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Marco NdC

Circolo degli Antichi
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  1. È possibilissimo. A dirla tutta, questa in particolare era un "Crea un’opportunità appropriata alle capacità di una classe"... non dovrei dirlo, ma tant'è. In generale, se vi suona vagamente plausibile che le vostre gesta possano starci in un heroic fantasy, non c'è bisogno di chiedere. Al limite se la cosa è troppo grossa, userò "Spiega le conseguenze o il prezzo da pagare e chiedi di nuovo" 😉 Riguardo lo Sfidare +FOR o +COS? Beh, sta a te narrare la cosa. - "Cerco di velocizzare piegando le sbarre a forza di braccia", è Sfidare +FOR. - "Cerco di velocizzare intensificando il calore, e resistendo alle ustioni", è Sfidare +COS. Etc.. Occhio a quando crei un precedente. La prossima volta che farai qualcosa di simile, probabilmente sarà sensato usare un metodo altrettanto simile.
  2. @Knefröd Ian Garell, bardo umano Gli ospiti sono appena arrivati quando porti le dita al liuto. Subito uno dei chierici ti fa un cenno, gentile ma eloquente, con il palmo. Pare che l’accoglienza del Reverendo preveda una sua liturgia da rispettare. E capisci perché: con quel silenzio un senso di sacralità pervade l’atmosfera. Luci soffuse, bisbigli appena percettibili, sguardi chini e modesti. Il cortile sembra diventare un luogo metafisico. I chierici preposti all’accoglienza hanno avuto istruzioni precise: accompagnare subito i nuovi arrivati ai rispettivi alloggi. Da una parte il Reverendo si distacca con un suo corteo, dall’altra gli eroi prendono per un’altra ala dell’Abazia, rispetto dove soggiorni con i tuoi compagni. Li segui dunque da una buona distanza, fino a giungere in un chiostro, il cui cuore è un orto botanico dalle fragranze delicate, e le cui celle tutte intorno sono ben più prestigiose dei cubicoli assegnati a voi altri. Una volta che gli ospiti si sono accomodati, hanno smorzato le luci, ed i chierici si sono congedati in buon ordine, ispirato dalla luna, riprendi la sonata dal punto in cui è stata interrotta. Solo che rendi la melodia più appropriata, più soave. Quasi una ninna nanna. Tra i versetti della tua composizione, ti piace particolarmente quello in cui si narra di un’arma leggendaria. Si dice che quest’arma, oltre ad essere bella quanto letale, sia anche una chiave verso un mondo diverso. Non sai però cosa apra esattamente. Ciò che sai è che attualmente è nella mani del giovane ed aitante Baelnor. Così il tuo omaggio alle loro gesta volge al termine, sfumando e restituendo la scena al frinire dei grilli. Non molto dopo però, la luce di uno degli alloggi si riaccende. Qualcuno ha apprezzato, ed è uscito per venire a complimentarsi.
  3. Marco NdC

    Tutorialing DW

    Beh, in realtà il mondo di gioco, quindi anche il com'è fatta la casa, sta al GM. Se mi avessi chiesto nel post precedente, quando hai sbirciato dalla finestra, se c'erano uscite secondarie... la mia risposta sarebbe diventata fiction. Potevo dire: "dalla tua posizione non riesci a determinarlo con esattezza." Quindi lasciando una possibilità per Piano d'Azione. oppure: "Sì ce n'è una in bella vista" oppure: "No, mi dispiace" In genere si lasciano degli spazi bianchi per dare al giocatore, come dici tu, una certa "regia". Ma ripeto, la tua regia sul mondo di gioco è sempre soggetta al mio fiat. Se per me non è funzionale per la storia, la tua regia NON diventa fiction. Altro discorso è se sfrutti una mossa. In questo caso Piano d'Azione: "C’è sempre un candelabro, una fune, una finestra, un carro, una mandria di bestiame facilmente impressionabile o altre circostanze pericolose di questo tipo a portata di mano in qualsiasi situazione in cui ti possano tornare utili e siano minimamente plausibili." Come GM devo rispettare la regola (data dalla mossa, dalla fiction, etc.). Quindi hai deciso che c'è un'uscita secondaria? Beh... Allora c'è un'uscita secondaria 😉 L'importante è che si capisca. In genere lo spoiler fuga ogni dubbio. Nel manifesto (link in firma) propongo uno stile più letterario. «parlato» 'pensato' Ma, ripeto, finché ci si capisce, puoi scrivere come ti trovi meglio.
  4. @Yinglong Huojin Meltmind, immolator salamander Non disperdere, ma canalizzare le proprie energie... Continuano a riecheggiare gli insegnamenti dell’anziano Capo Chtiran. Non scappare o temporeggiare, ma combattere e agire, a volte anche di impulso... questo è il temperamento focoso che contraddistingue la tua razza. E ne vai orgoglioso. Intravedi nello sguardo di Deva una certa assenza... alternarsi ad una certa urgenza. Certo, lei è “particolare”, ma questa notte è quasi irriconoscibile. O forse sei tu a non saperla riconoscere? Se fosse uno di quei ricordi che hai sacrificato per alimentare il tuo fuoco? Cerchi di mettere fine a tutte queste domande... di sicuro sta accadendo qualcosa che non riesci a spiegarti. Questo posto non ti piace. Il freddo che senti non è propriamente fisico. Sembra quasi toccarti l’anima con gocce lente e maligne. Senti che, in un certo senso, ti sta prendendo... Devi fare qualcosa. Dai un’occhiata oltre la grata. Non scorgi nulla. È completamente buio. Eppure avverti che c’è qualcosa... Cosa fai?
