso del consueto. (Iulius ha fallito la prova) Iulius — Ieri alle 23:50 Iulius lo guardò soppesando bene le parole. ''Non è divertente stare con qualcuno che non vuoi si faccia del male, eh? Oh beh, se cambi idea sappi che offriamo anche una discreta protezione. E poi potresti avere un piccolo omaggio, chi lo sa. Il mio amico sarebbe contento di alleggerire un po' il carro'' concluse facendo l'occhiolino. DM — Ieri alle 23:51 "Protezione? Cosa intendi? Ti riferisci a quella della chiesa di Azorai?" domandò l'uomo, facendosi serio. Iulius — Ieri alle 23:53 ''Ah, se quella valesse ancora qualcosa non sarei qua a cercare di capire come impiegare le mie giornate. No, direi più il tipo di protezione che possono offrire due uomini adulti in grado di combattere'' DM — Ieri alle 23:54 Reagan sembrò prendere in seria considerazione quelle parole. Guardò Iulius, come se stesse tentando di capire se gli stesse mentendo. Dice Maiden BOT — Ieri alle 23:55 Iulius Request: [1d20+9] Roll: [15] Result: 24 DM — Ieri alle 23:55 (Iulius ottiene un mod. di circostanza di +3 per la prossima prova di carisma) Alla fine, Reagan parve convincersi. "E va bene. Voglio avere ancora fede in un emissario di Azorai, un ultima volta." guardò Iulius serio: "Non deludeteci ancora, vi prego" (Iulius supera la prova e ottiene +2 exp.) Immagine Iulius — Ieri alle 23:57 ''Ottimo! Allora ci vediamo stasera... qua,immagino, visto che non vuoi lasciare la tenda. A dopo'' e uscì salutando con la mano. DM — Ieri alle 23:58 Reagan salutò a sua volta, per poi rientrare, mentre sul volto gli si dipingeva il consueto sorriso accomodante. (Reagan sviluppa +1 confidenza nei confronti di Iulius) (Iulius e Optimus ottengono +8 exp. per la sessione) ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Vorrei ovviamente ringraziare i giocatori della sessione di questa sera, più tutti quelli che da quasi un anno ormai mi stanno accompagnando con questo gioco eccessivamente complesso e macchinoso che sto creando :'D E grazie anche al paziente lettore che dovesse esser arrivato fin qui! -
La fede degli ultimi, pillole di Radiogenesi (sistema casalingo)
Le Fantome ha inviato una inserzione nel blog in Colchide 2877 - Ambientazione homebrew
Alcune anime sembrano nascere solo per vivere esistenze di dolore e sofferenza. Almeno, è quello di cui sono convinti molti dei sopravvissuti della zona contaminata, e come biasimarli? Di fronte agli schiavi, tristi omuncoli privi di qualsiasi dignità, la tentazione di credere che vi sia chi è destinato a soffrire può apparire irresistibile. Fu proprio in uno dei sudici tuguri dove spesso dimoravano gli schiavi che avvenne un evento che divenne materia di leggenda. Erano in dodici, quattro uomini e otto donne. Sopravvivevano peggio delle bestie, nudi, emaciati e legati a polsi e caviglie con delle catene di ferro nero. Gli uomini, ogni giorno, erano costretti a trasportare enormi massi per una grande opera di cui non sapevano né lo scopo né il senso. Fino a poche settimane prima erano il doppio, ma altri quattro di loro erano morti di fatica, schiacciati dalle stesse pietre che trasportavano quotidianamente sotto il sole impietoso del deserto di Europa. Le donne invece, povere anime disgraziate, servivano a compiacere i desideri carnali e perversi dei loro spietati aguzzini. Prima erano una dozzina, ma quattro di loro erano state uccise per il semplice sollazzo dei loro negrieri. Vivevano una costante agonia. Di questi dodici schiavi, uno di loro aveva ancora un barlume di speranza: ogni giorno, quando tornava dai lavori forzati e si accasciava al suolo privo di forze, faceva appello a tutta la propria volontà e trovava il modo di mettersi in ginocchio, a pregare. Pregava il signore della Luce, Azorai il liberatore di schiavi: una divinità il cui culto, originario della depressione Saturnia, si era diffuso nel deserto di Europa nell'ultimo quarto di secolo. Gli altri schiavi non avevano fede, ma non gliene faccio un torto: nessuno potrebbe ancora credere in un Dio salvatore e benigno dopo un'esistenza fatta di