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Jeromonty

Circolo degli Antichi
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  1. La notte vi avvolge nel suo abbraccio freddo e spettrale. Noterete come il Guerriero pare non avere piú forze, di forma permanente: non è in grado di muoversi, ridotto dal Lupo della Notte ad un burattino che puó solo parlare, vomitando insulti ed oscenitá. La nana riprende i sensi, ma non sará piú quella di prima, menomata ad un’ameba dal colpo alla testa che si rivela profondo. I danni alla calotta cranica ed ahimé al sistema nervoso del cervello sono oramai duraturi: vi osserva, ma pare non capire, restando a fissarvi gorgogliando suoni gutturali che forse vogliono essere parole. Le ferite non sanate, continuano a sanguinare; dovrete trovare presto un modo per fasciarle e apporvi qualche unguento curatore o potrebbero infettarsi. Gretto riesce a chiudere le due ferite del Barbaro, che ora smettono di sanguinare. Attingendo poi ai suoi ultimi poteri per sanare con la Trama divina a sé stesso ed al compagno. La festa distante continua nel suo brusio allegro e concitato, rumori di una celebrazione che a voi giungono flebili ed affievoliti, forse tristi per la distinta realtá in cui vi trovate. Una notte differente per voi questa, la prima dell’anno, e che sembra essere un oscuro presagio di quel che sará.
  2. Il Nano inerte al suolo non puó far altro che boccheggiare, ansimando e mormorando parole di pietá miste ad insulti, mostrando rabbia ed al contempo frustrazione. Il Druido fa sue le due asce da guerra che Duerdal ha appena scalciato, allontanandole dalle mani del Guerriero che ora altro non puó fare che osservarle e digrignare i denti nel non poterle afferrare. Vomita insulti e maledizioni di rimando al fare e dire del Barbaro, ma privo delle forze essenziali per muoversi, altro non puó fare. Il Lupo della Notte osserva la sua preda, poggia poi i suoi occhi rossi come la sangue su di te, Druido, e svanisce nelle ombre; filamenti d’oscuritá che vengono assorbiti dalla notte che prima lo aveva partorito. La Nana, ancora priva di sensi e con le mani legate giace inerme sul suolo, respirando debolmente e faticando a riprendersi. Forse il danno subito é permanente. Una profonda ferita presente sulla testa, il sangue oramai raggrumato. Duerdal si toglie le due frecce, le due profonde ferite si aprono maggiormente ed il sangue sgorga piú copioso, ma è un qualcosa che andava fatto. Il Barbaro appare stanco, affaticato oltre che ferito. Del resto anche Gretto non sta meglio, con un profondo taglio che gli apre la schiena da lato a lato. Le ferite vanno curate o peggioreranno. Ed anche Callisto con una macchia di sangue raffermo sul pelo, é ferito e va curato presto. Gretto: Duerdal:
  3. Il tuo proiettile sibila distante, ma Callisto carica e si prende la sua rivincita, mordendo e ferendo il Guerriero, che ora seppur con una ferita superficiale inizia a sanguinare. Il nano cerca di colpire il tuo lupo con le due asce, ma il movimento di entrambi i colpi risulta lento e goffo, poche sono le forze che lo pervadono. Il lupo della notte torna a morderlo, privandolo di quelle poche forze che gli restano. Si accascia a terra il Guerriero, lasciando cadere le asce sul terreno, muovendosi a malapena. Nel mentre Duerdal si dimostra furioso e straordinariamente effettivo, spezzando in due l’arco dell’esploratore, che ora dinanzi al soccombere degli eventi, tratta di darsi alla fuga ritirandosi nel bosco, dove cerca di rifugiarsi.
