Vai al contenuto

Pretzel Jack

Circolo degli Antichi
  • Conteggio contenuto

    149
  • Registrato

  • Ultima attività

Tutti i contenuti di Pretzel Jack

  1. Enarion Amar di Bosco Grigio - Aerlindir - Divinatore da Battaglia Il fuoco scoppiettava ancora, inghiottendo la legna secca con schiocchi secchi e improvvisi. La cupola di magia evocata da Seldanna li avvolgeva, soffocando il respiro della notte e lasciando che solo le fiamme danzassero sulle loro armature, sui loro volti, sulle ombre che proiettavano sul terreno. Enarion osservava. Pesava. Valutava. Lainadan. Sorriso facile, spavaldo nei modi. Parlava con la disinvoltura di chi non aveva mai sentito sulle costole il fiato di chi uccide per sopravvivere. Troppo giovane, troppo sicuro. Uno come lui era utile finché l’illusione della fortuna durava, poi diventava solo un problema. Gromnir. L’uomo aveva un’aria diversa, di chi si portava addosso una storia di cicatrici, di chi aveva dovuto imparare quando colpire e quando trattenersi. Aveva dato le prime informazioni, ma a suo modo aveva chiesto qualcosa in cambio. Era uno che trattava, non uno che dava. Bene. Enarion preferiva gli uomini così: più facili da prevedere. Hrólfr. Il nano era un’altra questione. Non un estraneo, non del tutto. Aveva vissuto nella Torre Bianca per anni, si era guadagnato rispetto tra gli studiosi, persino fiducia tra alcuni. Per Enarion, fidarsi era una parola vuota, ma sapeva riconoscere qualcuno che aveva già fatto il suo cammino tra gli elfi senza farsi nemici. Il che significava due cose: o era più scaltro di quanto non sembrasse, o era davvero così testardamente ligio ai suoi principi. Seldanna. Lei era una costante. Dove lui si era fatto ombra e vendetta, lei aveva sempre trovato il modo di restare in equilibrio su quella linea sottile tra saggezza e perseveranza. Aveva sempre saputo come spingere, come smussare, come intrecciare fili che non volevano essere legati. Eppure anche lei giocava la sua partita. Quando parlò, lo fece con la pesantezza di chi sa che le parole sono una lama da affilare. «Il portale è la nostra meta. E se le vostre ricerche vi hanno condotto qui, significa che la convergenza è reale. Potrebbe aver senso continuare insieme e non "pestarci i piedi"» Non era un giuramento. Non era una promessa. Era un dato di fatto, un’osservazione fredda e priva di emozione. Un uomo in viaggio nella tempesta poteva scegliere se camminare accanto ad altri o morire solo. Non aveva mai amato la diplomazia. La diplomazia era il preludio alle menzogne. «Ma la conoscenza è nulla senza il contesto.» La voce era più bassa, quasi un sussurro che si intrecciava con il crepitare delle fiamme. «Chi altri sa del portale? Sapete se altri si muovono in questa terra per trovarlo? Perche' se non siamo gli unici, stiamo gia' perdendo tempo.» Non era paura, non era sospetto. Era calcolo. Questa terra non era Bosco Grigio. Qui il cielo non aveva la stessa tonalità plumbea, il vento non portava con sé l’odore di alberi bruciati e carne marcita. Qui la guerra non aveva ancora scavato solchi profondi nei villaggi, nei cuori, nelle menti. Qui, la guerra era ancora un’idea. Non una certezza. Bosco Grigio era un cimitero di illusioni, una ferita che non si sarebbe mai rimarginata. Qui, invece, il terreno era morbido, fertile per lo spargimento di sangue futuro. Le strategie che aveva affinato nelle ombre del suo regno perduto non si sarebbero applicate nello stesso modo. Niente foreste fitte per nascondere le trappole. Niente rovine che avrebbero parlato con la lingua muta dei fantasmi. Qui, il combattimento sarebbe stato diverso. Più scoperto. Più diretto. Più pericoloso. Sollevò lo sguardo. Fino a quando non avesse avuto tutte le risposte, sarebbe rimasto. Fino a quando il destino non avesse rivelato il suo gioco. Per ora, avrebbe camminato accanto a loro. Per ora.