soprusi e privazioni. Forse alcuni di questi schiavi erano perfino arrivati ad agognare la morte come forma ultima di libertà, ma non avevano ancora trovato la risolutezza mentale con cui sovrastare l'istinto di autoconservazione. Eppure quello schiavo in particolare, di cui ignoro il nome, non aveva perduto la fede: egli era davvero convinto che lord Azorai sarebbe infine giunto in quel tugurio oscuro e nauseabondo, avrebbe spezzato le loro catene e li avrebbe guidati verso la luce di un avvenire felice. Un giorno, uno dei negrieri, vedendo lo schiavo pregare, decise di picchiarlo: tanto era squallida l'esistenza dell'aguzzino, che vedere quello schiavo compiere un rito religioso gli aveva provocato odio e invidia. Come faceva quell'essere miserabile a trovare conforto nella fede, si chiedeva? Gli altri schiavi si rintanarono nell'anfratto più buio che riuscirono a trovare, terrorizzati. Alcune donne iniziarono a piangere, tremando. L'aguzzino sorpassò tutti loro, tenendo in mano un bastone ferrato. Arrivò dinnanzi lo schiavo in preghiera e gli sputò addosso, per richiamare la sua attenzione. Lo schiavo lo ignorò, continuando a pregare: ripeteva dei mantra in lingua arcaica, quella che si diceva essere la lingua del lord della luce. "Cane, come osi ignorare il tuo padrone?", mormorò a denti stretti il negriero, e lo colpì violentemente al volto con il bastone. Gli altri schiavi distolsero lo sguardo, mentre il volto del loro compagno veniva deturpato dal bastone del negriero. Tuttavia, seppur riverso a terra con il volto grondante di sangue, lo schiavo non smise di tenere le mani incrociate: la sua fede era più forte del dolore fisico, e continuò a pregare e a recitare il mantra. Il negriero grugnì, come un animale feroce: "Cane maledetto... se continui così, un giorno perderò il controllo e ti ammazzerò...". Poi si voltò, pulendo la punta ferrata del bastone dal sangue dello schiavo. All'improvviso, da fuori il tugurio, si sentirono delle grida. L'aguzzino alzò lo sguardo, verso la porta: gli era parso di sentire le urla dei suoi commilitoni. Ci furono altre grida, unite a rumori di tonfi e schianti: qualcosa stava mettendo a soqquadro l'edificio, si sentivano chiaramente rumori di mobilia fatta a pezzi, porte scardinate e perfino rumore di ossa spezzate. Gli schiavi non capivano, e ancor meno il negriero, che indietreggiò lentamente alzando il bastone. "Cosa... cosa sta succedendo?", mormorò, quasi stesse domandando la cosa ai suoi stessi prigionieri. Lo schiavo devoto si rimise in ginocchio, tremando: il dolore al volto stava diventando insopportabile, tuttavia avrebbe finito le sue preghiere, come ogni giorno. Nel mentre, i rumori fuori dalla porta diventavano sempre più intense, e le grida sempre più strazianti. Il negriero nel tugurio deglutì, indietreggiando ancora: il suo volto iniziò a grondare sudore. Qualsiasi cosa si stesse facendo strada nell'edificio, era una furia della natura contro cui i guerrieri di quello stabile non avevano speranze. Poi, la porta si spalancò: una figura statuaria emerse in controluce, nera come il carbone, con il corpo avvolto in un mantello rosso e il volto coperto da un cappuccio del medesimo colore. "C-chi s-sei...?!", balbettò il negriero, alzando tremante il bastone. Non ebbe risposta e, in un battito di ciglia, venne scaraventato contro il muro da un pugno così forte da fargli sfondare la parete contro cui era impattato. L'urto fu così devastante che svenne sul colpo, perdendo sangue dal ventre. Non aveva avuto neanche la possibilità di alzare le braccia per difendersi. Gli schiavi avevano gli occhi sbarrati, e tanto era stato sconvolgente quel colpo che anche lo schiavo in preghiera aveva interrotto il suo mantra, osservando meravigliato e rapito il feroce aggressore del suo aguzzino. Poi la misteriosa figura si avvicinò agli schiavi, facendo loro cenno di non avere paura: prese le loro catene di ferro nero e, con la semplice forza delle mani, le spezzò. "Siete liberi, adesso. Nessuno vi farà più del male in questa bolgia infernale", disse il