  5. @Iria Deva, sciamana umana La bruma lattiginosa del Mondo Intermedio, si addensa in spire sempre più contorte, fino a prendere sembianze simili a volti amorfi e sofferenti. Non ti è chiaro se sia dovuto a delle impregnazioni psichiche, chissà per quali atrocità compiute in quel luogo, o se sia una manifestazione dell’insofferenza della bambina. Il mondo che collega il materiale allo spirituale, ti parla con il suo linguaggio enigmatico, ma gettandoti in uno stato alterato che a lungo andare ti spossa, ti prosciuga. E l’arrivo di Huojin non sembra giovare. Perché non si fida di te? Avrai i tuoi buoni motivi... Non potrebbe aiutarti con quella grata e basta? Delle voci sussurrano passando da un orecchio all’altro: “Lui non è sincero... te l’avevamo detto di stare in guardia da lui... te l’avevamo detto... te l’avevamo detto...” Cerchi di scacciarle... c’è una precedenza... ah, sì, la grata. Forse, unendo le forze, potreste far leva su quelle sbarre con la tua lancia. Probabilmente si spezzerebbe. Ma hai altra scelta? «Dove sei?», riecheggia la voce della bimba dal cunicolo, mandandoti nuove vibrazioni. Solo adesso riconosci in lei i tratti di quello che si definisce “spirito rancoroso”. Estremamente riconoscente con chi allevia le sue pene, ma altrettanto vendicativo con chi tradisce la sua “amicizia”. «...Vuoi abbandonarmi anche tu?», inizia a montare la sua collera. Se intendi fare qualcosa, è meglio farla in fretta. Cosa fai?
  6. Marco NdC

    Tutorialing DW

    @Plettro non torno sulla prima giocata (in cui ho spostato il successo del tuo tiro, all'azione "lanciarmi in una corsa silenziosa verso la casa"). Ma se vuoi, chiedi lumi. Sul piano "didattico", la seconda mi sembra più interessante. Premetto che non mi è chiaro se intendevi usare questa o quella mossa, poiché nessun trigger/innesco è stato chiaramente attivato. Al limite dimmelo in spoiler e, nel dubbio, tira i dadi. La tua intenzione sembrava: entro dentro, mi faccio riconoscere e ce la svignamo per "un'uscita di sicurezza" (o almeno sbolognavi mamma e figlio). Il punto è che nella tua giocata lasci tutto alla mia discrezione. Il che è lecito, intendiamoci, ma forse non è quello che volevi. Dunque a mia discrezione è stata la reazione dei PNG, a mia discrezione è se c'erano altre vie d'uscita (mondo di gioco), etc.. Per cui ho valutato che i due, già tesi per la situazione, prendessero una bella strizza quando sei sbucato alle spalle con una capriola. L'info che ti può tornare utile è: come avresti potuto spingere la fiction nella direzione di cui sopra? Riscrivo la tua giocata: ""State lontani dalla porta!" Salto immediatamente all'interno della camera e, dopo una capriola acrobatica, mi rivolgo ai due sfoderando la spade e continuando a controllare la porta" Ok fin qui... ""Come spero sappiate, io sono... "La Maschera"! Dico per poi mostrare il mio volto coperto, sperando che mi riconoscano come "l'essere immortale" delle leggende che io incarno." Sfidare il Pericolo +CAR (che non mi riconoscano, e che dunque non si calmino e siano collaborativi). "Poi estraggo la spada e mi frappongo tra il letto e la porta "Ci sono altre uscite? Non abbiamo tanto tempo!"" Diventa: "Poi estraggo la spada e mi frappongo tra il letto e la porta. "Da quella parte! Non abbiamo tanto tempo". Spingo in tutta fretta i due in un'uscita secondaria" Piano d'Azione: La circostanza pericolosa a portata di mano è l'uscita secondaria in cui spingere i due in tutta fretta. Sfidare il Pericolo +DES +1 (bonus per il Piano d'Azione, in quanto umano) Mettendo che i due ti abbiano riconosciuto, e che dunque non oppongono resistenza... sennò è Sfidare +FOR... ma dipende anche da come vuoi/puoi narrare la cosa. Per eventuali chiarimenti, chiedi pure.
  7. @Plettro Clauden, spadaccino umano Quando balzi nella camera, la donna dà un urlo. I suoi nervi già tesi non erano pronti alla tua entrata in scena così... d’effetto. A giudicare dalla sua faccia, nemmeno capisce cosa le hai detto. Tutto avviene velocemente. La porta si spalanca con uno schianto, rivelando il tuo acerrimo nemico: la Malabestia... oltre due metri di muscoli, zanne e artigli. Forse il suo istinto le direbbe di saltarti alla gola, ma la tua spada puntata sembra un buon deterrente. Così la donna e suo figlio, stringendosi, hanno il tempo di arretrare spalle al muro, mettendosi da parte. Almeno lei smette di urlare istericamente, seppur il sangue tra le fauci del mostro indichino la cattiva sorte di suo marito... La Malabestia vuole comunque te, ed è molto furba. Scatta e si blocca più volte per coglierti in fallo, e sa che non potrai resistere in eterno...
