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Bellerofonte

Circolo degli Antichi
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  1. "Sì Randàl, aspett che mi mett commodo" Arrigo non presta attenzione nemmeno se messo sotto tortura alle tue parole su funghi e veleni, ma l'idea di individuare i veleni con lo sguardo gli piace parecchio. "Duicientcinquanta zecchini e intra 'nu juorn ti fazz l'occhial buòn a guardà si 'na cosa è maligna" occhiali che vedono al buio, si concentrano sui dettagli e ora possono anche individuare i veleni? Si sta dando proprio da fare ultimamente! Arsak non sembra entusiasta quanto te della scoperta naturalistica che avete appena fatto, ma pazienza, l'elfo ha già un altro po' di cose a cui pensare. Proseguite nella foresta per due giorni, stando sempre attenti a seguire la strada maestra anche quando questa si perde sotto la coltre di fogliame. Verso sera, quando decidete di accamparvi, Arsak inizia il suo turno di guardia passeggiando nei dintorni di dove avete acceso il fuoco. Arrigo lo vede più preoccupato del solito: "Arsàk, chi nuov'?" "Niente. Mi sembrava di aver sentito qualc-" con uno scatto fulmineo, qualcosa esce fuori dall'ombra e lancia una manciata di terra sul falò, spegnendolo. E' una notte senza luna questa, e gli occhiali di Arrigo non funzionano a dovere senza almeno una minima fonte di luce. Arsak ti chiama a gran voce, Arrigo urla terrorizzato. Qualsiasi cosa sia, è in mezzo a voi.
  2. La Speranza lascia il porto di Barusha senza dare saluti particolarmente affettuosi o addii, non è ancora arrivato il momento di lasciare definitivamente l'isola. Sul molo, lady Tamara guarda silenziosa l'eccentrica nave dell'occidente dirigersi a Est, fissando costantemente il suo capitano memore del loro sacro accordo. Parte della guardia cittadina invece si è radunata per osservare i loro compagni partiti sotto la guida di Asvig; il loro capitano vi guarda con forte disappunto, ma non osa proferire parola. Dopotutto avete ottenuto il permesso della Lucente Signora, e lui non può più farci niente. I due giorni volano, a bordo. Tiberius passa molto tempo a godersi la sua rinnovata libertà, commentando: "Terribile cosa, essere intrappolati nel proprio corpo. Provo compassione perfino per un criminale come Gomez." anche se dal modo in cui lo dice pare che sia più pietà quella che prova, come per un cane zoppo, piuttosto che un compagno in difficoltà. Nel modo pessimo che ha di esprimere i suoi sentimenti, vi sorprende che Tiberius non sia voluto rimanere a Barusha tra i suoi simili; avrebbe sicuramente trovato pane per i suoi denti. Barbara ha da che ridire sulla scelta di portare con voi quei soldati da Lalibela, ma ci vuole un po' perché riesca a parlare apertamente con Asvig, intimorita dalla superiorità numerica dei suoi seguaci; "I rapporti con la guardia cittadina si sono deteriorati! Immagina che un forestiero venga sulla nave e decida di prendere con sé metà della ciurma per andare chissà dove, dopo aver litigato col capitano Aghendor! Come ti sentiresti? Non avresti l'impressione che qualcuno abbia fatto loro il lavaggio del cervello?" ma Asvig non vuole sentire ragioni: "Stiamo andando in guerra, lady Syvis. Stiamo salvando vite. Questa vostra politica potete darla a bere alle alte sfere di Lalibela, ma non a me e ai miei ragazzi. Noi sappiamo cosa è giusto." La conversazione si chiude con un nulla di fatto. Ventura intanto continua con le sue battute impertinenti ogniqualvolta che dà il cambio al timone al capitano. "Ehi grande B, mi prometti che la mezzelfa più carina la chiamerete Ventura?" e seguono risolini da diciassettenne. Il tempo è uggioso quando giungete a Sekota, la città elfica di Barusha più a est dell'isola. La gloria della capitale è un mero ricordo in confronto al porto umile - e per niente elfico - della città, dove le uniche navi alla fonda sono pescherecci e golette rattoppate. Ventura commenta: "Mi sento a casa: ecco a voi i quartieri bassi di Capo Ventura!" con Sigbjorn che le risponde: "Visto di peggio." il nordico carpentiere inizia a difendere quella che forse un giorno sarà casa sua? "Capitano!" chiede Tondley: "Chi resterà a fare a guardia alla nave?" @Pippomaster92 @Ghal Maraz
