Vai al contenuto

Bellerofonte

Circolo degli Antichi
  • Conteggio contenuto

    3.969
  • Registrato

  • Ultima attività

  • Giorni vinti

    10

Tutti i contenuti di Bellerofonte

  1. Verità. Se ce ne fosse solo una, probabilmente tutto questo non sarebbe mai accaduto. Arrigo sta già unendo tutte e cinque le dita in un gesto che significa tutt'altro che sì, ma la magia della contessa lo sposta come il pezzo di una scacchiera dove lei era fino a quel preciso momento; i due si scambiano di posto. Tiberius non ha intenzione di terminare il suo rituale nel quale sfibra l'eterea figura distruggendola un pezzo per volta. Mancano pochi secondi alla fine, ve ne accorgete tutti. "La verità?" pronuncia l'elfo, grugnendo per lo sforzo "La verità vi ha portato qui, sul punto di levare le armi verso i vostri fratelli. Accettate che cercarla non vi darà sollievo, ma invece vi metterà sempre e soltanto di fronte a nuove scelte, ognuna delle quali è un bivio tra la salvezza e la distruzione. C'è veramente bisogno di correre questo rischio? Pensateci, non avete niente da guadagnarci. Anche se io un tempo fossi davvero stato il Temibile Lupo, se fossi stato un principe testardo e baldanzoso e avessi guidato le armate di Lalibela contro la foresta di Yechilay seminando terrore e distruzione, cosa cambierebbe? Ciò che conta è qui e ora: gli Arconti devono essere eliminati, gli Spiriti sigillati e solo io ho il potere di farlo! Non mi avete creduto prima, quando vi dicevo che è innaturale e distruttivo nelle mani dei mortali, allora osservate: l'eterna maledizione della foresta, tutta la morte che vi circonda, sono opera del qui presente Arconte del Tempo! Se solo avessi sigillato il suo Spirito prima di uccidere Uthen...niente di tutto questo sarebbe mai successo. Ero giovane e superficiale. Ma oggi non rifarò lo stesso errore." La luce diventa più intensa, e lo spettro perde rapidamente di consistenza. A tratti quasi non si vede più.
  2. Fortunale è l'unico in piedi, ha resistito l'effetto di forza.
  3. Lo spettro di Uthen si prepara ad attaccare, Randal e i suoi pugnali roventi sono pronti ad entrare in azione in qualsiasi momento e perfino Arrigo, per natura inetto e cordardo, ora ha uno sguardo stranamente determinato e stringe in mano una bacchetta dalla punta incandescente. Dall'altro schieramento, Sandrine ha i medaglioni che pulsano di energia chiamando il proprio simile in mano al fantasma, mentre Fortunale emana inconsciamente una brezza leggera ma persistente legata in qualche modo alle sue emozioni. Basterebbe un gesto, uno sguardo o una parola di troppo per provocare l'irreparabile squarcio nella ciurma della Speranza; la tensione è palpabile nell'aria mentre inveite l'uno contro l'altro e poi, all'improvviso, un lampo luminoso esplode in mezzo a voi; l'esplosione è muta ma vi sbalza tutti - quasi tutti: Fortunale resiste alla spinta - quanti di quasi due metri all'indietro, facendovi cadere. Ma l'attacco non è arrivato né dalla fazione di destra che da quella di sinistra: Tiberius è atterrato dissolvendo le sue ali di fuoco in mezzo a voi, non preoccupandosi come al suo solito di colpire amici e nemici. L'elfo agita il bastone verso lo spettro, anch'esso caduto a terra, e lo spinge dentro il circolo di pietra. "Voi due parlate troppo!" urla al capitano e al suo primo ufficiale - "E tu, Randal...ti stai facendo consumare. Non ti ho sottratto a Tyriel solo per vederti cadere tra le grinfie di Vendetta!" come al solito l'incantatore entra in scena sparando a zero contro tutti. La pietra d'ambra sull'estremità del bastone brilla emanando un fascio di luce dorata che si riversa sul fantasma i cui spasmi le cui urla di dolore riecheggiano tra i menhir. "Ma harel lasa. Ma ergar'arla lasa. Mala suledin nadas na abelas bellanaris." l'elfico antico del fantasma pare un'ultima supplica all'incantatore che lo sta torturando, che risponde senza pietà: "Banal nadas." @Elfico @Randal
  4. @Randal Lo spettro fa un passo indietro, lasciando che siano Randal e Arrigo a sbrigarsela. E' tutto nelle vostre mani.
  5. @Pippomaster92@Ghal Maraz ragazzuoli miei, ci siete?
  6. Un quadretto è 5feet, perciò ok, ti avviso quando le cose si mettono male
  7. @Sandrine, Fortunale @Randal La contessa e il capitano giungono volando fino al limitare del circolo di pietre, dove lo spettro, Randal e Arrigo osservano la battaglia dall'alto. Il combattimento è appena iniziato quando i due alati figuri toccano terra. Finalmente potete vedervi faccia a faccia.
