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Strikeiron

Circolo degli Antichi
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  1. Vai avanti tu Wolf che io sono incasinato sul lavoro ed almeno fino a domani nn riesco a postare nulla
  2. Con me raggiungiamo quota dieci!!! Sono totalmente incapace...
  3. Macchè macchè...partecipa anche se marginalmente, più siamo a postare qui dentro meglio è
  4. Ho cambiato filosofia con il dado a "rullo", penso si possano stare ore su un adatta superficie, a vederlo ruotare in bilico...(soprattutto quello a 20 facce). Ed in effetti i miei compagni di party ci giocherellano continuamente... Su una simile esibizione si potrebbe considerare valido il tiro se ci si appoggia sopra la mano, facendolo fermare?
  5. Sarò sincero: mi piace più il primo del secondo
  6. Erano passati solo pochi giorni da quando tutto era iniziato. E Perenor rinvenne all'alba di quel nuovo giorno, i resti carbonizzati dei demoni sparpagliati lì attorno, a poca distanza dai suoi compagni illesi. Ricordò improvvisamente la notte prima, qdo si era addormentato bagnato fradicio a causa di una delle solite bravate del kender e poi nel mezzo della notte i demoni che li circondavano, il nano che pronunciava le parole di un incantesimo proprio mentre i demoni avevano già rotto le loro difese. Un'espressione sbalordita sul suo volto mentre aveva ormai già totalmente perso il controllo sulla sua magia. Ma non era stato l'unico. Quando qualcuno aveva gridato per avvertirli che il cerchio difensivo si era aperto Perenor aveva velocemente invocato l'incantesimo più potente che conoscesse, l'estrema arma di difesa... ma non l'aveva mai utilizzato prima di allora. L'aveva soltanto imparato, come conoscenza trasmessa. Ed il potere che aveva invocato per difendersi aveva fatto qualcosa... qualcosa sulla piccola elfa. Si alzò di scatto per controllare se fosse lì accanto illesa, terrorizzato per un attimo. Ma la bambina elfa era lì accanto a lui, dormiva tranquilla con respiro leggero. I segni di Aixela non erano stati gli unici ad illuminarsi. Accanto a Perenor anche sulla pelle della bambina elfa i simboli avevano sfavillato, accentuando enormemente il potere che il giovane chierico aveva invocato. E subito dopo la spada di Aixela aveva risucchiato tutta la magia che era nell'aria, arcana o divina che fosse. Ed era stato l'inferno... Perenor si alzò lentamente in piedi nella fredda alba mattutina e decise che avrebbe atteso per dire quello che aveva visto realmente. Con cautela tirò fuori il libro che aveva salvato dalla biblioteca e scorse velocemente tra quei caratteri incomprensibili. Si sentì frustrato, enormemente. Tutti quegli anni di studio, tutta quella fatica per imparare le lingue arcane e clericali, i codici... per niente! Richiuse il libro di scatto. Ariaston fece la sua comparsa, svegliò tutti, li guidò via da lì fino a quando non arrivarono al ruscello in silenzio. Ed allora per primo ruppe quel silenzio imbarazzato e fece quella domanda a Trebor...