  8. Khalya, paladina di Yvet Lorne La scoperta delle tre pietre mi infonde nuova adrenalina. Descrivono nel petto del gigante i vertici di un triangolo esoterico e orrendamente incastonato. Ma come raggiungerle? Il mostro giace su un letto di fiamme, e di certo non starà a guardare che gliele strappi via. I soldati sono passati alle spade, ed il mostro smanaccia per scacciarli come nugoli di vespe moleste. Stanno fungendo da ottimo diversivo, ma non basta. Alzo la spada ed urlo a tutti loro: «Non lo ucciderete così!» Mi rendo conto di scavalcare gli ordini di un loro superiore, per cui mi appello ad un’autorità ancora superiore. «Per la gloria degli dei, fate come vi dico! Bloccatelo! Infilzategli le dita sulla banchina», ordino senza ombra di esitazione, mimando un affondo verticale e discendente con l’arma. Forse avranno visto come ho affrontato il primo golem, e che è stata una manovra vincente. Il mostro fa piombare la sua enorme appendice su un drappello di soldati. Il colpo è terrificante ma lento, e quegli uomini sono troppo esperti per farsi sorprendere. Lo schivano lasciandolo schiantare sul legno. «Adesso!», urlo. Un attimo dopo la “mano” del golem assomiglia ad un grosso, informe e disgustoso portaspilli. Per maggior sicurezza i soldati premono a peso morto sulle else, per opporsi alla sua liberazione. L’operazione si ripete anche dall’altro lato, dove i loro colleghi istigano trafiggendo come tante spine. Non c’è tempo da perdere, recupero la coperta dal mio zaino. Ieri notte mi protesse dal gelo. Adesso lo farà dalle fiamme. La bagno nel fiume e la indosso coprendomi dalla testa in giù. In aggiunta al fatto di essere io stessa già completamente zuppa, dovrebbe darmi il tempo per operare. Salgo usando come scalini i rottami attaccati sulle gambe del gigante. Quella parte è ancora in acqua, ed è libere dalle fiamme. Tenendomi bassa, mi dirigo risoluta verso il suo petto. Le fiamme lambiscono la coperta facendola fumare. Stringo i denti. Vedo le gemme pulsare. «Sta’ buono, farò presto...» La spada affonda e scarnifica. La prima scivola nella mia bisaccia. ‘Questa volta non mi scapperete!’ L’urlo rabbioso del mostro riecheggia in tutta Castelfranco, mentre procedo con le altre due...
  9. Marco NdC

    Tutorialing DW

    @Yinglong (ma anche @Tutti. L'idea è di prendere un post particolare come spunto, per fare una trattazione più generale) Premettendo che la tua giocata è valida, approfitto per “un paio” di considerazioni basiche sulle mosse, per poi toccare la questione dell’arbitrarietà della narrazione. Sennò può sembrare che le mosse a volte funzionino, altre volte no, con frustrazioni annesse e connesse. 1) Una mossa... fa quello che dice la mossa. 2) Tutte le mosse in cui si tira un dado, rispettano un range di risultati universale: +10 (successo pieno), 7-9 (successo parziale), 6- (mossa dura del GM). Nella tua giocata hai fatto 7-9 con la mossa Zuko Style: "When you bend a flame to your will, roll+WIS. On a 10+ it does as you command, taking the shape and movement you desire for as long as it has fuel on which to burn. On a 7-9 the effect is short-lived, lasting only a moment" ed hai usato la breve fiammata per distrarre un PNG. Messa così, sembra che puoi distrarre ogni volta un PNG a tua scelta, facendo (almeno) 7 con Zuko Style. Basta una qualche fiamma nei dintorni... Beh... No. Come vedi il 7-9 di Zuko Style non menziona né un effetto di distrazione, né altri usi "creativi", seppur plausibili, di una breve fiammata. Secondo, un 7-9 resta un successo parziale. Significa che: fai la cosa che volevi ma... pagando un prezzo. Mentre nella tua narrazione ottieni esattamente ciò che volevi: distrarre quello specifico PNG. In questo caso la tua giocata è efficace... per motivi più arbitrari. Ossia, per come l'hai messa, non trovavo come rendere un successo parziale. Tipo “lo distrai ma...”. Mi veniva un successo o un fallimento pieno. E non mi veniva nemmeno qualcosa che non facesse apparire il tuo PG come uno... sciocco. Come GM devo essere fan dei PG. È un principio dettato dalle regole. Devo volere che i miei beniamini facciano cose fiche per la storia. Immaginare Huojin inventarsi quel piano, manifestare il suo potere (per la prima volta), per poi farsi comunque vedere mentre scappava... mi sembrava un pessimo biglietto da visita... quasi di “metterlo in ridicolo”. Ma soprattutto non mi dispiaceva la direzione che stavi dando alla storia... Ho approfittato della sua fuga per metterlo in contatto con Deva. Correva senza meta (come se avesse un Bullette alle spalle), no? Metteranno (Huojin e Ian) il naso nella questione del fantasma? Oppure lasceranno Deva alle sue stranezze, e si interesseranno all’arrivo dei nuovi ospiti? Oppure faranno tutt’altro? Beh, lo scopriremo. Con tutto questo sproloquio voglio sottolineare che la tua non è una cattiva pratica. Anzi è più soddisfacente spingere gli altri (giocatori o GM) sulla propria linea narrativa, convincendoli, anziché imporla regole alla mano 😉 Sì, perché fin qui siamo nel campo delle decisione arbitrarie. Un altro GM avrebbe potuto trovare soluzioni diverse, o sbocchi più interessanti per lui. I PNG reagiscono a sua discrezione (se una regola non impone diversamente), e quello in particolare