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Bellerofonte

Circolo degli Antichi
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  1. "Non ne ho idea, forse aspettano la sua fuga." prevedibile non lasciare tracce, per un pirata del calibro di Gomez jr. "E' successo giorno dopo la proclamazione. Un umano e un Halfling sono venuti in taverna a reclutare gente, e poi sono stati visti a qualche chilometro a sud di Minos, al Bivio, mentre affondavano una nave pirata con le vele verdi. Non so dirti altro, ma posso chiedere ad un mio amico Pioniere..."
  2. I due membri del consiglio rispondono al saluto e ti osservano mentre fai un passo nel vuoto nel pozzo antigravitazionale proprio di fronte all'ingresso del laboratorio, che si chiude magicamente. Vieni accompagnata dolcemente in volo fino al piano terra, dove prendi subito il percorso per le segrete; nel frattempo srotoli il bigliettino di Ulrich, che altro non è che un messaggio scritto in una calligrafia insicura - quella di un bambino, forse? - che recita: Segue un disegnino della casa che va a fuoco e di uno stickman che letteralmente vola via dalla finestra. Quando arrivi nelle segrete, Nero è ancora lì e sta discutendo con le guardie di come la rivoluzione sia alle porte, e che presto sia i nobili, sia i circoli magici, sia i chierici verranno spazzati via dal malcontento popolare e dalle tecnologie nascenti. Intima loro che il mondo per come lo conosciamo sta per finire, e che l'era della magia e del classismo sociale è prossimo. "Discutere" è una parola grossa: Nero sta praticamente parlando da solo, e per come si comporta di solito, quasi non noti la differenza. La strada fino ai tuoi alloggi è libera - ma data l'ora, sarà forse il caso di fare una visita a Randal, al secondo piano? Dolore a parte, un buon piatto risolleva l'umore di chiunque.
  3. La donna non è evidentemente preparata per un tipo di dimostrazione d'affetto del genere, e sulle prime la trovi fredda e spiazzata; ma quando le accenni ai suoi istinti materni, qualcosa scatta in lei - probabilmente la figlia che ha sempre desiderato e mai avuto - e ti stringe anch'ella accarezzandoti i capelli. "Oh, mia cara…!" giureresti che è perfino sul punto di commuoversi, se solo la sua veneranda propensione alle formalità le impedisse di versare lacrima alcuna in presenza di altre persone (a parte rare eccezioni, s'intende); l'abbraccio è stretto ma esile come le sue braccia, e si conclude con il suo sincero sorriso. "Grazie a te, Sandrine." Ti ha perfino chiamata per nome! Qualcuno bussa alla porta che si apre in automatico lasciando entrare i capelli arruffati di Kilash: "Naesala, sono arrivate le prime conferme da parte di...ho interrotto qualcosa?" ha le braccia stracolme di pergamene, diari e avvisi d'ogni genere, alcuni dei quali gli cadono maldestramente ma di cui non sembra molto preoccuparsi. "Oh? Kilash, avevo dimenticato la consultazione…" la dama viola ti guarda dispiaciuta. A quanto pare, gli impegni burocratici segnano la fine del vostro tenero incontro.
  4. Mentre tu ti sbellichi dalle risate, John ti guarda, immobile e senza un accenno di sorriso. Se non fossi il mitico capitan Tempesta, ti avrebbe dimostrato il vero motivo del perché lo chiamano Manodiferro, ma con la tua reputazione e la tua promessa di affondare la Abisso, l'unica cosa che può fare è ingoiare il rospo e far finta che le tue osservazioni non siano mai esistite. "Non so dove tu possa trovarli, ma so che sono ancora fedeli al loro capitano. Aspettano ordini da lui." dopodiché ti guarda mentre ti alzi, facendoti un cenno di assenso con la testa. Sarebbe rimasto in locanda ancora per un po'.
