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Strikeiron

Circolo degli Antichi
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  1. Chissà dove l'anno teletrasportato!!!
  2. Ehehehe Son stato troppo buono
  3. Era troppo ed era spaventoso... Perenor ritornò lentamente al rudere, uscendo dal bosco per rientrare nella radura. Solo che la radura non c'era più... man mano che avanzava sul sentiero poco segnato l'erba ed il fogliame sotto i suoi piedi si separavano in un tracciato netto. Gli alberi riscrescevano ai lati del percorso... ma il giovane chierico era troppo sconvolto per accorgersene. Teneva lo sguardo fisso a terra, a costo di inciampare nelle radici, magari. Quando giunse al rudere questo non c'era più. Ma c'era una casa, ben costruita ed in ottime condizioni. Alla finestra Garfuss e la piccola bambina elfa giocherellavano. -Ehilà! Ciao Perenor... fortuna che sei tornato! Devo mostrarti una cosa, perchè sai la stavo mostrando ad Alathariel, ma non mi sa dire cosa possa essere. Ecco vedi? La tengo qui in mano... è un piccolo globo di una pietra nera come... come...sì, ecco l'ebano!! Ma non ho idea di dove possa averla trovata.. oh ecco sì, forse me l'ha PRESTATA il kyton...- Perenor non diede segno di aver sentito, alzò appena lo sguardo per vedere cosa stesse combinando il kender. Ma alla finestra non c'era nessuno. Se l'era immaginato... così come la voce che lo premeva dentro, perchè facesse qualcosa, perchè capisse. Basta! Pensò... sono stanco di tutto questo. Con andatura lenta e passi pesanti entrò nella casa... dentro era un ambiente pulito ed accogliente. Era un posto dove sentirsi al sicuro... Aixela chiaccherava con qualcuno... l'odore di una tisana aromatica e fragrante permeava l'aria. Il chierico non andò a parlare con nessuno, aveva bisogno di stare in silenzio per un po'...si lasciò cadere a terra e chiuse gli occhi, esausto. Cercando di calmarsi... Ricordi contraddittori gli si affollavano nella mente: era sicuro che qui vi fosse stato un rudere, ma adesso vi era una casa. Così come era sicuro che Trebor fosse morto, ma lì attorno a lui gli altri non sembravano essere consci di questo. Non più almeno... Era tutto vero? Questo ed il suo esatto contrario? Non ci capiva più niente... All'improvviso dalla porta entrò un uomo, seguito da Garfuss, Ariaston ed Alathariel... Aixela lo fissò un istante, prima di scappare via, qualcuno la inseguì là fuori. Ci fu un attimo di silenzio imbarazzato, al termine del quale cominciarono tutti a parlare, come tra amici. Approfittando del momento di distrazione Perenor si alzò in piedi, salutò cortesemente il padrone di casa e si diresse verso Ariaston. -Senti ti posso parlare un istante?- Con chi poteva parlare, se non con lui. In quell'istante sentì che l'elfo era l'unica persona che avrebbe potuto capire o se non altro aiutarlo a capire... Il libro non sembrava essere contrario a questo. Non per il momento almeno. Ariaston era leggermente sorpreso, ma ciò nonostante capì che era importante ed annuì con un cenno del capo. -Non qui, fuori.- gli sussurrò Perenor, quasi con noncuranza. Un istante dopo si trovavano al limitare degli alberi, ancora in vista della casa. -C'è qualcosa che devi dirmi?- gli chiese Ariaston, incuriosito. -Ehm, sì a dire il vero... ma prima vorrei che tu provassi a fare una cosa.- gli rispose, imbarazzato. -Cosa?- chiese l'altro preoccupato. Il chierico tirò fuori dallo zaino che aveva portato con sè il libro e cominciò a svolgerlo dalla stoffa. Il libro ancora non si opponeva. -Dovresti provare a leggere una cosa su questo libro...- disse Perenor, non appena ebbe finito di svolgere il libro. Ariaston lo guardò stupito, senza capire. Si aspettava qualcosa di grave ed invece... -Va bene. Dammi qua.- Gli allungò il libro, con delicatezza... e l'elfo lo prese tra le mani. Silenzio. Ancora il libro non aveva manifestato la sua volontà, quale che fosse... Ariaston guardava il chierico un po' perplesso, ora, tenendo il libro tra le mani come se fosse stato di cristallo. -Aprilo.- gli disse Perenor. Ehehehehe come promesso!!! Vediamo come te la cavi d'impiccio...
