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Ipergigio

Circolo degli Antichi
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  1. Pare che io debba allenare di più il mio inglese^^; Una curiosità: perché mi ha fatto così male la coltellata? la costituziine di un caduto non assorbe anche i letali?
  2. Strano... per come mi ricordavo io, si potevano attivare quei poteri singolarmente senza la trasformazione completa. Quindi o tutto o nulla? E per la mia azione d'attacco, allora non posso avere un successo automatico? In effetti, non mi ricordavo se si potesse spendere willpower anche in combattimento oppure no...
  3. "Sana..." Sibilo a denti stretti per la rabbia e il dolore, mentre la mia vista periferica si restringe ed io non vedo null'altro che la donna che più odio al mondo, devo sforzarmi per restare calmo abbastanza da non saltarle addosso "...tu non sai cosa stai facendo, stai commettendo un grosso errore, fermati prima che sia tardi." Cerco di tenerla distratta con le parole ed alzo le mani per darle l'impressione di non essere agressivo, ma mi preparo a schivare il prossimo attacco. "Getta il coltello, dobbiamo portare Emi in ospedale!"
  4. Vedo la mia Emi distesa sul pavimento ed una scia del suo sangue sembra volermi guidare in cucina. "Emi!!" Grido il suo nome e comincio a correre verso di lei, ma le mie gambe cedono quasi subito e così la raggiungo gattonando come un neonato. Il corpo di Ryo trema tutto, è come se ne stessi perdendo il controllo, cerco perciò di appellarmi alla mia natura di creatura celestiale per restare lucido e concentrato. Prima di ogni altra cosa devo assicurarmi che sia ancora viva e quali siano le sue condizioni...
  5. Buffo come disintegrare un semplice pezzo di legno abbia scatenato in me un torrente di ricordi dolorosi. Ma ora so che la ribellione fu un tragico errore e so che la via della redenzione può essere ardua e tortuosa. Intanto però sto scrupolosamente insabbiando i misfatti di Emi. Non sono certo che la mia redenzione passi per questa via, ma non posso farne a meno: è l'affetto che provo per quella giovane umana dalla mente incasinata a guidare la mia mano, unito alla speranza di salvare lei insieme a me stesso. Ho eliminato ogni prova del crimine di Emi ma non ho tempo per compiacermi del mio operato: casa Hasegawa è troppo silenziosa, che sia accaduto qualcosa? Rientro in casa con la stessa cautela di un ladro. Mi sento combattuto tra la paura che sia successo qualcosa e la speranza che la mia sia solo paranoia. "Emi? Papà...? Sana-san?"
  6. Il cane non esiste più: il mio potere lo ha disgregato riducendolo in polvere che si è dispersa nel vento, ma la mia opera di insabbiamento non è ancora finita. Mi sbarazzo del fil di ferro semplicemente gettandolo oltre il giardino dopotutto, chiunque potrebbe essere stato abbastanza incivile da abbandonarlo nei pressi di casa nostra. Per la mazza, la quesione è diversa: essa appartiene a Ryo, l'ha comperata molti anni fa, quando da ragazzino si era infatuato del baseball. Fino a qualche giorno prima era sempre stata ben custodita in camera di Ryo. Mi rimprovero per non essermi accorto della sua assenza, se fossi stato più attento avrei potuto impedire che Emi uccidesse Shichiro... forse... Potrei semplicemente lavare via il sangue dalla mazza, ma non so quanto tempo ancora mi resta e comunque, le mie emozioni umane, mi fanno provare ribrezzo per quel pezzo di legno. Decido che la mazza condividerà la stessa sorte del cane. Per un qualche motivo, mi pare giusto così.
  7. Annuisco, quello di Emi mi pare un buon piano, ma mi preoccupa che a soli 15 anni, lei possa sfoggiare tutta questa freddezza di calcolo. "Va bene, prova a guadagnare un po' di tempo. Io cercherò di sistemare le cose qui." Guardo Emi entrare in casa e poi rivolgo la mia attenzione al povero akita inu. Quasi non riesco a credere che sia stata mia sorella ad ucciderlo, eppure è così. Mi chino sul povero cadaverino massacraro e lo sfioro con la mano mentre richiamo il mio arcano potere.