  5. Manodiferro ti guarda e inizia a fare sì con la testa quando accenni al fatto che la sfida dev'essere decisa dai capitani, e che tu parteciperai alla contesa; ma il suo ondeggiare la testa su e giù cambia immediatamente in un destra-sinistra quando dici di chiamare preti e ciurme. "No, capitano, non capite!" sei già il suo capitano? Ottimo! Come si ribaltano i ruoli, eh Biscottino? "Quando i pirati hanno iniziato a discutere, Moneta Diabolica ha alzato la posta in gioco per rendere la sfida più interessante. L'accordo è che chiunque diventi il nuovo Flagello può chiedere un qualsiasi favore agli altri pirati, che saranno costretti ad accettare. Sembra molto sicuro di vincere." Non avevi notato che il pirata avesse portato con sé una borsa, forse perché era arrivato del tutto all'improvviso; la prende e la piazza sul tavolo, aprendola abbastanza per farti vedere l'interno; è una tunica dai ricami verdi e blu con simboli intarsiati di una divinità che conosci bene: Valkur, dio della navigazione. "Ma ora statemi a sentire: mettiamo caso che troviamo questo prete, e che la prova per diventare Flagello sia quella di affondare una nave in particolare a noi molto cara. Mettiamo che io questa suddetta nave l'abbia già trovata, partiremmo con un bel po' di vantaggio. E mettiamo che una volta diventato Flagello dei Mari, il nostro buon Capitan Tempesta chiedesse come favore agli altri pirati una delle loro ciurme; allora avremo preso due piccioni con una fava." Il pirata richiude la borsa. "Modestamente ci so fare con i travestimenti. Da giovane ero parte dell'Accademia Bardica di Capo Ventura." COSASPETTACOSA?! Manodiferro ballava e danzava prima di iniziare a tirare ceffoni random al suo equipaggio?! Il piano è insolitamente perfetto: John si sarebbe travestito, avrebbe dato la buona novella a tutti quanti e tu nel frattempo avresti preso la tua nave e saresti andato ad affondare la Abisso mentre gli altri pirati brancolavano ancora nel buio. Un piano in realtà fin troppo geniale per il pirata che conoscevi tu; che forse non sia tutta farina del suo sacco? Comunque il problema rimane, cioè quello di nave ed equipaggio. Ma Ferrell ha parecchio le idee chiare a riguardo: "Dobbiamo prendere la Jocasta. Per l'equipaggio, lo lascio decidere a te, capitano. Anche se so che alcuni degli uomini di Nero sono ancora nei dintorni..." no, non in taverna a quanto pare. Ricordi che Nero li aveva addestrati ben bene alle buone maniere, ma non riesci a definire fino a che punto fossero diventati gentiluomini; per quanto ne sapevi, in questo momento potevano star prendendo un tè con Naesala disquisendo di aristotelismo. Problema su problema: come avresti preso la Jocasta? Il regolamento, da quello che ricordi, dice chiaramente che sono i Pionieri a disporre di tutto ciò che riguarda la Settima...ma ciò significava un'altra votazione. E stavolta non avevi Kiltus dalla tua.
  6. Naesala si lascia prendere la mano e portare dove vuoi tu, ed infine sorride, trasformando quel piccolo gioco di gesti in una carezza. "Vedo molto di Kilian in te, sai? Entrambe indipendenti, entrambe bellissime, capaci oltre ogni immaginazione. Manca a tutti, qui, soprattutto a Kilash." quello che Naesala non sapeva era che Kiltus si era unito alla Settima proprio per riportarla indietro; se suo padre lo fosse venuto a scoprire, avrebbe mormorato qualcosa del tipo "troppo coinvolgimento emotivo, non sei pronto per partire" ma se non è l'emozione, allora quale altra motivazione può spingere un uomo o una donna a dare la propria vita per la Loggia? "Grazie contessa. Dal profondo." qualcosa scatta nello sguardo dell'elfa; come se si fosse immediatamente ricordata di qualcosa che doveva fare e che aveva invece dimenticato. Mette un indice sul mento e guarda con circospezione i numerosi scaffali, alla ricerca di qualcosa...eccolo! Da una mensola piena di libri appena accanto all'entrata un oggetto le viene portato telecineticamente e si ferma a mezz'aria proprio di fronte a voi. Non sembra si tratti di qualcosa di magico, eppure quelle incisioni non sembrano essere messe a caso. "Un Pioniere me lo portò da Saramar trecento anni fa, mi disse che era un portafortuna. Proprio qui, dove siamo sedute noi adesso, lo regalai a Kilian ma lei lo rifiutò. Diceva che non credeva nella fortuna, che ognuno si crea la propria." Naesala sorride ancora. "Quest'oggetto è rimasto a farmi compagnia per tutti questi anni, anche se non ne ho mai compreso la sua vera natura. Non voglio fargli prendere altra polvere, però. Ti prego, accetta questo dono." L'oggetto ti si deposita su una mano, perdendo l'antigravità magica.