liberatore. Gli uomini e le donne erano sconvolti, e non dissero nulla: dovevano ancora razionalizzare cos'era appena accaduto. Solo l'uomo che fino poco prima era in preghiera si avvicinò barcollando al suo liberatore e tirò il mantello rosso di cui era cinto: "...tu, sei davvero Azorai, il signore della Luce?", mormorò, incredulo. "...No" rispose la figura in penombra. Si abbassò il cappuccio del mantello e rivelò il volto di una giovane donna dall'espressione truce: "...sono Clio di Ganimede" (Clio di Ganimede, bozzetto del sottoscritto :D) Un grazie immenso a Licet_insanire per avere originariamente creato il PG di Clio e averlo ruolato non bene, di più! E grazie anche per avermi revisionato il testo di questo articolo! Grazie da entrambi per la lettura! -
Frammenti di Radiogenesi (sistema casalingo)
Le Fantome commented on Le Fantome's inserzione blog in Colchide 2877 - Ambientazione homebrew
Grazie! 😄 La cosa interessante è che neanche i personaggi hanno modo di scoprire una cronostoria precisa degli eventi che hanno portato alla guerra atomica e alla Terrà che verrà. Comprensibilmente, la catastrofe nucleare ha come creato una sorta di "amnesia" storica per cui ci sono circa due secoli di storia umana le cui informazioni a riguardo sono frammentarie, mistificate e talvolta contradditorie. Tieni anche presente che, nel tempo attuale in cui si svolgono le campagne di Radiogenesi, nessuna delle persone con cui i personaggi hanno (o avranno) modo di interloquire ha visto davvero la catastrofe nucleare: sono passate diverse generazioni umane, anche se non saprei dirti di preciso quante. Ma chi crede nel mito di Thule confida che almeno lì, nella sublime città di marmo tra i ghiacci polari, si possa ricostruire la storia e il sapere dell'uomo che fu 🙃 Questa però è sicuramente la mia preferita. 😂 Questa è una delle tante frasi di Kápou Pouthená (lett. "Da qualche parte, in nessun luogo"), soprannominata Apò. Si tratta di una persona bizzarra e un po' filosofa, che diventerà consigliera e compagna di viaggio di Clio, la dittatrice di Ganimede. Quando pubblicai questa sua frase, misi a corredo questa immagine, che mi colpì per la potenza visiva: Purtroppo non ricordo il nome dell'artista, ma è di nazionalità russa, e questo traspare da molte sue illustrazioni. In questo caso raffigura quello che credo sia un generale della Federazione Russa in preghiera (o in supplica?) di una misteriosa entità celata dalla pioggia... -
Frammenti di Radiogenesi (sistema casalingo)
Le Fantome ha inviato una inserzione nel blog in Colchide 2877 - Ambientazione homebrew
Il seguente articolo sono brevi paragrafi che ho pubblicato sui gruppi Telegram e WhatsApp di Radiogenesi. Ognuno di essi è un tassello della tradizione di Radiogenesi e della Terrà che verrà quando le ceneri della prima ricaduta si saranno depositate al suolo. Il 'potere della volontà' è una straordinaria capacità delle menti più risolute. Chiamato attraverso le varie epoche 'Maat', 'Thumos' o 'Spirito Santo', dopo la catastrofe nucleare ha preso il nome di 'Ambizione'. Teoricamente presente in ogni individuo dotato di raziocinio, solo pochissime persone riescono ad avere una tempra mentale tale da manifestare l'Ambizione a livello "fisico". Le capacità dell'Ambizione sono molteplici, ma, sostanzialmente, sembrerebbe essere in grado di donare una qualche forma di preveggenza dell'immediato futuro, permettere al corpo di resistere a ferite apparentemente letali o dare la facoltà di intimorite le volontà più deboli con la sola propria presenza. Ambizioni particolarmente potenti sembra siano perfino in grado di deformare l'ambiente circostante, rompendo il legno e piegando l'acciaio. Chi padroneggia questa facoltà della mente sembra anche essere in grado di riconoscere il potere della volontà in altri individui. E' bene precisare che allo stadio attuale delle conoscenze diffuse, nessuno sa dire con esattezza cosa sia questo 'potere della volontà', ma si riesce solo a descriverne gli effetti. Non è chiaro come mai gli antichi, all'alba della guerra