  8. La mia idea sarebbe di duistruggere il cane, ovviamente se resto solo...
  9. Mi rendo conto che quasi odio quando Emi potrebbe avere raglione. Anche questo è un sentimento che appartiene a Ryo oppure è un pensiero spontaneo di Turiel il Caduto? Ormai mi rendo conto di non poter più rispondere a questo genere di domande: il confine che distingue l'entità umana di Ryo Hasegawa dalla mia, si fa sempre più labile col passare dei giorni ed un po' questa cosa mi inquieta. Ma ora ad in quietarmi è un'altro dubbio ancora più pressante. Emi potrebbe aver ragione quando dice che Sana-san è la responsabile di tutto, potrei salvare questa famiglia liberandomi di lei, ma non ho garanzie che sia davvero così: e se fosse troppo tardi per salvare l'anima di Emi? E se la sparizione di Sana-san finisse col distruggere il detective Hasegawa anziché curarlo? I dubbi e le incognite sono ancora troppe ed il rischio di cacciarmi in una situazione ingestibile è alto. Forse dovrei arrendermi e lasciare che la natura facia il suo corso? Neanche questo so. A strapparmi dal flusso dei miei pensieri è un rumore metalico provenire da dentro casa e così capisco che non siamo più soli! "Vattene!" Sussurro a mia sorella "Qui ci penso io!"
  10. Era vero, Ryo non aveva mai dimostrato simpatia per il cane dei vicini e spesso se ne era lamentato, ma non aveva mai desiderato che... Se fossi stato ancora il vecchio me stesso, Turiel della Settima Casa, la vista di quell'animale morto ai piedi di Emi, non mi avrebbe di certo turbato: avevo preso parte ad una guerra fratricida ed avevo sparso il sangue di angeli e mortali, ed ancor prima di questo, togliere la vita ad animali e piante era sempre stata la ragionre della mia esistenza: ero la rappresentazione della morte dopotutto, per me non vi era nulla di più naturale e normale che spegnere la vita. Ma da quando mi sono incarnato nel corpo mortale di Ryo Hasegawa, sono costretto a fare i conti con i rimasugli della sua anima, come i suoi sentimenti ed i suoi ricordi per fare un esempio. E proprio in questo momento, posso sentire il conflitto tra la mia natura di angelo della morte e ciò che Ryo mi ha lasciato come eredità, ovvero tutta la vasta gamma delle emozioni umane. Mi avvicino ad Emi, mi mostro calmo e sicuro di me, mentre tento di celare il mio turbamento interiore. Per prima cosa la mia mano cerca il contatto con la sua mano destra, poi la faccio scivolare con calma verso la mazza da baseball e dolcemente, me ne impossesso per poi laciarla cadere a terra. Quindi afferro le spalle di emi con entrambe le mani e mi assicuro di avere tutta la sua attenzione. "Ascolta sorella..." esordisco con tono calmo mentre cerco di misurare con estrema cura le parole: devo fare molta attenzione a come parlo data la mia incapacità di interazione con gli umani. Per me sarà una bella fatica. "...sono felice di sapere che ho il tuo supporto, ma io non ho bisogno di questo..." le dico alludendo al povero animale morto ai nostri piedi. "...tutto quello che tu devi fare, è tifare per me e nulla più di questo. Sapendo di avere il tuo supporto sono certo che potrò dare il meglio di me stesso. Ma... questo... questo non farà altro che portarti su una strada senza ritorno, ed io non volglio e non posso rischiare di perderti." Sospiro, non ho idea se io stia toccando le giuste corde del suo animo oppure no ed ho un timore folle di star sbagliando qualcosa. "Ascoltami dannatamente bene Emi, è importante! Da oggi pretendo che ogni volta che starai male, tu me lo faccia sapere! Che sia giorno o notte non ha importanza! Fammi sapere che stai soffrendo ed io sarò li per farti stare meglio! Hai capito?" La mia presa sulle sue spalle si fa salda e senza volerlo la scuoto lievemente. "Siamo fratelli, aiutiamoci l'un l'altra e ce la faremo!" Non ho altro da dire e per ora e taccio, ho appena pronunciato una moltitudine di parole aliene alla mia stessa natura e mi sembra di non aver parlato mai così tanto da quando esisto, avrò ottenuto l'effetto desiderato?
  11. Non serve avere la skill di lingue per quello? Riguardo alla graziosa sorella sociopatica del mio PG, non vorrei farlo ma se vedo che la cosa peggiora, un Patto mi aiuterebbe ad evitare altri "incidenti"? Non mi è mai stato molto chiaro quanto potere avessero effettivamente i demoni sulla libertà dei loro servi.