  4. Troppo tardi
  5. Te lo faccio vedere io il veneggiamento... come si chiamava il tuo pg, Ariaston?
  6. Errata corrige.... ho postato sulla parte vecchia, ma automaticamente passa il messaggio sul topic trasferito, scusate...continuiamo a scrivere qui... era solo per ricordare a qualcuno di fare copia pdf del vecchio topic prima che, scaduti i trenta giorni, scompaia...
  7. *PUBBLICITA' OCCULTA LA TUA!!!!!!!!*
  8. Iehehehe... poveri stolti!!!! Lo apro io il libro e vedete che bel casino che vi combino!!!!!
  9. Uhm ehm Lanliot... non è che il tuo avatar è un pochino grande?
  10. Vai avanti, appena mi riprendo dal lavoro vedo di riprendere a postare in tutti e quattro i topic (cyberpunk, fantasy, supereroi e questo) Grazie daermon...
  11. Belli! Non ho capito una cosa però, prima di postare... che fine ha fatto Aixela da bambina?
  12. Non mollare!!
  13. Spero abbia fatto una buona pestata..
  14. Cmq adesso che l'ho riletto meglio, bel pezzo Joram! Manda mp anche a me, voglio vedere se riesco a ricollegarmi...
  15. Tutto liscio come l’olio. Troppo liscio. Veela se ne stava seduta in silenzio in un angolo dell’ambulanza e meditava su quanto era appena accaduto. Si erano aspettati una trappola ed invece non c’era nulla, almeno apparentemente. Due uomini soltanto ed una porta chiusa a chiave, equivalgono quasi ad un invito di partecipazione ad una festa chic. Veela ripercorse mentalmente la strada che avevano fatto lei ed Eliah fino ad arrivare alla stanza... i corridoi deserti e trascurati delll’ospedale. Le vecchie luci al neon in qualche punto più pallide. Ma niente medici, solo qualche inserviente e pochissime altre persone. Forse qualche parente dei pazienti in visita. Dietro l’ultima curva secca a gomito i due uomini in piedi, rigidi, quasi ingessati nei loro vestiti. Solo che, se avessero dovuto tendere loro un agguato, avrebbero fatto sicuramente meglio ad aspettarli dentro la stanza, non fuori. Veela aveva sorriso a quegli uomini e loro avevano risposto al suo sorriso. Come sempre. Tanto lei appariva come una nomade e loro, più ci pensava e più se ne convinceva ora, si erano comportati come dei novellini. Anche quando aveva rapidamente estratto la pistola ed aveva sparato con il silenziatore la reazione era stata lenta, troppo lenta... Qualcosa non quadrava. Ma quel Paul non aveva detto nulla. Aveva riconosciuto la donna dentro la stanza e l’aveva portata via. Veela aveva fretta di uscire da quel posto... temeva che la trappola potesse scattare da un momento all’altro. Ed invece non era successo nulla. Paul adesso stava guardando con aria quasi sognante la donna addormentata. Veela registrò nel sottofondo il fruscio aerodinamico dell’AV lanciato a folle velocità. Forse ce l’avevano fatta dopotutto. Ma forse no. Chiunque fossero quelli che volevano ucciderli desideravano che quel Paul avesse la ragazza. Sennò per quale motivo rendere loro tutto così semplice? Veela cambiò posizione, cercando di cancellare dalla propria mente l’espressione delle guardie, quando aveva sparato. Quegli occhi. Non erano le prime persone che aveva ucciso in vita sua, ma ciò nonostante il ricordo di quegli sguardi la turbava ancora pesantemente. Qualcosa li aveva sorpresi, prima di trovarsi a faccia a faccia con la loro morte, ma non era stato il fatto che lei non fosse in realtà una Nomade. Sembrava che nessuno prima di allora avesse mai puntato contro di loro la canna di una pistola. Represse la propria rabbia: avevano commesso un errore. Erano usciti dall’ospedale troppo in fretta, dimenticando di controllare. Quelle due sentinelle erano troppo sprovvedute e poco preparate, tutto il contrario di quelli che volevano ucciderli. Erano veramente sentinelle che li aspettavano? Oppure qualcuno li aveva messi lì per non destare sospetti? Ma se fosse stato cos’ allora per quale motivo quella messinscena? Veela guardò insospettita la donna accanto a Paul, sdraiata sul lettino, le forme perfette sotto il camice dell’ospedale, il colorito della pelle leggermente pallido... era forse gelosa della sua bellezza? Distolse lo sguardo imbarazzata dai propri pensieri, prima che qualcuno degli altri dentro l’AV potesse accorgersene. A meno che quella donna non fosse la trappola, pensò.