  7. Mmmm già, avevo interpretato il bicchiere semivuoto come se ne avesse già bevuta di vodka... ma in effetti
  8. All'inizio non parlavi di un bicchiere di Vodka semivuoto?
  9. Quello e l'odore dell'alcool, ma piovendo per quest'ultimo la vedevo difficile... poi ti dovrei arrivare a tiro...
  10. Si chinò sulla bicicletta, od almeno su quello che ne era rimasto. Non le importava nulla del sangue che le colava in un rivolo dalla fronte... quella bicicletta era il suo futuro, la promessa di qualche cosa in più nella propria vita. La promessa di qualcosa di finalmente suo... Chiunque fosse quello che era scappato dopo aver messo la bomba, avrebbe voluto veramente mettergli le mani addosso. Tirò un calcio sul cumulo di lamiere cotorte e bruciacchiate che era quanto fosse rimasto della sua bicicletta. Ed ora, come se non bastasse avrebbe dovuto anche tornare a casa a piedi, od ancora peggio in autostop, visto che casa sua era dall'altra parte della città. - Maledetto fottutissimo bastardo!- biascicò tra i denti, rosa dalla disperazione. Qualcuno le sfiorò la spalla, facendola sussultare. Si girò di scatto e si ritrovò davanti un tipo alto, con un taglio di capelli militare. L'alternarsi del blu e del rosso delle sirene le ferì gli occhi, impedendole di percepire altri particolari. Uno sbirro, pensò irrigidendosi. Finse un sorriso mentre il tipo ci provava spudoratamente: non si era mai fidata dei poliziotti. Ancora peggio di quelli che ci provavano. Ed anche se avesse saputo qualcosa questo non sarebbe stato di alcuna utilità. Aveva visto quel tipo per un solo istante e poteva anche essere che si fosse travestito... se era un bastardo la metà di quanto lei lo considerava quel fottuto killer doveva sicuramente aver indossato una maschera, o qualcosa di simile. Però... ne ricordava l'odore, il puzzo di sudore e di tensione inconfondibile. Ma questa cosa, già inutile di per sè, sarebbe stata superflua con tutta quella pioggia. Mentre sorrideva imbarazzata allo sbirro, qualcuno dietro di loro frugava dalle macerie... il cielo smise di gocciolare, lasciando dietro di sè il rumore delle grondaie fatiscenti. -La ringrazio- rispose, cercando di non essere troppo dura- ma non ho bisogno di nulla e non ho neppure visto molto. Ho solo avuto la sfortuna di lasciare qui la mia bici... e così adesso sono a piedi.- L'altro la ricambiò con un'espressione delusa. Nel frattempo lei guardava intorno nel buio, ai limiti del campo visivo, nel sottobosco di straccioni che ripulivano le macerie dagli oggetti utili. Ed ecco che vide una figura che si allontanava velocemente da loro e nel suo cervello fu come se si accendesse una lampadina. Non lo riconosceva, ma aveva la stessa identica andatura del bastardo di prima, frettolosa, ma fluida, apparentemente inosservata.
  11. OT ok daermon, nn appena ho un attimo di tempo ci penso io a creare un buon casino... Ot end
  12. OT Uffi... scusate l'assenza ma il weekend è stato parecchio incasinato...ecco qui OT end La strada corre veloce sotto i suoi piedi... pedala. Ancora, sempre più forte, tra il traffico mediamente impazzito. Il pacco traballante da consegnare ben legato dietro e quella sensazione di libertà infinita. Corre con la sua bicicletta nuova fiammante, ma gli altri non possono saperlo perchè apparentemente l’ha mascherata con della sintoruggine. Questo dovrebbe proteggerla dai furti, assieme al fatto che non la lascia mai senza l’allarme innescato ed una scossa da ventimila volt non fa mai bene a nessuno. Il cielo grigio sopra la sua testa comincia pian piano a gocciolare. Ancora poca strada, rammenta mentalmente infilandosi velocemente in un vicolo ben conosciuto e così facendo tagliando la strada ad una di quelle mercemvù finta pelle... -Puttana!!!!