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ziosalumiere

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Informazioni su ziosalumiere

  • Compleanno 16/04/1971

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    Maschio
  • Località
    Roma
  • GdR preferiti
    D&D 2/3.5, chtulhu, chtulhu now, GURPS, Amber, Toons, Star Wars, GIRSA, Vampire The Masquerade, Vampire The Dark Age, Lex Arcana, Ars Magica, Sine Requie, Mage: The Ascension,
  • Occupazione
    Impiegato
  • Interessi
    Scrittura, Musica, Letteratura (SF, Fantasy, Horror, Giallo), trekking, educazione.
  • Biografia
    Sono nato nel 1971, sono vivo, prevedo di continuare ancora per un bel po'. Dal 2012 ho un blog nel quale riverso un po' di tutto. Chi se lo legge di solito poi ci torna.

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  1. DM: Questa stanza non ha luci ed è molto diversa dalle altre. L'aria pare secca, asciutta, l'odore ricorda quello di una panetteria. Giocatore 1: tasto con la pertica se ci sono trappole. DM: tira per cercare trappole roll roll roll successo DM: non trovi trappole. Giocatore 1(ladro): entro. Giocatore 2(guerriero): entro anche io DM: sei tu che hai la lanterna? Giocatore 2: sì perché? DM: bene così Giocatore 3(mago): entro anche io Giocatore 4(chierico): metto una zeppa sotto la porta, poi entro. DM: ci sono decine di sacchi appoggiati a terra, sulla parete di fondo c'è un'altra porta Giocatore 1: esamino uno dei sacchi DM: è un normale sacco di tela, chiuso con uno spago. C'è molta polvere bianca tutto intorno. Giocatore 1: non ci sono trappole? Meccanismi nascosti tipo piatti a pressione, fili, raggi di luce... DM: tira roll... roll... roll... fallito. DM: Non trovi meccanismi di sorta, ti pare proprio un grosso sacco ben chiuso e pieno di qualcosa. Giocatore 1: merda. DM: no, guarda, sei convinto che non ci sono trappole, non puoi imprecare così. Giocatore 2: dai, apro io il sacco. Giocatore 3: no, sei pazzo? È una trappola di sicuro! Giocatore 4: esamino anche io... riconosco se la polvere ha qualcosa di speciale? DM: ti sembra della normalissima farina. Giocatore 4: SPEGNI QUELLA LANTERNA, stolto! TUTTI FUORI DI QUI, ORA! DM: uffa. --- Per chi non lo avesse capito meglio che legga questo: https://www.scrittidiscienza.it/2018/05/08/farine-esplosive/ Comunque bel post, è stato molto utile :-D PS: ovviamente il chierico non disse "stolto" quella è stata una modifica imposta dalle policy anti-turpiloquio del server.