  7. Attendi una risposta, ma i suoi occhi ti hanno già detto di sì. Naesala si sente solo troppo a disagio per parlartene apertamente, ed in piedi di fronte a te graffiarsi le unghie non fa che esitare in silenzio sorridendoti nervosamente. Poi si volta, fa qualche passo, si ferma. Poi continua, insicura come non mai verso un cassetto nascosto nella sua scrivania. La vedi che prende qualcosa, un cofanetto. Te lo porge tra le mani e dopodiché pronuncia un'unica parola: "Edward" e senti un "clak" che preannuncia lo sblocco di un qualche meccanismo interno. Naesala ti fa cenno di aprirlo, e al suo interno trovi una cartolina dipinta magicamente, di un uomo in alta armatura - la riconosci: è quella dei paladini di Heironeous. Dietro il dipinto, un appunto scritto a penna: "Dio lo vuole." Deus Vult. Il motto della Maestrale Quarta, la nave gemella della Zephira partita all'inseguimento di Kilagas un anno dopo il tradimento. Non ci sono dubbi, quello in foto coincide spaventosamente con Edward Blake, il suo capitano. Naesala continua a torturarsi le unghie. "E' strano…" sorride nervosa, guardando il basso "Ho come un déjà-vu di questa situazione, solo che al tuo posto, molto tempo fa, c'era la figlia di Kerberos." sospiro. Quanto è difficile parlare, per lei? E quanta ansia ti mette, il suo continuo esitare? "Presto partirete. Quest'uomo...mi era caro. Molto caro. Non so se è ancora vivo, non so più nulla di lui da trent'anni ormai, ma..." - Naesala si blocca, mordendosi le labbra - "Ora che ci penso non so esattamente cosa chiederti. Come vedi non sei l'unica sciocca." L'elfa è in parte imbarazzata e in parte malinconica, e riprende dalle tue mani il cofanetto e il dipinto soffermandosi su quest'ultimo per qualche momento. Poi lo rimette a posto, e quando il cofanetto si chiude, senti di nuovo quel "clak" di prima.
  8. "Non provo alcun tedio, mia cara" ti dice, mentre fai già per andartene. La vecchia signora si alza con le mani giunte. "Contessa, io…" qualcosa le si blocca in gola. Poi ti sorride. "Semmai aveste bisogno di parlare con qualcuno, mi trovate sempre qui."
  9. "Non hai bisogno di scuse, ragazza mia" - i trucchi volanti con un gesto della mano tornano in perfetto ordine all'interno di un cofanetto sistemato su una mensola vuota della libreria. "E' dura essere donne in questo mondo di uomini. Dobbiamo sostenerci a vicenda." sono sicuro che non tutti gli uomini abbiano una sfera emotiva d'adamantio come Kerberos, ma forse quello che voleva dire Naesala, è che mentre gli uomini catalizzano la sofferenza con la rabbia e l'odio (colpa del testosterone, immagino), le donne hanno un'intrinseca fragilità che non possono permettersi di mostrare al mondo, soprattutto quando si trovano in posizioni di potere. Ed a proposito di Kerberos: "Sono io a dovermi scusare per il Gran Maestro. E' stato oltremodo indelicato, ma ti assicuro che non era sua intenzione ferirti. E' solo...incapace di questo genere di cose."
