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Strikeiron

Circolo degli Antichi
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  1. La Tana e la Strega La Strega rimase in silenzio valutando il fatto che quel bambino spuntato fuori da non si sa dove non sapesse nemmeno di avere un nome. Nel frattempo Gerolamo si aggirava nella stanza con fare circospetto, avvicinandosi al bambino che, per giunta, non sembrava per nulla intimorito. La Strega meditò un po' sulla prossima domanda da fare a qual bambino con il pigiamino con gli orsetti, poi si decise: "Ma da dove sei venuto?" gli chiese. "Non lo so- le rispose - mi sono svegliato in quella stanza" "Quale stanza?" Gerolamo raddrizzò le orecchie, stentando a credere a quello che stava sentendo. "Quella con il letto con quei grandi teli neri attorno." La Strega raddrizzò la sua imponente figura e prese fiato a trattenere l'estrema indignazione. "Me la vorresti mostrare?" Il bambino, senza alcuna esitazione, la prese per mano e la trascinò fuori, nel corridoio, puntando decisamente verso la camera da letto. Già era inaudito che la Strega si facesse toccare da qualcuno, ma che il bambino, con tutta l'irruenza dei suoi piccoli passi, la stesse trascinando di peso nella camera da letto, ovvero la camera più sacra di tutta quella casa, era un qualcosa che neppure Gerolamo avrebbe mai potuto concepire nella sua testolina. Trotterellò impaziente nel corridoio e si infilò nella porta aperta della stanza che non gli era mai stato concesso di vedere. All'interno il letto enorme occupava quasi tutta la superficie disponibile, ben avvolto e nascosto in un baldacchino di drappi scuri. Una semplice cassettiera pretendeva il proprio spazio utile in un lato della stanza. Tutto era estremamente pulito e in ordine: anche qui i vetri erano stati coperti dal rampicante che in gran parte aveva preso possesso del retro della casa, ma era come se la pianta avesse saputo dove crescere in maniera da far filtrare la luce all'interno. Il legno delle pareti odorava di resina e di primavera insieme e non di chiuso o stantio come ci si sarebbe potuti aspettare. Soltanto una cosa strideva orribilmente là dentro: un piccolo lettino in legno colorato dai colori sgargianti, con una strana coperta rigonfia sopra che combatteva alacremente per attirare la propria attenzione con un colore ancora più impossibile e violento per la vista. Non c'era dubbio alcuno: era come se un pezzo della casa di un altro fosse improvvisamente apparso dal nulla e precipitato lì dentro. Il bambino corse verso il proprio letto con decisione e si acquattò tra le coperte. "Ecco. Io mi sono svegliato qui." La Strega tremava intensamente nella sua figura esile e per un istante Gerolamo pensò che alla fine l'ira avesse avuto la meglio sui buoni propositi. La Strega non era propriamente cattiva a ben vedere, ma non aveva nemmeno un ottimo carattere e il coniglio sapeva che prima o dopo avrebbe perso il controllo. Anzi, temeva che il momento sarebbe presto arrivato. La Strega smise di tremare, come riscuotendosi da un sogno. Guardò tutta la stanza, si avvicinò al lettuccio e lo guardò con attenzione, ritornò indietro e considerò quanto altro era cambiato là dentro. Inspiegabilmente quella era la stanza dove il bambino non aveva toccato nulla: le lenzuola del letto erano intonse, i teli del baldacchino cadevano elegantemente a terra, senza che nessuno li avesse osati scostare e la cassettiera era perfettamente chiusa a celare tutti i suoi segreti. Infine la Strega si decise. "E' ora di tornare a casa, piccolo, ma non per questa strada. Gerolamo verrà con te." Gerolamo abbassò di scatto le orecchie, al sentir pronunciare il proprio nome. Quello significava una sola cosa: avrebbe dovuto portare il bambino incolume attraverso la Tana. Nonostante fosse un coniglio gli scappò ben evidente un gemito a metà tra l'esasperazione e la disperazione. La Strega lo sentì chiaramente, ma non un solo cenno dietro ai suoi capelli fece intuire cosa ne pensasse.
