La Tigre Bianca, ignorando ciò che accade attorno a lei continua con ferocia l’attacco verso la sua preda, afferra saldamente l’arma con entrambe le mani, porta all’indietro le braccia gonfiando i muscoli e caricandoli come una molla, per poi far saettare la lama verso il ventre della creatura. La ferita che si apre è notevole, la creatura barcolla e fa fatica a reggersi in piedi mentre un fiotto di sangue gli e ce dalla ferita e dalla bocca. Anche a causa di questa nuova ferita, il demone non riesce a colpire la piccola scimmia che ha innanzi.
Non distante l’altro demone continua ad infierire sul cavallo, quasi provasse un sadico piacere nel colpire una bestia ferita. Col nuovo colpo altro sangue equino macchia il terreno, rendendo sempre più difficile al cavaliere restare in sella.
Zumi cerca di approfittare della confusione dello scontro per sfruttare le apertura nella difesa del demone, ma il colpo fallisce a causa di un inatteso movimento del demone
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