  4. Per un niente Callisto non riesce a mordere il guerriero che retrocede esponendosi. La magia ti regala conoscenza e sapere, Druido, ma al contento ti rendi conto come altro, di ben piú poderoso, per il momento ti sfugge. Il Guerriero si prepara al combattimento, il lupo carica, l’attacco di Vicaver, ancora scosso, solo fende l’aria, mentre il lupo lo morde senza peró riuscire a sbilanciarlo. Nessuna ferita si apre sul corpo del Guerriero, che invece pare perdere parte della propria forza vitale, come se il lupo di quella si nutrisse. “Elnan…Elnan…” Le grida diventano gemiti “Mi sento debole…” Ora par far fatica a sollevare le armi, a mantenersi in piedi schiacciato dal peso dell’armatura e di ció che indossa. L’arciere è peró occupato da Duerdal, ne schiva la carica, fa un balzo all’indietro con una piroetta, e scocca nuovamente due frecce che questa volta si piantano precise nel corpo del barbaro, ferendolo gravemente. “Ce la faremo Fratello, sopravviveremo!” Grida ad infondere valore e coraggio ad entrambi. Nuova, ed assai differente rispetto a poco prima, la piega che hanno preso gli eventi. Duerdal:
  5. Tutti annuiscono veementemente di rimando alle vostre parole, apprezzandole senza remore. Il brusio di assenso nei vostri confronti, è forte. “Che vadano i due Principi dunque, cosí è deciso.” Conferma il Comandante, ma quasi l’ultima parola spettasse sempre a lui, chiarendo piccato alla principessa di chi è il benestare che riceve. Nessuno osa contraddirlo. I presenti si alzano in piedi, segno che il Concilio era prossimo a terminare “Dovranno partire oggi stesso. La carovana è quasi pronta.” Commenta il Governatore con fare sbrigativo “Che si presentino alle porte orientali della cittá all’alba.” Sospira “E’ un viaggio lungo ed ancora dobbiamo trovare una guida che possa condurli per il margine del Bosco di Chondal. Non é il cammino piú sicuro, ma é il piú rapido.” Sembra spiegare ai presenti, visibilmente preoccupato all’idea. Coloro che ne ascoltano le parole non possono non rabbrividire di rimando alla menzione del bosco, offuscandosi rapidamente in volto. Sguardi di preoccupazione si poggiano sui due principi. Il Comandante si avvicina alla Sacerdotessa, un sorrisetto sul volto dopo le parole del Governatore, assai differente all’espressione angustiata sul viso di lei. Segno che quel qualcosa che la preoccupava continua ad essere presente. “…” Lui le mormora qualcosa ed i rispettivi stati d’animo paiono ampliarsi in entrambi. Tronfio lui, rabbiosa lei.
  6. Mentre il Druido prega il proprio Dio e si protegge, il lupo fedele carica il guerriero che peró ha tempo per schivare facilmente l’attacco. Duerdal si avvicina, oramai ad una mezza dozzina dall’arciere, che appare perplesso. “Questo idiota da dove sbuca?” Si muove indietro, a frapporre distanza tra sé ed il nuovo giunto e senza esitare, incocca e scocca due frecce. Questa è la sua risposta, accompagnata da un sorriso malevolo. “Crepa, sbronzo”. Ma le due frecce, probabilmente a causa della sorpresa, mancano il bersaglio, sibilando poco distanti dal Barbaro. Sghignazza il Guerriero “A te ci penso tra un attimo, Vecchiaccio, prima scrocio pure questo amichetto tuo” Riferendosi a Callisto, ferito e che prontamente va ad attaccare, sollevando le due asce prima di calarle sul corpo dell'animale. Ma le due asce restano sospese nell’aria, le braccia scosse da un tremore improvviso. Lo sguardo esterrefatto, misto di sorpresa e paura, è fisso dinanzi a sé, dietro di te e di Callisto. “Cosa diavolo… è questa cosa…” Sembra vaneggiare “MERDA ELNAN!” Grida ricomponendosi ma in visibile preda al panico “GUARDA COSA HA EVOCATO QUESTO SCIAMANO!!!!” Lo sguardo fisso dietro la tua schiena, dove due occhi rossi come il sangue appaiono partoriti dall’oscuritá della notte, delineando un lupo nero come la pece, uno sguardo crudele e malvagio. Il corpo appare indefinito e privo di materia, come se fosse fatto di mere ombre e tenebre notturne. Nessun verso o ringhio. Spettrale e minaccioso. Il Guerriero ora indietreggia, il lupo inesorabile avanza, con un passo felpato che non produce rumore. Lupo della Notte “ELNAN! ELNAN! ELNAN!” Grida terrorizzato il Guerriero, nel suo indietreggiare in direzione del fratello, che al pari fissa sconcertato la creatura, per il momento immobile, pietrificato dal terrore. Che sia effetto della preghiera del Druido? Potere del Dio Dei Folli, l’Occhio che sempre Vigila sugli Erranti? Diifficile dirlo, forse ancor piú difficile pensarlo. Ma la creatura è apparsa, chiaramente a salvare il Druido ed il suo compagno, oramai in balia del loro aguzzino e probabilmente prossimi alla morte.
