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Bellerofonte

Circolo degli Antichi
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  1. Asvig annuisce e richiude la porta dietro di sé. I vostri commenti sono al sicuro da orecchie indiscrete fintanto che la soglia resta sigillata, perciò decidete di fare un breve punto della situazione, ahivoi amara. Fortunale intuisce in fretta che la prossima discussione sarà al contempo la più intensa e forse la più breve, date le premesse. La situazione fuori dal tempietto sembra agitarsi: sentite voci stridere, scudi che battono e le urla del capoguerra della Speranza che intimano di deporre le armi. Il crescendo termina in fretta quando sentite distintamente il rombo magico di un tuono e la sensazione di elettricità eccitare la peluria sulle braccia; siete tentati di alzarvi e vedere cosa sta succedendo fuori, ma Razul apre la porta precedendovi, trascinando lady Kara Yedilov con una corda che le immobilizza entrambe le mani. Dietro di sé, tre elfi folgorati giacciono a terra apparentemente senza vita; Arrigo li scuote con uno stivale per verificarne lo stato, ma fa cenno ad Asvig che non c'è nulla da fare. Preceduta dall'elfo non-morto, la chioma corvina di Kara le dondola sulle spalle raccolta in una coda allentata come fosse un mantello nero appoggiato ad un soprabito di raso blu, tra le cui pieghe vedete distintamente un'armatura di cuoio chiaro placcata d'acciaio sull'addome, sugli avambracci e sui polpacci. Ammesso che Asvig sia stato accurato nelle perquisizioni, non dovrebbe avere addosso alcuna arma - visibile o invisibile - eccetto le sue mani legate, ancora intrise di folgore. Non è un bel modo di iniziare, ma a questo ci siete abituati ogni volta che le rivolgete la parola. "Buonasera Capitano." mormora verso Fortunale - "Cavaliere Ridley, quale piacere." si inchina brevemente guardando Randal, ma invece non degna la contessa di uno sguardo. Sa di non essere benvoluta da alcuni di voi e non nasconde che il sentimento è reciproco. Strattona un po' la corda con una smorfia, ma Razul è inamovibile e fisicamente molto più forte di lei; il non-morto vi parla: "Si è verificato un incidente. Quattro elfi hanno tentato di violare il perimetro, e scoperti, hanno attaccato Asvig. Lady Kara, che attendeva di entrare per il colloquio, li ha folgorati ed uccisi. Come indicatomi, ho soppresso ogni sua arma." ...mani incluse. L'elfa grugnisce: "E questo è il ringraziamento per avervi aiutati...!"
  2. "Vi aspettate una minaccia, capitano?" risponde Galifar, stizzito "Preparerò il mio popolo a ciò che verrà. Se i costieri faranno lo stesso senza uccidersi a vicenda nel frattempo, forse avremo una possibilità. Altrimenti saremo soli." un cenno della mano e la porta dietro di lui si riapre lentamente, mentre la brezza e l'odore del mare pervadono nuovamente questi ameni posti. La sabbia per terra si raccoglie attorno all'elfo turbinando intorno ai suoi piedi. "Lo siamo sempre stati." conclude, teleportandosi via in una folata di polvere. Per la seconda volta oggi siete soli con i vostri pensieri. Asvig si affaccia chiedendo se va tutto bene.
  3. "Come definisci un dio che predica la pigrizia e giustifica l'omertà? Rao è rifugio per coloro che rifiutano il mondo, che ignorano che la vita è una battaglia." va bene, a Galifar non piace il dio della Pace, afferrato. "Arsak ha buone intenzioni, ma è tremendamente invasato dalle idee religiose ereditate da Iskander Yedilov." o, in altre parole, non date il cuore a un estremista religioso!