atomica, abbiano costruito i mastodontici golem di ferro. Forse erano solo armi dalla grottesca forma umana, oppure erano servitori solerti e silenti impiegati nell'edilizia, alla stregua di giganteschi operai, chi può dirlo. Fatto sta che i resti di alcuni di questi golem possono essere riesumati in svariati luoghi e, alcuni di loro, ancora camminano errando (apparentemente) senza meta. Non sono ostili, e ripetono frasi strane, contro nemici lontani nel tempo e nello spazio che, ormai, non esistono più. Il deserto di Europa... innumerevoli sono i pellegrini che intraprendono un viaggio della santa speranza attraverso le sue roventi lande sabbiose. Sono tutti aditati come pazzi, adoratori di una voce che solo loro possono udire. Gli abitanti di Ganimede, la comunità più vicina alla città-cadavere di Venere, la chiamano la voce di Dio. E' un lamento costante, essi dicono che è Dio "che piange e si dispera, costernato per come l'umanità ha trasformato la Terra, da paradiso cosmico, a inferno rovente di morte. Mastodontico e apparentemente invincibile, Azazel, il primo Rashō della regione di Titano, si è ammantato nel corso degli anni di un velo di leggenda. Di lui si dice che sia nato in una bolgia infernale sotto terra, e che sia poi risalito dagli inferi per schiavizzare i poveri uomini della superficie con lo scopo di punirli dei peccati dei loro progenitori, rei di aver infuocato la Terra per poi avvelenarla con le loro armi ancestrali. Nessuno di noto e mai riuscito a mutilarlo o anche solo a ferirlo gravemente in uno scontro diretto. Nella sua rapida scalata al potere tra gli shura ha affrontato guerrieri indomiti, ma nessuno è riuscito a sopravvivergli. Si dice che le spade si spezzino sul suo torace e che le frecce non riescano a penetrare la sua carne. Tuttavia, i pochi ad averlo visto in volto dichiarano come presenti una vistosa cicatrice sulla fronte. Non è chiaro come se la sia procurata, né chi sia stato l'avversario che è stato così vicino all'ucciderlo. "Un giorno le nubi della ricaduta si ritirarono, e il sole tornò a illuminare le macerie di ciò che era stato costruito dalla grande famiglia dell'uomo. Vi erano alcune rovine di sublime bellezza, con sopra incisi simboli arcani dal significato misterico. Chi dicesse che gli antichi non praticassero strani culti all'alba della guerra atomica, direbbe pure menzogne. Forse, poco prima della catastrofe nucleare, molti rinnegarono il sapere scientifico nel tentativo di trovare la salvezza in forme di sapere più occulte e primitive. Oppure, quelle forme di sapere ancestrale avevano un fondo di verità, visto l'esistenza di popoli ben più antichi dell'umana stirpe. Quale che fu la verità, tentare di campire la ratio dietro queste forme di culto degli antichi da alla nostra esistenza la dignità di una tragedia." cit. Apò. "Chissà se credevano in un Dio, gli uomini che decisero di inserire le chiavi e premere i bottoni. O forse fu un disperato tentativo di richiamare il Fondatore sulla Terra insieme alla sua progenie stellare, con uno straziante boato cosmico" cit. Apò. "A volte mi piace fantasticare di una falce celeste che tagli in due la Terra, in modo da poter vedere il mondo blasfemo che si cela sotto i nostri piedi in tutta la sua perturbante magnificenza" cit. Apò. "Dicono che le anime dei defunti dimorino sulla luminosa scia della Diaspora... (ciò che rimane della Luna e dei suoi anelli) personalmente non credo che l'anima sopravviva alla morte del corpo, non avrebbe senso. Eppure, malgrado la mia difficoltà nel credere a queste favole consolatorie, malgrado la mia fredda razionalità, guardando il cielo al crepuscolo, ogni tanto mi sembra di cogliere l'ombra dei compagni: essi mi guardano, silenziosi, al di là dei dilemmi e delle sofferenze di questa vita. Hanno quella bellezza immortale di certe statue di marmo, mi sento insignificante di fronte a loro. Ma è solo un'attimo, poi le nuvole nel cielo tornano tutte al loro posto." cit. Argo. Per qualche tempo venne l'inverno; la cenere e il particolato radioattivo vennero ricoperti