  3. "Io vedo solo una strada fatta apposta per tenere imboscate. Non allontanatevi troppo." Arasak è nervoso da quando avete varcato la soglia della foresta; non si sente a proprio agio, sapendo che non-morti ed elfi selvaggi potrebbero attaccarvi da un momento all'altro. Si mette di guardia mentre tu e Arrigo scendete da cavallo e iniziate a cercare qui e lì scoprendo, come previsto, una quantità incredibile di funghi, alcuni alti quanto un gomito! Le varietà, anche se differenti in piccoli particolari, ricordano molto quelli dell'Ovest. Dall'odore e dalla consistenza riesci a capire quali sono commestibili e quali no, raccogliendone comunque un bel po'. Ti prendi tempo per poter annotare le proprietà dei funghi e stilizzarne le forme riempiendo un'altra pagina del tuo libro di cucina. Il capitolo su Barusha inizia a farsi consistente! Rasenti gli alberi alla ricerca di altri tesori culinari, quando appoggi la tua mano per sbaglio su una sostanza appiccicosa e fluorescente; odora di menta piperita e zenzero, un profumo inconfondibile. L'albero al quale ti sei appoggiato è un albero d'argento, una rara varietà di platano che cresce soltanto nelle foreste di Vaudemont, il paese natale di Sandrine. O così credevi finora. Ti fai passare alcune boccette vuote da Arrigo e raccogli più resina che puoi, conscio delle sue proprietà corroboranti. "Aggia di vala a peso d'oro" commenta il tuo compagno, ipnotizzato dal colore argenteo della linfa. "Non è sicuro rimanere fermi troppo a lungo." Arsak è sceso da cavallo e sta perlustrando la zona, intimandovi di sloggiare. Arrigo giustamente sbuffa: "E statt buon Arsàk, tanto si arrivan e' mort ve protegg ij!"
  4. Ventura fa un breve calcolo delle distanze sulla mappa ed emette il verdetto: conviene prendere la Speranza e dopo due giorni di viaggio, sbarcare a Sekota. Da qui, duecento chilometri circa dista il villaggio elfico di Samre, che raggiungereste a piedi nell'arco di cinque giorni e mezzo. Visto che non sapete quanto dovrete stare presso gli elfi, conviene tenersi larghi con le provviste, e considerate che avrete altri 12 giorni in cui potrete sostentarvi senza problemi; tuttavia una quantità simile di razioni non potrà essere certo trasportata a terra portandovela dietro! Senza contare tende, zaini e attrezzatura varia, vi servirà un carretto - che fortunatamente è già in vostro possesso - ed un mulo, facilmente reperibile per un modico prezzo. Barbara riesce ad ottenere una lettera di marca di qualche centinaio di monete d'oro grazie ad una colletta nella nobiltà in cambio di visibilità; basterà applicare sul carretto delle razioni uno stendardo della città di Gedebge ed i soldi sono vostri. I contatti con il mercenario avvengono tramite piccioni viaggiatori. Razul è molto sbrigativo nelle lettere, e promette di essere una guida capace ed un cacciatore eccezionale in qualsiasi terreno. La sua specialità è "rintracciare" persone, o almeno così si dice in giro. L'elfo vi aspetterà direttamente nei pressi del villaggio degli elfi selvaggi, al limitare della foresta. Per quanto riguarda Asvig, riesce a convocare 15 seguaci provenienti dalla guardia cittadina, già armati e pronti, che potete portare con voi sulla Speranza. "Ah, potendo li vorrei sempre con noi" aveva commentato il generale riferendosi ai suoi "ragazzi": "Ordinati, puliti, obbedienti. Ad averne avuti cento così durante la guerra, forse l'avremmo vinta." Il giorno successivo avete radunato tutto e sistemato ogni cosa per partire. La Speranza è pronta a ripartire appena il suo capitano darà l'ordine.