  12. Scusa la lentezza nel rispondere, ma mi hai messo davanti una situazione molto spinosa... non voglio incoraggiare un potenziale serial killer, e d'altro canto una ramanzina sarebbe ipocrita considerando chi è il mio PG^^;
  13. Mi sveglio e mi rendo conto di aver dormito con i vestiti addosso. La mia mente è ancora ottenebrata dal sonno quando affacciandomi alla finestra, trovo Emi di nuovo nel cortile di casa, i ricordi del giorno prima mi assalgono e sono sufficienti a svegliarmi del tutto. In un primo momento, mi allarmo temendo che Sana-san sia tornata e che ne abbia fatta una delle sue, ma poi mi rendo conto che la situazione è diversa rispetto a ieri, sembra che Emi stia osservando qualcosa tra i cespugli. Incuriosito la raggiungo in cortile, ma memore dello strano momento d'intimità del giorno prima, adesso mantengo un po' di distanza da lei. "Buongiorno."
  14. "Ma cos..." Tento di controbattere, ma il detective mi riattacca il telefono in faccia. Lascio cadere a terra lo smartphone mentre i sentimenti che Ryo mi ha lasciato in eredità prendono il sopravvento, facendomi sentire come un burattino dai fili tagliati. Lentamente mi accovaccio sul letto e resto lì rannicchiato su me stesso. Avrei dovuto intuire che sarebbe andata così ho peccato di ingenuità pensando di risolvere tutto esponendo la follia di Sana-san, Koji Hasegawa è succube di lei da tempo, come ho fatto a non considerarlo?! Dovrei reagire ma per ora non me la sento, voglio solo estraniarmi e staccare il cervello per un po': ora sono un hikkikomori da manuale...
  15. Lascio che Emi si ritiri in silenzio in camera sua, e forse è meglio così ed anche io ho bisogno di un cambio d'abiti dopotutto. Mi avvio lentamente verso la mia camera, con la testa piena di interrogativi, primo tra i quali come impedire che tutto vada in frantumi lasciandomi esposto a chissà quali pericoli. Mi rinchiudo nella mia stanza e mi dirigo verso il guardaroba. Getto via gli abiti infradiciti di pioggia e mi infilo una t-shirt rosso vivo con una R. bianca sul lato sinistro del petto e un paio di jeans dalla tinta slavata. Finito di vestirmi, infilo gli auricolari nelle orecchie e mi getto sul letto per riflettere mentre ascolto musica dal lettore MP3, devo decidere come muovermi prima che la situazione degeneri ancora. Cerco di mettere insieme le mie idee. Ryo Hasegawa è solo uno studente universitario con un sacco di problemi, di certo non ha i mezzi per risolvere da solo questa situazione. Turiel della Settima Casa d'altro canto, potrebbe facilmente prendere la vita della matrigna e cancellare ogni prova del misfatto a livello atomico, ma non puotrebbe impedire le indagini della polizia sulla misteriosa scomparsa di Sana Kanzaki ed io non voglio ritrovarmi sotto la lente d'ingrandimento delle autorità mortali... le autorità mortali... realizzo che forse qualcosa che posso fare c'è. Mi sfilo gli auricolari con noncuranza, recupero il mio cellulare e scorrendo la rubrica trovo il numero di Koji Hasegawa il padre di Ryo ed Emi. Lo chiamo anche se attingendo ai ricordi del mio giovane contenitore so che il detevtive non ama essere chiamato quando è a lavoro ma data la situazione attuale, credo che comprenderà. Il telefono squilla quattro o cinque volte poi, Koji Hasegawa risponde. "Otōsan..." inizio a raccontare cosa è accaduto solo pochi minuti fa, per qualche ragione decido di escludere dal racconto le parti più cruente ma per il resto, racconto i fatti per come si sono svolti omettendo solo la parte in cui ho giocherellato con la mente della donna "...è fuggita via sotto la pioggia battente e non ho idea di dove sia finita." Se riesco a far capire quanto Sana-san sia instabile e pericolosa per Emi, potrò farla allontanare e riportare un po' di serenità in casa.
  16. Piccola annotazione: ho appena scoperto che il nome del mio PG va scritto con la "Y" e non con la "I" correggerò nei post a venire chiedo venia...
