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Le Fantome

Circolo degli Antichi
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  1. In giochi come D&D la presenza di casualità è parte della difficoltà stessa del gioco. Spesso però si tratta di una casualità "trasparente", mi si perdoni il termine: il giocatore sa o, quantomeno, intuisce il risultato che dovrebbe fare mediante tiro di dado per riuscire nel suo proposito (colpire un nemico, manomettere un congegno, saltare un fosso, etc...) e valuta se vale la pena tentare. Nel caso, è anche incentivato a tentare di aumentare le probabilità di successo cercando attivamente soluzioni che lo aiutino a raggiungere il suo obbiettivo. Potrebbe anche rendere la probabilità di successo praticamente del 100% giocando abbastanza bene (o avendo a disposizione abbastanza tempo): aprire la serratura di uno scrigno in un minuto potrebbe richiedere un tiro di dado notevole, ma senza limiti di tempo e con molte ore a disposizione il successo è garantito. Raggiungere una finestra a diversi metri d'altezza da soli potrebbe essere un'impresa estremamente difficile, ma con altre due persone pronte a sollevarmi sulle loro spalle sarebbe qualcosa di molto più facile da raggiungere. Insomma, in D&D la casualità, spesso, non è arbitraria: è una casualità di cui il giocatore è consapevole e che deve attivamente cercare di ridurre per riuscire nei suoi propositi. Rimuovere l'elemento aleatorio da D&D è snaturarlo a mio parere.
  2. Nessuno degli attori mi sembra assomigliare alla controparte animata, ma Zoro proprio non centra niente. Avrebbero dovuto prendere un'attore dall'aria decisamente più truce, così è quasi grottesco.
  3. Che cosa è, allora, la differenza tra fantasy e fantascienza? Se nessuno me lo chiede, lo so; se dovessi spiegarlo a chi me ne chiede, non lo so.
  4. Se rimangono quasi sempre sulla nave, e la nave è fatta di legno, si potrebbe provare a darle fuoco con una qualche miscela che prenda fuoco a contatto con l'acqua. Il fuoco greco è la prima che mi viene in mente, e se anche il pirata facesse piovere non potrebbe comunque estinguere l'incendio, anzi! E se anche dovesse sopravvivere, avergli dato fuoco alla nave, al tesoro (immagino ne abbia uno, no?) e avergli ucciso qualche sottoposto sarebbe già una vendetta soddisfacente.
  5. Personalmente, quando ho gestito la mia unica campagna hexcrawl, ho usato esagoni di dimensioni molto più modeste, di circa 100 kmq, meno di un terzo di quanto consigliato in questa guida. E comunque molte aree risultavano desolate. Ritengo che esagoni di 360 kmq siano davvero eccessivi, anche se non posso vantare molta esperienza con questo tipo di campagne.
  6. Per rendere l'indagine più stimolante, a seconda di quante e quali domande i PG dovessero fare, la Succube potrebbe prendere consapevolezza che qualcuno ha iniziato a indagare su di lei (segno che l'omicido-suicidio dei due valletti non è riuscito a depistare eventuali investigatori) e quindi potrebbe iniziare a boiccotare attivamente i PG nella risoluzione del caso, una volta giunti a Strongfort.
  7. Ma cosa centrano Watchmen o Evangelion? In che modo renderebbero meno valida l'ambientazione di GP? Mi sembra quasi tu stia farneticando...
  8. Il tuo ragionamento è perfetto, ma dall'articolo traspare una marcata arbitrarietà (nonchè brutalità) dei giudici... come il duello a sorpresa: cosa mi rappresenta esattamente il giudice che tira fuori una spada, un bastone e li butta a terra, iniziando un sanguinario duello dal nulla e senza regole? Oppure, perchè più imputati dovrebbero essere inseriti in una gabbia piena di leoni? Oppure uno trasformato in pecora e un'altro in lupo? Cosa centra l'onore, in prove del genere, dove i partecipati non hanno ne' un solo avversario, ne' il proprio stesso corpo? E vogliamo parlare della possibilità per un ricco di ingagiare un guerriero di rara abilità per combattere (o soccombere) al proprio posto? In pratica una persona abbastanza facoltosa potrà quasi sempre vincere qualsiasi processo o, al massimo, trovare qualche disperato che muoia al suo posto. Mi sembra un sistema con troppe situazioni al limite dell'assurdo.
