Forse è vero che non ci sono più le navi di una volta. Velocissime, per carità. Ma mancano di personalità, e senza quella, non sono altro che enormi carcasse di legno che solcano il mare da un punto all'altro. La Cercascogli è l'esatto opposto; piccola e agile, ha vissuto molto più di quello che una nave normale vedrebbe nel giro di due vite umane, ed è perciò piena di storie e racconti che, ahimè, non posso palesare adesso.
Già, perché a qualche giorno di viaggio da Capo Ventura, sede principale della Loggia, la nave comandata dal vermiglio capitano solca i mari con ben altre intenzioni che un'allegra passeggiata nel mare notturno. Le lanterne a bordo sono accese e le vele spiegate. Costeggiate il promontorio da giorni, e capita di notare negli angoli del ponte insolite quantità di pellicce ammassate; dopo tanto tempo nel nord, gli uomini hanno finalmente tolto gli abiti pesanti e si godono la brezza temperata dell'Est.
"Arriva il vento da oriente!" dice qualcuno, e tutti pronti a tendere le cime per prenderlo di traverso. Ma non è semplice: ci vuole coordinazione e una buona dose di tempismo; requisiti perfetti per intonare una canzone.
Non tutti sono provetti cantori, o probabilmente invece di solcare pericolosi mari con te, si sarebbero iscritti all'Accademia delle Arti Bardiche o a quella dei Cantori della Lama. L'est fiocca di accademie culturali - sarà forse uno dei motivi per il quale non lo frequenti così spesso? La canzone dei tuoi uomini parla di vento, donne che aspettano e bottini provenienti da sud; conosci le parole, ma per ora ti limiti a fischiettarla.
In cima al ponte di poppa, come ogni sera il timone è tuo, capitano Fortunale.