- gli grida dietro qualcuno. Mostra il dito, veloce ed in un istante preme più forte sui pedali, ma non per scappare. Se il tipo volesse potrebbe rincorrerla con il suo macchinone, ma tanto è un codardo, come tutti quelli del suo genere. E poi non ha forse visto che porta indosso l’uniforme dei pony express? Non ha tempo da perdere lei... Il vestito sintetico la tiene calda e la protegge dalla pioggia, ma sotto l’elmetto in kevlar i capelli lunghi e stopposi sono già tutti bagnati. Stasera, a casa dovrà convincere il padrone di casa ad aprirle l’acqua calda per farsi almeno una doccia. Sarebbe illegale... acqua ce n’è poca ormai e non viene sprecata per lavarsi, ma lei può a volte. Lo conosce bene e le deve dei favori. Sospira al pensiero di una doccia calda alla fine di una dura giornata di lavoro. Ma per oggi questa è l’ultima consegna. Ferma la bicicletta sul marciapiede e la lega ad un palo. Passa un dito sul lettore di impronte digitali, dopo aver slegato il pacco ed aspetta il familiare ronzio dell’antifurto... Ecco si è innescato. Mentre la pioggia diviene fina, quasi nebbiosa entra con decisione nel bar... è strapieno di gente lì dentro, alcuni ballano... c’è la musica alta. Ma lei sa dove andare, con sicurezza ed esperienza si dirige al banco, accanto ad un tipo che sta bevendo, tra i tanti. Ma quello è l’unico seduto tra i soliti tanti in piedi che si fanno avanti per essere serviti. Chiama ad alta voce qualcuno dietro il banco: -Consegna rapida!- grida, spintonando e facendosi largo tra la folla. E’ sottile e minuta, ma forte e resistente, sa farsi valere. Allunga la ricevuta che viene rapidamente firmata e fa per uscire. Con la coda dell’occhio nota che il tipo di prima è sparito... è un’osservatrice, sia per hobby che per un’altra noiosa abitudine, quella di saper sopravvivere. Non lo vede più in mezzo alla folla, è come se si fosse volatilizzato. Ma tanto per lei la giornata è finita ed ora finalmente può tornare a casa.... Fuori piove a dirotto ora, con una rapida occhiata si assicura che la bici sia ancora là dove l’aveva lasciata. Eccola infatti... e poi nota qualcosa. Il tipo di prima che cammina sempre più veloce, allontanandosi dal bar. Anzichè recuperare la bicicletta fa per seguirlo, non sa perchè mai dovrebbe farlo: istinto forse. C’è qualcosa di strano in lui. E poi qualcosa la solleva da terra da dietro e la scaraventa sul duro asfalto, lingue di fuoco che la avvolgono e si spengono nella pioggia accanto a lei. Il mondo capovolto per un attimo. Le orecchie tappate senza che riesca a capire il perchè... poi si alza faticosamente da terra, dolorante e guarda dietro di sè. Fiamme alte, lamiere contorte e la sua bicicletta scomparsa in una voragine di macerie. Si passa la mano sulla fronte e la ritira inzuppata di sangue e pioggia. -Bastardo!- mormora.
  13. No era per aizzare aia... cmq Grassie 8)
  14. Un'altra bella cosa è qdo scrivi su dischetto, salvi in txt... arrivi a lavoro ed il computer non ti accetta il dischetto che al quarto tentativo. Apri il documento dopo immense bestemmie e ti accorgi che sul txt manca un pezzo di quello che avevi scritto... (mi è capitato col mio ultimo post in La nostra storia...) Vabbè basta Ot... Scusa Giga...vado in elaborazione per il mio futuro post...mumble mumle...
  15. Yesss... passero' il fine settimana ad inventarmi qualcosa di carino...PER ENTYRAMBI I TOPIC!!!
  16. OT Gigared, più atmosfera alla blade runner o quinto elemento? Oppure Strange days? Qui con sto forum mi farete impazzire... meglio di Homer Simpson in una cioccolateria..... OT end
  17. Intanto benvenuto dal Comitato per la Difesa del Giocatore... per quanto ne pensino i modeatori di questo forum penso che se avranno qualcosa in contrario sulla tua idea (improbabile che sia così) te lo faranno sapere...