  10. "Omaccione silenzioso? Ma c'è un membro normale, sulla Eurus?" Miranda si affaccia dietro alla porta della cucina, sfilando un piatto di guanciale e fagioli che ti viene servito con metà filone di grano duro già affettato. La cameriera si mette coi gomiti sul bancone e le mani a reggersi le guance proprio davanti a te: "Mi vuole insegnare le basi della cucina. Dice che è meglio partire dalla carne, che è più facile da cucinare…" è molto interessata a te o alla tua reazione quando assaggerai quello che presumi abbia cucinato lei? "Oh, assurdo cosa è successo oggi! Per sbaglio mi ha chiamata per nome!" Della Miranda timida e sottomessa è rimasto poco; la Loggia le sta facendo bene, sia per quanto riguarda il colorito - era ora che il pallore del suo viso se ne andasse! - sia, a quanto pare, con il suo carattere. Senza quel timore costante del mondo, in fondo è anche simpatica. "So che avete litigato stamattina, vi ho sentiti mentre portavo su le casse d'acqua. Tutto bene?"
  11. "Appena assunta, signore." Miranda ride, mentre tira fuori una bottiglia da sotto il bancone e ti versa un fondo di bicchiere di liquore verdastro. L'etichetta porta una panoramica della città vista dal mare, un dipinto molto famoso e ricorrente per i cittadini di Capo Ventura; con una forchetta estrae quattro gocce da una fetta di limone che finisce nel tuo bicchiere, e poi lo copre con un secondo boccale, stavolta d'acciaio, con il quale fa compiere alcuni giri lenti e ponderati al liquido prima di dartelo. "Oh, un attimo." manca il tocco di classe: l'ombrellino. Ora gli stuzzichini...Miranda si ferma un secondo, poi ti guarda: "Randal, vuoi davvero pranzare con olive e sottaceti?"
  12. E' tutto molto confuso, tu in primis, e Naesala sembra saperlo. Le porte del laboratorio si aprono dinnanzi a voi senza che nessuno vi si appoggi, richiudendosi una volta varcata la soglia. In brevissimo tempo ti ritrovi seduta su un divano di velluto porpora con in mano una tazza di liquido caldo dall'aroma floreale. Dinnanzi a te, l'anziana elfa segue la tua nenia canticchiandola come un eco che viene dal passato. Ha in mano un pennello, una matita e una serie di piccoli contenitori che le levitano accanto prestandosi non appena se ne presenta il bisogno; una spennellata di pesca sulle guance, un po' di cotone sotto agli occhi per eliminare i residui, matita nera sull'eremo delle palpebre per ridare spessore a quella sfumatura di viola nei tuoi occhi. Naesala canticchia, e con fare sapiente e mano delicata, ti rimette in sesto in poco più di dieci minuti. A opera compiuta, ti dà un ultimo sguardo per verificare il suo operato. Ti sorride: "Parfait."