  9. L'armata napoleonica però era immensa, oltre 1.200.000 di uomini complessivamente nel 1812. Dovremmo vedere quanto erano "diluiti" questi criminali tra i militari "normali"; ovviamente 1 criminale su 100 non potrà essere eccessivamente destabilizzante per l'efficienza della truppa, 50 su 100 potrebbero facilmente portare a una rivolta nei confronti dell'ufficiale in comando.
  10. Hai portato delle buone argomentazioni; chiaramente quando parlavo di eserciti "ben organizzati" non stavo dando un valore morale alla casta militare. Riflettevo semplicemente che troppi elementi destabilizzanti, troppe "mine vaganti" di certo non sono positive per un'armata, in un discorso di mera efficienza militare. Che i soldati possano (e siano stati) brutali assassini e indubbio. Ma sono questioni complesse e, soprattutto, non credo che negli eserciti regolari fossero visti di buon grado criminali e avanzi di galera che avessero già compiuto crimini efferati tra la popolazione dello stesso stato. Saccheggi e brutalità varie erano solitamente inflitti alla popolazione invasa, non a quella degli invasori. Ma sto dicendo delle ovvietà. Che non sia favorevole ai serial killer fino a un certo punto... un avvocato di successo a Brynth, fino a prova contraria, è proprio un assassino seriale :] Mi sembrano situazioni molto diverse... a Brinth se tu fisicamente riesci a uccidere l'accusa sei innocente, a prescindere da qualsivoglia cosa tu possa aver compiuto... insomma, è tutto molto più estremo e deviato di eventuali errori della giustizia nostrana. Forse è una questione di sensibilità personale.
  11. Su questo sono perfettamente d'accordo, c'è un'ampia letteratura che dimostra ciò, perciò non posso che condividere. Anche questo è vero; ma il fatto che nella realtà siano esistiti davvero dei sistemi di giustizia ai nostri occhi "folli" o "deviati" non rende quello creato da GP meno "folle" e "deviato" :'D Questa è la parte che reputo più grave in assoluto: a cosa serve di preciso un processo, se le prove, per quanto evidenti, posso essere invalidate? Il mio è un discorso squisitamente logico, non morale: mi domando proprio il senso di imbastire un processo con tutti i crismi, se poi alla fine si riduce tutto a un massacro. Poi, ovviamente, da un punto di vista etico mi sembra aberrante; ma quello è coerente con una cittadella ultra-militarizzata, devota alla guerra e al massacro, ultima vestigia di un impero fantasy proto-nazista. Ecco, su questo invece mi sento di dissentire. Non credo che da un punto di vista sociale funzioni: così si rischia di alimentare faide senza fine, di indebolire il (già fragile) tessuto sociale, di alimentare un clima di odio nei confronti delle istituzioni. Inoltre, un brutale assassino, per quanto fisicamente prestante, non sarà mai affidabile come soldato: che garanzia può darti un individuo del genere di non tradire e assassinare i suoi stessi compagni? O anche solo di obbedire agli ordini del suo comandante? Millenni di storia della guerra insegnano che solo una ferrea organizzazione e una lucida strategia possono condurre alla vittoria, anche in condizioni di svantaggio tecnologico e numerico (entri certi limiti, ovviamente). Un esercito composto unicamente da violenti assassini credo che verrebbe facilmente distrutto da qualsiasi armata ben organizzata.
  12. Quindi, ricapitoliamo come funziona la giustizia nella ridente Brynth: 1) Il Giudice ha una sorta di potere assoluto su come condurre il processo; in teoria deve consultare una lunga serie di codici e precedenti, ma all'atto pratico può decidere dal nulla di far combattere sul momento accusa e imputato con una spada e un bastone di legno. 2) A prescindere dal crimine che uno ha commesso, il giudice può tranquillamente dargli condizioni favorevoli non solo per evitare la pena capitale, ma anche per infierire o uccidere brutalmente l'accusa. 3) Nel caso di più imputati il processo si conclude con una carneficina in una gabbia piena di leoni...! 4) Se non si riesce a dimostrare la colpevolezza dell'accusato, comunque dovrà combattere per salvaguardare la sua vita. Potrei andare avanti, ma diventerei pedante. Questo sistema penale non ha alcun senso, è semplicemente folle, non garantisce nessuna forma di giustizia sociale e non vedo in che modo possa aiutare a non far piombare Brynth nell'anarchia o nella rivolta delle gerarchie militari inferiori.
