Lelei La Lelena
aspetto
Sono arrivata a Magnimar da pochi giorni e già vengo convocata Amavien. Spero che ci dia già l'ordine di attaccare, non sopporto questi giorni di stasi. Noto, con un misto di disappunto e curiosità, di non essere l'unica ad essere stata convocata. Veniamo accompagnati alla fortezza della città e fatti accomodare in un appartamento che non ha affatto l'aspetto marziale che mi aspetterei, come anche l'offrire del vino... il vino annebbia la menta e rallente i riflessi: un nemico in battaglia... tranne nel caso non si voglia fare un'azione suicida. Ma non è nemmeno un salotto di alto livello degno di accogliere un arconte come la nostra ospite. Ospite stupenda e dal dolce profumo che gentilmente ci chiede di presentarci; il primo a parlare è un certo Pongor, che a quanto pare non è avvezzo nè all'ordine militare, nè agli usi nobiliare che servirebbero considerata l'origine della nostra ospite.
Quando tocca a me scatto in piedi facendo battere sonoramente i tacchi degli stivali e mettendomi sull'attenti.
Sergente Lelei La Lelena, mia graziosa Signora. Giunta fin qui da Absalom in quanto non posso restare immobile quando all'orizzonte si profile un simile cataclisma. Giungo qui per donare a lei, alla città e al futuro la mia forza, la mia lama e se occorresse il mio corpo affinchè ci possa essere la vittoria. Sia lei che chiunque combatterà al mio fianco potrà sempre contare sulla mia protezione e il mio valore. Nulla passerà! Esclamo con tono marziale quasi tutto d'un fiato. poi mi porto l'avambraccio poco sotto il petto e faccio un mezzo inchino.
E in qualità di nobile di Absalom, ed erede della famiglia Lelena, la ringrazio per la cortese ospitalità offerta e per l'onore di incontrarla, e mi perdoni il mio ardire se le chiedo se fosse possibile poter bere qualcosa privo di alcol.