  2. Elenion
  3. Enarion Amar di Bosco Grigio - Aerlindir - Divinatore da Battaglia L’aria della sera portava con sé il crepitare del fuoco e l’odore resinoso degli aghi di pino bruciati. Nell’ombra tremolante, Enarion osservava i volti riuniti attorno alla fiamma, le fisionomie tagliate a metà dalla luce danzante. Un tempo, forse, avrebbe trovato conforto in una compagnia simile. Ora, era solo un’altra convergenza del destino, un filo intrecciato a forza nel telaio del fato. L’indagine sulle energie extraplanari aveva portato lui e Seldanna fin qui, e ora la loro ricerca si fondeva con quella di altri. Uno scopo comune, per quanto effimero. Il portale divinatorio, la tomba, i sussurri di poteri antichi e dimenticati, ombre che si stagliavano sul sentiero ancora avvolto nell’incertezza. Sfiorò il bordo del suo mantello, scacciando la polvere del viaggio, e si rivolse a Seldanna con un cenno ed una breve frase in elfico: «Non sono sicuro che ci possiamo fidare.» . Avevano attraversato il mondo e il tempo insieme, la sua presenza era una costante, un legame al passato che ancora non si era dissolto. E ora c’era anche questo nano, Hrolfr, un’altra scheggia di storia raccolta nel cammino. Se Seldanna aveva visto in lui una risorsa, allora Enarion avrebbe sospeso il giudizio… per ora. Il suo sguardo si spostò sul fuoco, e senza volerlo, la memoria lo trascinò indietro nel tempo. La Torre Bianca di Tor Leah nel Continente Occidentale, alcuni decenni prima Era giovane allora, con il peso del nome Amar ancora saldo sulle spalle e la furia della guerra impressa nella memoria. La Torre Bianca di Tor Leah lo aveva accolto come un rifugiato del passato, uno studioso della battaglia, e il suo apprendimento era stato duro come l’acciaio forgiato. Era lì che aveva conosciuto Seldanna. La prima volta che si erano incrociati era stato nella biblioteca della Torre. Lui era immerso nella lettura di un antico trattato sulla divinazione bellica, quando una figura alta e imponente si era seduta accanto a lui senza preavviso. «Non dovresti leggere quel libro senza prima studiare il Trattato di Althir sulla Percezione Temporale.» La voce era stata ferma, con un lieve accenno di divertimento. Quando aveva alzato lo sguardo, aveva trovato due occhi chiari, penetranti, incorniciati da una cascata di capelli bianchi. La donna aveva l’aspetto di chi aveva vissuto abbastanza da non curarsi più delle apparenze, eppure in lei c’era un’energia che sfidava il tempo stesso. «Mi pare un buon inizio.» Aveva risposto lui, chiudendo il tomo con un gesto misurato. Seldanna aveva riso, un suono sincero e spensierato. «Se vuoi davvero imparare, allora lascia che ti mostri qualcosa.» E così era iniziata la loro conoscenze. Lei lo aveva guidato attraverso il labirinto del sapere, insegnandogli che la magia non era solo potere, ma anche comprensione, che il destino poteva essere letto come un libro, se si sapeva dove cercare. Ma non era stata la sua unica insegnante... Gli altri maestri della Torre lo avevano visto per ciò che era: un giovane spezzato, con uno spirito forgiato nella furia e nel dolore. Ma loro non erano lì per curarlo. Loro erano lì per affinare quella furia. Fra le fila dei Divinatori da Battaglia, aveva scoperto come le sale di Tor Leah non erano solo biblioteche e luoghi di pratica arcana, ma veri e propri campi d’addestramento per strateghi, ed i veggenti il cuore pulsante di un sapere antico che esisteva solo per servire l’arte della guerra. Lì la magia non era contemplazione, ma uno