  2. Strikeiron ha pubblicato un messaggio in una discussione in Libri, fumetti e animazione
    Ho scritto questa cosa in un momento particolare e non so perché mi ha aiutato molto a superare dei momenti un po' difficili. Però non ha senso tenere la cosa per me. Quindi la posto qui a puntate. Ogni cosa ha un principio: La Strega, il bambino e il coniglio Come ogni storia che si rispetti anche questa ha inizio da un coniglio. Se ne stava al limitare di un declivio erboso, con alla sommità una strana casa, a metà tra il diroccato e il maltenuto. Il tetto formava una sorta di piccola veranda, sotto la quale qualcuno aveva progettato una bella e comoda panchina, ma tutto il legno usato per una simile costruzione era annerito e coperto di muffe e strani funghi. Come se i buoni propositi del suo costruttore fossero stati lasciati all'incuria del tempo. Eppure era abitata: i vetri erano lucidi e il coniglio queste cose non poteva notarle da laggiù dove stava, eppure osservandolo un po' si sarebbe potuto quasi dire che stesse come saltellando da una zampa all'altra, come irrequieto. La sua attenzione era sicuramente attirata da qualcosa che aveva notato al di là del vetro, all'interno di quella casa. E in effetti ogni tanto raccoglieva le forze in un salto appena più alto di quanto gli permettessero le proprie zampe, come a voler osservare senza però doversi avvicinare troppo. Alla fine, vedendo che in questo modo gli era impossibile combinare alcunché, il piccolo animale si decide e a piccoli saltelli si avvicinò alla costruzione in legno, arrampicandosi sul declivio erboso. Là giunto saltò sulla panchina, dalla quale poteva osservare meglio all'interno. E fu appunto così che intravide qualcosa: a un occhio inesperto avrebbe potuto sembrare un nanetto che correva all'interno. Ma lui non era un coniglio inesperto. A dire tutta la verità non era nemmeno un coniglio come i tanti che avreste potuto vedere nelle vostre case tranquille. Lui era un coniglio con un nome e quel nome era la sua maledizione. In realtà all'interno della casa c'era un bambino. Poteva vederlo chiaramente ora, aggirarsi di stanza in stanza toccando tutto quello che gli capitava a tiro, aprendo cassetti e rovesciandone in alcuni casi il contenuto. Continuava a muoversi dentro le stanze, cercando di aprire le porte e le finestre per uscire, ma per fortuna ogni via di accesso era bloccata, un po' perché era troppo piccolo per arrivarci e un po' perché qualora fosse riuscito a uscirne sarebbe stato in pericolo. In effetti era già in pericolo dentro quella casa, ma magari non lo sapeva. Il coniglio si grattò un orecchio con una zampa, malcelando un certo disappunto. Chissà cosa avrebbe detto la Strega quando fosse tornata a casa, scoprendo che un moccioso aveva messo il naso tra le sue cose e nelle sue stanze. Anzi a dire la verità era piuttosto strano anche il fatto che la Strega non si trovasse in casa. Il coniglio passò a grattarsi l'altro orecchio mentre il bambino completava indispettito la sua opera di distruzione, arrampicandosi qua e là come un disperato. Non doveva avere più di cinque o sei anni e indossava un buffo pigiamino azzurro con gli orsetti disegnati sopra. In effetti pensandoci bene non era tanto strana la casa in quel momento o il coniglio che stava sbirciando dalla finestra, quanto quel piccolo bambino così disperato e irrequieto. Un turbine di vento fece muovere l'aria tutt'attorno all'altura e in uno svolazzo di ampie vesti nere si sentì distintamente un CIOK!, come se improvvisamente qualcuno avesse spezzato di scatto un grosso ramo di legno secco. Il coniglio si affrettò a scendere dalla sua postazione di osservazione e raggiunse la figura alta e scarna che era apparsa all'improvviso davanti alla porta di casa. Chiunque fosse, stava armeggiando con un grosso mazzo di chiavi, alla ricerca della chiave giusta che potesse aprire la casa. Purtroppo però i lunghi capelli fitti e neri, pettinati in avanti, sembravano