  2. Ciao, grazie per i complimenti! A ispirare la mappa c'è un bel po' di letteratura: sicuramente c'è Glantri, dove praticamente avevo messo su casa, c'è l'Averoigne di C.A. Smith, i principi di Amber creati da Zelazny e poi tante spigolature letterarie, per esempio: Cupial, la città che vedi al confine meridionale è l'anagramma di Lupiac, la città natale di D'Artagnan inventata da Dumas. Grazie per il feedback sulla visibilità, ora so dove concentrarmi. Il software è open office, talvolta in coppia libre office, per comodità di interfaccia. Nessuno dei due mi offre l'effetto "alone" che invece ha publisher, ma forse il nuovo "scribus" che dovrebbe essere incluso in OO come fosse publisher ha quella funzionalità. L'alternativa è mettere un layer di forma opportuna tra scritta e mappa. Grazie per le idee
  3. Wow, grazie! Lo spazio vuoto che hai notato è la repubblica di Kirezia, nazione confinante a sud. C'è un'altra mappa altrettanto dettagliata, ma stavolta completa che puoi trovare qui http://wp.me/p3MqDq-NN
  4. Ciao La-Chup, ho visto... oh, che espressione, che succede? Ah, scusa. Involontariamente ho preso il tuo nome che e l'ho tradotto in Etsiqaasit, una lingua che mi son dovuto inventare quando ho iniziato a scrivere racconti fantasy. E' che avevo una popolazione che viveva su di un altopiano (Etsiqaar, prn: Ezzikar, più o meno) e mi serviva un'altra lingua che fosse diversa da quella parlata dai protagonisti: il Kireziano (che poi è la stessa lingua del lettore con qualche piccola declinazione di origine veneta). Però non avevo idea di come fare. Sembra facile inventare una lingua. Difficile è renderla con le regole giuste. Tolkien ci è riuscito e anche bene, ma Tolkien era un Filologo e un Linguista... e pure cazzuto, se mi è concesso dirlo. Io non sono Tolkien, ma nemmeno un Filologo né un Linguista... lo era la mia ex, ma aver avuto una fidanzata linguista, a parte i giochi di parole più o meno pruriginosi, non mi ha aiutato molto. Ho copiato. Chi? Kipling, Rudyard Kipling per la precisione. Come fa La-Chup a far venire in mente Kipling? Se te lo dico non ci credi. Tanti anni fa, per motivi del tutto diversi, ho ricopiato ampi brani del "Libro della Jungla", in particolare il pezzo in cui l'orso Baloo aiutava Mowgli, insieme a Kaa e a Bagheera a sfuggire dal re delle scimmie. I miei lupetti ricordano ancora cosa gli ho combinato al campo estivo. Due anni fa, nel tentativo di creare la mia lingua inventata, tento con l'enigmistica e prendo a creare anagrammi. Dapprima provo con l'italiano anagrammato, poi... provo col traduttore di Google e mi imbatto nell'Hindi, per me illegibile, ma con traduzione fonetica accanto (e grazie alla ex linguista di cui sopra so leggere bene la scrittura fonetica, niente di difficile comunque). Per sport tento di tradurre in Hindi il nome di uno dei personaggi: Orso Glabro. Bhalu Ganja (più o meno), ma col trattino sulla prima a e sulla ultima u di Bhalu e a quel punto mi si è accesa la lampadina: Baaluu. Figlio di... Immediatamente ho captio cosa aveva fatto quel simpaticone di Kipling. Aveva preso i nomi degli animali o di qualcuno che glieli ricordava e li aveva tradotti in Hindi, riportandone poi il suono con le regole fonetiche anglosassoni. E così ecco spiegato il suffisso Chup: dall'hindi "silenzioso" o "che tace", mentre il La- è il prefisso che ho derivato, con le stesse regole per indicare il "Lupo" maschio. La-Chup, Lupo Silenzioso. Nascosti nel libro che sto per pubblicare (ma niente pubblicità sul titolo, se no si fraintende lo scopo del post) ci sono poi numerosi "anagrammi" di personaggi di altri libri, mescolati ad arte e riscritti in modo da suonare analoghi ai nomi derivati dall'hindi. In più: da parte ho un file che raccoglie i dizionari con i nomi creato e l'etimo che ne spiega la genesi, che altrimenti in capo ad una settimana ho bell'e dimenticato perché una cosa