  4. "Vi assicuro che portate già il fardello di tutto ciò che so. Coloro che meritano la pacifica ignoranza sono gli elfi che non possiedono il potere di cambiare le cose; sarebbe crudele metterli davanti a una realtà che in nessun modo possono affrontare." - Galifar quindi è del partito di coloro che preferiscono non svelare la verità sul Cornotonante e sulla falsa sacralità di questo rito - "Coloro che portano caos sono anche gli unici che possono porvi rimedio e non fraintendetemi: non giudico le vostre azioni. Anche il caos stesso è a suo modo una forma primordiale d'equilibrio tra le parti." La domanda di Sandrine è al solito più articolata ma nessuno dei vostri dubbi pare metterlo davvero in difficoltà. Come già sapesse cosa volete chiedergli prima che apriate bocca, una sensazione sgradevole di soggezione che Tiberius vi ha messo dal primo momento in cui gli avete rivolto la parola. "Non ho altra scelta che rimettermi al vostro giudizio. Nessuno più di voi ha il potere fisico, l'autorità sacrale e abbastanza imprese alle spalle per decidere il futuro dell'isola." riferendosi rispettivamente all'Arcontato, al cuore ed alle vostre imprese recenti "Ci conoscete abbastanza da conoscere quanto rispettiamo le tradizioni e i riti. E' un qualcosa che è insito nelle nostre membra. Se così non fosse, perché la ribellione è iniziata proprio ora che i sovrani sono morti? Perché non prima? E come mai le forze in gioco non hanno semplicemente assediato Molo Zefiro prendendosi il cuore con la forza? Perché necessitano di essere scelti. Abbiamo così tanto rispetto delle tradizioni che basiamo la nostra vita su esse e se qualcuno dovesse opporsi, possiedo il potere di raggiungere i sogni dei dissidenti e obbligare le loro deboli menti a cambiare idea." La fiducia nei suoi confronti vacilla e Galifar pare esserne conscio, per questo cerca di convincervi basandosi sugli interessi in comune piuttosto che sulla reciproca affinità. "Non elargisco la magia a profusione se è ciò che vi spaventa, ma è utile per capire le intenzioni di coloro che vi stanno di fronte." - voi? - "So per certo, ad esempio, che Tamara desidera più d'ogni altra cosa l'approvazione di coloro che le stanno intorno. Che Kara non è sazia di vendetta su coloro che hanno ucciso suo padre. E Arsak, che considero un lathellin, crede davvero di essere un prescelto del falso dio Rao."
  5. "No." Risponde secco Galifar. "Fen'Harel padroneggiava arti troppo superiori alle mie, era capace di insinuarsi tra le pieghe dell'Oblio esulando ogni forma di divinazione. Tuttavia ho percepito voi appena il sonno vi ha colto una volta sbarcati sull'isola." il sussurro di Randal riesce ad arrivare alle orecchie elfiche dell'oniromante, ve ne accorgete dal cambio di espressione ora più sommessa, quasi rassegnata. Non importa che il cuoco abbia parlato capoventurese, per dialogare Galifar sta utilizzando una certa magia a voi già nota. Non interviene, poiché il commento non gli è stato rivolto direttamente. La legittima curiosità di Sandrine lo distrae dai pensieri del cuoco: "Perché? Non vi accorgete di quanto retorica sia questa domanda?" le immagini illusorie svaniscono. "Siete Arconti. È nella vostra natura stravolgere l'equilibrio naturale delle cose. Prima che vi intrometteste nelle questioni elfiche, l'isola viveva in un delicato stallo di poteri e necessità che perdurava da secoli, ma con le vostre azioni, favorendo talvolta una, talvolta un'altra parte, avete cambiato questi equilibri...e favorito il caos. Non fraintendetemi: noi Silvani vi siamo grati per questo. Ci avete offerto una possibilità che non si presentava da ere, quella di riplasmare l'isola secondo il nostro volere. L'ultima volta che è accaduto, da che si ha memoria, il Temibile Lupo guidava le sue armate contro la foresta. Sento che è l'opportunità di riscatto negataci per generazioni. Ma serranas."