poteva non abboccare (o farlo parzialmente/con un prezzo da pagare, stando al 7-9). L’importante è che tu sappia che il gioco ti permette ANCHE di imporla la tua narrazione. Ricordi il passaggio "Una mossa... fa quello che dice la mossa"? Beh, questo è ciò che accade ordinariamente. Tutto ciò che va oltre quanto dice la mossa (distrarre un PNG in questo caso), rientra in una casistica gestita da Sfidare il Pericolo: "Sfidare il pericolo si usa anche quando fai un’altra mossa nonostante un pericolo non previsto da quella mossa." [Mosse; Sfidare il Pericolo] Come funziona? Descrivi il pericolo e tiri i dadi. In questo caso, poiché hai narrato un piano ben congegnato (aspetto che passa nel suo campo visivo, etc.), sarebbe stato Sfidare il Pericolo +INT, in cui il pericolo era che il piano non funzionasse... o quello che preferisci. Decidi tu la posta in base alla fiction. Una volta tirato un 10+, non c'è arbitrarietà del GM che tenga. Quel pericolo è scongiurato. Punto. E probabilmente sarà scongiurato anche con un 7-9, secondo cosa il GM propone: un esito inferiore, un prezzo da pagare, o una scelta difficile. Attenzione a quel PROPONE. Una volta ascoltata la proposta, il giocatore può decidere di non accettarla e subire il pericolo che ha sfidato. Questa è un’opzione di cui ci si dimentica... me è comunque un’opzione.
  10. @Plettro Clauden, spadaccino umano La grondaia è abbastanza solida per arrampicarsi senza troppe difficoltà. Una volta sopra, resti appeso al davanzale mentre sbirci dalla finestra. Scorgi, seduta sul letto matrimoniale, una donna dai capelli ramati che sembra dondolare nervosamente il figlioletto, stringendolo a sé. «Quanto ci mette papà per tontrollare?», chiede quest'ultimo. «Si dice "controllare"... Non preoccuparti, tornerà presto», risponde lei mantenendo un tono convincente. Gli occhi di entrambi sono fissi sulla porta. Quando finalmente questa si schiude, lentamente e con un sinistro cigolio... «Caro, sei tu?», si affretta a chiedere lei... ma il suo tono non è più così convincente. Cosa fai?
  11. @Knefröd Ian Garell, bardo umano Buona questa: una fiammata "anomala" in una Luce del Mondo. Ma non c’è tempo da perdere: l'andare dietro ad Huojin potrebbe costarti l'incontro a caldo con il Reverendo e i cosiddetti "eroi dei Tre Boccali" (anche se nel mentre sembra si siano aggiunti degli altri). Saranno stanchi per il viaggio, oltre che acciaccati per le loro disavventure. Presumibilmente fileranno subito nei loro alloggi. Certo, potresti sempre incontrarli domattina, ma considerata l'enormità della faccenda, ogni minuto è prezioso. Al pozzo Huojin sembra molto pensieroso. Come spesso accade d'altronde. Dopo il vostro primo incontro, risalente a circa un mese fa, hai sempre rispettato il suo lato enigmatico. Ti affascina. Non che Deva sia da meno. Tu e Huojin la vedete mentre vi incamminate verso il cortile, dove i chierici, come da etichetta, stanno organizzando una parata simile ad un comitato di benvenuto. Ma a differenza di Huojin, che ha conosciuto la sciamana solo di recente, tu sei abbastanza abituato alle sue escursioni notturne. Soprattutto in luoghi che, a quell'ora, mettono i brividi ai più... Ed è un brivido che vi sorprende in quel momento. Huojin ne è incuriosito. Si ferma per un po' per capire cosa sta accadendo. Ti avvii senza forzare la sua decisione. D’altronde, volendo, lui sa come raggiungere te, e tu come raggiungere lui. Cosa fai?
  12. @Yinglong Huojin Meltmind, immolator salamander Non è facile comprendere una razza così diversa. Forse nemmeno ti interesserebbe farlo, se non avessi affidato la tua missione alle sue profezie. I pensieri si susseguono rapidamente, come il tuo correre via senza meta. E se ti stessi ingannando? Se queste profezie fossero elucubrazioni su divinità che nemmeno esistono? E se... e se... Cosa direbbe l'anziano Capo Chtiran? Il fuoco che hai dentro non va disperso in mille direzioni, ma canalizzato e usato per raggiungere direttamente il tuo scopo. Ti fermi quando arrivi al pozzo, un luogo ben appartato. Finalmente solo, osservi le stelle. Prima riflesse nello specchio d’acqua, poi, alzando lo sguardo, sparpagliate nell’immensità del cielo. Ormai quell'abisso ti è diventato familiare. Rifletti ancora. A volte non è facile nemmeno comprendere sé stessi. Placare il fuoco che hai dentro, per capire il fuoco di chi ti sfida con lo sguardo. Non è questo che ti hanno insegnato fin dalla più tenera età? L'arrivo di Ian determina che, almeno per ora, è finito il tempo delle domande. Forse è tempo di avere anche qualche risposta, ed in questo gli ospiti appena giunti avrebbero un ruolo fondamentale. Nel ritornare passate per un ampio spiazzo baciato dalla luna. Deva se ne sta lì, fissando il vuoto. È strana, inquietante... Inizia a parlare, ma non capisci con chi. Segue con la testa qualcosa, ma non capisci cosa. D'un tratto si avvicina al gigantesco muro di cinta. Sembra esaminarlo come in cerca di un qualche passaggio. E forse lo trova. Il luccichio che restituisce alla luna lo fa sembrare umido e metallico. Dunque, da una parte c’è Ian che ti aspetta per andare al cortile, dove sono appena arrivati quegli ospiti. Dall’altra c’è Deva. Anche lei adesso fissa il suo sguardo nel tuo... Cosa fai?