  5. "Maronn do Carmine!" Esclama Arrigo in tutta risposta, facendoti da spalla comica verso Arsak, ora un po' imbronciato. "Carne di lupo?" ribatte stupito l'elfo "E' commestibile?" ma Arrigo ha preso sul serio la tua affermazione, e sguainando l'altra bacchetta di Mani Brucianti, la agita in giro cantando una vecchia canzone di guerra di quando Avernus era ancora una colonia dell'Impero, prima della secessione. "Chi vide o lupo e se mise paura nun sapea bona ca è a veritá u vero lupo che magna ´a creature e ò Handoriano ch'avimmo a cacciá Femmine belle chetate lu core si lu brigante vulite salvá nun lu cercate scordateve o nome chi c´è fa guerra nun tiene pietá!" Proseguite sulla strada meno battuta verso destra, dirigendovi a sud. Tre giorni di cammino tranquillo, con solo le canzoni e la pioggia a farvi da compagnia. Infine vi trovate di fronte un viale alberato che segna l'inizio della foresta di Barusha. Gli alberi iniziano ad addensarsi man mano che proseguite.
  6. "E' un simbolo di sventura che gli elfi selvaggi dipingono in luoghi che reputano di loro proprietà. Non avete mai sentito la storia? Il Temibile Lupo, che arriva di notte e porta via i bambini nella foresta per mangiarseli..." detta così, da un elfo grande e grosso come lui, sembra un po' grottesca. Ed Arsak se ne rende conto, quindi si schiarisce la voce e continua: "E' solo una leggenda per mettere i bambini a letto, ovviamente. Però sapete, non si sa mai con questi selvaggi..."
  7. "O 'ssacc, Randàl. E comm faciss senz'e me, 'ncoppa a Speranza?" Arrigo si vanta della sua indispensabilità, mentre Arsak scende da cavallo e si avvicina alla pietra miliare poggiando una mano sulla pietra, accarezzandola. "Lord Iskander." risponde il capitano, voltandosi lentamente verso di te. "Quando ero giovane, ero piccolo e mingherlino. I miei cugini mi sfidavano a duellare con loro con spade di legno e bastoni, ed io rifiutavo sempre...e finivo sempre per prenderle. Non mi era mai piaciuto quel genere di giochi. Lord Iskander mi vide giocare da solo un giorno, e mi invitò a giocare con lui a dama stregata." notando il tuo prevedibile sbigottimento, ti spiega "E' un gioco con le pedine, famoso a Barusha. Iniziai a passare molto tempo con lui, dove imparai tutto quello che lady Kara avrebbe dovuto apprendere e che invece ignorava, presa da spade e palle di fuoco." Arsak stacca la mano dalla pietra e sospira. "L'insegnamento più importante che mi diede fu la fede. Il mondo è pieno di dolore, provocarne altro è la colpa più terribile, diceva sempre. Questo ha fatto di me l'uomo che sono, letteralmente: fu lord Iskander a promuovermi a reggente di Fort Adigrat, conscio delle mie forti credenze. Anche se ora credo sia stata una scelta sbagliata." Per una manciata di secondi il capitano si perde nei ricordi, prima di ritornare da te e da Arrigo: "La foresta? Oh, sì. Girano voci su non-morti che infestano la strada per Selam." l'elfo fa per ritornare in sella, quando nota un'incisione postuma sul lato della pietra, ed impreca: "Oh, mèrda." si lecca il pollice e ci si accarezza la fronte. Poi toglie fuori un gessetto dalla tasca ed inizia a cancellare il disegno fatto da qualcuno che lo ha innervosito. "Il Temibile Lupo. Andiamo via."