  6. La domanda di Randal gli fa alzare un sopracciglio: "Un captiano guarda l'orizzonte e vede nere nubi avanzare verso di sé. Ascolta l'eco di tuoni lontani, annusa l'odore di pioggia. Sa che giungerà tempesta, prima o poi. Perciò ammaina le vele e istruisce i suoi uomini prima che sopraggiungano i nembi." - Galifar non può guardare letteralmente nel futuro, ma pare aver intuito che la morte di tutti gli Arconti protettori ha rotto l'incantesimo che teneva l'isola fuori dai torbidi movimenti del resto del mondo. L'atollo elfico incontaminato probabilmente non sarà più tale, la prossima volta che vi metterete piede. Il Somniari silvano stringe i palmi sfregandoli tra loro per generare un riflesso brillante che cresce lento racchiuso tra le mani; quando l'elfo allarga le braccia, la sfera di luce esplode in una splendida illusione che dà vita ai suoi pensieri. "Sogni mutevoli, sogni volubili e balordi. L'Oblio è irrequieto, come una lira le cui corde sono state pizzicate con troppa foga. L'Arconte delle Ombre cresce più potente ogni giorno, e anche se non conosco il suo scopo, so che dev'essere fermato con qualsiasi mezzo." Galifar sfida Fortunale con uno sguardo "Darò agli elfi un nemico comune, instillerò il terrore delle Ombre nei loro cuori durante il sonno, lo stesso terrore che aleggia nei cuori della vostra ciurma." non è forse manipolazione, questa? Ma cosa non farebbe Galifar pur di fermare Kilagas? Come anche l'altro defunto oniromante, prende molto sul serio la minaccia della Zephira all'intero mondo. "Allora mi seguiranno. Poi prenderò l'argento di Lalibela con l'autorità indiscussa che mi sarà concessa da quel cuore, e restaturerò l'impero Yechilay. Lì non ci sarà spazio per quella parvenza di libertà che i costieri chiamano democrazia. Non abbiamo tempo per discutere con ricchi e grassi nobiluomini preoccupati solo di quanta carne c'è nei loro piatti. La guerra, la vera guerra, incombe." il potere nelle mani di un solo uomo - o elfo - non è quasi mai la scelta migliore, ma se Galifar vuole davvero combattere Kilagas a tutti i costi non ha altre scelte: è già difficile tenere il controllo delle città costiere in pace, figuriamoci in guerra. La seconda domanda di Sandrine non è rimasta inascoltata, ma l'elfo si prende il suo tempo prima di rispondere. La visione dei sogni cambia. "Ciò che so l'ho visto in sogno, negli echi del passato che aleggiano nell'Oblio. Sin dai tempi più remoti l'isola è stata governata da Arconti, e il potere divino della quale sono...siete impregnati era il motivo per il quale gli elfi si sottomettevano a un unico sovrano. Ma quando alcuni scoprirono che alla morte di un Arconte lo Spirito cerca un nuovo ospite, iniziò un'epoca di massacro. Sette e culti segreti tentavano di impadronirsi del potere ogni notte, in competizione le une con le altre. Fu il Temibile Lupo a sradicarle, una ad una, e trovò un-" Galifar si blocca, schiocca le dita, si guarda attorno. "Com'è che dite, voi?" frustrato, sbatte un piede a terra: "Fenedhis lasa! Qualcosa con un uccello...!" impreca e infine gli occhi gli si illuminano. "Un riflesso-no! Uno specchio per le allodole!" ...la storiella del drago. "La conoscenza è un bene che va elargito a sorsi, o rischia d'affogare chi la riceve." Dovreste aver capito chi avete davanti: un elfo pragmatico, a tratti amorale, dedito a far sopravvivere la sua gente ad ogni costo - inganni, manipolazioni mentali, non importa. Non ama gli elfi costieri, eppure è anche l'unico che come voi capisce davvero cosa sta accadendo al di fuori dell'isola, l'unico con una visione d'insieme. C'è del sangue di Tiberius nelle sue vene, dal modo in cui vi parla senza timore, dai suoi metodi ambigui di perseguire lo scopo e dal fatto che spesso termina un discorso con una massima di saggezza. In qualsiasi altra situazione lo avreste scartato a priori, ma con la Zephira alle porte anche lui può contendersi a pieno titolo il ruolo di sovrano.