rendere al nuovo arrivato l'impresa molto più difficile del dovuto. Il coniglio si avvicinò con circospezione proprio quando la chiave giusta venne infilata con decisione dentro la toppa e girata con un grande sferragliare delle serrature ben oliate. La Strega, perché di lei si trattava, sospirò di sollievo, spalancando la porta della propria casa e apprestandosi a entrare, quando dall'interno giunse un furibondo baccano di pentole che non contente di cadere erano evidentemente appena rimbalzate in vari posti della casa tutte assieme. La strega si girò di scatto verso il coniglio, senza però che i capelli le si scostassero dal volto: "Gerolamo!? Cosa succede? Chi è entrato in casa?" sbottò, allarmata. Gerolamo tolse le zampe davanti agli occhi e le aprì con le palme delle zampe verso l'alto, senza dire nulla, quasi a confermare di non poter essere accusato di nulla. Nemmeno del proprio nome che in realtà odiava. Come si può chiamare un rispettabile batuffolo bianco in forma e foggia di un adorabile e innocuo coniglio in quel modo? Ma come c'era da aspettarselo il nome gliel'aveva dato, assieme alla testa per rendersi conto di quanto fosse brutto, la Strega. E la Strega un nome ce l'aveva, un nome che le avevano affibbiato ma che lei non avrebbe mai accettato di avere. Ma questa è un'altra storia. La Strega stava aspettando una risposta da Gerolamo e quest'ultimo sapeva che non era il caso di farla aspettare troppo: "Mia signora, nella casa c'è un bambino piccolo. Umano per giunta, si direbbe." le rispose con voce alta e chiara e perfino un po' formale. La Strega si precipitò in casa. Il bambino senza nome Gerolamo rimase stupefatto dalla velocità con la quale la Strega era entrata in casa. Forse per un istante aveva pensato di poter perfino proteggere il bambino dalle ire funeste della Strega. Ma questa era stata troppo veloce e a Gerolamo non rimase altro che addentrarsi nella casa, con piccoli saltelli misurati. Non si poteva dire che in quella casa vi fosse stato già prima di allora un qualsiasi presupposto di ordine. Anzi, a dire la verità, non si riusciva a distinguere tra il putiferio che aveva combinato il bambino frugando nelle stanze e quello che era già presente in esse prima del suo arrivo. L'ingresso era spoglio e semplice, ma di buon gusto. Chiunque avesse voluto venire a fare visita alla Strega non avrebbe comunque avuto bisogno di uno di quegli inutili orpelli che gli umani chiamano attaccapanni. Anche se vi fosse stata, la visita sarebbe stata breve e frettolosa. Erano decenni che la Strega non riceveva visite. Né avrebbe voluto averne dal momento in cui quegli stupidi umani, non credendo più nei suoi poteri nel leggere le sorti della natura, l'avevano adocchiata e segnata gli uni cogli altri come di "quella che getta fatture e malie". La Strega non era mai stata così, ma che importa? Le voci erano state tante e tali che lei si era ricoperta e ammantata dell'immagine che le volevano affibbiare. Si era nascosta dietro di esse, per così dire. Solo una cosa non aveva voluto mai sopportare e era quell'epiteto spregiativo con il quale gli altri avevano cominciato ironicamente a segnarla quando passava tra loro: Bellicapelli. Perfino il coniglio, che ora si stava addentrando dall'ingresso alla cucina, sapeva che solo l'eco di quell'epiteto l'avrebbe fatta infuriare. Gerolamo procedeva lentamente e con circospezione. Di certo non voleva che il riverbero delle magie che la Strega infuriata avrebbe scagliato sul bambino, finisse su di lui, trasformandolo, che so, in un coniglio con le corna. Va bene il nome, ma le corna no, gli avrebbero impedito di inoltrarsi nelle gallerie e un coniglio che non possa infilarsi nelle gallerie è meno di un coniglio spacciato. La cucina era ingombra di ogni cosa. I fuochi erano sempre accesi, magicamente abbaglianti e caldi per qualsiasi esigenza, mentre un tavolone centrale era ingombro di ogni cosa: pergamene scritte a metà, vasi con dentro strane sostanze