strumento per il dominio. Enarion aveva imparato presto che la preveggenza non era fatta infatti solo di visioni astratte o di predizioni oscure, ma di pura logica affinata dalla magia. I maestri della Torre Bianca lo avevano temprato in questo: imparare a calcolare ogni variabile, a vedere le possibilità come sentieri aperti nella nebbia, a scegliere quello che avrebbe condotto alla vittoria con la precisione di una lama che affonda nella carne. Quando lasciò la Torre per la prima volta, Enarion era ancora un soldato con una visione chiara della guerra. Quando tornò, era qualcosa di diverso. La sua pelle era più pallida, i suoi occhi più freddi. Era stato lontano da troppo tempo, in un mondo che non lasciava spazio all’innocenza. Per mesi aveva marciato con gli esploratori, inseguendo gli orchi che si spingevano troppo vicino alle citta' od ai boschi sotto la protezione di Tor Leah. Era una guerra senza gloria, combattuta nell’ombra degli alberi, dove ogni passo era un potenziale agguato e ogni notte un’altra macchia di sangue sulla terra. Le regole della guerra civile non si applicavano ai campi di battaglia senza testimoni. Qui, la vittoria non era data dalla superiorità numerica o dall’abilità nelle armi: era una questione di paura. Gli orchi erano brutali, ma non stupidi. Avevano imparato a temere gli esploratori elfici. E se la paura era un’arma, Enarion la impugnava senza esitazione. Corpi lasciati a marcire lungo i sentieri. Accampamenti dati alle fiamme nella notte. Trappole che lasciavano i nemici a rantolare nella penombra, prede per i loro stessi simili. Fu durante quelle prime guerriglie, che i soldati che guidava attraverso le sue divinazione presero a chiamarlo "Aerlindir", Il Mostra Via. Si riscosse dai suoi pensieri, tornando al momento presente. «Le stelle ci hanno condotti sullo stesso sentiero.» La sua voce era bassa, priva di inflessioni superflue, misurata come sempre ed in un Comune ben scandito «Ma non esiste alleanza che non abbia un prezzo. Prima di avanzare, vorrei sapere quali sono le motivazioni che vi guidano .» disse saltando con lo sguardo ognuo dei presenti del nuovo gruppo. Diretto come gli elfi spesso non sono, o almeno non quelli che sanno come risultare diplomatici e affabili.
  4. Elenion Valenar - Cavaliere errante, paladino di Hoar.
  5. Varian Darevic - Cavaliere errante ( Iracondo Invulnerabile), seguace del Caos Nel Nord, dalle terre da cui provengo, i giganti non fanno figli. Rubano i bambini dalle case ed utilizzano magie antiche per mutarli in abomini della loro stessa specie. Commenta il cavaliere in risposta al Nano. "Abomini si, ma anche avversari formidabili." pensa per poi guardare Lexander. Nonostante il suo aspetto semplice, qualcosa di diverso lo avvolge e Varian si chiede inconsciamente cosa sia. Se la guerra non e' ancora terminata ho ancora un contratto in essere con la citta'. Ma mi uniro' a voi. Sembra che il vostro scopo vi portera' comunque a scontrarvi con il nostro nemico.
  6. Enarion Amar, mago divinatore da battaglia. Figlio di un casato in rovina di una terra oramai distrutta, Enarion è stato addestrato a Tor Leah, la Torre Bianca dove vengono formati i maghi da guerra delle bande elfiche. Arruolato nell'esercito del Re, ha vissuto molta della sua giovane vita al fronte, impiegato nei reparti di avanguardia ed esploratori nelle terre di confine con il vecchio mondo. Ora si trova in viaggio, con il compito di indagare su una visione che ha impensierito i più saggi del suo ordine..la visione di un portale.