  18. OT Beccato da njasheen! In effetti la scena è copiata pari pari da Indiana Jones, ma mi sembrava una cosa divertente fare i richiami cinematografici OT end
  19. OT Grazie. Devo ammettere che l'ho elaborato tutto ieri e ridevo tra me e me come un matto. Cmq Manzo, tu puoi fare di meglio... io ho acceso la miccia, adesso tocca a te!!!! Ot end
  20. OT Ok ragazzi, dopo infinite bestemmie contro windows ecco a voi lo sborone.. spero di nn essere stato troppo prolisso Ot end Il kender non fece in tempo a parlare che Perenor si precipitò sulla botola e la aprì. Entreri si era già messo di lato, verso l’uscita del fienile, temendo che potesse scattare una trappola che li avrebbe investiti in pieno. Ma non accadde nulla. Attraverso la botola aperta non si vedevano altro che scale che andavano giù, interminabili, in profondità. Il giovane chierico si tuffò dentro, senza esitazioni. Aixela e la piccola elfa erano ancora esaurite dalla piccola magia che aveva mostrato loro il passaggio, ma nessuno sembrava farvi troppa attenzione. Garfuss, con la piuma stretta in mano, si precipitò a capofitto in quella nuova avventura... chiedendosi dove lo avrebbe portato stavolta. Entreri e Trebor si guardarono indecisi sul da farsi: il chierico non se la sarebbe cavata se laggiù ci fossero state delle trappole... -Venite, ho già visto questo corridoio.- la voce di Perenor rimbombò attraverso l’apertura e dissipò le loro ultime incertezze. Sturmir dette una scrollata di spalle e li seguì subito, prendendo la piccola elfa per mano. Aixela non era convinta che fosse una buona idea, ciò nonostante scese con la spada in mano e richiuse delicatamente la botola dietro di sè. Anche perchè là dentro c’era abbastanza luce. Il corridoio era abbastanza largo da far passare due uomini affiancati ed una strana luminosità, proveniente dalle pietre stesse nel quale era stato scavato, mostrava chiaramente il percorso da seguire. Cosa strana non c’era assolutamente polvere là dentro. Più avanti Trebor pensò che quello era un luogo ideale per nascondere delle trappole, e si fermò, inquieto. Ciò nonostante Entreri faceva fatica a tenere il passo dietro a Perenor, ma soprattutto al kender che era letteralmente balzato in avanti. -Bello! Fantastico! Ti ho mai detto di quella volta che ero ospite di un mio amico, un nano dei fossi e ci siamo persi in quella che pensavamo fosse una fortezza? Ma poi non lo era, eppoi abbiamo incontrato quel mago e...- Garfuss strillava eccitato. Ma Perenor non lo stava a sentire: ammirava stupefatto il corridoio nel quale si stavano inoltrando ed allo stesso tempo, passo dopo passo rivedeva esattamente ciò che aveva osservato nel sogno. Dopo quella curva sulla sinistra ci sarebbe stato un percorso rettilineo di qualche centinaio di metri e dopo avrebbero intravisto la facciata della biblioteca, quella vera almeno. Come poteva essere così stupido da aver scambiato nel sogno quel corridoio per una via angusta? Il kender svoltò dietro l’angolo del muro proprio mentre Entreri si affiancava velocemente al chierico. -Fermalo!- sibilò a denti stretti, rivolto a Perenor- Potrebbe esserci pericolo qua dentro e non posiamo metterci nelle mani...- Non aveva ancora finito la frase che sentirono distintamente il kender strillare qualcosa. Spaventati divorarono d’un balzo gli ultimi metri che impedivano loro la visuale e lo videro. -No, no... vieni qua, non scappare!- urlava Garfuss saltellando da una parte all’altra del corridoio, come in preda alle convulsioni. Perenor ed Entreri rimasero paralizzati ed interdetti...ma cosa stava facendo? Poi, guardando meglio capirono: al kender era sfuggita dalle mani la piuma, ma cosa strana essa anzichè fluttuare lentamente a terra era stata catturata da una corrente invisibile e zigzagava lentamente nel corridoio, costringendo Garfuss a delle peripezie. Ogni volta che sembrava sul punto di prenderla, la piuma volteggiava come impazzita sfuggendogli. Velocemente stava raggiungendo la fine del corridoio. Perenor, sospirando per il sollievo fece per andare avanti... -Fermo!- Entreri lo afferrò e lo ricacciò indietro, allarmato- se fai un solo passo qui dentro siamo tutti morti.