  17. Rientriamo in casa e stavolta i ruoli sebrano invertirsi dato che è lei a condurre me. Siamo totalmente inzuppati e la sua camicetta estiva appare semitrasparente aderendo quasi completamente al suo corpo di fanciulla che sta sbocciando. Imbarazzato e a disagio volgo lo sguardo altrove cercando di evitare il suo, ma lei mi sorprende leccando la ferita sulla mia mano con un atteggiamento quasi ferale, d'istinto provo a ritrarla ma Emi non la lascia andare, o forse sono io che non ci metto abbastanza impegno? Infine, mia sorella pronuncia parole enigmatiche che suonano anche come un avvertimento. "Perché dovrebbe vendicarsi? Io... io non ho fatto nulla, nostra madre è fuori di testa lo sai, chissà come funziona la sua mente!" Cerco di controbattere scaricando ogni responsabilità sulla follia di Sana-san. Mentre parlo, la guardo negli occhi e per la prima volta realizzo quanto essi siano scuri, profondi e dannatamente intelligenti. Improvvisamente mi sento come se mi stessi muovendo su di un campo minato, ho decisamente sottovalutato Emi, devo spezzare quella strana malia "Sei completamente fradicia, vai a cambiarti o ti ammalerai!"
  18. Osservo la matrigna fuggire via urlando frasi sconnesse, è uno spettacolo a cui non riuscirei a dare un prezzo. Mi sento fiero e orgoglioso anche se quella ottenuta non è che una piccolissima ed effimera vittoria. Una parte di me sa che non dovrei sentirmi così. Ai tempi del Paradiso Terrestre ero orgoglioso del mio compito di Mietitore e desideravo che gli umani comprendessero l'importanza del mio operato. Fu per questo che mi ribellai al Padre e fu sempre l'orgoglio a far precipitare me ed i miei fratelli nel nulla dell'Abisso. Ma per adesso, decido che posso godere di questa piccolissima vittoria, dimenticandomi tra l'altro che sto ancora stringendo a me Emi con un vigore forse un po' eccessivo...
  19. Il guinzaglio sferza l'aria e mi colpisce sul dorso della mano. Trattengo un gemito di dolore e al tempo stesso mi domando come facciano gli umani a vivere e prosperare con dei corpi così delicati. La donna continua ad inveire contro di noi, sembra che ormai non sia più in grado di controllare la sua collera. Per la prima volta da quando mi sono incarnato provo una paura che non appartiene alle memorie di Rio ma che è esclusivamente mia. Turiel il Caduto della Settima Casa ha paura! Sono confuso, di cosa ho esattamente paura? Potrei spegnere la vita di quella mortale con poche semplici mosse, davvero non comprendo i miei timori, poi un'epifania mi folgora e capisco di temere per la sicurezza di Emi: se permettessi a questa situazione di degenerare ancora, la sorella di Rio potrebbe farsi del male. Devo agire subito, basta esitazioni! Mentre Sana-san si prepara a colpire ancora, rivolgo il mio sguardo a lei cercandone il contatto visivo, voglio donare alla matrigna un bell'incubo ad occhi aperti, chissà se dopo mi ringrazierà...
  20. ok, spero che i tuoi dadi siano fatati
  21. Ok prendo nota di tutto e ne aprofitto per aggiustsre almeno l'ultimo post.
  22. Non è male, il volto pallido e nervoso della kyoikumama è una visione che non ha prezzo. La scudisciata che mi sorprende dopo colpendomi al viso, beh... quella è meno gradevole. Agendo d'istinto, abbraccio Emi per farle da scudo ma così facendo mi ritrovo ad offrire la schiena ai colpi di Sana-san. Psso sentire il guinzaglio per cani sferzarmi la schiena attraverso i leggeri abiti estivi, fa abbastanza male anche se non si tratta di una frusta vera e propria, quella matta fa sul serio, forse è il caso che anch'io mostri la mia serietà. E così, stufo di quella farsa, sollevo il braccio per intercettate l'ultimo colpo.
  23. La rabbia mi annebbiò la mente, il guinzaglio per cani che la matrigna teneva in mano catturò la mia attenzione, fin dove voleva spingersi col suo gioco quella mortale? Mi vidi scattare rapido verso la donna, allungare un braccio ed afferrarla per il collo sollevandola dal suolo. Ma era solo una fantasia: in presenza di Emi ero costretto a contenere la mia ira. Decisi di ignorare le provocazioni della donna ed invece sollevai di peso Emi da terra costringendola a rimettersi in piedi mentre al tempo stesso rivolgevo a Sana-san uno sguardo sprezzante "Ma che essere umano sei? Che problemi ha questa umanità?" Sibilai. Ovviamente era una domanda retorica e di certo non mi aspettavo una risposta dalla mia matrigna. Continuando a tenere un braccio attorno alle spalle di mia sorella, continuammo ad avanzare verso casa, Emi era un pulcino inzuppato e non aveva la forza di tenere alto lo sguardo. Intanto, Sana-san ci era d'intralcio frapponendosi tra noi e la porta-finesta "Levati di mezzo!" Ringhiai e con il braccio libero spintonai via la kyoikumama senza molte cerimonie...