  13. Senza più la sete di vendetta di Von Trier, l'ottavo piano diventa improvvisamente silenzioso. L'uomo che hai davanti non emette suono, né anima alcuna sembra abitare l'ultimo livello del torrione, così i tuoi singhiozzi riempiono interamente di tristezza le arcate di pietra. Kerberos ti guarda dall'alto in basso. Non c'è niente nei suoi occhi. Non c'è compassione, ma non c'è nemmeno disprezzo. Non c'è amore, ma non c'è nemmeno odio, o rabbia. Quell'uomo ha vissuto troppe vite, e la sua anima esausta lo ha abbandonato insieme alla sua prima moglie e a metà dei suoi figli. "Alzati, Pioniere." è forse un ordine? Passi rapidi e veloci, rumore di tacchi bassi e un vestito blu notte che strascica per terra. Naesala si affaccia dall'ufficio preoccupata per i singhiozzi, e si mette una mano sulle labbra quando ti vede in quelle condizioni. "Kerberos, cosa…?" rabbia e disappunto nei confronti del suo superiore, incapace di esserti in qualche modo d'aiuto. Poi si abbassa vicino a te tenendosi la gonna con due dita e ti appoggia una mano sulla schiena accarezzandoti dolcemente nel tentativo di raccoglierti da terra con affetto quasi materno. "Vieni Sandrine, andiamo al laboratorio. Ci diamo una sistemata e prendiamo una tisana alla rosa severina, ti va?" Il dolore offusca ogni cosa, ora. Eppure non puoi fare a meno di notare i piccoli dettagli attraverso il quale stemperi per qualche attimo la morsa allo stomaco; le mani di Naesala, che ti aiutano a riportarti su, hanno più di un accenno di rughe ma sono smaltate di un viola perlato. L'accostamento con il vestito scuro e i capelli bianchi ti ricorda un angelo della notte che sognasti quando eri poco più di una bambina. Il pensiero svanisce, e ti ritrovi con lei che ti prende sottobraccio per portarti via da quell'ufficio. Kerberos vi avrebbe guardato entrambe dalla porta aperta del suo ufficio. I suoi occhi, vuoti come sempre.
  14. Lord Kiltus. Hai concesso al mezzelfo una sola notte eppure ti è già entrato in testa come un chiodo; dovrai stare un anno senza la sua presenza, il suo carisma, il suo...beh, hai capito. Ma nemmeno quattro ore dopo, in un momento del genere l'eco della sua voce sferzante riecheggia dietro la tua nuca. Kerberos ti fulmina con lo sguardo, qualcosa si accende nei suoi occhi. Che abbia capito tutto? No, calma Sandrine: è solo paranoia. Avrà anche i suoi qualcosa-cento anni, ma come può un uomo capire tutto in un solo battito di ciglia? Eppure, se ha vissuto tanto, potrebbe aver sviluppato una conoscenza dell'animo umano superiore a-FERMA. Più ci si arrovella, più ci si dimostra inevitabilmente insicure. D'altra parte è difficile dare in pasto una promessa del genere ad un uomo affranto, per quanto piena di buona volontà; il governatore continua a guardarti con diffidenza mista a delusione, esponendoti nuovamente i suoi dubbi in proposito al modo in cui avete intenzione di gestire il prigioniero. "Le vostre promesse saranno anche di buon cuore, non potrei dubitare il contrario; ma non è così che doveva andare. Quell'uomo va giustiziato come si fa per gli assassini, e aver commutato la sua pena ai lavori forzati su una nave non alleggerisce il mio cuore, né la mia sete di giustizia." chiamiamola col suo vero nome: vendetta. "Sono oltraggiato e non intendo stare qui un momento di più. Considerate finita la nostra amicizia, Kerberos. E voi, contessa…" ti si avvicina pericolosamente con gli occhi carichi d'odio, tanto che Kerberos si alza minacciosamente dalla sua sedia pronto a intervenire qualsiasi mossa stia per fare il governatore. Ma egli, raggiunto un palmo da te, non ha più l'aria di voler fare del male a nessuno. La sua tristezza sconfinata e inconsolabile gli riempie l'anima nel profondo, e quello sguardo...è incredibilmente più forte e doloroso per te di ogni schiaffo, dardo o sciabolata. Ti entra dentro come una mano gelida, ti afferra il cuore e te lo stringe fino a farti perdere il fiato. "Fareste bene a mantenere la vostra promessa." e detto questo infila una mano nel suo soprabito, e Kerberos scatta in avanti come un felino bloccandogli la mano. Ma con lentezza e senza distogliere lo sguardo da te, Ulrich tira fuori una pergamena laccata del simbolo dei von Trier. La mano di Kerberos si stacca dal suo avambraccio e l'uomo te la mette in mano senza ulteriori complimenti. E altrettanto in silenzio, attraversa la porta e si allontana senza più voltarsi indietro.