giallastre nelle quali navigavano corpuscoli non ben identificati, vestiti laceri e cerchi di magia tracciati col gesso e malamente cancellati in uno scatto d'ira o forse in un periodo di frustrazione. Qui il bambino aveva visitato solo i cassetti della cucina, chissà, magari per cercare la chiave. Numerose pentole ammaccate giacevano a terra come i rottami di un'antica costruzione deforme. Ma i cassetti erano forse l'unica cosa nella quale giacevano pacchi di banali suppellettili, sempre in ordine sparso. Gerolamo avanzò con circospezione: dalla cucina una stretta porticina portava nella zona dello studio e nella camera più sacra di tutte, ovvero quella dove il sonno della Strega non doveva mai essere disturbato. Prima di entrare in quella stretta porta il coniglio si fermò un istante in ascolto: sentiva qualcosa, ma era un rumore sommesso e quasi timido. Costante e pervicace. Chissà se il bambino era ancora tale o la strega lo aveva trasformato già in qualcos'altro. Dal rumore non era possibile capirlo. Fa che non sia in un coniglio per carità, pensò Gerolamo. Avrebbe dovuto insegnargli tutto da capo e magari con ben poco profitto. Ai limiti della collina infatti la Volpe era ben furba e sempre in attesa. Gerolamo superò il corridoio, scavalcando i vestiti che giacevano buttati lì forse dal bambino. Teneva alla sua zampa destra la porta della camera da letto e quella del bagno. In fondo la porta dello studio era socchiusa e da là proveniva lo strano rumore. Tutte le altre stanze erano vuote e quindi la Strega non poteva che trovarsi là dentro. Lo studio era la camera più bella di tutta la casa, là dove per ottenere maggiore luce era stata ricavata una finestra a abside, tutta istoriata con vetri colorati. Poi, nel tempo, un'edera rampicante era cresciuta dall'esterno e aveva coperto l'intelaiatura esterna con i suoi mille viticci. Poiché era un sempreverde aveva tolto qua e là tutto l'anno la luce stupenda che proveniva dall'esterno, trasformando la stanza da luminosa che era stata in una sorta di antro oscuro e soffuso dell'alone verdastro delle foglie. La Strega si era abituata a accendere delle candele per vederci meglio. Gerolamo si infilò nella fessura della porta e la aprì quel tanto da potervi gettare dentro un'occhiata, con estrema cautela. La figura della Strega torreggiava sulla figura del piccolo bambino. Il coniglio sospirò di sollievo: nonostante tutto era ancora umano e quel rumore che aveva sentito prima era il suo frignare. Erano lacrime inghiottite in mezzo a respiri profondi, quasi un ritmo costante a segnalare la sua presenza lì dentro. Nella casa della Strega c'era un bambino. Inaudito. E la Strega stava là in piedi, osservando il piccolo umano senza dire nulla, forse quasi imbarazzata dietro la chioma di capelli che ne nascondeva il viso e l'espressione. Pian piano le lacrime si spensero e la casa rimase immersa nel silenzio, un silenzio tranquillo e pacato, quasi rilassante. La Strega sospirò indignata e finalmente parlò, ma la sua voce fu più dolce e rispettosa di quanto avrebbe mai voluto: "Chi sei? Cosa fai qua dentro?" Il bambino la guardò, per nulla impressionato dal suo aspetto e sulla sua faccia si disegnò un'espressione a metà tra un nuovo scoppio di lacrime e un punto interrogativo. Gli occhi erano gonfi di lacrime appena scese sul volto, ma l'espressione era corrucciata e decisa, quasi di sfida. "Non lo so. Non mi ricordo come mi chiamo." rispose il bambino, la voce resa un po' incerta dal pianto. Gerolamo entrò nella stanza di soppiatto, con le orecchie ritte e ben vigili: la cosa si stava facendo interessante. Non solo la Strega non aveva fatto nulla di male al bambino... ma in quella casa e in quel preciso istante erano radunate tre circostanze quanto meno inusitate. Una Strega con un nome che non avrebbe mai voluto avere. Un coniglio con un nome che non gli spettava, ma che gli era stato dato comunque. Un bambino che non ricordava di avere mai avuto un nome.