  24. Nella fretta di precipitarmi da Emi, dimenticai di prendere un'ombrello e così ci ritrovammo tutti e due ad inzupparci sotto una pioggia che non sembrava voler smettere tanto presto. Mentre mi avvicinavo a lei, Emi cercò di fermarmi ricordandomi che altrimenti Sana-san avrebbe punito anche me "Sciocchezze!" Con una sola parola liquidai le ansie della mia sorella minore, solo dopo mi resi conto che forse avrei dovuto mostrarle più tatto, ma sia io che Rio, non eravamo mai stati campioni di buone maniere. Tuttavia, ammiravo l'abnegazione di Emi verso l'autorità, se anche io all'alba dei tempi avessi avuto solo la metà della determinazione di quella ragazzina e mi fossi attenuto alle istruzioni di nostro Padre, forse non mi sarei mai ritrovato lì sotto la pioggia, costretto a testimoniare in quale modo scellerato gli umani stessero adoperando il libero arbitrio che noi avevamo donato loro. Ma infondo, io ero un angelo caduto che aveva disobbedito al Creatore in persona, dello giri e di tutte le altre convenzioni umane me ne importava poco o nulla. Incurante dell'avvertimento di Emi continuai ad avvicinarmi a lei e quando fui abbastanza vicino le afferrai il mento tra l'indice e li pollice, costringendola con delicatezza a voltare il viso prima da un lato e poi l'altro. Fu così che notai un livido sulla sua guancia sinistra e mi rabbuiai pensando che probabilmente Emi avrebbe inventato qualche storiella per coprire Sana-san o anche solo per salvare le apparenze. "Torniamo dntro. Hai urgente bisogno di un bagno caldo." Con delicatezza le levai di mano la ciotola dell'umiliazione e poi, con un po' di goffaggine le cinsi le spalle con un braccio per indurla a seguirmi dentro casa "Se non temi la morte, posso provare a prepararti qualcosa da mangiare." Cercai di scherzare mentre ci dirigevamo verso la pota-finestra, ma un momento dopo, mi balenò nella mente il sospetto che la mia fosse stata una pessima battuta.
  25. A quanto pare era un circolo vizioso: io Turiel, angelo della Settima Casa, un guerriero che aveva lottato al fianco di Lucifero, avevo abbandonato l'inferno dell'Abisso solo per entrarne in un'altro: la vita di Rio Hasegawa, un mortale che in vita era stato una creatura rancorosa e solitaria proprio come me: doveva essere per questo che trovavo confortevole abitare il suo corpo. Ma ora, non era il momento di rimuginare su storie vecchie di eoni, ciò che stavo vedendo dalla finestra della mia stanza... no, la stanza di Rio, stava facendo montare in me una rabbia silente che faceva fremere tutto il mio corpo. Potevo vedere Emi in cortile sotto la pioggia estiva, aveva tra le mani una ciotola con dentro qualcosa che pareva cibo per cani e la povera ragazzina sembrava esitare, indecisa se dovesse davvero mangiare quella robaccia oppure no. Quella era la sua punizione per aver ottenuto un voto inferiore alle aspettative della nostra seconda madre, avevo sentito Emi e la nostra matrigna litigare vivacemente qualche minuto prima, perché diavolo non ero intervenuto per evitare tutto questo? Mi ero lasciato influenzare dall'insicurezza di Rio? Oppure, l'Abisso mi aveva rammollito a tal punto da temere una donna pazza? Era davvero una scena penosa a cui assistere, serrai così forte il pugno da rischiare di ferirmi il palmo della mano. Non potevo restare a guardare un secondo di più, a grandi passi uscii dalla mia stanza sbattendomi la porta alle spalle e rapido scesi al piano di sotto per poi puntare dritto alla porta-finestra del soggiorno che dava sul cortile, questa volta Sana-san aveva davvero osato troppo...
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