DM
I festeggiamenti continuano sereni e in compagnia, durando continuativamente dal pranzo fino alla cena, tra i bambini che giocano, i contadini e i minatori che mangiano e soprattutto bevono, Barten che tira fuori un liuto e si mette a suonarlo, non proprio divinamente ma abbastanza per divertire tutti, per poi continuare con Daran Edermath che intona una ballata elfica dai toni dolci, (per chi conosce l'elfico) sul cambio delle stagioni, la crescita degli alberi e sul canto che permea ogni cosa, in una atmosfera conviviale che pare non terminare mai, fino a notte inoltrata.
La mattina dopo (Undicesimo giorno dall'arrivo a Phandalin), vi preparate a partire, pronti con indosso i mantelli rossi, rifocillati e con l'animo leggero dopo la giornata precedente. L'unico che continua ad avere rimostranze è ovviamente Droop, piagnucolante, ma dopo un po' si mette l'animo in pace, chiedendovi però di proteggerlo nel caso di scontri.
Il viaggio avanza tranquillo, senza particolari incontri, fino ad arrivare alla pista per Triboar e poi inoltrarvi in direzione della foresta, alla ricerca di un sentiero per i boschi che vi diriga con più sicurezza verso il castello.
Passate altre due ore avanzando tra gli alberi della foresta di Neverwinter, fino a intravedere le rovine di una roccaforte antica, di costruzione sicuramente non goblinoide e composta da varie torri sovrapposte, anche se i livelli superiori paiono completamente in rovina e pericolanti, se non praticamente crollati.
In lontananza, vedete una breve scalinata salire fino a una terrazza di fronte a un grosso arco. Due torri sovrastano l'ingresso, con buie feritoie che si affacciano sulla terrazza.
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