Forse, ma per completezza, vorrei specificare che quello che intendevo è leggermente diverso.
Mentre tu parli specificamente di parola data, dando a intendere che il caos e la legalità siano principalmente identificabili dal rapporto con gli altri, io l'ho usato sì come esempio, ma con un altro scopo.
Il caos non è tanto la libertà di mentire, quanto la volubilità interna verso le proprie idee e scopi, in contrapposizione con la coerenza come valore imprescindibile.
L'asceta di cui parlava Dedalo è chiaramente Legale perché riesce a rimanere aderente al suo obiettivo anche quando questo gli causa i disagi che una vita ascetica inevitabilmente comporta.
Si affida all'autocontrollo e alla disciplina per portare avanti uno scopo in cui crede, e non è propenso a cambiare percorso.
Un caotico non riuscirà a condurre una vita ascetica, dopo due giorni si sarà già stufato e se ne sarà andato a fare qualcos'altro.
Non è che le convinzioni del caotico siano meno forti di quelle del legale, ma sono facilmente soggette a cambiamento.
Certamente il tutto ha dei risvolti sociali, ma è principalmente una componente interna all'individuo.
Il Legale mantiene le promesse non per rispetto verso gli altri, ma perché gli da soddisfazione.
Quindi, il legale Malvagio ha un modo di fare le cose che considera preferibile, e vorrà affidarsi a questo per raggiungere i suoi scopi perché è convinto che le cose vadano fatte così.
Magari ha deciso di ottenere il potere su un territorio senza uccidere orchi.
Nel momento in cui un'orda di orchi si mette fra lui e il suo obiettivo, il LM proverà a tenere fede al suo proposito iniziale, magari usando mezzi diplomatici e sotterfugi per evitare lo scontro.
Il Caotico Malvagio, al contrario, oggi la pensa in un modo e domani potrebbe avere un'idea completamente diversa.
Mettiamo che anche lui abbia deciso di ottenere il controllo su un territorio senza uccidere orchi.
Nel momento in cui un'orda di orchi si mette fra lui e il suo obiettivo, lui li fa massacrare tutti.