  7. "Siete gentile, capitano Aghendor, perciò non approfitterò del vostro prezioso tempo come faranno gli altri pretendenti. Avete delle domande, e so già quali sono. Vi ho ascoltato in sogno." - l'altezzosità elfica scorre potente in questo orecchie-a-punta. Incrocia le braccia e sbuffa scuotendo la testa orizzontalmente. "Sappiate che Barusha ha vissuto millenni in una coltre opaca grazie alla protezione degli Arconti regnanti: Uthen del Tempo, Fen'Harel dei Sogni, Azamatar e Jazira della Conoscenza, hanno sacrificato ogni cosa per permetterci di vivere in pace, fuori dal caos dell'Oceano d'Oriente. Ora, per la prima volta nella storia, Barusha è sguarnita di un protettore e un pericolo incombe su tutti noi. Non credevo fosse possibile, ma c'è un nuovo Arconte delle Ombre che infesta questi mari. E' affamato, insaziabile di potere e vendetta. Nessuno è al sicuro. Questa lotta intestina è solo una farsa, ma voi sapete che la vera guerra non è qui. Nessuno degli altri comprende davvero, non come me. Datemi il potere e impiegherò ogni mezzo per fare in modo che l'isola sappia difendersi quando Kilagas Fuinur si paleserà sulle coste dell'isola. Altrimenti uccidere il drago, liberare la foresta, incoronare un sovrano...non sarà servito a nulla." Lo sguardo si posa su Sandrine: "So che vuoi chiedermi di usare il mio potere per cercare tua madre, ma l'Oblio è troppo grande ed è un'impresa impossibile senza conoscere il suo Vero Nome." poi su Randal: "Tu desideri sapere come regnerò nel frattempo: ebbene, ridarò gloria ad Arlathan e al resto della foresta distruggendo i non-morti e ricostruendo l'impero Yechilay con le ricchezze che i costieri hanno ingiustamente sottratto al mio popolo nei secoli. Prenderò fino all'ultima oncia d'argento nei forzieri di Lalibela e radunerò le armate di tutte le città per addestrarle a combattere contro gli Arconti. La politica e gli intrighi sono futili distrazioni! Governerò con il pugno di ferro se necessario, ma non permetterò più a quest'isola di autosabotarsi!" Infine Fortunale: "Fen'Harel credeva di poter fare tutto da solo, questo è stato il suo unico errore. Condurrò quest'isola alla salvezza con ogni mezzo possibile, anche coscrivendo l'intera popolazione con la forza, se necessario. Ho visto cadere Arlathan e Samre nelle mani del Male, non accadrà un'altra volta." La loquacità dell'elfo è inversamente proporzionale alla vostra, ma almeno non vi ha fatto perdere tempo.
  8. La porta chiusasi alle spalle del capitano Arsak si spalanca mossa da una folata di vento innaturale che trascina nell'ingresso polvere e sabbia. L'ombra proiettata sul pavimento stavolta è quella di due grandi ali da pipistrello color sangue che spingono un altro paio di battiti prima di ritrarsi sulle spalle dell'elfo e scomparire per magia. Se non fosse per la diversa natura - quasi demoniaca - della magia che ha trasformato il capovillaggio di Samre in una sorta di mezzo-diavolo dalle sembianze elfiche, non sarebbe difficile trovare una parvenza di similarità con il modo in cui Sandrine è solita presentarsi a questo tipo di appuntamenti; il che vi fa pensare a due cose: la prima, che Galifar ha ancora qualche sprazzo di teatralità ereditato dal suo antenato Fen'Harel, e secondo, che la contessa d'Alamaire ha trovato un degno avversario in fatto di entrate in scena. Se morto un capogilda se ne fa un altro, morto un Temibile Lupo... @Randal & Sandrine L'elfo torna nelle sue sembianze normali, visibilmente seccato di essere stato privato del bastone che lo identifica come guida dei Silvani - un'altra piccola vittoria della politica "niente armi" di Asvig che sorveglia l'ingresso. Un cenno distratto della mano sinistra chiude la porta dietro di sé mentre attraversa la sala per fermarsi nello stesso identico posto dal quale il capitano Yedilov vi ha parlato poco fa. La ben celata illusione che tutti gli elfi di Barusha siano in qualche modo giovani e belli viene tradita dalle vesti tanto maestose quanto antiche di Galifar. I panni scuri ricamati di tele vermiglie ricalcano i motivi delle venature delle foglie di platano; il vestito consiste in un'unica lunga tunica nera dalle pieghe asimmetriche ma stranamente piacevoli, tenute su alla vita, sui gomiti e sulle ginocchia da cinturini di pelle di serpente. Ai piedi un paio di sandali rustici mentre le mani sono coperte da guanti che lasciano scoperti soltanto i polpastrelli. I Vallaslin, i tatuaggi facciali tipici degli elfi di quest'isola, sono molto più marcati di quelli che siete abituati a vedere e nascondono a stento un velo di sporcizia sul volto. Se Arsak odorava di letame di cavallo, Galifar sembra usare troppo poco l'acqua dei fiumi per ripulirsi della patina di humus che lo circonda. "Mythal'enaste, shem'len. Ma serranas ma las'hanin var vhen. Dirth'era ar tan dar tel'din hellathen." le parole escono dalla sua bocca come una poesia che si perde nell'aria. La sua voce è eterea, sottile. Mentre vi parla vi guarda negli occhi, vi scruta e non dimostra nemmeno un guizzo di timore nello stare al cospetto di tre Arconti. @Elfico @Tutti
  9. "Rao vi benedica." Il capitano accenna un lievissimo inchino con la testa in segno di rispetto per voi e senza aggiungere nient'altro fa tre passi da gambero prima di voltarsi e abbandonare l'edificio. Rimanete soli con le vostre discussioni in attesa che il somniari vi faccia visita - sperando che stavolta non sia tutto un sogno!
