Zoso
Descrizione
Ed alla fine eccomi qua... chi l'avrebbe mai detto che dopo piu' di quarant' anni di solitudine, sarei tornato tra i comuni mortali. Non che la cosa non mi faccia piacere, pero' riflettendoci... ci avevo fatto ormai l'abitudine a vivere con me stesso. Ed ora un nuovo capitolo della mia vita, e facendoci due conti sara' quello finale. Sono vicino ai sessant'anni, e l'umidita' delle lunghe notti nei boschi tra i monti Luster inziano a farsi sentire. Non riesco a fare movimenti improvvisi con la schiena che di riflesso sento i nervi tirarmi sino alla sciatica: sono messo proprio da buttare. Ma si'... andiamo avanti E mi scappa un sorriso mentre considero questi pensieri nella mia mente.
Il molo e' sulla destra scendendo il clivo dei campi, si puo' ammirare il mare mentre cammino. Spunta qualche costruzione nei sobborghi, per lo piu' sono baracche e ricoveri per manutenzioni di imbarcazioni. Diventano man mano piu' frequenti tanto ad addossarsi verso la banchina. Mi rattrista vedere gabbiani che cercano il cibo nelle viuzze puzzolenti di piscio e rifiuti piuttosto che in mare. Qualche topo riesce ad essere anche piu' scaltro e veloce dei volatili, assicurandosi pezzi piu' grossi di ossa di pollame. Che poi a ragionarci su... un gabbiano che mangia pollame, non e' anche questa una forma di cannibalismo? Ormai sono giunto sul lungo molo, faccio alcuni passi e m'imbatto in un fetore nauseabondo; canali di scolo gettano la loro melma schiumosa nel mare, punteggiandolo di bianco. Bisognera' pur fermare questo scempio, o prima o poi scompariremo anche noi, per mano nostra. Bighellono senza una meta precisa, mi e' stato detto che dovrei assistere il dottore, ma qui non vedo anima viva, escluso qualche balordo, ubriachi e donnine di facili costumi.
DM