- Sturmir con la bambina, affiancato da Trebor e da Aixela, li raggiunsero proprio in quell’istante. Il chierico guardò Entreri, leggermente sorpreso: -Ma cosa?- -Guarda, guarda la piuma.- gli suggerì l’altro. Perenor si sforzò, visto che il kender era ormai quasi alla fine del corridoio, ma tanto bastava. Quel piccolo oggetto bianco sospeso a mezz’aria non era sospeso in una corrente... seguiva una direzione ben precisa e scartò l’ultimo angolo in maniera bizzarra, seguita dappresso da Garfuss. -Presa!!- urlò il kender all’altra estremità del corridoio- UHUHUH, dovreste vedere che spettacolo- Entreri si girò verso gli altri: -Seguite me, mettete i piedi esattamente dove li metto io!- esclamò. E detto questo si inoltrò nel corridoio, rasente al muro. Quando finalmente, dopo aver rischiato mille e più volte di far scattare qualche trappola, giunsero dall’altra parte il kender era sparito. Superata l’apertura si trovarono in un’ampia caverna. Anche qui vi era la stessa luminosità diffusa che avevano trovato nei corridoi, solo che in mezzo a quell’enorme cavità vi era un edificio. Svettava con la sua facciata di pietra brillante, esattamente come nel sogno. E Perenor lo riconobbe subito...Ma dove si era cacciato quel maledetto kender? Dietro di lui gli altri ammirarono estasiati prima l’edificio in mezzo alla caverna e quindi le ampie contrafforti in pietra che si perdevano ad altezze inimmaginabili. Trebor si chiese se per caso fossero davvero scesi così in profondità. Davanti a loro una normale strada in terra battuta raggiungeva la costruzione.- Opera dei nani, senza dubbio!- esclamò Sturmir, inorgogliendosi. Anche qui non vi era segno alcuno di polvere o di presenza umana notò Perenor, avvicinandosi all’ampio portale in bronzo. L’ingresso della biblioteca. Nel sogno se lo ricordava molto bene, ma non aveva idea di come l’avesse oltrepassato. Se solo avesse fatto attenzione! Ma dove? In un sogno? Scrollò il capo esasperato... questa volta era quella giusta. La porta si sarebbe aperta in qualche modo, dopotutto. Si avvicinò, pronto a spingere sul battente, ma Entreri di nuovo lo fermò. -Non farlo.- esclamò seccamente. -Perchè?- -Perchè quella scritta non promette nulla di buono.- gli rispose. Perenor alzò gli occhi all’architrave sopra la porta massiccia. In effetti c’era una scritta. Ci mise un po’ ad interpretarla, era un linguaggio arcaico... non lo capiva bene. La piccola bambina elfa gli si affiancò e dopo una rapida occhiata lo tirò per una manica: -C’è scritto: dite amici ed entrate- disse, con la sua vocetta acuta. Aixela rise al vedere l’espressione del chierico. La bambina aveva ragione! Ma per quanto riuscisse a scervellarsi non riusciva a trovare una soluzione: quello doveva essere un indovinello per impedire a dei malintenzionati di passare. Perenor era ancora immerso profondamente in questi pensieri quando finalmente riapparve Garfuss, con la sua penna in mano. La bambina elfa lo prese per mano tutta agitata e lo condusse subito davanti alla porta: -Hai visto che bello?- gli chiese. Straordinariamente il kender rimase un attimo in silenzio, al che Trebor ed Aixela si scambiarono uno sguardo ironico. Sturmir fece per aprire bocca con un sorriso soddisfatto stampato sul volto... -Ma certo! mio zio mi parlò una volta di una cosa del genere, ma era... aspetta un attimo, forse quella volta che si era ferito e per portarlo a curarsi più in fretta possibile avevano preso quella scorciatoia, che solo lui però aveva nelle mappe. E poi c’era quella specie di grossa piovra che però li aveva aiutati ad andare più veloci e quindi...Ma perchè stiamo qui fuori? Non possiamo parlarne dentro? C’è un ingresso laterale! Pensavo lo sapeste!!- Entreri trattenne Sturmir con un balzo calcolato. Appena pochi centimetri più in là e l’ascia del nano anzichè sibilare sinistramente sopra la testa del kender avrebbe toccato il suo scalpo... -Ci sono degli spifferi qua dentro?