  15. Sulla porta della Sala Grande è affisso un annuncio a lettere cubitali che ha smosso gli animi di chiunque dubitasse della fattibilità di questa spedizione. Giravano voci che dopo il dissenso reciproco dei Pionieri scelti e l'allontanamento di Kiltus, Kerberos volesse in via del tutto straordinaria annullare la Proclamazione e procedere con la scelta di nuovi Pionieri; voci in realtà infondate, ma si sa, la Eurus Septima non è mai stata solo avventura: è politica. La Loggia è ormai un potere forte dell'intero continente, naturale che molti abbiano interessi di ogni genere guardando a ciò che avviene nel torrione di Capo Ventura. A dire la verità, non avete fatto una grandissima campagna mediatica: arrivati a questo punto, vi basta leggere i giornali ogni giorno per rendervi conto che avete dato a molti avversari politici di Kerberos gli strumenti per diffondere l'incertezza e attaccare la vostra credibilità. Ma la verità, è che a nessuno di voi importa. La visibilità non è mai stata una vostra prerogativa, né lo è per questo consiglio ristretto; si dice che il precedente consiglio, prima che Kerberos diventasse il Gran Maestro, fosse molto più attento a costruire un'immagine potente e forte della Loggia al fine di alimentare il mito dei Pionieri impavidi e straordinari che fu poi la chiave per ottenere i fondi per le primissime spedizioni. Ma il mondo è cambiato da allora. Più cinico, più disilluso, più votato agli interessi economici e meno all'appariscenza. Il continente è saturo di novità e si sente nell'aria la decadenza che incombe alle porte. Un motivo in più per aggrapparsi a qualcosa di realmente rivoluzionario. Un motivo in più per stare dalla parte dei Pionieri. Ma torniamo all'annuncio: è letteralmente impossibile che qualcuno di voi non l'abbia notato; come avrete sicuramente ben compreso, la discrezione è il punto debole della Loggia; i muri hanno orecchie più spalancate delle vostre, per non parlare dell'efficienza del passaparola. L'ottavo piano è stranamente popolato, questa sera. Tutti pionieri, tutti con l'intenzione di origliare o captare qualcosa di ciò che Kerberos tiene segreto al resto di loro. L'enorme porta di mogano in fondo al corridoio di pietra è sormontata da una spessa architrave di pietra sul quale campeggia una frase scolpita: Omnia Fert Aeatas, "il tempo porta via tutto". Il motto della famiglia Fuinur. Di fronte a questa, il capo delle guardie della Loggia - e amico di lunga data di Kerberos, da quanto dicono in molti - Gordon Uriel fa sì che nessuno sorpassi una linea immaginaria tracciata per terra, a circa tre metri dalla porta. Nessuno tranne voi quattro, ovviamente.
  16. Nessuna mente sviluppata si astiene dalla curiosità. Tu non fai eccezione. Il tempo passa, ma come fare a capirlo dai lavoratori instancabili che Isaac è riuscito a mettere insieme? Evidentemente la pausa pranzo è più tardi per coloro che non gestiscono quel cantiere improvvisato. Quando esci da lì la meridiana della cattedrale di Fhangharn segna l'una spaccata; prevedibilmente, i pochi che incontri per strada sono bivaccati sul margine del pontile con enormi panini in mano dai sapori più disparati. Non alta cucina, ma le mogli di quei pescatori sanno di certo il fatto loro! […] Le scale della Loggia ti accolgono con il solito brusìo del secondo piano. Quando ti affacci, noti che c'è molta meno gente del solito, e capisci anche il perché; metà della Loggia fa guardia no-stop a Nero, perciò i folti turni di vedetta toccano a coloro che avranno evidentemente il pranzo slittato di un'ora o due; così si evitano picchi di gente verso l'ora di punta e Miranda può prendersi un po' di tempo libero. Almeno qualcosa di positivo quel pirata l'ha fatta! La trovi a sorseggiare idromele dietro il bancone - lontana dagli occhi di tuo padre, ovviamente - nell'attesa di eventuali comande. Alza il boccale appena ti vede, facendoti segno di avvicinarti.
