Kay
Finalmente il tanto augurato riposo avviene... dormo come un sasso, finche' non capto il mattino seguente le voci dei compagni prima in lontananza poi piu' chiare sino a destarmi.
Raoh mi chiama, non so per quale intento, non gli rispondo perche' sono ancora steso sulla branda e confuso dal risveglio. Dopo essermi reso presentabile, vado in cucina dove c'e' ancora del caffe' fumante preparato dalla moglie di Astolfo... ne prendo un tazzone e la mia sagoma spunta in salone. Vedo i Grifoni tirati in gran spolvero anche de Bois non e' da meno. Sono tutti intorno a lui. Io mi tengo defilato appoggiato al montante della porta della cucina. Il Capitano fa un discorso che sprona gli animi per l'ultima battaglia: vittoria o morte. Quante volte abbiamo sentito questo motto, queste parole che corrono a braccetto nella nostra vita, nel mestiere delle armi di un guerriero. E pure ascoltate sino alla noia, sono le uniche entita' che fanno scorrere un brivido lungo la schiena, che danno senso al nostro vivere. Non e' la morte che ci fa paura, e nella vittoria non e' detto arrivi la felicita', ma e' la miseria e l'abbandono che detestiamo. Penso queste cose... poi de Bois mi cita in fondo al suo discorso. Nessuno sembra sorpreso... anzi scommetterei che qualcuno ne e' contento della mia decisione: tutto come previsto.
Un ghigno mi si dipinge, li squadro tutti anche se mi danno le spalle...
Accendo una paglia, me ne sono rimaste 24... forza e coraggio a noi il giorno!