  7. Varian Darevic - Cavaliere errante ( Iracondo Invulnerabile), seguace del Caos Seguendo l'esempio dell'altro umano, una volta sconfitte le ombre, il cavaliere errante recupera il resto del suo equipaggiamento. L'armatura scura, come la spada, sembra il cimelio di un era passata. Con le fogge marziali e semplici dei frabbri dei primi uomini, gli da un aspetto di un cavaliere caduto in disgrazia. Lo stesso il mantello, intessuto con incanti di protezione ma sfilacciato in alcuni punti e ingrigito dalle intemperie. Io sono Varian.. la voce cavernosa non dice altro, mentre studia i sopravvissuti.
  8. Elenion Valenar - Cavaliere errante, paladino di Hoar.
  9. Elenion Così sia. Il paladino non attende oltre. La sua breve vita lo ha già obbligato a comprendere quando il tempo non è dalla propria parte. Se vuole uscire da quella imboscata deve portare morte ai suoi nemici più rapidamente possibile e senza esitazione. Si lancia quindi verso il nemico più vicino, e lo attacca. Hoar lo vuole.
  10. Varian Darevic - Cavaliere errante ( Iracondo Invulnerabile), seguace del Caos La corsa a perdifiato termina in una stanza dove l equipaggiamento dei prigionieri è stato ammassato con poca cura. "Questi orchi sono degli stolti" pensa mentre ricorda il sangue ed i sacrifici che erano stati necessari a recuperare la spada su cui mette la mano guidato dalla famelica voce dell'arma che sussurra debolmente al cuore di chi la cerca. Un cimelio dei primi Uomini, un dono fatto a Re Ulrech da un viandante del nord, un dono di sventura. Forgiata nel cuore morente di una terra devastata dall'entropia aveva portato il Re alla pazzia ed alle guerre che da essa scaturirono. Soprannominata la Spada del Trono Spezzato, il suo vero nome era andato dimenticato, come quello del Dio che il cavaliere errante serviva. Erano state le sue visioni a condurlo alla tomba dalla quale l'aveva strappata. L'uomo si gira quindi verso l'ingresso. Entrambe le mani sull'elsa lunga di questa spada larga e pesante dalla foggia antica ed i metalli scuri. Pronto a portare morte.
  11. Elenion Elenion si voltò appena, il mantello che si scostava di lato con il movimento lento e controllato. Occhi di ghiaccio scrutarono i volti degli assalitori, soffermandosi su quello più vicino, su quel ghigno appena accennato dietro la balestra carica. Silenzio. Un battito di cuore. Poi la lama scivolò fuori dal fodero con un suono netto, metallico. La Lunga Guardia brillò sotto la luce del giorno, la punta che tracciava nell’aria una sottile promessa di sangue. Con l’altra mano, Elenion imbracciò lo scudo, il corvo nero sul bianco del casato che sembrava fissare gli assalitori tanto quanto lui. “Hai scelto male.” La sua voce era bassa, un sussurro che tagliava l’aria “Hai ancora qualche respiro prima che il tuo sangue sporchi questa strada. Meglio se li usi saggiamente.” Una pausa nelle parole per poi riprendere, toccato dalla grazia del suo Dio. Hoar non da molto ascolto alle suppliche.
  12. Elenion Il paladino si irrigidisce per un attimo. La sua mente va subito in allerta. Osserva Althir e poi subito Pavel. Se lascia il retro del carro, sarebbe facile per qualcuno colpirli alle spalle: Pavel, vai ad aiutare il povero uomo esorta. dice annuendo con fare complice, mentre mette la mano destra sull' impugnatura della spada e si guarda intorno.