  17. Non è assolutamente Ferdinand colui che viene a servirti al tavolo, ma piuttosto un mezzorco in armatura di piastre che a quanto pare sta facendo carriera come sostituto cuoco/barista all'interno della Locanda. E' troppo indaffarato per fare conoscenza con te, ma non per questo non è escluso dal guardarti con diffidenza e timore come tutti, all'interno della locanda. I calamari arrivano caldi e saporiti, ma il rum è sempre dei peggiori. Passa un quarto d'ora prima che Manodiferro si faccia finalmente vivo: è avvolto da un mantello scuro, come al solito, e ti cerca tra la folla; difficile mancarti, il tuo è l'unico tavolo completamente libero di tutta la locanda. Ti si avvicina a grandi falcate evitando la ressa delle persone al centro, e poggia (sbatte?) il suo finto arto destro sul tavolo in legno facendolo sobbalzare. "E' successo l'impossibile." esordisce, sparpagliando di fronte a te diversi volantini, tutti con facce e nomi ben noti; la Spietata. Barbafuoco. Senzadenti. Moneta Diabolica. Tutti con una taglia a tre zeri stampata in bella vista sotto ai loro nomi e volti. "Sono tutti qui, a Capo Ventura. La notizia che Nero si è ritirato ha fatto il giro dei sette mari in poco tempo, dopo che la Jocasta è stata vista affondare una nave pirata al Bivio delle Correnti. Dicono che il capitano fosse un Pioniere." Manodiferro è visibilmente agitato. "Da quello che ho sentito, vogliono sfidarsi per il titolo di Flagello dei Mari ma non riescono a mettersi d'accordo sull'impresa da compiere. Nessuno di loro è così fesso da giocarsi tutto in un singolar tenzone, o in una sfida in cui non si possa barare."
  18. Jocasta. Un nome che dovrebbe ispirare paura, ma che in verità non ti ha mai detto quasi nulla. Conosci la storia del temuto pirata Nero poiché molti marinai raccontavano storie assurde su di lui, o su Barbafuoco o la Spietata, ma per tua fortuna sono sempre rimaste mere leggende da bivacco; come ti ha sempre ripetuto tuo padre, pensare in piccolo, in mare così come in molte altre circostanze è un buon modo per tenersi lontano dai guai più grossi. Il cuoco reale a bordo della Royal Majesty, un certo Trevor Riggory, amico di lunga data di Baffogrigio, morì proprio per mano della ciruma di Nero. Bruciato vivo insieme alla nave; si dice che l'ultima cosa che vide prima di spirare furono le vele di quella stessa Jocasta che tu guardi in tutta sicurezza dal basso verso l'alto. Una nave davvero ammirevole, tralaltro. Le Ala Elfica in genere hanno lo scafo di un terzo più sottile, e possiedono solo l'albero di prua e quello di mezza; si dice che furono inventate da carpentieri elfici che usavano inizialmente il Legnoscuro per farne delle sentinelle leggerissime in risposta alle enormi e lentissime caracche dei reami umani. Non hai idea di come Nero se la sia procurata, né quale genio di carpentiere l'abbia costruita, ma chiunque fosse è riuscito a trasportare l'agilità di un'Ala Elfica su una nave più grande e resistente. Fregata Elfica, un nome forse un po' improprio, ma Nero stesso aveva detto che era d'altronde l'unico esemplare; le rigature sulla chiglia permettono alla nave di mantenere un basso attrito con l'acqua nonostante lo scafo ingrossato, e l'albero in più è un ottimo propulsore per compensare la massa in eccesso della nave. L'affusolatura della murata e del castello sono stati costruiti per resistere a molto più che un semplice colpo di ballista, costruiti non per resistere, ma per deviare la massa durante l'impatto. L'intreccio delle varie qualità di legno utilizzato è però la chiave per un nave così perfetta; ma è anche il motivo per il quale è estremamente difficile riprodurla...per la fortuna di molti! Una flotta di quelle navi regnerebbe incontrastata su tutti i mari conosciuti.