  8. Se una carovana di cavalieri addestrati preferisce evitare un drago, forse l'idea migliore che ti sia venuta stasera è stata proprio quella di fuggire via di lì. Il boschetto brucia alle vostre spalle, mentre dall'altra parte il villaggio goblin di Agula si sveglia al rumore di campane d'allarme suonate a tutta forza; forse gli abitanti temono il preludio di un assalto degli elfi, o forse non è la prima volta che hanno a che fare con il drago. Comunque è un bel diversivo, che vi permette di passare inosservati fuori dalle mura senza aver timore di incappare nelle squadre di ricognizione, che rientrano all'unisono. Ora diciannove giorni di viaggio - che si allungano a ventitré fermandovi a cacciare - vi separano da Debark, l'ultimo baluardo di civiltà prima di scendere a sud verso la foresta nel cuore del quale risiede il fantomatico tempio del monaco Ardager, al termine del quale vi ritrovate nei pressi di una biforcazione. Una segnaletica incisa nella pietra di un grosso masso in mezzo alla strada indica che a destra ci si dirige nella foresta e a sinistra verso la cittadina portuale del nord. In quest'ultimo caso, proseguendo e costeggiando la foresta da est, si arriva fino a Samre, il villaggio di elfi selvaggi ai margini del bosco, e poi a Lalibela, la capitale. La pioggia è scrosciante, ma Arrigo vi ha procurato delle strane bacchette di quercia che, se tenute verso l'alto, bloccano il flusso di pioggia nell'area attorno a voi. Una volta un marinaio al porto di Capo Ventura ti ha raccontato che nell'estremo sud, dove il sole batte sempre, le donne si proteggono il viso con degli strani accessori che chiamano "ombrelli"; ecco, Arrigo ne ha creato uno invisibile - magico, ovviamente - che vi ripara dalle gocce di pioggia quando dirigete la punta della bacchetta verso l'alto. "Eccoci. L'ultima città prima della foresta. Tre giorni e vedremo gli alberi sommergerci come un drago tra le sue fauci." dice solenne Arsak fermandosi un attimo ad onorare la segnaletica, sopra il qual è inciso un simbolo di Rao. La strada più avanti verso Debark, è popolata da viaggiatori e mercanti, mentre a destra il silenzio solitario copre la pista poco battuta che prosegue a sud. Avete i brividi.
  9. "Non ne sono sicuro, ma potremmo essere entrati nella zona di caccia del drago a nostra insaputa." "Marònn! O 'ddrag ci mancava?" i vostri cavalli galoppano verso ovest, con il villaggio goblin che si para dinnanzi a voi. Come al solito Arsak consiglia di non avvicinarcisi troppo per non incorrere nell'ira di altri di quei mostriciattoli.
  10. Arsak e Arrigo non se lo fanno ripetere, prendono al volo le briglie dei cavalli e saltano in groppa seguendoti ovunque vuoi andare. Riuscite tutti e tre a mantenere il controllo dei cavalli mentre vi addentrate tra le fiamme, galoppando come forsennati nella notte. Dietro di voi sentite nuovi ruggiti, ma avete il fuoco a coprire il vostro odore e le vostre sagome nel buio. Vi ritrovate sulla strada per Agula, deserta a quest'ora. Miracolosamente siete riusciti a scamparla tutti e tre.
  11. Senza farsi mancare sbuffi e borbottii seccati, Arrigo infine decide di dare un'occhiata in giro lasciando divampare il fuoco dietro di lui. Arsak è già sporco di fuliggine da testa a piedi, e decide di coprire un'area parallela a quella dell'avernusiano. L'aria si fa pesante ora che l'incendio ha iniziato a espandersi, ed il fumo ostacola la tua vista Avariel; nonostante tutto riesci a notare la presenza di un torrente ad un centinaio di metri da dove vi trovate adesso. Alcuni animali si stanno abbeverando, quando improvvisamente li vedi fuggire verso nord-est e nord-ovest. Visto che tu sei ad ovest rispetto al ruscello, il tuo intuito ti suggerisce che gli animali non fuggono né da te, né dall'incendio, ma da qualcosa che arriva da sud. Cerchi di aguzzare meglio la vista, ma la vegetazione nasconde bene il sottobosco. Cosa mai avrà potuto far allertare Vendetta da una tale distanza? Un ruggito poco rassicurante fa tremare il boschetto, facendo fuggire gli uccelli dai loro nidi. La vostra battaglia ha attirato qualcuno...o qualcosa.
  12. Arrigo ha puntellato abbastanza erbacce e radici da intralciare il rogo più grande e separarlo da quello minore; alla fine vedi che qualche idea buona ce l'ha anche lui! Arsak ti guarda un po' stralunato e si toglie via dal fumo e dalle braci, facendoti strada fino alla radura principale. Togliete via Arrigo dal suo lavoro e questi, ascoltandoti, inizia ad urlare: "Randàl ma sta pazziann? O' foc sta vrusciann tutt cos, fa cald, i curtieddr so 'e fer, grazi 'o cazz ca so' bollenti! T'aggia piat tropp fummo, ah?" Arrigo non sembra prenderti sul serio.
