Kay
Dopo aver chiesto a Gadda una delle torce che innescano la miccia del cannone, mi accodo al resto del gruppo essendo che sono l'ultimo ad immergersi nell'illusione ottica del laghetto.
Mi tengo saldo come posso alle rocce e scendo il dislivello che porta ad un cunicolo silenziosamente. Nessuno si e' accorto di me. I miei compagni sono gia' pronti, parlano, scherzano, anche senza motivo, visto che la situazione e' abbastanza delicata. Fortunati loro che trovano un sorriso in questa trappola per topi. Non vado per il sottile e mi innervosisco visto che a malapena riesco ad intravedere qualcosa. E' buio come la pece, di un nero che soffoca l'aria in gola. Maledizione. Passata una manciata di secondi i miei occhi si abituano all'oscurita' ed ad una certa altezza un fascio di luce verdastra taglia l'oscurita' come una lama mentre le silhouette degli amici oscillano come pendoli. Dai loro discorsi comprendo che l'illuminazione primeggia su una porta appena divelta, aperta da Hilda e Keith.
Quindi mi annuncio, facendo un po' di scena, giocando sulla loro sorpresa. Accendo all'improvviso la torcia e l'avvicino al mio volto per risaltarne la spettralita':
Cu-cuuuu! L'ultima ruota del carro e' arrivata! - un pronto rumore di spade e qualche esclamazione di stupore accompagna la mia apparizione - Sono io Kay, per l'amor di Dio restate composti. Ben e Gadda sono rimasti fuori visto che col cannone e' impossibile entrare in questo Inferno. Possiamo procedere, dovremmo essere tutti.
-23 penso, questa va fumata - una piccola lucciola (la mia paglia) accompagna la luce madre della fiaccola, giu', qui in basso in questo recondito posto.