- domandò Garfuss, ignorandone la causa. Nessuno gli rispose. Esasperati girarono attorno all’enorme costruzione, fino a quando non individuarono una piccola porticina. Probabilmente un’entrata di servizio. E dentro migliaia di libri. Ma quello Perenor già lo sapeva. Aveva visto tutto, distintamente nel sogno. Eccitato raggiunse la terza scansia sulla sinistra, due volumi più in basso e... ecco. Il volume gli scivolò tra le mani. Non recava alcun titolo sulla copertina ma era scritto in una calligrafia minuta e soprattutto.. una pagina era stata strappata! Febbrilmente Perenor cominciò a girare le pagine, cercando il passo che gli interessava, estraniato da tutto quello che avveniva intorno. Almeno finchè non sentì un rombo. Allora chiuse di scatto il libro e sollevò lo sguardo: -Allora volete finirla!- esclamò, piccato. Ma già Entreri lo tirava da parte, correndo verso l’uscita. Colse appena quello che diceva il kender visto che il rombo diveniva di istante in istante più forte: -Ma io pensavo fosse scritto da premere in caso di pericolo ed ecco, noi, penso SIAMO in pericolo, o no? O piuttosto era scritto: NON premere, pericolo? Mio zio mi ha sempre detto che le virgole fanno una grossa differenza a volte. Ma io ho sempre preferito cogliere il senso generale... Avete notato che sul soffitto là in cima c’e una crepa? Dovrebbero ripararla! Ma c’era già prima, o si è aperta adesso?- Dai contrafforti là in alto nella caverna ora filtrava attraverso le crepe sempre più larghe la luce del giorno. -CAMMINA!- ruggì il nano, brandendo minacciosamente la sua ascia. Ma non c’era nulla da fare, nonostante Perenor ed Entreri stessero guadagnando velocemente la via del ritorno, il kender arrancava meno veloce degli altri, finchè non rimase inesorabilmente indietro. Trebor ed Aixela, con la bambina invece li seguivano dappresso. Sturmir sbottò che se anche il kender fosse morto non sarebbe stato nulla di grave ed accelerò per quanto possibile mentre il rombo ormai li sovrastava. Erano ormai arrivati alla prima curva del tunnel, quando Perenor si girò indietro per assicurarsi che Garfuss stesse arrivando. Gli altri in effetti c’erano tutti...tranne il kender. E con orrore si resero conto che là in fondo l’apertura si stava chiudendo, come se una pesante lastra di granito stesse scivolando su di essa. Ed ecco che proprio all’ultimo istante apparve Garfuss, scivolando sotto la stretta apertura rimasta. -Muoviti!- urlò Entreri, cercando di sovrastare con la voce il rombo sempre più minaccioso. Ma appena pronunciate quelle parole si rese conto di aver commesso un madornale errore. Garfuss si tastò le tasche, sorpreso, poi si voltò ed inchinandosi sul terreno infilò la mano sotto la lastra di granito che si stava chiudendo. La ritirò giusto un attimo prima che sigillasse completamente l’apertura con un boato. Tra le dita stringeva soddisfatto la sua piuma. Poi, come se avesse sentito Entreri corse in linea retta lungo il corridoio, cercando di raggiungere i compagni. Entreri guardò Perenor sbalordito, mentre Trebor ed Aixela presero al volo la bambina elfa e già correvano avanti. -VIA DA QUI, PRESTOOOO!!!!!- urlò terrorizzato Sturmir scattando in avanti come un proiettile. Avevano appena iniziato a fuggire quando sentirono dietro di loro assieme al rombo una sequenza ravvicinata di sinistri scatti metallici. Il kender aveva fatto scattare tutte le trappole. In qualche modo volando o correndo, Perenor faticò a capirlo in quegli istanti, balzarono sulla cima delle scale e sbucarono fuori dalla botola, proprio un attimo prima che un’enorme palla di fuoco la incenerisse. Stranamente un istante dopo il kender comparve dall'apertura con la piuma in mano ed un aspetto solo leggermente abbrustolito. -Perchè non mi avete aspettato? Stavo arrivando!- squittì, visibilmente contrariato. Perenor, Entreri, Aixela e Trebor riuscirono a stento a tener fermo Sturmir a terra, il nano era più che visibilmente contrariato ora. Nel trambusto la piccola elfa raggiunse l'uscita del fienile. Gli altri non potevano sentire. Un rombo prolungato e minaccioso. Poi un orribile boato ed il silenzio. Nel frattempo Ariaston, scivolando nelle ombre aveva raggiunto la piazza centrale. C'era gente radunata, disperazione, pianti... e rabbia. Fece appena in tempo a sentire alcuni frammenti di quelle conversazioni che la terra cominciò a tremare. La gente fuggiva ora, da ogni parte. E le crepe nella piazza si allargarono sempre di più finchè in uno schianto enorme l'intera piazza non precipitò giù verso il baratro. Poi il silenzio...
