eccomi qui a commentare "la lunga notte del dottor Galvan"
difficilmente sparo a zero su un libro.....ma in questo caso mi trovo a doverlo fare e senza tanti giri di parole.
Pennac ho toppato in pieno, il libro non può che definirsi brutto.
-innanzi tutto è breve, troppo breve.......60pg (perché le ultime sono un'appendice non di pennac) divise in 13 capitoli (scritti con caratteri "larghi") alla fine di ognuno dei quali c'è la classica pagina bianca di separazione.....ma comunque un libro può anche essere breve e bello, era solo una considerazione in più.
-lo stile è veloce, ma incolore e privo di quelle caratterizzazioni e di quei salti di registro che mi hanno fatto innamorare della saga Malussene
-la trama è stiracchiata in un crescendo (annacquato) verso una conclusione a dir poco patetica, direi quasi una brutta copia dei racconti di Buzzati
-l'unico spunto un po' atipico (ma malamente sfruttato) che riguarda la mania dei biglietti da visita è clamorosamente "rubato" dal libro American Psycho
bocciatura su tutti i fronti e senza mezze misure perché da Pennac non mi sarei mai aspettato una caduta del genere.......
e a poco serve la nota finale del regista che porterà questo racconto in teatro.....sembra quasi una pietosa giustificazione della pochezza del libro....quasi a fare l'occhiolino al lettore dicendo <ok, il libro fa cag*re ma in teatro sarà un successo>...e forse lo sarà perché la storia si presta molto alla reppresentazione di prosa.....ma il racconto non è nato come libretto teatrale.
mah.....mi sento di non consigliarlo a nessuno.