  8. La prima salva di frecce arriva dalle retrovie dell'esercito di morti, che scagliano quando il loro padrone lo comanda. Il vento di tempesta protegge gli uomini e le donne della Speranza, dando loro tempo di organizzarsi come Asvig comanda. @Sandrine, Fortunale @Randal @Sandrine
  9. "Prego, contessa." dice Tiberius, indicandole il portale. Poi risponde al suo capitano: "Questo a dimostrazione che un marinaio non dovrebbe preoccuparsi degli affari che competono gli arcanisti. Ma se la fiducia in noi non basta, ve la faccio breve, mastro Aghendor. Una volta attraversato il portale ci ritroveremo in un luogo dove nessun essere vivente ha messo piede per secoli, in balia di orde di non-morti e spiriti della foresta indignati. I miei sogni mi hanno portato lì più volte: se riusciamo a purificare quel luogo, la foresta ci sarà nuovamente amica. Tornare indietro non sarà cosa da poco, ma la vostra pupilla cartografa ci assicura che può portarci via da lì." Ventura guarda il capitano con sguardo determinato. E' sicura di potercela fare. Ma chi si fida a mettere le vite di una ventina di persone nelle mani di una diciassettenne?
  10. Lo spirito ti rassicura: "Saggia scelta." e si avvicina al limitare dell'area circoscritta dai piloni alzando le braccia eteree al cielo. Dal terreno emerge una schiera infinita di non-morti corazzati e putrescenti, un esercito dimenticato tornato alla vita per aiutarvi contro l'imminente pericolo che sta per abbattersi su di voi. I pugnali tornano freddi all'istante. Hai deciso di schierarti con Uthen, ora vedremo dove ti porterà questa scelta.
  11. "Fratello..." ripete Uthen, mentre le radici si ritirano sotto terra lasciando libero Arrigo, che si nasconde dietro di te, terrorizzato. "Randal, tu che sei un viaggiatore hai liberato me dalla mia prigionia in cui fui costretto in tempi remoti da colui che fu il mio più grande avversario. Ora lui è tornato. Avverto la sua presenza nella mia foresta, si dirige qui ad Arlathan per prendere un pezzo di ciò che un tempo fu il potere di Abelas. Prima venne per la pietra del Tempo, ora per il medaglione della Parola. La sua sete di potere non avrà mai fine." Nelle sue mani eteree compare il frammento di un medaglione in tutto e per tutto simile a quelli che la contessa porta sempre con sé. Poi continua: "Sento che sarà qui da un momento all'altro. Dimmi, Randal: tu e tuo fratello combatterete con me contro Fen'Harel? Se mi aiuterete a porre fine una volta per tutte alla sua esistenza, la mia vendetta sarà conclusa e la maledizione che ho lanciato alla mia morte sparirà. Dopodiché vi darò tutto ciò che volete." I tuoi pugnali diventano più caldi; non è di quel bollore che ti avverte di pericolo, lo riconosci: è Vendetta che vuole adempiere al suo compito. Soddisfalo e forse finalmente potrai trovare un punto di accordo. Rifiutalo e sai che questa goccia stavolta farà traboccare il vaso, e ti toccherà affrontarlo una volta per tutte.
  12. "Abelas..." ripete con te la voce roca dell'elfo fantasma, come se quel nome avesse riacceso in lui un briciolo di umanità in mezzo al tripudio di solenne celebrazione che lo ha preceduto. "Mio fratello ti ha benedetto con le sue armi, oppure sei stato in grado di sconfiggerlo. In entrambi gli scenari, sei degno di calpestare questi luoghi, Ruathar Randal. La mia vendetta contro il popolo del Temibile Lupo non cadrà su di te." ricordi chiaramente che Ruathar significa "amico degli elfi"; ad Ibnat lo usavano per definire quei goblin che avevano lasciato la vita parassitaria e avevano iniziato a collaborare con gli elfi. Dietro di te, la voce di Arrigo: "Randàl...nun te vulissa 'mpenzierì...ma forse forse 'sto fantasma mi vo accir" e per una volta Arrigo ha ragione: dalla terra alcuni rami e liane hanno iniziato a inseguire Arrigo come serpenti dall'aria minacciosa.
  13. Arrigo ignora completamente quello che stai dicendo, non essendosi accorto di nulla. Decidi di ritentare la sorte e toccare i menhir stavolta in un'altra conformazione. Nuovamente l'alone verde si sviluppa attorno a questi, e alla fine senti come il suono di una campana di bronzo che scocca l'ora, il terreno che trema e l'energia del circolo di pietre concentrarsi nel punto centrale dell'esagono, dando vita ad una figura translucida avvolta nello stesso colore della magia del circolo. Arrigo è come pietrificato, mentre il tuo Tressym si inchina di fronte al fantasma. "Chi narra la mesta storia delle mie gesta? Chi chiama l'oscuro stregone delle foreste? Chi cerca colui che un tempo era conosciuto come l'Emissario del Tempo?" lo spettro parla in un comune capoventurese perfetto.