  16. Mmm nn sacciu.... solo che escluso Joram nn postano più ai soliti ritmi...ehehehe
  17. Un uomo rovinato dal poker.... O dal giochino del solitario su windows
  18. Mmmm Njasheen (se la recuperiamo) e Manzo dovrebbero avere qualcosa da dire in propos....
  19. Ben fatta Wolf... riprendiamo...
  20. Ah, allora avevo capito bene... era un cazziatone... 8)
  21. Io pensavo dovesse postare Joram il combattimento....
  22. E il nostro buon chierico torna per seminare un po' di scompiglio... In quei pochissimi giorni era successo di tutto e tutto quanto troppo in fretta. Perenor sospirò... per un compagno perso ne avevano acquistato un’altro, anzi un’altra. Anche se stentava a capire il significato di tutto questo... Il kender era con loro di nuovo ora e del kyton, nonchè del lich non vi era più traccia. Di Colui che avevano visto nel bacino di Sturmir nemmeno. Ma il villaggio dal quale erano partiti era stato cancellato dalla faccia di quelle terre.. caduto in mano ai demoni. Perchè tutto quel sangue? Avrebbe osato chiederne a Paladine stesso il motivo od almeno una mera giustificazione... Silenzio. Sorrise, capendo che non vi era nessuna risposta ad una simile giustificazione. Suo compito ora era credere, nel suo dio, ma anche nei suoi compagni di viaggio. E se fossero riusciti a sopravvivere... forse. Sospirò pesantemente sentendo di essere di troppo in quella stanza: fuori c’erano il sole e la luce, l’aria fresca finalmente dopo tutto quello che avevano passato. Senza farsi notare uscì silenziosamente dalla porta. Non aveva intenzione di allontanarsi, ma soltanto di stare un po’ da solo... almeno per il momento. Fuori si scorgevano a malapena i ruderi avvolti nell’edera di quella che era stata una volta la costruzione, come l’avevano vista prima nella sua primitiva semplicità e bellezza. Rimanevano soltanto quei segni dei muri e poco altro, tutt’al più qualche traccia di sentieri ormai abbandonati da tempo. Si incamminò lungo uno di essi, inoltrandosi nella foresta. L’aria era mite ora, la luce abbagliante che filtrava a sprazzi dalle chiome alte degli alberi secolari, ma soprattutto nessun pericolo in agguato lì intorno. Perenor seppe immediatamente che nulla li poteva minacciare in quel luogo, almeno per il momento. Come potesse saperlo, anzi esserne convinto, era un mistero anche per lui stesso. Ma era inutile farsi domande anche su questo. Se ne fosse valsa la pena prima o poi l’avrebbe saputo... altrimenti non gli importava più di tanto. Si appoggiò al lato in ombra di un’ampia quercia, il muschio che ricopriva la corteccia del suo verde brillante e chiuse gli occhi. Aveva voglia di riposare. Una volta per tutte... steso su un letto morbido e tranquillo. Si sedette ed inconsciamente aprì lo zaino che teneva sempre con sè. Si trovò tra le mani un fagotto di stoffa lacera. Lo svolse. Il libro. Lo rigirò tra le mani, la copertina in pelle era solida ed intatta. Non vi erano segni strani incisi su di essa. Per la prima volta la osservò attentamente, ma non notò nulla di strano. Lo aprì. Dentro, sulle pagine lucide, quasi consunte, un insieme di simboli strani ed apparentemente incomprensibili. Perenor sorrise tra sè compiaciuto. Ma lui sapeva come leggerle ora. Anche senza l’ausilio dello specchietto del kender non gli bastò altro che concentrarsi un istante; non era facile ed era pure un po’ faticoso, ma con un po’ di pazienza cominciò a tradurre dapprima le singole parole, poi le frasi. Ed in quel tempo il regno di Ishtar prosperò, i commerci della seconda era viaggiavano sicuri tra i piani dei quattro regni... Perenor sfogliò le pagine velocemente, provando a leggere un po’ a casaccio: dappertutto le stesse cose. Sembrava essere una descrizione storica, anche se apparentemente incomprensibile. Per quanto ne