  21. Master: vi svegliate al canto del gallo... Stregone: dardo incantato sul gallo!
  22. Sì già...ma vi siete dimenticati il servitore invisibile che lo spenni prima, anzi si potrebbe farlo partire in azione (il servitore) mentre si carica la lancia di fuoco... così l'arrosto è completo (o quasi... adesso che ci penso bisognerebbe vedere se nello spell component pouch c'è qualche erba utile...tipo ariosto).
  23. OT Avviso per Manzo e gli altri...sto elaborando, domani posto qlcsa... voi intanto (Manzo, Wolf, Giga e Joram esclusi) ci siete ancora??? OT end
  24. OT No no, non cancellare niente, se vuoi tolgo io completamente il pezzo d'inizio... è che mi divertivo troppo a strapazzare il kender.. Vai tranquillo! Guarda che il tuo pezzo, soprattutto nell'ingresso è fantastico OT end
  25. OT Okkei, Manzo, ma non serviva che ricopiassi il mio inizio stravolgendo tutto il tuo.... Mi sono piegato nel pezzo in cui il kender interrompe la cerimonia OT end Si sentì sferragliare dietro la porta e con un sonoro cigolio venne aperto. Sulla soglia si infilò la faccia raggrinzita di un monaco, avvolto in una tunica grigia e probabilmente molto polverosa. Quasi sicuramente il bibliotecario. - Tu puoi entrare- disse rivolto al chierico- Ma i tuoi amici, se vogliono accompagnarti, devono lasciare a me le armi.- intimò, sospettoso. Perenor si girò verso gli altri allargando le mani, come per discolparsi. Trebor non battè ciglio: si tolse le armi e le consegnò ad Aixela. Entreri non si mosse: evidentemente non aveva nessun interesse ad entrare. Anche per Aixela era così. Pertanto si fecero da parte; li avrebbero aspettati lì fuori. Sturmir guardò gli altri indeciso, poi brontolando tra sè si slacciò l’ascia e la consegnò al vecchio monaco. Prima che qualcuno potesse dire qualcosa afferrò il kender ed entrò con Perenor, a capofitto, la bambina elfa che trotterellava dietro di loro. –La ringrazio per la cortesia. Sono arrivato solo ieri qui ed è molto importante che io raccolga le informazioni richiestemi...- Perenor sudava freddo nel tentativo di distrarre il monaco dal fatto che Sturmir aveva appena trascinato dietro di sè un kender... DENTRO una biblioteca. Ma il vecchio monaco non sembrava averci fatto minimamente caso: - Non siete gli unici stranieri arrivati da poco da queste parti.- stava dicendo- Il momento è difficile e dovete scusare la mia diffidenza, ma proprio ieri il magistro è stato assassinato nelle sue stanze e quel vecchio con quel cappellaccio è arrivato qui dentro...- Perenor spalancò gli occhi sbalordito:- Per caso il suo nome era Fizbain?-chiese. -Sì, sì...mi pare. Proprio lui. Un vecchio un po’ eccentrico, ma molto cortese. Mi aveva avvertito che oggi sarebbe arrivato qualcuno di sua conoscenza... solo per questo vi ho aperto. Vi aveva descritti tutti quanti così bene...- Perenor dentro di sè tirò un sospiro di sollievo ed insieme di esultanza. Allora erano venuti nel posto giusto! Già cominciava a disperarsi vedendo che non riconosceva nulla di quel posto. Ciò nonostante erano sicuramente sulla pista giusta! Il vecchio monaco li condusse verso la parte più interna dell’edificio, le pareti disadorne che davano un certo senso di oppressione e trascuratezza. Ma finalmente la pesante porta in quercia là davanti disse immediatamente a tutti loro che quella altro non poteva essere che la biblioteca. Il monaco li precedette, spingendola con forza sui cardini. -Ecco- disse- questa è la biblioteca. Io sono nella stanza accanto casomai vi servisse aiuto... ma non credo ne avrete bisogno, questo è un paese piccolo e non disponiamo di molti testi...- soggiunse con tono piatto. Un’idea balenò in mente a Perenor:-Mi scusi, per caso il vecchio di cui parlava, quel Fizbain, ha guardato qualcosa in particolare?