  13. Il tuo post è in arrivo 😉 Non c'è nulla da correggere, anche se vorrei toccare alcuni temi sul thread di tutorialing. Nel precedente PbF non c'era il "giro di post". La cosa mi sembrava più affine all'esperienza di gioco attorno al tavolo. Il rovescio della medaglia però era che i giocatori che non avevano tempo per postare più spesso, venivano "sopraffatti" dagli altri. Per ora proviamo con il giro di post. Per eventuali comunicazioni intermedie, possiamo usare questo thread. Poi si vedrà.
  14. Marco NdC

    Tutorialing DW

    Beh... pensavo di aver già aperto questo thread. Come da oggetto, si tratteranno questioni regolistiche a 360°, non necessariamente solo ad appannaggio dei nuovi arrivati. Dubbi riguardo al manuale? Dubbi su qualche giocata nel PbF? Vuoi esercitarti un po' sia nei panni del giocatore, sia come GM, su questo o quell'aspetto del gioco? Allora sei nel posto giusto 🙂 Comunque rimando sempre ai forum di Reddit. Probabilmente avranno già una risposta al dubbio in questione.
  15. @Iria Deva, sciamana umana Lo sguardo della bambina esprime incredula gratitudine per le tue attenzioni, ma sai che per un'anima inquieta tutto è oppresso dalla sofferenza. Anche la speranza. Il deluderla causerebbe un dolore dalle conseguenze imprevedibili. «Zanya dì grazie!», fa alla bambola fissandola in un lungo silenzio. «È molto bella… ma non è mia. È di mia sorella», ti risponde mentre un’ombra le attraversa il viso, e forse anche tutto quel posto. «Le è caduta quando è scappata... Mi ha lasciata... Non so dov’è... Puoi portargliela tu? Ti prego! Le dici che mi dispiace, che mi manca, e che se torna faccio la brava... non la faccio più arrabbiare.» Supponi che, come spesso accade ai fantasmi, non abbia piena consapevolezza di essere morta. Di sicuro indossa vestiti di un'altra epoca. Da quanto sarà bloccata qui? L’illusorietà del tempo… Ti accorgi che la campana si è acquietata da un bel po’, eppure è ancora notte fonda. Evidentemente non salutava una nuova alba. Forse richiamava i chierici a raccolta. Il motivo lo ignori. «Sono stanca. Vieni con me, ti prego», ti dice avviandosi verso le lapidi. Stranamente non si sofferma su una di essa, ma prosegue attraversando il muro di cinta poco più dietro. Molto strano. Di certo è legata a questo luogo. Non può lasciare l'Abazia. Fortunatamente la luna è piena. Avvicinandoti sei in grado scorgere, nell'esatto punto in cui è entrata la bambina, un mezzo oblò seminterrato che dà su un cunicolo. È celato dalle erbacce. Forse era destinato allo scolo delle acque, ma adesso è semi-ostruito da terra e detriti. Volendo ci si potrebbe infilare strisciandoci, se non fosse per la grata che lo chiude. Per quanto vecchia e arrugginita, fa ancora il suo dovere. Da lontano il vento ti porta il vociare dei chierici, presumibilmente mobilitati dalla campana. Chissà cosa sta accadendo. Aldilà del muro invece ti aspetta la bambina. Cosa fare? Guardandoti attorno non vedi nulla di utile, ma ti accorgi che non sei più sola... In disparte nell’ombra riconosci un tuo compagno di viaggio. Non sai da quanto è lì, ma avrà assistito alla scena, e forse si starà facendo qualche domanda. Cosa fai?
  16. Non è un grosso problema. Basta menzionare un uso alternativo di Arte Arcana. Ad ogni modo si deve rendere il liuto comunque utile. Se il flauto fa tutto quello che fa il liuto, più qualcosa... beh userai sempre il flauto 😉 Un'altra cosa. L'effetto deve rispecchiare un bonus che hai personalmente contro il bersaglio. Se il bersaglio è terrorizzato e basta, tutti dovrebbero avere un bonus contro di lui. Tipo: Flauto dell'Anima Quando esegui un assolo con il Flauto dell'Anima, se tiri per Arte Arcana, determina casualmente il suo effetto con 1d4. Alternativamente, instilla in un bersaglio un'emozione che prova per te. Tira +CAR: * 10+ Prendi +1 continuato contro quel bersaglio, finché resti su una sola gamba. * 7-9 Come 10+, ma il +1 è solo sul prossimo tiro.