  13. Varian Darevic - Cavaliere errante ( Iracondo Invulnerabile), seguace del Caos. La leva scatta all'improvviso. Le gabbie, una volta fredde e inesorabili, si abbattono al suolo con un fragoroso rumore di ferro che sbatte contro la pietra, quasi a voler liberarsi dal peso degli anni. Le ombre, solitamente silenziose custodi di questo prigioniero reame, si agitano in confusione, smarrite da un comando ormai perduto. In quel momento, Varian osserva i suoi compagni, esitanti ma determinati, emergere dalle loro prigioni di ferro. Il clangore metallico e l'eco della caduta scuotono l'atmosfera, segno tangibile che qualcosa sta cambiando. Le catene spezzate e i resti delle gabbie parlano di una liberazione improvvisa, di un ordine che cede il passo a un nuovo corso di eventi. Non è chiaro cosa accadrà dopo, ma in quel frangente Varian comprende che il percorso verso una nuova vita si è aperto. Tra il rumore del ferro e le ombre in subbuglio, si intravede la possibilità di andare oltre il dolore del passato e abbracciare, con passo deciso, un futuro incerto ma finalmente libero. La voce del predatore invisibile lo confonde per un attimo, per poi rispondere sia a lui che al prigioniero che esorta a prendere la direzione dell'equipaggiamento. Troviamo le nostre armi.
  14. Varian Darevic - Cavaliere errante ( Iracondo Invulnerabile), seguace del Caos.
  15. Elenion Fa scivolare la chiave all'interno dell'armatura, in modo che nessuno possa raggiungerla facilmente. Osseva l'uomo malmenato. Non gli fa domande. Si limita a sistemare il telo. Si ricorda durante le guerre di confine, quante volte ha eseguito gli ordini senza chiedere ed istintivamente gli viene il dubbio che sia stato un atteggiamento compartecipe alle sue sventure. Scaccia quel pensiero, appostandosi appiedato dietro il carro. Il manto da viaggio di cotone spesso lo avvolge nascondendo in parte le sue fattezze. Lo scudo sulla schiena, la spada al fianco. Guarda i suoi compagni, realizzando che siano comunque un trio stravagante, soprattuto in virtu del dragonoide. Pavel, spiccherai inevitabilmente su quel carro, puoi fare qualcosa per mitigare il tuo aspetto imponente? Oppure potresti camminare fra la folla, un po distante da noi... sicuramente svieresti l'attenzione. commenta. Per poi guardare l'elfo. Le tue capacita' magiche possono intervenire altrimenti? Il cavaliere errante e paladino di Hoar, chiude gli occhi per un attimo. Una preghiera fugace. E' pronto.
  16. https://www.myth-weavers.com/sheets/?id=2978146 Aggiungo anche io la scheda. Ancora da sistemare con i dettagli, peso degli oggetti e costo finale, e sistemare le stats in base ai potenziamenti. Ma almeno @Alonewolf87 puoi darmi un check generale.
  17. Althir, Pavel e Elenion Il cavaliere si muove assieme ad i compagni. L'armatura pesante ben coperta dal mantello da esploratore che lo assimila ad un ramingo delle zone di frontiera., la sua figura austera e' imponente, anche se non quanto il dragonoide. Rimane in disparte, aspettando che la guardia li conduca al prigioniero. Il carro per il trasporto dovra essere adeguamente camuffato in modo da non far capire cosa trasporti. Il loro profilo il piu' anonimo possibile.
