Erik Larssen
Descrizione
Si trovava in viaggio su un bus, in America, lontano dalla sua patria. Diretto verso Malcom, aveva un buon motivo per trovarsi in terra straniera, sul suolo americano: raggiungere sua cugina Violet che non vedeva da troppo tempo. La giovane aveva intrapreso la carriera da giornalista e aveva scelto di trasferirsi in America, al contrario della sua famiglia e di Erik stesso, deciso più che mai a rimanere ancorato alle sue origini, nell'officina del padre defunto. Si distese alla meglio sul sedile, tenendo un ginocchio poggiato allo schienale del posto davanti: la sua mole gli impediva di accomodarsi al meglio tra quelle postazioni troppo strette. Sbuffò leggermente, portando due dita a massaggiarsi il mento, quindi tornò con le mani sul suo taccuino rivestito in cuoio su cui stava annotando alcune cose nella sua lingua natia. Rialzò lo sguardo cercando di intravedere nell'oscurita la strada che fuggiva rapida dal finestrino: Violet, da quanto tempo...sentiva la sua mancanza, per qualche ragione a lui sconosciuta. Ne sentiva la mancanza nella testa e nel fisico, in quel rapporto incestuoso in cui troppo spesso erano sfociati. Era sbagliato, se ne rendeva conto, ma non poteva far a meno del suo corpo e di quei suoi capelli rosso fuoco...
Mentre gli occhi azzurri del nordico erano fissi sul paesaggio fuori dal bus, il mezzo sbandò di scatto, sballottando l'uomo a destra e a sinistra. D'istinto alzò un braccio per aggrapparsi all'abitacolo, poi imprecò impulsivamente nel suo idioma. *che cavolo sta succedendo qui, dannazione!* lo stridio delle lamiere sul guard reil lo fece rabbrividire, poi il mezzo arrestò la sua folle deviazione e Erik si trovò catapultato in una situazione assurda. Si guardo intorno, non era solo. Vide alcuni suoi compagni improvvisati provare ad illuminare il luogo con le luci dei loro smartphone, invano...lui nemmeno estrasse il suo vecchio NOKIA, quello duro come un mattone...piuttosto cercò di rassicurare gli altri con il solito vocione baritono. Sto bene, siamo stati fortunati. disse. Quindi si spostò in avanti, cercando conferma sulle condizioni degli altri avventori.