  17. Il "problema" è questo: Il trigger "Quando esegui un assolo suonando su una sola gamba" si può accavallare con quello di Arte Arcana "Quando infondi un semplice incantesimo in un'esibizione della tua arte" Il concept è quello di instillare un'emozione in un nemico, giusto?
  18. No problem 😉 @Tutti Comunque appena ho tempo, apro un thread di tutorialing per far sentire i nuovi arrivati più a proprio agio con le giocate. Rimando sempre ad una lettura generale del regolamento, e al limite di chiedere in caso di dubbi/perplessità.
  19. Khalya, paladina di Yvet Lorne Il tonfo del gigante fa tremare nuovamente l'intero quartiere. Mi chiedo quanto reggerà la barchetta sulla quale mi aggrappo, probabilmente sostenuta dalla sola bolla d'aria che ha intrappolato capovolgendosi. Fortunatamente c'è Will che ha preso in mano le redini. Lo sciabordio delle onde copre le sue parole, ma non così tanto da privarmi della sua voce di comando. Pensaci tu druido... Da qui, ferita, stanca, infreddolita, appesantita dall'acqua e senza la mia arma, non posso far nulla se non pregare. 'Madre, sei stata sempre buona con me. Perdonami se non ho corrisposto alle tue aspettative. Le forze mi vengono meno, e la tentazione di lasciarmi andare, di giungere alla tua casa, si fa sempre più forte...' Ma una certezza si fa strada in me, dandomi nuova linfa: Yvet Lorne non ha mai abbandonato il campo di battaglia. Chiudo gli occhi e sospiro. Non lo farò nemmeno io. Vedo schiumare le acque intorno a me. Il popolo del Fiume Sacro è di nuovo a raccolta, ma si è già fidato una volta di me ed ha trovato la morte. Quella schiuma di corpi guizzanti, non è lì per sostenere la barca, ma per rovesciarla ed avere la sua vendetta... il Caos li ha ormai avvelenati e corrotti. Il mio urlo tuona. «Non oserete servire il nemico!» Una nuvola di gabbiani si raduna tutta intorno, vorticando in miriadi di colpi d'ala. «Portatemi voi a riva... ma prima vi lascio banchettare con i traditori sguazzanti in superficie.» I gabbiani si fiondano sulle prede accalcate e in bella vista, sollevando schizzi furibondi, e rendendo quella schiuma da bianca a rossa, fino a disperderla del tutto. Una volta sazi, poggiatisi a centinaia sulla barca, agitano le ali per imprimerle la direzione agognata. Appena posso toccare il fondo, mi precipito verso la mia spada. La raccolgo. Ma credo che non serva smembrare il golem. Devo assolutamente trovare il suo punto debole. Non sono certa del mio ragionamento, ma se al capanno del primo golem c'era una gemma del Caos a dargli forza, mi chiedo dove siano quelle degli altri capannoni, e se siano quelle a dare forza al fratellone maggiore. 'Di nuovo, Madre, mi affido ai tuoi occhi benevoli.'
  20. Avrei dovuto specificarlo. Il tuo equipaggiamento iniziale ti spetta di diritto. Potresti perderlo se lo usi, come conseguenza di una mossa (es. 7-9 di Sfidare il Pericolo), o di una mossa dura. Ma non è accaduto niente di ciò. Cosa ti sei lasciato dietro? Boh... un paio di salsicce fumanti, vettovaglie varie, una coperta stesa a terra... etc.. Non è importante. L'accento era sulla frenesia della scena. Se poi vuoi narrare "Nooo! Ho dimenticato la mia arma!" è una tua scelta... un po' come quando scegli di aumentare il livello di difficoltà di un gioco 😄 Entrambe le cose. Tecnicamente è una mossa morbida. Se nella tua giocata non ci sarà qualcosa che la prende in considerazione, accadrà qualcosa che confermi quel pessimo presentimento. Mossa morbida = un pugno sta per colpirti. Mossa dura = un pugno ti ha colpito.
  21. Il tiradadi ufficiale è quello di Lapo. http://lapo.it/rpg/dadi.php? Dovrei aver scritto info a riguardo sul link che ho in firma: manifesto PbF. Ci sono anche altre istruzioni/raccomandazioni generiche. Teoricamente dovresti interromperti quando i dadi prevedono un mio intervento. Ma puoi continuare in modo che suoni plausibile e fico per la storia. Può darsi che la cosa mi piaccia e la lasci così come l'hai scritta... Però aspettati anche che possa modificare il tuo mex 😉
  22. Di notte la struttura ha qualche "luce di cortesia". Non è buio pesto, ma le zone d'ombra e penombra si sprecano. I chierici stanno comunque recuperando le alabarde d'ordinanza, che sono provviste di una lanterna caratteristica e pendente dal falcetto (vedi immagine). Tra non molto si porteranno all'ingresso per accogliere i nuovi arrivati. In generale sentiti libero di immaginare la scena come preferisci. Se la cosa è plausibile e non in contrasto con quanto già stabilito (fiction), hai carta bianca.