  18. Ciao a tutto il gruppo! Domani vado a fare la parte meccanica della scheda, intanto sotto il BG;
  19. Elenion Valenar - Cavaliere errante, paladino di Hoar.
  20. Kazuo Kazuo si prese un momento per osservare il siero che brillava tra le sue dita, respirando a fondo per calmare la mente. Con precisione chirurgica, iniziò a inocularlo nelle arterie strategiche del giovane orco, le mani ferme come quelle di un artista che conosce ogni dettaglio della sua tela. Ogni dose era calcolata per colpire i punti vitali del flusso corrotto, invertendo la mappa dei meridiani come se stesse risolvendo un enigma vivente. Lentamente, vide i primi segni di reazione. Il corpo di Durak fremette, un gemito basso sfuggì dalle sue labbra, e Kazuo non distolse lo sguardo. Controllava ogni dettaglio, seguendo la lotta invisibile che si combatteva sotto la pelle del ragazzo. Quando il sangue nero cominciò a emergere, vomitato con un sibilo di disperazione, Kazuo si alzò leggermente, osservando il colore cambiare, la pelle riprendere vita. Il suo respiro si fece più profondo, i suoi occhi seguivano ogni movimento di Durak con concentrazione assoluta. Quando il maleficio tentò l’ultima fuga, cercando di assumere quella forma draconica-serpentina, Kazuo non dovette nemmeno parlare. Si fece da parte, sapendo che Kragan era già pronto. L’asciamazza si abbatté con un’esplosione di fiamme divine, e Kazuo chiuse gli occhi per un istante, lasciando che il fragore di quella giustizia sacra risuonasse dentro di sé. Quando tutto finì, Kazuo osservò Durak riprendere colore. Era vivo, sano, ma diverso. Il rossastro ocra che emergeva dalla sua pelle era... anomalo. Kazuo non disse nulla, ma la sua mente si mise subito al lavoro. Questo non era un semplice recupero; era qualcosa di nuovo, qualcosa che doveva ancora comprendere. Ma per ora, Durak era salvo. E questo bastava.
  21. Elenion Valenar - Cavaliere errante, paladino di Hoar. Il cavaliere non si scompone per l'osservazione del posseduto. Dopotutto la sua armatura ha l'inconveniente di fare rumore. Ma e' anche quella che gli permette di sopravvivere in mezzo alla battaglia. Sta bene. Io mi occupero' della protezione allora, insieme a Pavel e Althir. Taglio corto' il paladino di Hoar.
  22. Elenion Valenar - Cavaliere errante, paladino di Hoar. Il paladino aveva mandato giu' amaramente la disfatta del piano. Nei suoi tratti giovani e nelle sue movenze toccate dalla grazia, vedete come la rabbia non riesca a rimanere celata dietro la maschera severa. Il fuoco nei suoi occhi, la smorfia del suo viso parlano per lui. Si assicura passando vicino ad ognuno di voi che stiate bene e ringrazie il mastro elfo per la cura delle sue vesti. Si ferma un attimo piu' del dovuto con Red, apparentemente controllando le sue ferite, in realta' la sua preoccupazione nei suoi confronti nasce da quello che ha visto. Tu non hai il controllo. Non lo hai. Attento giovane Red. Gli parla come un vecchio saggio, quel tipo di saggezza che hanno i veternai o i sapienti. Che la Luce di Hoar abbia suggerito quelle parole? La casa sicura e' il luogo adatto per ritornare a focalizzarsi sui loro prossimi passi. Il cavaliere errante si presenta al gruppo notevolmente piu' disteso. Mangiando di gusto e spoglio dell'armatura che ha sempre caratterizzato i loro incontri. Sembra quasi un uomo comune e non spezzato dalla perdita o segnato dal suo giuramento. Questo almeno finche non apre bocca. Ieri abbiamo fallito perche' non abbiamo agito come gruppo. Siamo fortunatamente tutti sopravvissuti ma abbiamo comunque fallito il compito. Non possiamo permettercelo. Passa con lo sguardo su ognuno dei presenti. Ascoltiamo le ricerche fatte dal nostro nuovo amico e dopo decidiamo come muoverci. Se quelli che abbiamo incontrato fanno parte della Congrega sara' piu' difficile passare inosservati. Dividere il gruppo potrebbe essere di aiuto mentre indaghiamo per trovarli. Conculde guardano poi l'arpista.
×
×
  • Crea nuovo...