  3. Quale chicca ragazzi...! http://www.youtube.com/watch?v=x_lMihSKkgA Ideale per il 3d.
  4. Pensa invece alla genialata che ti ha appena suggerito Tanis. Il maggiordomo è l'assassino. Ma non di una persona che c'entri con la storia dei tuoi pg. Metti che chissà per quale motivo loro entrano in questa casa proprio quando il maggiordomo ha appena ucciso qualcuno e sta meditando di come liberarsi del corpo. immagina le implicxazioni di una trama del genere.... da capottarsi dal ridere.
  5. Il pilastro di ogni buona interpretazione è l'allineamento. Io stesso ho totalmente sbagliato i miei pg perchè non sapevo interpretarne correttamente l'allineamento. Per quanto si possa fingere ogni giocatore trova più semplice interpretare un dato allineamento e quindi è importante riconoscere i propri limiti e cercare di non strafare, ma di creare dei pg che possano sposarsi bene con le proprie capacità. Detto questo interpretare un pg in questo modo può essere una sfida perché ovviamente quanto ho detto io prima lo si può ignorare volutamente e quindi andare a interpretare un pg diametralmente opposto. In questo caso l'interpretazione diventa difficile ed insidiosa. Però è una sfida. Dopodiché bisogna tenere conto di un altro elemento. L'interpretazione per essere di buona fattura deve andare alle estreme conseguenze, ovvero superare i confini della ragione. Voi come giocatori pensate che sia ovvio fare determinate cose perché esse, nella logica da giocatori, sono più comode e meno rischiose. Chi ben interpreta deve fare delle scelte anche se sa che come giocatore quelle scelte non gli convengono. Il paladino penso sia uno dei pg più difficili da ruolare in assoluto: o lo si fa eternamente stupido, oppure bisogna porsi una questione di approfondimento interpretativo. Il Paladino può essere colui che viaggia continuamente sul filo del rasoio delle scelte tra l'etica e la realtà. Ho conosciuto pochissimi in grado di condurre un paladino in questo modo, ma quei pochi erano veramente in grado di ruolare un signor pg. E poi... i cattivi. Tutti sono capaci di ruolare un caotico malvagio, basta fare un pg mezzo schizofrenico, ma provate a rendere bene un legale malvagio. Tutto un altro paio di maniche. Per questo quando si fa un background secondo me si ignora spesso una delle cose più importanti: pensare nell'ottica del personaggio. Si inventano storie strampalate, ma alla fin fine non si giustifica il carattere e l'allineamento del proprio pg. Potete venire dal Granducato di Karameikos e essere di nobilissime origini bastarde, ma non avrete mai definito così la vostra interpretazione. Occorrono dei paletti. Siete malvagi? Perché lo siete? Secondo quale linea di condotta agite? Crearsi un background caratteriale può sembrare inutile, ma in realtà da consistenza al personaggio che dovete interpretare. E un'ultima cosa: ricordate che si tratta di un gioco. Nient'altro. Per farlo bisogna divertirsi e non sentirsi frustrati. Spesso l'interpretazione è in realtà un connubio tra la propria inventiva, il proprio carattere e come ci si trova nel party. Grandiosi interpretazioni nascono da rapporti umani all'interno del gruppo di giocatori. Questo non va mai trascurato. Riassumendo: interpretare sembra facile e lineare, ma non lo è per niente.