si chiama così e perché... e allora ti immagini il casino per mantenere in ordine tutti i racconti? Ho (ri)creato il Nanico, l'orchesco (prendendo come base il tedesco), l'elfico (sul greco antico), il Malichienne (dal francese), il Maorni (dal latino) e numerosi eccetera che non sto a dire adesso. Però se non avessi mai copiato Kipling non mi sarei mai e poi mai ricordato di Baloo, se non avessi mai copiato Lovecraft (in inglese) non avrei mai tenuto a mente altre cosette riguardo le regole fonetiche e se non mi fossi mai copiato (sotto dettatura, per carità) "L'uso della concessione nell'italiano dal XIV al XVIII secolo" (tesi di laurea della mia ex) non avrei mai e poi mai ricordato le regole dell'alfabeto fonetico e la scritta Bhalu non avrebbe mai suggerito nient'altro che quello che leggi. Ecco, quando dicevo "copiare è utile", intendevo per l'effetto che lo studio unito ad un leggero impiego della corteccia motoria ha sulla psiche. Uhmm... si, il rischio è la perdita di SAN con caduta libera. Incerti del mestiere Sullo scrivere di getto... scrivere di getto è facilissimo. Purtroppo non lo è scrivere "bene" di getto. Su questo siamo d'accordo. Esistono tecniche che consentono di scrivere di getto in modo accettabile e poi di revisionare con calma tutto. La scrittura di getto somiglia al guidare una macchina seduto sul motore. Cioè della macchina hai il motore, le ruote e un volante. Tutto il resto devi farlo a mano. Capisci da te che se hai attorno un sedile, i pedali, il cruscotto con le spie... il parabrezza... (e quindi hai un progetto che ti dice cosa e come fare tutto) lavori meglio, ma vuoi mettere il divertimento? Quindi: si può scrivere di getto, ma si deve avere l'umiltà intellettuale di dire "ok, così è ispirazione ovvero l'1% del lavoro. Ora tocca fare il 99% che è... traspirazione". La frase non è mia, indovina da chi ho copiato stavolta Stephen King scrive bene di getto, Clive Cussler lo fa dopo che si è documentato a morte, Calvino scriveva di getto, Mary Shelley... però tutti costoro hanno o avevano alle spalle una Cultura enciclopedica che gli permetteva di farlo. Chi non la possiede... può sempre procurarsela. Il 99% di cui sopra. Vedi bene che a quel punto il rischio di cadere nei cliché si riduce, l'esercizio del rielaborare ciò che si copia evita tanto i plagi quanto i cliché o comunque permette di aggirarli durante il lavoro di editing. Che non deve mancare mai, pena il pubblicare un'opera scadente. Infine: GdR e Narrazione hanno molto in comune, cambia lo scopo. Scrivere un romanzo come se fosse una campagna per D&D equivale a pubblicare un complesso e verboso modulo per D&D, ma tenere a mente le regole per il calcolo dell'iniziativa quando si descrive un combattimento aiuta nel dettare il ritmo della narrazione. Descrivere tutto quello che i personaggi incontrano mentre si aggirano per il castello è noioso, ma avere mappe precise dell'ambientazione non solo aiuta, ma è necessario per evitare errori grossolani (tipo dare due colori diversi alla stessa tenda o mettere due disegni diversi nello stesso arazzo) e meno grossolani legati al calcolo del tempo che trascorrono i personaggi nell'esplorare un'area e che è fondamentale se nella storia c'è qualcosa che fa tic tac prima e booom dopo. Dunque, a mio avviso, il GdR è una palestra importante (ma non indispensabile) per la scrittura (anche per altri motivi che non sto qua a esporre: ci sarebbe troppo da scrivere e non ho il tempo) . Concordo con te che non si può limitare la scrittura di un libro alla conoscenza di un sistema di regole, per quanto esaustivo come RoleMaster (per dire), ma non si può escludere la connessione tra gioco di ruolo (o Teatro della Mente, come scriveva anche Luca Giuliano ne La maschera e il Volto) e scrittura creativa. Un saluto e un ringraziamento per quanto mi hai suggerito con le tue risposte: le ho apprezzate tantissimo! A.V.