  10. "Galifar." pronuncia risoluto, come se un nome soltanto possa schiarire ogni vostro dubbio. Ma non è così, vero? C'è bisogno di un piccolo preambolo, il riassunto del riassunto di una storia parallela svoltasi dietro le quinte delle vostre avventure per far sì che capiate il ruolo del capovillaggio di Samre in questa tragicommedia. "Ha strane doti quell'elfo, poteri divinatori che anch'io stento a credere esistano. Non sempre capisco tutto ciò che dice, ma pare abbia sogni ricorrenti su di voi e le vostre imprese. Mi ha avvertito delle vostre intenzioni perché temeva aveste bisogno di una mano contro il drago. Sapevo non ce ne sarebbe stato bisogno." sorride, orgoglioso delle voste gesta.
  11. Ancora una volta i discorsi vacui propri degli esseri dalle orecchie a punta si scontrano con la logica pragmatica di Fortunale come onde sugli scogli. "Ho gregari anch'io, capitano. Un manipolo di uomini che ha giurato fedeltà alla causa fino alla morte. Se deciderete di appoggiare anche voi la volontà di Rao assegnandomi il cuore del drago, allora avrò anche l'autorità terrena per costringere i nobili a lasciare gli scranni ed estinguere la carica di sovrano a opera compiuta. Abolirò le leggi che ci tengono incatenati nell'ingiustizia usando il potere che esse stesse mi concedono." - Arsak si permette di intromettersi anche nella conversazione tra Randal e Sandrine: "Cosa c'è? Avete scoperto qualcosa nella tana del drago?"
  12. "Grazie, Randal." il vostro cuoco garantisce per lui. "Se Rao continuerà ad assistermi, farò la Sua volontà fino all'ultimo mio respiro. E' una promessa che ho fatto su questo libro sacro, che intendo mantenere ad ogni costo." A giudicare dalla sintesi di Sandrine, ella sembra aver capito abbastanza bene dove vuole andare a parare Arsak. In breve è questo il suo disegno, senza troppi fronzoli burocratici o clausole nascoste. Il capitano porta istintivamente una mano all'elsa che non trova, e perciò la appoggia sul fodero: "Speravo poteste dirmelo voi. Non è mia intenzione uccidere queste bestie, vorrei solo scacciarle da Barusha una volta per tutte. La violenza è l'ultima risorsa, che si tratti di elfi, goblin, shem'len o mostri."
  13. Arsak annuisce a Randal per dirgli che va bene se rimane al suo posto, l'affetto è reciproco e potranno avere tempo di stringersi le mani e raccontarsi reciprocamente le avventure più recenti quando saranno fuori da lì. Come faccia a fare tutto questo con un semplice cenno del capo, lo lascio immaginare al lettore. Quest'uomo sarà anche meno carismatico e più taciturno dei suoi avversari politici, ma quando vuole sa farsi capire. "Avete aiutato Ibnat, il popolo della foresta e nondimeno...me. Se posso restituire il favore, sarò lieto di farlo. Tuttavia, c'è stato un fraintendimento." Arsak incrocia le braccia "Io non voglio diventare re proprio di nessuno. Mi ci sono voluti secoli per capire che governare Fort Adigrat non era la mia strada, e proprio il vostro cuoco, qui accanto a voi, mi ha mostrato il destino che Rao ha scritto per me. Il mio compito è difendere i più deboli, permettere a tutti di vivere in pace e serenità, e sento che posso farlo solo cavalcando lì dove c'è bisogno di me. So cosa significa governare, conosco i compromessi, gli intrighi e i sotterfugi di corte, lord Iskander Yedilov ha istruito me e Kara anche in questo. Ma dove gli altri vedono potere, io vedo solo altre catene. Rao non mi ha condotto fin qui affinché diventassi un altro schiavo del sistema, ma per distruggerlo." Parole forti da un elfo così placido. Le braccia conserte si sciolgono e vaneggiano un po' nell'aria per illustrare meglio i pensieri dell'ex-capitano. "Mi duole ammetterlo, ma lady Kara ha ragione su un punto: Barusha vive supportata dalla menzogna e dall'ipocrisia di Lalibela. Le città dovrebbero essere indipendenti, ma il timore di guerre e ritorsioni