  6. Potresti prevedere che la casa sia un po' particolare. Per esempio un buon trucco sarebbe quello di costringere i pg a rifugiarsi nella casa perché magari cercati al suo esterno. Hai accennato che gli stranieri possono essere tenuti particolarmente d'occhio... potrebbe essere il caso. magari il borgomastro vuole incontrarli e segnarsene le generalità. Fai in modo in pratica non che siano braccati, ma tenuti d'occhio ed offri la casa e il ruolo del maggiordomo coome una via d'uscita comoda da una situazione un po' scomoda.
  7. Alcuni hanno scritto sii te stesso. Secondo me è sbagliato, una buona interpretazione nasce proprio da essere altri rispetto a se stessi. Ovviamente non si potrà non mettere se stessi, anche nell'interpretazione di un qualcosa che non ha nulla a che fare con la propria personalità. La buona interpretazione si inizia con una cosa semplice: un tic. Non so se tu abbia mai visto il cortometraggio The Gamers. In esso c'è un personaggio che si "dimentica" di avere la fobia dell'acqua e quando gli altri glielo ricordano, in riva ad un fiume, parte con una delle scenate isteriche più false ed esagerate che la storia ricordi. Quindi se si interpreta un tic vale la pena di essere coerenti nel farlo. Non è facile. Richiede tempo ed esperieenza e spesso anche i più bravi finiscono per fossilizzarsi su un leit motiv. Mi ricordo di un amico con il quale ghiocavamo che provava a interpretare qualsiasi classe, ma alla fine tutti i suoi pg erano sulla falsariga dello sbabbaro picchiatore. E noi ovviamente ci piegavamo dal ridere. Per non parlare dei suoi infiniti conteggi nel determinare il bonus di attacco dell'arma e i danni. Quando parlo di un tic voglio intendere un comportamento o una condotta particolare, anche distanti dal proprio modo d essere. Per quanto sia strano bisogna fare un po' tabula rasa e pensare "Io come agirei se avessi un carattere così..." E' ovvio che un po' si immagina, un po' si va a tentoni ed un po' si fa bluff. Ma questo è un buon modo per imparare.
  8. Hanno cambiato lo stile. Era sui giornali online ieri.
  9. Un buon iPad è un iPad al forno.... Trovo la stupidità di questo tizio quantomeno imbarazzante.
  10. E soprattutto che ne sono avanzati un mucchio...ehehehhehe Comunque sono ben realizzati e molto utili.
  11. Strikeiron replied to Imbemaster's post in a topic in Cinema, TV e musica
    Dag sei un fesso... muahahahah E' ovvio che dopo i titoli di coda c'è qualcos'altro! Ora siccome devo ancora andarlo a vedere ne ho la certezza e rimarrò incollato alla poltrona. Kenneth Branagh che fa il regista di un film di supereroi? NON CI POSSO CREDERE!!! Clicca affettuosamente sul fesso!
  12. Strikeiron replied to Strikeiron's post in a topic in Cinema, TV e musica
    E' un film forte, ma molto bello. In Spagna ha ricevuto molti premki Goya (una sorta di premio David).
  13. Strikeiron replied to nolonx's post in a topic in Giochi di società
    Scusa, colpa mia. Avevo capito ti riferissi al gioco per computer. Poi rivedendo ho compreso che è un gioco da tavolo. Puoi fare delle foto e far vedere com'è e come funziona? Sono curioso.
  14. Strikeiron replied to nolonx's post in a topic in Giochi di società
    Tasto invio.... Power Overwhelming e quei maledetti struzzi di alienacci schifosi.... vanno a farsi friggere! Muahahahah Bellissimo gioco.Hai mai giocato anche a Broodwar?
  15. E allora a che servono? E' una bufala?
  16. Più che interessante è strano. Posso capire che la apple abbia eliminato il lettore floppy disk ai tempi, in quanto considerato desueto o altre scelte in linea... ma al giorno d'oggi obbligare l'utente a prendere un connettore per la porta usb o addirittura per il microfono è una cosa che lascia perplessi.