  5. Buongiorno a tutti. Vengo subito al punto: a me serve disegnare mappe, ma non per le campagne di GdR sebbene qualcosa in comune c'è. Scrivo libri (per sport) con ambientazione fantasy (e c'è un motivo serissimo dietro) e alla fine in appendice ci metto tutto quel che occorre per trasformare la storia in un'avventura per il proprio sistema di gioco preferito. Al momento sono al lavoro su una storia che, quando finalmente vedrà la luce, toglierà il sonno a chiunque avrà la ventura di leggerla (o almeno darà qualche ora di divertimento). L'ambientazione prende i passi dai Principati di Glantri (Mystara, D&D 3.5) e poi l'ho sviluppata in modo autonomo. Per maggiori info c'è il mio sito (non serve comprare i libri per giocare: basta leggere e scaricare dal sito, man mano che tiro fuori idee le metto lì). Qui beccatevi i file: La prima è la mappa priva della parte "politica" con l'orografia, la seconda invece mostra strade, città e nomi dei principati. Il software utilizzato per realizzare le mappe è "Open Office Draw" (ma vanno bene anche Libre Office e MS Office Power Point, per chi lo possiede e il recente Scribus, pure Open Source e specializzato nel disegno vettoriale) corredato di tanta pazienza (ore spese a creare i glifi e poi a posizionarli sulla mappa. Sì, anche gli esagoni sullo sfondo sono glifi). Idee? Suggerimenti grafici da aggiungere? Domande? Per ogni nome indicato sulla mappa ci sono due parole (ma anche di più) messe da parte per descriverle. Il mio guaio è che non riesco a mettere nomi e montagne sulla stessa mappa. Sul mio atlante (Italia 1:100000, De Agostini) sono riportate entrambe le mappe: una con le strade e una coi rilievi. L'unica alternativa che conosco sono le cartine IGM, ma dovrei mettermi a disegnare le curve di livello... e quelle vanno bene per carte MOLTO dettagliate, tipo 1:25000, massimo 1:100.000 e stampate su fogli a2, se mi azzardo a creare una bestia del genere da visualizzare su un tablet o (peggio) su uno smartfone è... avete presente il finale di Vecna Rebirth? No? Se volete avere un'idea del livello di caos per metro quadro che si crea, anche solo da un punto di vista visivo, potreste rimediare quell'avventura (scritta per AD&D ) e leggere cosa c'è. I più vecchietti, probabilmente, nel sentir nominare Vecna prenderanno in considerazione l'idea di dare una lucidatina ai propri ferri del mestiere, senza trascurare i dadi. Bon, sto divagando: idee, suggerimenti, semplici commenti sarannpo accèttati. Vecna e sodali invece sono stati accéttati. Mettetevi in fila e rispettate... gli accenti. A.V.
  6. Ah però quanta carne al fuoco. Intanto spezzo una lancia a favore della signora Troisi: è una scrittrice molto brava, ma non nel senso che pensate voi. Quelli del mondo emerso, della ragazza-drago sono giochetti. Questo: https://www.researchgate.net/profile/Licia_Troisi è da tenere d'occhio se volete sapere cosa scrive la signora in questione. Poi potrete anche disquisire se il suo fantasy è buono oppure no. Dopodiché l'amico lupo silensiozo ci illustra come scrivere... 1) Continuamente leggere e scrivere... si, ma cosa? Leggere i lavori di altri. Se rileggi in continuazione il tuo non migliorerai di un'acca. Il cervello ha il "correttore automatico" che però è scollegato dal foglio. Anche a distanza di settimane (purtroppo) rileggi il tuo scritto e NON vedi neanche un'errore. Prendi l'apostrofo davanti a "un" nel periodo accanto. So che c'è, ma il mio cervello si rifiuta di vederlo. E' terribile. 2) Scrivere spazzatura. Falso. Scrivi ogni volta come se stessi scrivendo la Commedia, che ci penseranno i posteri a chiamar Divina. Accetta con umiltà il fatto che, probabilmente, sarà piena di refusi, errori, cavolate e alti guai che ti parea d'essere in tramvai e quindi accetta anche la tranvata di una stroncatura, se ti fornisce gli strumenti per migliorare. Tu non vedi gli errori gravi dei tuoi scritti, gli altri si. Sii grato per ogni persona che dedica il suo tempo al tuo scritto e ti segnala gli errori. 