  23. @Yinglong Huojin Meltmind, immolator salamander C’è né voluto per abituarsi ai cicli di sole e luna. Giravi e rigiravi nel tuo giaciglio e, quando un sogno sembrava finalmente riportarti alla tua sospirata patria, un insolente scampanellio ti strappa via, riaccendendo il fuoco che è in te. Di istinto cerchi il medaglione. Stringerlo tra le dita ti calma, ti aiuta a riordinare degli accadimenti così incredibili, che a volte tu stesso stenti a crederci. Come ci sei finito all’Abazia? Massaggi le tempie con i palmi. Ricordi bene quando arrivasti in superficie. Il vuoto in alto ti metteva le vertigini, e il guardarti attorno non ti dava alcun indizio. Da dove iniziare? La tua era una ricerca disperata. Dopo un penoso vagare e l’averle provate un po’ tutte, ti accodasti a due chierici in viaggio. Non erano dei fulmini di guerra. Li seguivi dalla distanza senza mai destare sospetti. C’era qualcosa che ti attirava. Le loro strane armi ti ricordavano casa. Ti ricordavano le Lanterne di Cristallo. Speravi che fosse una specie di segno, eppure camminavi da giorni e giorni accumulando solo polvere e delusione. Ma quando eri sul punto di abbandonarli, uno dei due, un certo Zaqaria, accennò ad una profezia. Ne discuteva con un certo ardore con una sua vecchia conoscenza – così almeno sembrava – in un luogo piuttosto chiassoso, definito “taverna”, mentre eri strategicamente a qualche tavolo più in là. «Ne riparleremo», lo assicurò l’interlocutore. «Chissà che un giorno non verremo a trovarvi all’Abazia», concluse accarezzando l’idea, prima che lo strano duo riprendesse la sua via. «Lo sai, sei sempre il benvenuto. Anzi», si corresse Zaqaria con un sorriso di circostanza, «siete tutti benvenuti!» L’interlocutore, normalmente chiamato “menestrello”, non era da solo infatti. Evidentemente si riferiva alla sua compagnia teatrale. Alimentata la fiammella di una qualche speranza, aspettavi che i chierici svoltassero l’angolo per rimetterti sulla loro scia. Dovevi assolutamente saperne di più su quella profezia. Quando da dietro vieni fulminato da un: «Ehi tu. Aspetta un attimo!». Era il menestrello. Anzi, ora lo sai, sarebbe più corretto chiamarlo “bardo”. Fingendo un’espressione vaga ti accertasti che ce l’avesse proprio con te. Il bardo si fece amichevolmente avanti, pur arrivando subito al punto. Il che era un bene. «Sarò sincero. Conosco il medaglione che indossi...», riprese lasciandoti senza parole. «Correggimi se sbaglio. Dovrebbe essere un cimelio di famiglia, che si tramanda di generazione in generazione. Giusto? C'è solo una cosa che non mi torna... è che proprio non mi aspettavo di vederlo al collo di un abitante della superficie.» Il bardo sapeva dei Salamander? Approfittando della tua esitazione, o forse cogliendo il fuoco che ardeva nei tuoi occhi, ti spiazzò con un: «Posso chiederti qual è il tuo desiderio più grande?» Non sapevi nemmeno come si chiamava, e già si impicciava di una cosa così personale. Eppure la sua disinvoltura era quasi ipnotica. O chissà, forse avevi solo voglia di non tenertelo più dentro, e lui lo aveva capito. Così ti apristi con altrettanta schiettezza. Tanto non ti avrebbe creduto. Gli raccontasti delle anomalie del Sole, e del pericolo che incombeva sul tuo popolo... Il tuo desiderio più grande? Porre fine a tutto questo. Ovvio! Ora il bardo poteva pure tornare a strimpellare storie per mettere a nanna i bambini, o per accompagnare l’alcol nelle taverne. E invece si accigliò. Sembrava cogliere pienamente la tua sincerità. Il che ti incoraggiava: rotto il ghiaccio, era il tuo turno di incalzarlo. Chi diavolo era? Ma soprattutto gli chiedesti l’unica cosa che ti interessava davvero: se e come avrebbe potuto aiutarti nella tua missione. Il bardo si prese ancora qualche attimo. Doveva digerire l’enormità della tua storia. «Beh, il mio nome è Ian Garel», fece per stringerti la mano. «Unisciti a noi. Siamo degli avventurieri, e questa sembra essere la più grande avventura di tutti i tempi...», concluse indicando i suoi compagni, un uomo ed una donna poco più in là. Sentivi di poterti fidare. E comunque i chierici erano ormai lontani. Ecco come sei finito all’Abazia. Tornando al presente, ti rimetti in piedi ed esci dal tuo alloggio. Ti ritrovi in mezzo allo scalpiccio di numerosi sandali. La campana ha destato i chierici come api operose intorno all’alveare. A distanza di qualche passo vedi Ian che ripone i suoi strumenti come fossero reliquie, poi Zaqaria, con un ciuffo mal modellato dal cuscino, e gli occhialetti inforcati svogliatamente. Un po’ in disparte vedi anche l’altro chierico che viaggiava in coppia con lui. Non hai mai saputo come si chiama. Ma adesso i vostri sguardi si incrociano, ed il suo indugia su di te qualche attimo di troppo. Avverti un certo disagio. A differenza di quelli di Zaqaria, i suoi sono occhi vigili e penetranti. Forse lo avevi sottovalutato. Ti viene il dubbio che uno così avesse sempre saputo che li stessi pedinando. Cosa fai? @Plettro Clauden, spadaccino umano Il sangue ti si gela nelle vene. Conosci bene quell’ululato. Possibile che a distanza di anni si sia rimessa sulle tue tracce? Vuole ancora fartela pagare? Al diavolo quelle salsicce! Smorzi il fuocherello al centro della radura. Non c’è tempo per raccogliere le tue cose. Fendendo le tenebre ti lanci oltre un muro di alberi, tornando sul sentiero principale. Il chiarore della luna fa luccicare in modo sinistro un cadavere poco più in là. Era un uomo robusto, sui quaranta. Sposato, a giudicare dall’anello nuziale. Probabilmente con figli. Il cadavere è ancora caldo e, per come è stato ridotto, non hai più alcun dubbio: è stata la Malabestia. Risali il sentiero con lo sguardo, serpeggiando fino ad una casetta da taglialegna. Al secondo piano si intravede una luce paglierina. Probabilmente una lanterna. Di sotto vedi oscillare le ante di una finestra in penombra. Nessuno le ha fissate... Oppure qualcuno le ha appena forzate. Hai un pessimo presentimento. Cosa fai?