  17. Secondo me il master deve tenere in considerazione una cosa: un vampiro può essere resistente alla luce solo al massimo dei propri poteri. Ovvero invece di diventare una divinità il vampiro acquista un artefatto magico, un potentissimo paio di Rayban... Non so se qualcuno di voi abbia mai visto le CdP di Mystara, ce n'era una serie nella quale per accedere al livello più alto bisognava affrontare una prova particolarmente difficile, nella quale vi era la possibilità della morte del pg. Ovvero: per avere grandi poteri bisogna correre grossissimi rischi. Questo innanzitutto dovrebbe essere un movente del pg. Ovvero il vampiro non è invulnerabile alla luce, ma aspira a diventarlo e forse accadrà (dipende dal master e da come il giocatore gestisce il pg. Nel frattempo è indispensabile che il vampiro sia vincolato. Consideriamo che già di per sé un pg del genere ha enorme potere rispetto ad altri normali pg. Trovo sensato controbilanciare gli enormi poteri con delle grosse pecche, altrimenti ciascuno potrebbe farsi un pg vampiro e fare piazza pulita degli altri. D&D seller ha visto giusto. Mettiamo che il party si porti dietro la bara del loro compagno vampiro. Come potrebbe quest'ultimo tradirli? Ci rimetterebbe e molto... loro viaggiano di giorno portandoselo dietro, lui esce fuori di notte. E' chiaro che potrebbe configurarsi un rapporto di "una mano lava l'altra" e questo starebbe benissimo in un party. Oltretutto fossi io il master ci navigherei ad libitum, cercando di colpire quest'alleanza, al fine ovviamente di renderla sempre più solida e dare affiatamento ai pg. In definitiva il mio consiglio è: se il giocatore vuole il pg vampiro per fare il fighetto nel gruppo bisogna dirgli di no, se invece il giocatore vuole ruolare un vampiro perché effettivamente è in grado di ruolare pg difficili la risposta del master dovrebbe essere sì, ma con dei paletti (quale ironia ghghgh) ben precisi. Buon divertimento!
  18. Strikeiron ha pubblicato un messaggio in una discussione in Cinema, TV e musica
    Mi è capitato per caso di incappare in questo film e devo dire che così, di primo acchito, non avevo idea di che cosa potesse essere. Poi, dopo il primo minuto di film ho capito che prometteva molto bene. All'inizio non si capisce molto che cosa significhino quelle prime scene iniziali, ma poi Spoiler: l'antefatto prende il suo posto in tutto e devo dire che tutta la storia viene raccontata in maniera lineare, non dispersiva e coerente. E' un solido film d'azione ambientato in un contesto carcerario e devo dire che si tratta veramente di un ottimo film, fino alla fine. Non delude. Casomai voleste vedere il trailer vi consiglio di andare su Youtube e fare un semplice cerca, tra le voci di risultato della ricerca cercate le 12 parti. Ormai anche Youtube è una miniera.... EDIT: a proposito, un minimo di trama. Il giorno prima dell'inizio del suo lavoro da secondino un uomo va in visita alla prigione dove deve andare a lavorare. Mentre passa in rassegna con altri secondini un padiglione avviene un piccolo crollo e rimane ferito. I colleghi lo stendono sul letto della cella 211, ma sono costretti a fuggire precipitosamente. Proprio in quel momento scoppia una rivolta e i detenuti invadono il padiglione. All'uomo della 211 rimane solo una soluzione per sopravvivere: fingersi un detenuto.
  19. Mai lessi un topic più stimolante di questo: dalla crema abbronzante fattore di protezione vampiro, alla sbrillicicantezza, alle soluzioni "Highlander (ne rimarrà soltanto uno e Chuck Norris gli fa 'na....)" con tutte le varianti vampiresche-cinefile del genere (quale era il film della tipa che diventava un vampiro resistente alla luce?). Solo una domanda: ai fini del roleplaying non sarebbe infinitamente più bello (proprio perché più impegnativo da intyerpretare) un pg vampiro che non possa esporsi alla luce e che magari prediliga vivere nei paesi nordici (là dove le ore di buio d'inverno sono prolungate) o che debba essere costretto, notte dopo notte, a trovare dei trucchi per rifugiarsi dalla luce del sole?