3) e magari gioca con più sistemi che ognuno ha i suoi pregi nel descrivere un personaggio. 4) Falso. E vero. Puoi anche scrivere di getto, ma prima progetta bene l'ambientazione. Un'idea, per quanto bella, resta sempre un'idea... è soltanto un'astrazione (Cit: Gaber). Come nel GdR ti dai delle regole e, per tutta la durata della scrittura, resteranno rigide come le tavole della legge. E' triste vedere una storia fantasy dove l'eroe si muove da un capo all'altro del continente e non incontra neanche un villaggio, nonostante viaggi su una strada della madonna... è quello che è accaduto al prode Durindain, in sella al suo destriero Bill. Si hai letto bene: Bill. Vuoi ancora lamentarti della Troisi? La progettazione è un approccio adatto a chi è capace. Io non ci riesco. Non riesco a progettare un romanzo. Però... so fare le ambientazioni. https://malichar.wordpress.com 5) Cliché? Se hai raccontato bene l'ambientazione e l'hai creata originale... non ci sono cliché. Sei tu a crearli. 6) Copia invece, come se non ci fosse un domani. Copia le strutture dei romanzi, smontali, analizza ogni singola parola e il suono delle stesse quando le leggi ad alta voce. Poi scrivi qualcosa di tuo. Che effetto eh? 7) Un romanzo è un romanzo, una campagna GdR pure. Oh, non voglio fare il bastian contrario, ma è facilissimo infilare i personaggi dei vostri giocatori dentro un romanzo ben scritto. Farlo dentro un romanzo scritto male è semplicemente impossibile. Per dire: è facile prendere IT e spedirci dentro il vostro party di avventurieri. Stephen King scrive daddio e tutta l'ambientazione ha un livello di dettaglio in 4d (mostra bene anche come evolve nel tempo) per cui, a conoscere bene il libro, si fa presto a ridurlo in una campagna completa di salti temporali. Una campagna GdR invece richiede un bel lavoro di adattamento e non sempre ha una storia che vende. A volte si... chi ha detto Dragonlance? Sfatiamo un mito: non è una campagna, non è mai stata "giocata e scritta", ma è stata scritta rispettando, almeno nel "crepuscolo d'autunno" come se fosse stata giocata. Anche se fin dalle prime pagine si capisce che non è così e Raist non lancia incantesimi come un maghetto di I. Dunque nel fantasy italiano chi si salva? Sicuramente Sergio Valzania. Peccato che abbia lasciato perdere la scrittura. C'era Massimo Mongai... ora non c'è più Licia Troisi, io la salverei: sicuramente non piace a tutti, ma ha uno stile tutto suo. Luca Alparone e le disavventure di Karkemish (si ride, davvero) Andrea Villa e i suoi racconti dell'Orda (quando la principessa tenta di violentare un orco... e molte altre vicende incastonate in una trama un po' scontata, ma spassosa) Shameland... che non trovo l'autore, ma è da morire dal ridere nonostante il linguaggio esplicito, l'uso brutale del turpiloquio e della violenza gratuita. Ci stanno tantissimi autori in gamba: Vincenzo Beretta, tanto per dire. Federico Memola e Luca Enoch se vi piacciono i fumetti. Il panorama è vasto, vario e ricco. Anche a scavare su Wattpad si trovano cose interessanti, a patto di saltare le prime posizioni delle classifiche, inquinate da gentaccia che usa il vote-trolling per scalarle con... madre. Si madre. E' un anagramma, chiaro? Ci sono pure io, ben nascosto in fondo alle classifiche, con i miei racconti. Come ho detto scrivere è un lavoro rognoso dal punto di vista economico e trovare soddisfazione è difficile. Pensi di saper scrivere meglio della Troisi? Prendi carta, penna... anzi, account su Wattpad e tablet che siamo nel III millennio e datti da fare. Buon divertimento A.V.
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