da un fitto manto di neve, la Terra divenne candida, gelida, morta. Strane piramidi sorgono in alcune regioni della zona contaminata. Si dice fossero vascelli usati per viaggiare fino a strani palazzi celesti dalle geometrie bizzarre e stravaganti. L’Essere supremo ha molti nomi: Dio, l’Uno, l’Infinito, l’Universo, il Mondo, la Sublime Intelligenza, la Sublime Volontà Celeste, la Luce, il Padre, la Grande Ruota, Alfa e Omega, il Creatore, il Fondatore, il Tutto, la Scienza, l’Atomo, la Verità, l’Occhio, l’Essere che è sia la Chiave che la Porta, l’Essere che racchiude in sé l’illimitata curva dell’esistenza. "Le rovine tecnologiche sono posti di una sublime bellezza... viene difficile credere che furono costruite da uomini simili a noi. Eppure, non cadete nell'errore di "mitizzarli" come fanno alcuni; loro (gli antichi) non erano infusi della vera Scienza, e le bombe che lanciarono quella notte erano molto misteriose anche per loro che le avevano create" cit. Apò. (Viandante di fronte a criptiche rovine prebelliche, illustrazione proveniente dal manga di Fullmetal Alchemist) Grazie per la lettura! -
dnd "L'Ultima Era" - Guerra nell'Ultima Era
Le Fantome commented on Vackoff's inserzione blog in "L'Ultima Era" - Ambientazione Homebrew D&D
Hai fatto bene 😉 Sei stato chiaro 😁 In realtà in una società imperialista e da Belle Époque, come quella de "l'Ultima Era", trattare temi horror gotici penso risulti particolarmente coerente. Mi riferisco ovviamente al confronto tra i borghesotti di Zorastria e gli "orrori cosmici" che si annidano nel buio fra le stelle. Ti ringrazio! Se ti servisse qualche altro spunto chiedi pure ✊ -
dnd "L'Ultima Era" - Guerra nell'Ultima Era
Le Fantome commented on Vackoff's inserzione blog in "L'Ultima Era" - Ambientazione Homebrew D&D
Ciao! Complimenti per i disegni, semplici e puliti, danno un'idea chiara sia delle armi di fanteria che dei mezzi di locomozione militari! Ho trovato divertente come tu abbia sostituito il cinturone di proiettili del mitragliatore da trincea con un "rullo di pergamena" arcano che, immagino, scorra all'interno del cilindro della canna per sparare "raffiche" di incantesimi quando in funzione :'D Da questo articolo mi sembra di capire che una campagna de "l'Ultima Era" dovrebbe ruotare attorno allo scenario geopolitico: immagineresti i PG come semplici "soldati" su una scacchiera immensamente più grande di loro (e in cui sono, sostanzialmente, in balia degli eventi) oppure come generali d'armata con il controllo di innumerevoli sottoposti con i quali provare a cambiare gli equilibri del mondo? Di certo una digressione così luga sulla politica e i rapporti delle varie nazioni, sugli armamenti, gli sviluppi "tecnologici" e i rischi ad essi associati, perfino più paragrafi dedicati ai principali produttori di armi con appalti nel settore della difesa (cosa che fra l'altro mi ha piacevolmente ricordato Cyberpunk 2077 con le megacorporazioni in perenne guerra fra loro come la Arasaka o la Militech) sembrerebbe scoraggiare una campagna di tipo "tradizionale", con un manipolo di avventurieri solitari che viaggia in oscure segrete alla ricerca di tesori perduti o esegue spedizioni ad alto rischio per facoltosi committenti o poveri bisognosi. Hai già in mente un'avventura introduttiva con cui fare immergere eventuali novizi nell'atmosfera e nello spirito del mondo de "L'ultima Era"? -
Creazione di una classe di Radiogenesi (sistema casalingo)
Le Fantome commented on Le Fantome's inserzione blog in Colchide 2877 - Ambientazione homebrew