garantisce a lady Tamara una scusante valida per non assecondare le richieste di Kara. A cosa servirebbe destituire un sovrano legittimo solo per iniziare una serie di guerre per la prevaricazione? Nel corso di qualche secolo ritorneremmo allo stato attuale, con il sangue di migliaia di elfi sulla coscienza. Non lascerò che accada. Prenderò il cuore, prenderò la corona, eliminerò le caste nobiliari e il loro diritto a governare e darò questo potere ai seguaci di Rao. I chierici del dio della Pace garantiranno l'armonia nelle città, amministrando con saggezza e benevolenza. Fort Adigrat accoglierà cavalieri non più solo da Ibnat, ma da tutta Barusha: chiunque turberà la pace dell'isola se la vedrà con noi, che siano non-morti, goblin, ribelli...o shem'len con cattive intenzioni." è solo fortuna se Barusha non ha incontrato la Zephira, e si sa, la fortuna non dura mai a lungo. "Dopodiché, spezzerò la corona e scaccerò i draghi dall'isola. E' un compito duro e so già richiederà forse la mia intera esistenza, ma è questa la volontà del Dio Pacifico, e sono sicuro..." Arsak abbassa lo sguardo "che fosse anche quella di lord Iskander." Il capitano si schiarisce la voce, dandosi un contegno non necessario. "Per quanto riguarda i Silvani, darò loro la completa indipendenza e tutti i territori boschivi. Mi impegnerò ad aiutarli a ripulirli dai non-morti, fino al mio ultimo respiro. Anche loro hanno il diritto di vivere in pace. In cambio chiederò che non interferiscano con gli affari dei costieri. Tamara e Kara godranno di una libertà incondizionata, ma verranno imprigionate al solo minimo sospetto di tradimento. Non permetterò loro di distruggere questo sogno di pace." Lo sguardo si posa infine su Fortunale: "Spero con questo di aver risposto anche alla vostra domanda, capitano Aghendor." @Sandrine
  14. E' Ventura a portare personalmente i messaggi di convocazione a ogni aspirante sovrano. Aspettate il primo, preferito da Randal, seduti su tre scranni gemelli che tanto ricordano quelli della Sala Grande della Loggia capoventurese. Asvig e Razul presidiano l'ingresso e Barbara annusa l'aria nei dintorni per evitare scrutamenti indesirati, così avete l'intimità desiderata e - forse - un po' di pace per prendere una decisione sensata sull'isola. Le porte del piccolo edificio si aprono lasciando entrare un fascio di luce e l'ombra dell'elfo che si propaga sul pavimento lastricato antecedendo l'ingresso del capitano Arsak Yedilov. I capelli corti color platino e la pelle chiara vi fanno dubitare che lui e Kara condividano una seppur lontana parentela. La figura longilinea che avanza a passo deciso verso di voi ha un'andatura eretta, una postura tipicamente da combattente che riflette gli abiti indossati: un'armatura di piastre d'ottone opaca sotto un cappotto nero con le spalline di pelle e un grosso cinturone alla quale sono legate borse da viaggio, un libro dalla copertina bianca, e un fodero - ora vuoto - dove solitamente si annida l'elsa di una scimitarra. Rispetto all'ultima volta che lo avete visto, di stanza nel campo degli elfi silvani nella foresta, ha una cicatrice nuova di zecca sull'occhio sinistro. Gli stivali sporchi e l'odore vi suggeriscono che avete di fronte un uomo che vive metà della sua vita in groppa al suo destriero, come anche dimostra l'anello gemello a quello di Randal che lo identifica come Libero Cavaliere di Fort Adigrat, anche se vi è giunta voce che quel titolo gli è stato revocato tempo fa. L'elfo si ferma a un metro e mezzo da voi e l'idea di inchinarsi non gli passa minimamente per la testa. "Rinnovo i miei saluti, gente di Capo Ventura. Come posso esservi d'aiuto?" Che sia un seguace del dio placido non lo deducete solo dal libro sacro attaccato alla cintola; c'è qualcosa nella sua voce, nel modo in cui scandisce le parole, che rasserena le persone che gli stanno accanto.