  13. Ti ringrazio per la risposta, anche se la mia domanda non partiva dal presupposto che vi fosse un qualche essere Divino o che fossimo tutti frutto di una simulazione cosmica. Era più che altro un dubbio che nasceva dal fatto che so che esistono interpretazioni della meccanica quantica che sono rigorosamente deterministiche; oltre al fatto che la fisica è comunque un insieme di metodi che abbiamo sviluppato per studiare l'Universo, non l'Universo in quanto tale (vi è quindi "uno scarto" fra i nostri modelli e la realtà, ma quanto sia marcato non è facile stabilirlo e, non essendo un fisico, non mi azzardo certo io a tracciare la linea di demarcazione). Comunque, tornando in tema col topic, ovviamente l'esistenza della magia, razionalmente parlando, produrrebbe un universo drasticamente diverso. Anche perché la magia, da un punto di vista "scientifico", può essere interpretata come un insieme di fenomeni fisici nuovi, bizzarri, che nella realtà non esistono. In soldoni, è ovvio aspettarsi che un universo con leggi fisiche diverse produca una Terra profondamente diversa con caratteristiche estremamente diverse. Quanto diverse? Penso che ognuno dovrebbe sbizzarrirsi. Però è curiosa l'onnipresenza degli essere umani :'D
  14. Questa affermazione, benché logicamente plausibile, siamo sicuri sia vera? Mi spiego: l'Universo avrebbe davvero potuto produrre una Terra diversa da quella che osserviamo oggi? Oppure ciclicamente lo stesso scenario si ripresenta infinite volte? Quello che voglio dire è: la contingenza è reale e insita nell'universo, oppure è solo emergente e frutto della nostra ignoranza sul moto delle (pressoché) infinite particelle che compongono l'Universo?
  15. Questa volta trovo che Lewis Pulsipher abbia un po' rotto con il suo paragonare D&D a un gioco militare: non lo è, e se poteva esserlo nella prima incarnazione di Gary Gyrax, sicuramente non lo è più da almeno una trentina d'anni, quindi continuare a marcare la cosa mi sembra stucchevole. Inoltre, cosa centra tirare in ballo eventi storici come le guerre mondiali o la guerra fredda per un gioco come D&D? Ho riletto l'articolo, e ancora non capisco quale dovrebbe essere il collegamento. Tento di spiegarmi meglio: 1) Tesi di Lewis: Oggi (19 Ottobre 2018) predomina lo stile di gioco da lui autodefinito "Tutto ruota attorno a me" 2) Analisi di questo stile di gioco di ruolo. 3) Vari resoconti aneddotici sul gioco di ruolo. 4) Riferimenti a (presunte) tendenze generazionali del secondo dopo guerra o della guerra fredda. 5) Chiosa finale sul modo corretto di giocare di ruolo (con ulteriore stigmatizzazione dello stile "Tutto ruota attorno a me"). Ora, a prescindere se si è d'accordo o meno con analisi dell'autore dell'articolo... ma il punto 4 è evidente sia fuori luogo all'interno della struttura, è l'unico che sconfina dall'argomento preso in esame (il gioco di ruolo) per andare a parlare di tutt'altro, di una dimensione storica, socio-culturale, che nulla a che vedere con quello che Lewis Pulsipher faceva, o vorrebbe venisse fatto, da un gruppo di giocatori in "un corridoio con dozzine di mostri umanoidi".
  16. Ti ringrazio per la precisazione. Siccome non so quasi niente in materia religiosa, volevo evitare di dover parlare a proposito di argomenti biblici. Ero conscio che avrei finito per dire qualche castroneria, e infatti... Comunque giuro che non avevo idea che addirittura un terzo degli angeli si fosse ribellato a Dio. A questo punto mi domando con che criterio Dio abbia creato le sue cerchie angeliche e come le tratti, se sono così terribilmente propense a voltargli le spalle.