- chiese, speranzoso. Il monaco lo guardò fisso, cercando di ricordare: -Mmm, non mi pare. Anzi adesso che mi ci fai pensare ha appena dato un’occhiata alla stanza e poi se ne è andato via soddisfatto. Non ha neanche toccato un libro. Scusate, ma adesso devo tornare alle mie funzioni- aggiunse il monaco e li lasciò lì da soli, in mezzo a cataste di libri polverosi. A Perenor caddero le braccia: un buco nell’acqua. Non ebbe il coraggio di guardare gli altri negli occhi in quel momento. Ciò nonostante entrarono tutti nella stanza e cominciarono a cercare... tra le migliaia di volumi. Ma era inutile. Perenor se ne rese conto subito, dopo una prima veloce occhiata... -Uhu, guardate qui- saltò fuori il kender- Non sapevo che esistessero così tante ricette per il liquore di Hettin. Dite che potrei portarmi a casa un piccolo appunto?- Tutti sentirono un brivido freddo mentre il suono distinto di uno strappo attraversava la stanza. Sturmir prese a rincorrere Garfuss, cercando al più presto di immobilizzarlo...la giovane bambina elfa intanto saltava qua e là, osservando incuriosita gli scaffali polverosi, divertita dalla folle corsa del kender. Proprio un disastro pensò Perenor. Non solo non vi era nulla del sogno, ma tutti quei libri erano assolutamente inutili: ricette di cucina assieme a tomi polverosi sulle tecniche per dissodare il terreno...nulla di interessante. Ben presto Trebor guardò il chierico, con aria interrogativa. Frattanto dai mugugni fuori dalla stanza Sturmir doveva essere riuscito ad immobilizzare il kender. Lo trascinarono fuori, richiamando il vecchio monaco perchè restituisse l’arma al nano. Perenor si sentì enormemente frustrato: aveva sperato di trovare qualcosa lì dentro, un qualsiasi indizio importante. Ed invece uscivano a mani vuote. Cosa avrebbero pensato gli altri di lui? Perchè Fizbain aveva voluto che andassero lì? A quale scopo? Sbrigativamente la porta si richiuse dietro di loro. Gli altri lì aspettavano ancora lì fuori, nell'anticamera. -Allora? Trovato qualcosa?- chiese loro subito Aixela, incuriosita- Non siete stati dentro per molto...- Perenor non ebbe il coraggio di risponderle. Aveva fallito miseramente. Per Garfuss e la bambina elfa non sembrava essere stato così, Garfuss le stava mostrando orgoglioso una vecchia mappa che “doveva” esserglisi impigliata tra le mani, uscendo. Sturmir li teneva d’occhio entrambi, con uno sguardo che non prometteva nulla di buono. Tutti insieme, mentre Trebor spiegava sommariamente agli altri che dentro la biblioteca non avevano concluso nulla, oltrepassarono le guardie all'ingresso e si diressero di nuovo verso la locanda. Fu allora che Aixela si rese conto che Garfuss e la bambina erano spariti. Immediatamente dopo udirono degli strilli. Provenivano dal retro dell'edificio in pietra che ospitava la biblioteca... Corsero come un sol uomo, temendo il peggio, ma trovarono soltanto Garfuss e la bambina che si rotolavano nel fieno, divertendosi come matti. I monaci avevano riadattato parte dell’edificio come deposito e vi avevano ammucchiato diverse balle di fieno; alcune di esse si erano slegate e l’erba secca era ammucchiata disordinatamente fino al soffitto. Sturmir aveva ancora tra le mani l’ascia e sembrava decisamente intenzionato a non riporla... il suo sguardo assassino posato sul kender non prometteva nulla di buono. Poi, insieme successero due cose: la bambina elfa si bloccò, come in trance, guardando la spada di Aixela che ora sfavillava nella penombra del fienile non illuminato. E mentre gli sguardi di tutti passavano dalla spada di Aixela alla bambina elfa, Garfuss riemerse dal fieno strillando eccitato: - Guardate! Ho trovato una PIUMA!!!-