  15. Dovrebbe, ma visto che la situazione è delicata sono molto largo, come avete notato.
  16. @Pippomaster92 vuoi rispondere o procedo?
  17. Bellerofonte

    Disguise

    Camuffare in italiano - non riguarda strettamente il truccarsi (infatti gli accessori da truccatore non sono necessari ma danno solo +2, se ben ricordo) ma impersonare qualcun altro. Esempio lampante? Puoi usare camuffare per alterare la tua voce. Visto che raramente questa prova non ne richiede un'altra di Raggirare, canon è: Camuffare VS Osservare e Raggirare vs Percepire Intenzioni, ma a parer mio, le prove sono combinate tra loro.
  18. La giornata prosegue; Arrigo pare abbia iniziato a fare (loschi?) affari con alcuni mercanti di passaggio a Molo Zefiro, e ciò vi ha fruttato qualche moneta d'oro nella cassa comune. Sandrine invece stupisce tutti con il suo magnifico potere: a poche decine di metri dalla costruzione principale, un nuovo piccolo templio viene eretto da forze invisibili nell'arco di mezz'ora. Avete ora un luogo degno di una conversazione tra re. Per quanto riguarda gli altri membri della ciurma, le loro routine sono piuttosto abituali: chi come Asvig sorveglia il perimetro, Sigbjorn che comanda gli uomini di caricare e scaricare merci dalla Speranza, Ventura bella pimpante che si toglie via i suoi vestiti come fossero catene di piombo e torna a zompettare a destra e a sinistra. Quando sarete pronti, potrete - se non avete di meglio da fare - recarvi nella costruzione per iniziare gli interrogatori. Fino ad allora, l'invito è come sempre di arrivarci preparati. @Sandrine
  19. "Quindi è deciso!" esclama Ventura, sollevata dalla risoluzione con il quale intendete affrontare la situazione. "Posso chiamarli uno alla volta per discutere con voi in privato. Li raduniamo a Molo Zefiro- no! Nella cabina del capitano, mette più soggezione! Oppure..." l'indice batte sul mento curioso imitando il gesto di Fortunale che invece si tocca la barba. Il senso è chiaro: presi singolarmente, portati in un luogo privato, spogliati dei propri principi morali - per quanto umanamente elficamente possibile - e a colloquio terminato capire con cosa si ha a che fare. State certi che giocheranno tutte le loro carte per convincervi, cercando di abbindolarvi o forse addirittura d'imbrogliarvi. D'altro canto anche voi avete contatti, abilità e persone che possono aiutarvi a scoprire la verità...è arrivato il momento di usarle, per il bene di Barusha e vostro.
  20. Ventura si ritrova in mezzo alla discussione e ascolta passivamente le opinioni divergenti dei Pionieri senza poterci fare davvero nulla. Tre persone diverse, tre punti di vista opposti. E' chiaro che la discussione fa difficoltà a convergere verso un unico punto di vista, quindi è la vostra navigatrice a suggerirvi un modo per appianare le disparità. "...se posso" si schiarisce la gola "se non riusciste a decidere, potremmo metterla ai voti nella ciurma. Raduno tutti sul ponte dopo pranzo e potreste fare un'arringa dal castello di poppa." il metodo proposto è un po' estremo e sicuramente populista, ma potrebbe salvarvi dallo stallo se la discussione muore senza giungere a conclusione. Come il codice del mare vuole, tutti gli ufficiali a bordo hanno diritto a un voto e i mozzi valgono come uno. Barbara, Ventura, Sigbjorn, Arrigo, Razul, Asvig, Nero e probabilmente Tondley come rappresentante del resto dell'equipaggio avranno diritto a votare per l'una o per l'altra soluzione in base alle loro convinzioni e alla forza dei vostri discorsi. E sì, se ve lo state chiedendo, il fatto che Sandrine sia un'oratrice nata le dà un grosso vantaggio sulla concorrenza, ma se le idee sono buone e sapendo colpire i punti giusti dei vostri compagni, perfino un quasi-eremita come Besnik potrebbe guadagnarsi il favore di tutti.
  21. In game ovviamente. Da quando ho iniziato a lavorare non posso davvero pretendere nulla da nessuno!
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