  13. "E' l'ultima che ho..." dice Arsak, estraendo dalla bisaccia del suo cavallo una fiaschetta contenente liquido rosso rubino consegnandola ad Arrigo, che ringrazia e benedice sentitamente il capitano. Addosso al goblin trovi solo 6 monete d'oro e un'otre piena di liquido alcolico flatulente, forse birra andata a male. Nel frattempo l'incendio divampa; vi mettete a disboscare cercando di limitarlo, ma la torcia che hai lanciato ha nel frattempo appiccato un incendio parallelo che divora i corpi dei goblin che avete ucciso. La cosa vi sta sfuggendo di mano. La cosa più strana è che senti calore all'altezza della vita; all'inizio pensi sia il fuoco, ma dopo un po' cominci a percepire una vibrazione provenire dai foderi dei pugnali; erano tornati immediatamente a temperatura ambiente quando hai sferrato l'ultimo mortale colpo a Maulen, e invece ora hanno ripreso ad attivarsi anche più di prima. Chi brama vendetta stavolta? Attorno a te non vedi nulla se non fumo e fiamme, e lo scoppiettare della legna ardente ti impedisce di sentire qualsiasi cosa al di fuori del picconare di Arsak alla tua destra.
  14. Un colpo d'elsa in testa stende il goblin alla destra di Arsak, mentre Arrigo non risparmia cariche dell'oggetto che brandisce per aggredire anche l'ultimo goblin rimasto in piedi. Maulen non risparmia colpi, ma blocchi finalmente un anello della sua catena per terra incastrandogli dentro uno dei pugnali; dopodiché tiri verso di te sbilanciando l'avversario e questo cade con la testa proprio sull'altra tua lama, decretando la fine del combattimento. "State tutti bene?" chiede Arsak, ansimante ma senza un graffio. "Aggia vist iuorn megl" commenta Arrigo, tenendosi un fianco. Dietro di lui, le fiamme hanno iniziato a espandersi tra gli arbusti e stanno pian piano raggiungendo gli alberi, ma Arrigo non sembra essersene accorto.
  15. La battaglia infuria. Arrigo sembra divertirsi un mondo - eccetto per le numerose ferite riportate - nell'abbrustolire goblin come se fosse ad una grigliata in famiglia. La poca lungimiranza dell'uomo però non gli fa pensare che incantesimi di fuoco "invasivi" come questo quando usati in un'area boschiva possono avere conseguenze non apprezzabili da esseri non ignifughi come voi. Per ora sentite solo odore di carne bruciata e qualche foglia fumante, ma fareste bene a stare attenti. Arsak attraversa la radura da parte a parte buttandosi addosso ad un hobgoblin con il suo scudo e colpendolo alla testa; questi cade a terra come un birillo. I giavellotti nemici si conficcano nel frattempo entrambi a terra senza andare a ferire nessuno. Ma passiamo a te, Randal: il goblin, anche se ferito ad una gamba da uno dei tuoi due attacchi, non smette di far roteare pericolosamente gli uncini della sua catena addosso al tuo povero corpo martoriato, ferendoti ulteriormente. Nemmeno lui è una rosa: perde progressivamente sangue da ogni ferita che gli hai inferto finora.