sapesse lui Ishtar era un piccolissimo regno di superficiale importanza, senza nessun commercio degno di rilevanza. Cosa si intendeva poi per i piani dei quattro regni? All’improvviso gli balenò in mente un’idea... come non averci pensato prima? Con calma ritornò all’inizio del libro, al punto in cui Garfuss aveva trovato la pagina strappata. Quella la ricordava bene... con quella strana profezia, era impossibile dimenticarsene. La trovò e la rilesse... inspiegabilmente la pagina non era più strappata ed era l’unica in cui le scritte non fossero ribaltate. Ormai la profezia la conosceva a memoria, chissà come. Ma quello che gli interessava non era quello, quanto ciò che vi era scritto dopo. Girò la pagina e la lesse... a differenza del resto del libro però non era un discorso scorrevole, non una cronaca. Bensì un insieme di frasi incomprensibili... una sorta di puzzle. Come se la pagina stessa fosse stata rovinata, oppure le scritte fossero appositamente state fatte di modo da risultare incomprensibili. Perenor lesse gli spezzoni di frasi: ..esplosero scaraventando... ..un enorme potere... ...decretò fintanto che i demoni... ...che fosse la chiave a sigillo della pace... Nient’altro. Troppo poco per capirci qualcosa. Nel più assoluto silenzio Perenor senti delle voci. Forse i suoi compagni erano usciti dalla casa diroccata e lo stavano cercando. Gli parve tra tutti di sentire la voce del kender: -Uuuuuh che bellooooo!!! Venite tutti qua fuori! QUI NON C’E’ PUZZA DI CARNE BRUCIATA! E che belle foglie ed il SOOOLEEEE!!!- Perenor chiuse il libro di scatto, irritato. Sì, si trattava decisamente del kender... di nuovo tra loro. Avrebbe dovuto riabituarsi alla sua presenza ora e viste le premesse....sarebbe stato molto difficile. Si rialzò in piedi ed il libro gli scivolò di mano, cadendo a terra ed aprendosi. Si aprì giusto sulla pagina che aveva appena finito di vedere poco prima. Pensò che probabilmente era un caso, chinandosi a terra per riprenderlo. Ma la sua mano si bloccò a mezz’aria... sulla pagina ora c’era scritto qualcosa che prima era assolutamente certo non c’era stata. Tutto ebbe inizio dal kender, dopo che fu sfuggito dai demoni... Le scritte affioravano sulla pagina, scomparendo man mano che Perenor le leggeva, mentre i pochi pezzi di frasi incomprensibili si ordinavano sotto i suoi occhi. Spaventato scattò con la mano sul libro e lo richiuse seccamente, come se fosse stato un serpente. Sudava freddo ora. Quello che aveva letto era a dir poco spaventoso. Inconsciamente strinse il libro contro di sè, raccogliendolo da terra... perchè avevano recuperato quel maledetto libro? Perchè? Non sarebbe stato più facile? Questa volta la risposta arrivò, ma da dove meno Perenor se lo sarebbe aspettato, sebbene l’avesse già sentita quella voce: “Io narro ciò che accade e proteggo il mio custode. In me sta il presente che diviene futuro. Accetta i miei consigli.” La voce si spense, ma non se l’era immaginata. Veniva dal libro. Era la stessa voce che da un po’, come sensazione, lo avvertiva dei pericoli...Ma non voleva una simile responsabilità! Già era troppo il peso della sua fede! Paladine tuttavia aveva voluto così... Scappò, avvolgendo il libro nella stoffa e richiudendolo nello zaino. Basta così, stai zitto, pensò e non dire nulla agli altri. Il libro tacque nella sua mente, ma Perenor capì che era un segnale di assenso. Per il momento nessuno di loro doveva saperlo. E raggiunse gli altri.
  23. Sto aspettando l'mp di Manzo in quanto il mio pezzo coinvolge indirettamente anche il kender, per quanto riguarda gli eventi futuri...
  24. Mando mp a Manzo per ultimi accordi e poi posto...
  25. Come non è esattamente il passato? Mandami un pm (pubblico ministero) chè se fosse il passato potrei sfruttare quel benedetto libro...