La campagna che ho in corso con due gruppi è una sorta di Odissea, non vi è un confortabile Amleto dove potersi curare le ferite della mente con i piaceri della carne :'D Ti ringrazio!! L'ambientazione di Radiogenesi è una strana amalgama di fantasy e fantascienza, con moltissime influenze: Lovecraft in primis, ma anche Asimov, Philip Dick e opere di intrattenimento come Akira, Fallout, Ken il Guerriero, Made in Abyss e molte altre. Però non è un guazzabuglio di generi "alla D&D" (non in senso dispregiativo, sia chiaro), prendo quanto mi serve con molto criterio: infatti non vi sono che sporadici riferimenti a quanto citato sopra, tutto viene adattato in modo che sia coerente con l'ambientazione e non risulti eccessivamente straniante o bizzarro. Comunque forse prima o poi pubblicherò uno sguardo più ampio sulla tradizione di Radiogenesi 😁 Tutte le afflizioni e le virtù presenti in Radiogenesi sono state create ex-novo e pensate appositamente per il sistema di gioco. Ho potuto prendere meno di quanto sperassi da DD1, ma va bene così, gdr e videogioco sono due medium molto diversi. Comunque uno dei due gruppi con cui gioco ha bisogno di un terzo giocatore, se il sistema ti incuriosisce puoi unirti alle nostre sessioni, giochiamo su Discord! Ti avverto solo che, essendo un sistema casalingo, ogni tanto capita che si verifichino delle situazioni dove il sistema stride e si rivela poco pratico: è frequente che debba rimettere mano al regolamento. Vedila come un "alpha test" :'D -
Creazione di una classe di Radiogenesi (sistema casalingo)
Le Fantome commented on Le Fantome's inserzione blog in Colchide 2877 - Ambientazione homebrew
Ciao! Innanzi tutto, ti ringrazio per il commento! Sì, Radiogenesi ha avuto alcune influenze dal buon vecchio Darkest Dungeon, sono felice che tu abbia colto il riferimento. Il sistema della follia di Radiogenesi è molto elaborato, avrei difficoltà a riassumerlo in un post del blog qui su Dragons' Lair, anche perché è radicato in modo capillare in svariati aspetti del sistema di gioco. Per sommi capi, posso dirti che ogni personaggio ha un parametro chiamato "follia", che può andare da un valore minimo di 0 a un valore massimo di 200. Analogamente a Darkest Dungeon, a 100 follia il personaggio sviluppa un'afflizione o una virtù e, a 200, a prescindere se virtuoso o afflitto, un infarto (in DD1, invece, un personaggio virtuoso non contrae un infarto a 200 follia, questa è una prima differenza che ho voluto introdurre. Ritengo che, oltre una certa soglia, anche un personaggio virtuoso non dovrebbe più sopportare gli orrori della follia). Una differenza ben più marcata in Radiogenesi rispetto a Darkest Dungeon, è che la probabilità di ottenere una virtù dipende dal punteggio di volontà di un personaggio: per essere precisi, ogni punto in volontà aumenta dell'1% la possibilità di sviluppare una virtù in luogo di un'afflizione. Non solo: in Radiogenesi la Fiamma non è come le fiaccole di DD1, non si può ravvivare con delle semplici torce imbevute di qualche carburante, ma richiede di compiere atti di particolare virtù o usare particolari abilità per essere ravvivata. La Fiamma, se abbastanza radiosa, può incrementare la probabilità e gli effetti delle virtù, permettendo a un personaggio che arriva alla soglia della pazzia di contrarre delle "virtù potenziate". Analogamente, una Fiamma debole o spenta farà sì che il personaggio abbia maggiore probabilità di contrarre un'afflizione con effetti esasperati, le cosìdette "afflizioni potenziate". Nulla di tutto ciò è presente in DD. Ancora, grazie alla Fiamma (o alla sua assenza) è possibile forgiare reliquie radiose o empie, che hanno effetti particolari legati proprio alla Fiamma. Ancora, impazzendo si può accumulare la cosìdetta "conoscenza cosmica", una sorta di sapere alieno che permette di costruire artefatti ad alta tecnologia che sembrano provenire da un altro mondo. Ovviamente, tutti i nemici di Radiogenesi hanno un'aura di follia, quindi la loro sola presenza aumenta la follia di un personaggio. Molti hanno attacchi o abilità che hanno il solo scopo di causare ulteriore follia (hai presente lo scheletro figlio di putt... brava donna con il calice, no? :'D) Inoltre, alcune condizioni, come la paura o l'orrore, esasperano ulteriormente l'accumulo di follia. Fin'ora tutti i personaggi di uno dei gruppi con cui gioco sono diventati afflitti almeno una volta; uno di loro continua a oscillare tra i 90 e 110 di follia, ma confido che a breve saprà tornare savio di mente (o troverà quiete nella morte, in ogni caso). Stiamo a vedere 😁