  16. Quando Fortunale prova ad usare la chiave, questa lo riconduce in direzione della Speranza, dove presumibilmente Tamara starà aspettando. L'incantatore appena risvegliato commenta con sdegno: "Altro, Sandrine? Sento l'odore di Arconte della Conoscenza già da qui. Un altro problema da risolvere, se Kilagas dovesse mai trovare quest'isola...ma risolviamo un problema per volta." Quaranta minuti più tardi, Sandrine ha radunato tutti i membri della Eurus sulla Speranza. Spiegata la situazione a grandi linee, ognuno si prepara a partire: il loro affetto per Randal (o per la sua cucina?) è rimasto immutato nonostante i mesi passati senza di lui. Asvig sostiene di poter ottenere rinforzi addestrati tra i suoi seguaci alla guardia cittadina, Barbara invece può chiedere una mano alla lady di Gedebge con il quale ha stretto amicizia in queste settimane, sicura che potrebbe prestare alcuni dei suoi uomini. Nel frattempo Tiberius aggiorna tutti sulle condizioni di Nero, ancora stranamente sotto l'influenza dell'Arconte del Terrore nonostante i ripetuti tentativi di Tamara per cercare una soluzione alla sua condizione; Barbara scoppia quasi a piangere, dopo aver sentito questa notizia. @Sandrine Nel mentre, Tamara e Fortunale hanno una discussione in solitaria sulla banchina, lontani da orecchie indiscrete. @Fortunale
  17. "Sono sopravvissuto ad un Arconte impazzito con le mie sole forze, Sandrine. Puoi mai dire di aver fatto lo stesso? E non è forse compito tuo, nostromo, di tenere al sicuro l'equipaggio?" Tiberius sospira. "Abbiamo cose più importanti da fare che rimuginare sulle inottemperanze di tutti. Capitano, Sandrine ha bisogno del suo terzo medaglione per poter salvare Randal nell'unico modo che conosco. I sovrani di quest'isola, boriosi e arroganti, hanno stretto un patto con me rivelandomi il luogo in cui si trova l'oggetto, un luogo in rovina nella foresta. Andare lì significa combattere contro orde di mostri e probabilmente anche invadere il territorio degli elfi selvaggi. Ci servirà tutta la Speranza per riuscire nell'impresa. In più, Vendetta impedisce a Randal di sognare. Oltre che una tortura, è un modo efficace per far sì che non riesca a rintracciarlo." L'incantatore vi guarda storcendo il naso. "Posso spiegarvi dettagliatamente cosa intendo fare, perdendo tempo prezioso, oppure potete fidarvi di me e salvare il vostro terzo Pioniere. A voi la scelta." @Fortunale
  18. Sei veloce e Maulen lo sperimenta sulla sua pelle mentre affondi entrambi i coltelli nella sua carne; ma il goblin parte al contrattacco e con l'estremità della catena ti dà una forte botta al ginocchio e poi con un calcio ti costringe a terra, avendoti alla sua mercé. Arrigo continua ad usare il fuoco per bruciare i nemici, mentre le aste continuano a bersagliarlo; Arsak invece si preoccupa di abbattere un goblinoide alla volta con precisione millimetrica, senza in verità cercare di uccidere nessuno, stordendo i suoi nemici fin quando può. Ne rimangono sei escluso il loro capo!
  19. Il cielo coperto ingrigisce non solo Lalibela, ma anche i volti di chi la abita. La meteopatia è uno di quei tratti che gli animi romantici degli elfi soffrono di più, ed è circa una settimana che la Speranza ha dovuto rispolverare gli abiti invernali per colpa di un gelido freddo proveniente da Sud. Il palazzo della città, una volta intricato labirinto di corridoi e scale, è ora tanto familiare da potervi permettere di muovervi da un'ala all'altra della magione senza dover ricorrere alle chiavi come guida. Salite le maestose rampe di scale, ma quando manca ormai poco perché raggiungiate il tetto, i vostri oggetti guida smettono all'improvviso di brillare. La convocazione è stata annullata tutta d'un tratto. Una manciata di secondi più tardi l'esile figura di Tiberius si insinua nella magnificenza del corridoio dell'ultimo piano spuntando fuori dall'ultima rampa dinnanzi a voi, quella che porta al piano superiore. "Parole, Tempesta." vi saluta, con un breve cenno del capo. "Non dilapidate il vostro tempo cercando di spiegarmi cosa è successo mentre ero addormentato, i vostri sogni parlano chiaramente per voi. Ditemi invece a quale Demone devo vendere la mia anima perché abbiate un minimo di buon senso! Avete trascorso il vostro tempo a bighellonare per mesi nella capitale senza concludere assolutamente nulla, e con un Arconte morente allegramente a spasso per l'isola! Non vi è passato per l'anticamera del vostro tondeggiante cranio umano che se Kilagas è a caccia, lasciare un membro della vostra ciurma così importante alla mercé di sé stesso potrebbe essere una pessima idea?" Perfetto, nemmeno cinque minuti che è sveglio e già ha iniziato a darvi degli idioti. C'era un motivo del perché in tre mesi non vi era affatto mancato.
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