  17. Certamente, al proprio tavolo ognuno può fare ciò che desidera. Però se ci limitiamo a questa considerazione allora ogni discussione può essere troncata sul nascere. Tanto, a prescindere da come decideranno di evolvere D&D, ognuno al tavolo potrà sempre fare ciò che vuole... : ]
  18. Un paio di precisazioni: 1) Lucifero non mi sembra venga più definito "angelo" dal momento della sua caduta. Quindi il suo essere definito tale era legato in modo indissolubile al suo status di servitore divino (e quindi araldo del "bene"). Ribellatosi a Dio, al "Bene", ha perso anche lo status di angelo. 2) Lucifero è, per quanto ne sappia, un unicum. Non vi sono stati altri angeli a cadere dopo di lui, il che è emblematico di quanto sia raro per un "angelo" venire meno alla sua stessa natura. 3) Rimanendo sul GdR, secondo me è importante che angeli e demoni siano visceralmente legati al proprio allineamento, come elemento caratterizzante delle rispettive razze: se avessero il libero arbitrio tipico degli esseri umani, non vedo cosa avrebbero di così diverso da altri esterni generici molto potenti.
  19. A me andava bene rimuovere gli allineamenti, io stesso ho sempre avuto difficoltà a farne uso. Ma se hanno deciso di rimetterli (e non credo qualcuno li abbia obbligati a farlo) penso che dovrebbero fare attenzione al fatto che alcune creature non hanno il libero arbitrio degli esseri umani, e quindi in questi casi un allineamento blando e sfumato secondo me ha perfino meno senso dell'allineamento "classico".
  20. Rimango dell'idea che angeli caduti e demoni redenti dovrebbero essere trattati alla stregua di "unicum" e non di qualcosa che sarebbe sempre possibile incontrare; cosa che viene suggerita da un aggettivo come "tipicamente". Non credo che "tipicamente" gli angeli dovrebbero essere di allineamento "buono" ma che gli avventurieri debbano aspettarsi anche una minoranza "malvagia", non se mi spiego. Credo che l'allineamento di creature come angeli, demoni e diavoli dovrebbe essere qualcosa di viscerale, non solo "tipico". Ma si tratta di gusto personale, me ne rendo conto. Inoltre, quando un angelo "decade" non viene più definito tale, così come l'opposto quando un demone viene "redento"; Lucifero non venne più definito angelo nel momento in cui divenne sovrano dell'inferno, quindi la definizione stessa di queste creature è (era) legata a doppio filo con il loro allineamento.
  21. Rimango confuso sul fatto che angeli e demoni possano avere un allineamento mutevole. Mi spiego meglio: se un angelo o un demone (in D&D, non in senso "biblico") possono mutare allineamento, cosa li distingue esattamente da un esterno molto potente con determinati incantesimi? Davvero vogliamo ridurre i termini "angeli" e "demoni" a mere descrizioni fisiche? Se ha le ali piumate è un "angelo", se ha le corna è un "demone", ma poi il primo può deliberatamente compiere genocidi e venerare Vecna, mentre il secondo può essere un devoto predicatore di Pelor? Andiamo, ciò che contraddistingue certe creature è proprio il loro essere fortemente allineate.
  22. Su questo sono d'accordo, tradurre "dungeon" in "prigione" se non si tratta di una prigione è proprio errato. Si tratta evidentemente di un lavoro svolto con grande superficialità.
  23. Personalmente apprezzo che tutto venga tradotto in italiano anche perché, come sottolineava Severance, nei Reami Dimenticati gli abitanti non parlano certo inglese, quindi nomi come Waterdeep o Neverwinter sono già la traduzione in lingua inglese di una qualche lingua fittizia. Avremmo dovuto tradurle in italiano già da molto tempo.
  24. Puoi ingaggiare una legione che ti assista nelle prossime avventure; con i giusti gregari puoi sopperire a qualsiasi mancanza del PG. Oppure puoi comprare una cavalcatura rara che ti permetta di volare velocemente per il continente.
  25. Credo che si possa raccontare una storia fantasy leggera nello spazio dando un poco di enfasi al viaggio spaziale, basterebbe ridurre i viaggi a poche mete essenziali invece che frammentare ogni pelliccola in tanti "microviaggi" privi di senso. Perchè altrimenti si ritorna al problema del pianeta trattato alla stregua di un paese/città, che nulla ha a che vedere con il fatto che la storia sia fantasy, ma piuttosto al fatto che gli sceneggiatori hanno una strana smania di far vedere una miriade di sistemi stellari diversi senza il minimo approfondimento.
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