  20. Che stupidaggine enunciare "fuffa" soltanto per poter demolire le tesi di un presunto avversario. Io non sono avversario di nessuno. Stiamo parlando oppure sei "il pinguino contro tutti quelli che la pensano come me"? Se stiamo parlando, anzi discutendo su un forum è per dissertare della qualità dei prodotti iPhone. L'iPhone non è un ottimo cellulare: ha avuto i suoi punti deboli, prima di tutto le batterie. Per quanto riguarda i computer ritengo anch'io che la diversità del "custom" si stia abbassando, ovvero la qualità comincia ad essere pari ad altri computer, ma per un semplice motivo: quelli che producono buoni processori, dischi rigidi etc sono quelle due o tre ditte (per dire) e quindi è ovvio che su prodotti di una certa fascia si trovano hardware molto simili.
  21. Dieci anni di successo? Basta che sposti lo sguardo appena più in là per renderti conto che la Apple ha visto anche periodi di crisi e gli ultimi successi sono merito delle politiche di Steve Jobs (non è un caso se i problemi di salute di quest'ultimo sollevano ondate di preoccupazione... senza di lui la Apple avrebbe incontrato un destino ben diverso). La Apple è partita come prodotto solido e al giorno d'oggi vende perché è uno status simbol. Ovvero è moda. Non è fuffa questa. E' il motivo per cui vendono e se non te ne rendi conto è perché non ci mediti un po' sopra.
  22. Quando fai così sei solo inutilmente fastidioso. Assolutamente non costruttivo... Non sono supposizioni, sono logiche di mercato. E' il motivo per il quale ora quando compri un qualsiasi capo di abbigliamento, anche firmato da marche notoriamente Italiane, all'interno trovi l'etichetta "made in PRC". Okkei i Mac vengono già fatti in PRC... ehehhe Ma la questione è un'altra: bisogna vedere cosa succederà quando passerà la moda della apple. Possono avere vendite mirabolanti al momento, ma bisogna vedere se le mantengono nel tempo, ovvero se chi compra un prodotto apple, quando un domani quest'ultimo diventerà desueto lo sostituirà con un prodotto della stessa marca o meno.
  23. Per quanto riguarda il pulsante novità ho capito come funziona, è una questione di abitudine. Per quanto riguarda la lentezza del caricamento io ho provato con firefox sotto ubuntu, il sistema è sempre quello che uso da due annetti a questa parte ed è rallentato un bel po'. A meno che non siano gli aggiornamenti di sicurezza di firefox, ma non lo credo e non lo credo perché navigando in wi-fi con l'htc sta veramente eoni a caricare. Con la vecchia versione del forum non si comportava così, a meno che non impieghi tempo per caricare il banner sotto.
  24. Ho aspettato un po' prima di fare alcune considerazioni. Per come il forum è ora nella pagina centrale, la comparsa degli articoli lo rallenta in maniera enorme ed è molto fastidioso. Penso che la maggior parte degli utenti chiuda le notizie di default, ma ciò non toglie che ad ogni apertura della pagina principale del forum la sezione viene aperta e si chiude automaticamente, rallentando notevolmente il caricamento. I tempi di caricamento tra l'altro rispetto alla vecchia versione sono aumentati notevolmente e la navigazione è diventata lenta e macchinosa in certi passaggi. Trovo inoltre molto scomodo non poter vedere, tranne che in determinate opzioni, l'autore dell'ultimo post della discussione. Non so se abbiate risolto (vedevo un post di Merin in merito) ma la pagina delle corporazioni è sbagliata per come è fatta ora, bisogna andare a vedere tra tutte per poter capire se vi siano nuovi messaggi. Era meglio com'era prima: più razionale.
  25. Sbaglio o hanno revisionato il sito online di Repubblica per adattarlo all'iPad?