  24. @Iria Deva, sciamana umana Non sei l’unica a non dormire. Mentre passeggi in quella enorme e desolata struttura, incroci il buon Ian. Se non stesse armeggiando con pezzuola e liuto, sembrerebbe un tagliagole in agguato nell’ombra. Scacciando quel pensiero, convieni piuttosto che sia una fortuna che il bardo sia così bene accolto. A volte per mere ragioni di etichetta, vero. Ma c’è da riconoscere che le sue maniere, la sua arte e la sua cultura, rendono lui ed i suoi amici degli ospiti comunque ben graditi. Sei tentata di disturbarlo, almeno per scacciare la noia, quando con la coda dell’occhio intravedi come un baluginio. Senti un brivido. Chi mai sgattaiolerebbe dall’erboristeria? E a quell’ora poi... Il problema della noia sembra risolto. Incuriosita segui il tuo istinto, prima in direzione del baluginio, poi costeggiando le alte mura dell’Abazia, fino a giungere in un luogo piuttosto lugubre: lo spiazzo riservato alle sepolture. Al centro, attraversata dai raggi lunari, si staglia una sagoma scolorita. È una bambina. Sui sei anni forse. Culla tra le braccia una bambola di pezza. Il fantasma di una bambina in quel covo di vegliardi? Non fai in tempo a vagliare alcune ipotesi, che il suo sguardo incrocia il tuo all’improvviso. Ed è terribile, paralizzante. Senti come una mano fredda che ti stringe il cuore. Senza volerlo ti sta riversando ciò che prova. Diresti un lancinante senso di abbandono. Lo sai, gli spiriti inquieti provano emozioni amplificate, ossessive e confuse. Cosa le sarà mai successo? Il tempo sembra essersi fermato. Forse sei lì da minuti, oppure da ore, ma quando senti una campana in lontananza la bambina inizia a svanire... Cosa fai?
  25. TENEBRE @Knefröd Ian Garell, bardo umano Hai girato il continente in lungo e in largo, saggiando la vita, e mai sazio di avventura e libertà. Spesso solo con il vento, affidatario delle tue note. Altre volte unendoti ad altri giramondo più o meno scapestrati. Poco importa se i tuoi racconti restano favole per mettere i bimbi a nanna, o suggestioni da accompagnare all’alcol nelle taverne. Ne hai raccontate di storie, ed altrettante ne hai sentite, ma sei certo che questa è la più grossa di tutte... L’aria della notte è umida e pungente. L’Abazia è un luogo di lunghi silenzi. Il che ti piace. Ti ispira. Anche il silenzio ha la sua vibrazione, la sua magia. Al riparo del portico tiri a lucido il tuo strumento, mentre i tuoi sensi restano vigili, in attesa che qualcosa accada. E sai bene cosa. Stando alle tue fonti, gli avventurieri dei Tre Boccali dovrebbero arrivare da un momento all’altro. La cosa buffa è che sei il solo a saperlo. Quando si tratta di informazioni, il resto del mondo viaggia ad una marcia diversa. E spesso conviene lasciarlo qualche passo indietro. Mentre passi dal liuto al flauto, il silenzio viene infranto dallo scampanellio della torre di guardia. Stanno arrivando. Con gesti misurati riponi gli strumenti, mentre i chierici fuoriescono alla spicciolata dai loro alloggi. Tra le facce assonnate riconosci padre Podof, un ometto calvo e panciuto che mantiene un piglio accademico anche quando è tirato giù dal letto. Ti sei confrontato più volte con lui, su questa o quella dissertazione teologica, ma in particolare sulla sua materia di competenza: morti e non-morti. Al via-vai si aggiunge, poco dopo, anche padre Zaqaria, uno spilungone sui quaranta, dinoccolato e scialbo, con due occhialetti da maestrino. Con lui invece stai approfondendo alcune proprietà di certi canti liturgici. Sembra che tocchino, per così dire, delle “corde” che, lavorandoci su, potrebbero cavarti fuori da qualche impiccio. Ma dove sono i tuoi? Poco prima avevi intravisto Deva imboccare un’area poco frequentata dell’Abazia. Mentre adesso vedi il misterioso Huojin. Si guarda intorno, forse interessato ai nuovi arrivati. Cosa fai?
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