  19. Ah, le parole! Nessuna arma, armatura, oggetto di potenza inimmaginabile, ha mai condizionato l'umanità come le parole. A disposizione di tutti eppure più potenti di ogni altra cosa. E quando c'è da ammaliare tu sei maestra in questo, è cosa ben nota a coloro i quali frequentano in genere quella stanza; eppure pochi hanno visto la tua ars oratoria in vesti meno formali e più vicine al cuore - Kerberos e Ulrich, oggi testimoni, si potrebbero definire perfino fortunati ad assistere a questo sublime spettacolo - certo, se le circostanze non fossero così tragiche. Ti sei accorta che da quando è iniziata questa storia della Settima Spedizione, le cose stanno andando a rotoli; la tua vita di superficialità tutto sommato non era poi così male, ma continua di giorno in giorno, di ora in ora, ad essere irreversibilmente sconvolta. A chi dare la colpa? Troppo potere nelle mani di pochi individui generano caos e responsabilità. O forse l'essere invischiati in così tante vicende, implica statisticamente essere coinvolti in qualche sventura. O magari il tuo master è solo un grandissimo strònzo (?). Troppe domande, nessuna vera risposta. Von Trier resta inizialmente sulle sue, mordendosi le labbra e guardando prima Kerberos e poi il pavimento. Le tue parole l'hanno sferzato nell'anima, hanno fatto vacillare sia la sua rabbia che il motivo per il quale si trovava in questa stanza. Kerberos si affloscia nella sua sedia, anch'egli colpito da un'improvvisa ondata di malinconia con te come epicentro. Dopo qualche sospiro e un consistente numero di battaglie interne, il governatore di Capo Ventura decide di parlare. "La mia discendenza non si è estinta grazie a voi, contessa, e non esiste modo di ripagarvi per questo, se non con la mia eterna gratitudine. Ma non posso tollerare che l'assassino resti impunito, anzi, premiato, con una vacanza nel Nuovo Mondo. E mi ferisce ancora più che anche voi siate coinvolta in questo orrore, contessa. Proprio voi che avete visto…" ...mia moglie morire. E' troppo, le parole gli restano in gola. Kerberos ha lo sguardo perso nel remoto passato, assente da tutto questo.
  20. "Frequenti gente più strana di lui" sbaglio o è una vaga allusione ai tuoi compagni di viaggio? Qualcuno fa cadere un'asse dal soppalco scatenando un baccano di insulti e scaricabarile di responsabilità tra i suoi sottoposti; Isaac sbuffa, incrociando le braccia. "Non si parte mai per un viaggio a pancia vuota. Certo però...non posso allontanarmi dieci minuti che questi iniziano già a scannarsi tra loro." e così si avvicina alla nave, prendendo qualcuno dal colletto e rimproverandone altri. Ah, che dura la vita da capomastro!
  21. "Mmgh" risponde l'omone, guardandoti con faccia seria. "Sì, non parla molto" dice Isaac, prima di fargli cenno di ritornare a lavorare. L'uomo non se lo fa dire due volte, e torna verso le impalcature. "Viene dal nord, era un carpentiere in patria ed è stato esiliato, ma nessuno sa il perché. E' un gran lavoratore, comunque." Il mezzogigante si pulisce le mani su uno straccio lì vicino e solo allora ti accorgi che il carretto è completamente vuoto. Quand'è che si è mangiato tutto quel ben di dio?! "Comunque se per te va bene, ci vediamo di prima mattina al molo."
  22. La taverna si presenta nel suo solito squallore. Ferdinand è già steso ubriaco dietro il bancone, e gli avventori ormai si servono da soli che è una bellezza. Vedi facce nuove, dev'essere arrivato un convoglio, a quanto pare - esattamente come aveva detto Ferrell. Della sua brutta faccia ancora non si vede l'ombra in taverna, ti toccherà aspettare un po'.
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