  14. Completi il giro dei piloni; ogni volta che ne tocchi uno, questo si illumina debolmente di una spettrale luce verdastra ed infine senti la magia accumulata perdersi e qualcosa che cambia nell'aria. Il respiro ti si affanna, la testa ti gira. Ti senti più stanco - ma non di quella stanchezza fisica, proprio l'affanno della giovinezza che ti abbandona. La tua voce è un accenno più inscurita, e dietro l'orecchio hai il tuo primo capello bianco. Giureresti che la pietra ti ha rubato un po' della tua gioventù.
  15. "Sì Randàl, na bella storiella, ma t'aviss e muover, ca quà a situaziò nun me piacia proprio..." l'insofferenza di Arrigo viene accompagnata da un miagolio positivo ma che non emana certezza assoluta da parte di Peppino. Non ti resta che provare; dalla percezione che ti trasmette il tuo famiglio però sospetti che un errore nella sequenza potrebbe avere effetti catastrofici sulla tua persona. Intanto la coda dell'occhio ti fa brutti scherzi: giureresti di aver visto Nero Gomez camminare tra i pilastri di pietra, scomparendo dietro uno di questi. Ti tocchi istintivamente i pugnali e stanno iniziando a farsi tiepidi.
  16. Ventura si è presa qualche minuto per sé, rigurgitando tutto ciò che aveva mangiato a colazione in seguito alla sua brutta esperienza con il trasporto magico; dopo aver bevuto un po' d'acqua ed essersi data una sistemata, è di nuovo pronta all'avventura; certo, non con l'entusiasmo che la caratterizzava fino a qualche minuto fa. Barbara, si avvicina a voi con lo sguardo parecchio stanco e il volto un po' emaciato. Cammina a fatica tenendosi il fianco destro, ma il suo sguardo non si è affievolito di un briciolo. "Sono pronta." annuncia. Asvig invece protesta contro il capitano: "Cosa dovremmo fare noi qui, mentre voi vi avventurate in un luogo sconosciuto?" Razul lo affianca: "I non-morti invadono quei luoghi, anche di giorno." Intanto il vostro primo arcanista prende un lungo sospiro mentre inizia a leggere la pergamena, ripetendo a mente gesti e flussi di energia da direzionare prima che l'incantesimo abbia effetto. La foresta mormora sibili attraverso gli alberi che si insinuano tra le foglie e giungono in aiuto di mastro Harel proprio ora che ne ha più bisogno; braccia aperte e tese, polvere che si alza terra, un vento caldo provenire dalla pergamena che brucia del suo stesso calore. Poi con un repentino gesto del bastone, l'uomo disegna un cerchio per terra proprio dinnanzi a sé e ci sbatte sopra la punta di questo animando di energia soffusa il terreno, che si riempie di una pozza d'acqua cristallina e fulgida che non pare aver fondo. "Alas'shiral è pronto e dovrebbe funzionare. Chiunque ci passi sopra si teleporterà nel luogo che ho indicato come destinazione, ma non potrà tornare indietro con lo stesso mezzo. Perciò attraversatelo solo quando sarete certi di essere pronti." L'elfo vi intima di stare indietro, ma Ventura borbotta che ci penserà lei a trovare una strada nel bosco una volta terminato il da farsi. E dico "borbotta" perché i suoi conati non sono ancora completamente scomparsi.
  17. Le incisioni iniziano a prendere di senso solo quando inizi a confrontarli con gli appunti presi nella cripta di Abelas. Ogni stele è una storia a sé stante, il cui ordine cronologico però non è contiguo. Il tuo Tressym ti suggerisce che per invocare il potere contenuto all'interno di quelle pietre devi sì toccarle, ma in un ordine capace di rievocare temporalmente ciò che è accaduto. Non riesci a decifrarla. Leggi soltanto "Elgar'arla", cioè "Cerchio di prigionia". Ad un tratto scoppia una guerra tra gli elfi di Lalibela e quelli di Yechilay iniziata dai primi e la foresta viene ribattezzata "Elvhen din'an", il "luogo dove muore il nostro popolo". A causa della conquista di una "Melana Durgen", "Pietra del Tempo" posseduta dall'impero Yechilay. Combattuta da un "Uthen" cioè un "immortale" contro da "Fen'Harel", "il temibile lupo". Gli imperi di Lalibela e Yechilay, millenni fa, coesistevano tra loro in pace. Il posto dove risiedi era la loro "Arlathan", "luogo d'amore" cioè la loro città d'origine. Non riesci a decifrarla. Leggi soltanto "Abelas", cioè "dolore". Mentre traduci, la sensazione di essere osservato si replica. Arrigo intanto continua a star fermo e in allerta in preda al disagio.
  18. @TUTTI Causa esame anticipato senza preavviso rispondo a tutti domani dopo pranzo. Portate pazienza! ❤️
×
×
  • Crea nuovo...