  7. Ti sposti, evochi un nuovo lupo che si frappone tra te ed il guerriero, l'animale attacca, ma ancora una volta il Guerriero elude i morsi. Il Nano grugnisce, scocciato nel non poterti attaccare, impegnato ancora una volta con una creatura che evochi. Callisto avventato ti ascolta e cerca di allontanarsi, ma il Guerriero ne approfitta e lo colpisce con precisione, la lama peró solo sfiora un’arteria, lasciando il lupo con una ferita importante ma non critica. L'arciere incocca, due freccie contro il lupo evocato: la prima freccia gli si pianta in corpo, in profonditá, quasi ammazzandolo sul colpo. La seconda freccia, questa volta un tiro maldestro, neanche sibila nell’aria. "Merda" Borbotta di rimando, la sua agilitá fa sí che l'arma non gli cada di mano. “Vogliono scappare i codardi!” Sbraita il Guerriero, abbattendo la propria ira sul lupo evocato, un’asciata violenta e la creatura svanisce. Sghignazza compiaciuto. “Vecchiaccio, credi forse di poter vivere?” Si muove adesso che non v’è la creatura evocata tra voi, un passo e di nuovo senti il suo alito fetido sul tuo volto. Sono forti e temibili i due combattenti, probabilmente oltre le tue possibilitá, non hai torto, eppure riesci a resistere stoicamente grazie ai poteri della Natura. Non sei un combattente tu, ma un Sacerdote, che basa sulla pace e sull’equilibrio la propria esistenza. “Elnan!” Tuona il fratello arciere, osservando in direzione del sentiero che proviene dalla cittá, lo stesso che loro avevano percorso poco prima. ”Arriva qualcuno. Il Vecchio forse non era solo” Il Guerriero ti scruta nero in volto. “ Vecchio, rispondi e vivrai: c’è qualcun altro con te?” Gretto: Duerdal:
  8. “E’ il vecchiaccio che chiama questi lupi maledetti, Elnan!” Grida spazientito il Guerriero nel vedere un nuovo animale comparire, ma facendo in tempo a dirigere un fendente al Druido, che nell'evocare l'animale abbassa le difese e si espone. Il colpo é tremendo, con la lama dell'ascia che penetra in profonditá le carni di Gretto, quasi a privarlo di un sol colpo della vita. “Quasi lo ammazzo a questo!" Trionfante dopo il fendente portato a segno sul Druido, ma questa volta il lupo evocato morde, il morso sembra venire assorbito quasi del tutto dal giaco di maglia, e sbilancia il Guerriero, che cade malamente al suolo. “Lui li chiama e noi li scrociamo. La notte é lunga e la Nana non se ne va da nessuna parte” Un ghigno increspa le labbra dell’arciere, che nuevamente scocca due frecce in rápida sequenza sul nuovo lupo evocato, mostrando un perverso piacere verso il combattimento. E come prima la prima si pianta nelle carni dell’animale, questa volta ben in profonditá ferendolo gravemente, l’altra peró lo manca non di molto. Il Guerriero appare visibilmente seccato quando il fratello non riesce ad abbattere il lupo che lo sovrasta. "Cavolo Elnan, peró se tu non li abbatti, io non posso scrociare il Vecchiaccio maléfico.” Sbotta il Guerriero tirato nel suolo, che altro non puó fare che rialzarsi in piedi per poi attaccare il lupo che hai evocato, questa volta liberando solo un fendente e mancando il bersaglio. Gretto: Duerdal:
  9. “Hey, il pelato qua s’è messo a pregare gli Dei…” Borbotta perplesso di rimando al tuo fare. Sghignazza. “… é meglio che preghi le mie asce vecchio, si chiamano Ghigliottina e Mannaia!” Pronto ad afferrarle “cavolo, dietro di te!” Gli urla il fratello al comparire del lupo che evochi, ma è troppo tardi. I due lupi, all’unisono come un branco, attaccano il Guerriero. Callisto pianta i denti sull’armatura, mentre il lupo evocato non riesce a mordere le carni del nemico, che si rivela agile nei movimenti. “Sta a vedere dove glie la pianto. Troppe ne ho uccise di queste bestie.” L’Arciere solleva l’arco e scocca contro il lupo evocato, due frecce si scagliano praticamente all’unisono: la prima precisa si conficca nell’animale, aprendo una ferita lieve, mentre la seconda sibila poco lontana, mancando il bersaglio. Il Guerriero grida rabbioso. “Vi ammazzo a tutti e tre, fottuti bastardi!” in un istante svaina le due poderose asce e le muove attorno a se come un torbellino, una la cala sul lupo dietro di lui, giá ferito, ponendo fine alla sua esistenza su questo Piano. La creatura evocata svanisce nell’aria cosí come era apparsa. L’altra ascia cala un poderoso e violento fendente su Callisto, mancandolo per poco. Gretto
  10. Tutto sembra accelerarsi adesso, le azioni diventano istanti. Vitali. L’Esploratore è il primo a reagire, ma non pare badare troppo all’accaduto, calmo, tranquillo, sicuro. “Ci ha visti, sentiti” Lapidario in direzione al Guerriero, che annuisce. “Si, Elnan lo so, non sono mica cret…” Detto fatto “TACI! I nomi, o sei forse idiota?” Tuona l'arciere, che tra i due pare essere quello che comanda. Grugnisce in risposta il Guerriero che si avvicina in tua direzione, cercandoti. “Mocciosetto, etto, etto, etto, dove sei?” Ridacchia, come se di un macabro gioco si trattasse “Dai su, giochiamo a fare la guerra…” Oramai prossimo a te, ti vede, a te non a Callisto sembrerebbe, sorride bieco ora che sta a distanza di un braccio. “Eccolo qua il curiosone, ma non è mica un bambino, Elnan, é un vecchio pelato!” E ride divertito. L’Esploratore scrocia il capo in segno di rassegnazione “Sei proprio un idiota, fratello mio. Fa', lo stesso, scrocialo e torniamo ai nostri piaceri” Aspettando il ritorno del Guerriero, che al pari dell'Esploratore non pare aver fretta, né tantomeno considerare la situazione come pericolosa. Gretto: Duerdal
  11. “Ma guarda come andiamo d’accordo noi due…” Commenta il Guerriero mentre si accinge a slacciarsi la patta “…io pensavo di menarla un po’ questa cagna. Voglio ascoltarla ladrare.” I due sghignazzano “Ma prima devo svegliarla, e visto che ho bevuto un bel po’ di quel piscio di birra…” Ridacchia, mentre termina di slacciarsi i lacci dei pantaloni al di sotto del giaco. L’altro, poggia lo sguardo in tua direzione, pare soffermarsi a guardare meglio, scrutare. “Hey, stai fermo lí Vicaver, rimetti a posto il randello, che credo che non siam...” La pietra che lo colpisce giusto nella fronte, interrompendone il dire e facendolo sanguinare lievemente. “Ma cosa diamine…” Sbotta il Guerriero, che pare esitare indeciso sul da farsi. "Lí, nella boscaglia, ho visto qualcuno!" Seccato l'esploratore, additandogli la vegetazione con una mano e portandosi l'altra alla fronte.. "Adesso lo scrocio al figlio di una baldracca!" Sbraita rabbioso l'altro di rimando. "Tranquillo Ira dei Nani, deve essere qualche moccioso curioso... e stupido." Pacato, tranquillo, mentre osserva prima il sangue sulle dita della mano e poi il sasso che lo ha colpito, non di certo una ferita o un'arma letale. Gretto: Duerdal:
  12. “Ragazzo…” Dicendo come se ad uno scudiero impertinente si rivolgesse “...vedo che credi che sai con chi stai parlando, ma quanto dici è solo un granello della montagna che si erge dinanzi ai tuoi occhi” Il tono peró è ora piú pacato, come se il Crociato avesse incontrato le parole corrette da usare, la corretta forma di rivolgersi al Comandante. Appare compiaciuto di rimando al dire della Chierica, annuisce; la soddisfazione accresce ora che par aver ottenuto quanto voleva. “Ed allora dimostrateci quanto dite: incaricatevi della faccenda di Suzail”. I presenti paiono d'accordo con la disponibilitá offerta dai presentata dai Principi ed approvata dal Comandante, quasi ora le parole di uno, ora dell’altro, facessero loro costantemente cambiare di opinione. “E tornate qui con un miglior accordo con il Baronetto Comesichiama e delle terre per un avamposto.” Porta lo sguardo al Governatore, che annuisce convinto dando il proprio assenso circa l'aspetto commerciale, ed infine osservando la Ministra per ricevere quello degli Dei. Lei tace, continuando a pensare, la fronte aggrottata, i lineamenti tesi. Vi guarda, non appare convinta, sembra pensierosa come se qualcosa le sfugisse in tutta quella concitata dialettica appena terminata. Sereno e calmo é pero lo sguardo che rivolge alla Chierica, a cui annuisce mostrandole la propria approvazione, quasi a darle appoggio e sicurezza; poi osserva il Crociato, e su di lui indugia, non v’è rimprovero nello sguardo, anzi, una lieve ammirazione per quanto ha mostrato. "Forse sei meglio di mio fratello, Gotrek", pare voler dirgli. ”È vostra la scelta, è vostro il futuro. Gli Dei vi guideranno ed accompagneranno quale che sia la vostra decisione. So che sceglierete il meglio per il Regno.” V'é appoggio nelle sue parole, ma non potete non percepire una insicurezza nel tono.
  13. Trascorrono pochi istanti e due Nani appaiono alla vista, evidentemente dei combattenti, un Esploratore ed un Guerriero diresti a giudicare dalle armature e dalle armi che portano sistemate dietro la schiena, l'Esploratore un arco lungo, il Guerriero due asce da guerra naniche. I due Nani In mezzo a loro, trascinata per le braccia e priva di sensi una Nana vestita da cortigiana; una grossa macchia scura, forse sangue raggrumato, a coprirle la testa e la parte superiore della veste. “Elnan, dici che qui va bene?” Borbotta spazientito il Guerriero, mentre l’Esploratore, Elnan a quanto pare, annuisce con fare pacato osservando la piccola radura con fare compiaciuto. “Si, qui nessuno ci puó vedere e ci puó sentire”. La Nana che viene lasciata cadere bruscamente sull’erba. “Bene, bene, bene, pronti per fare i nostri sporchi comodacci con questa troietta. Pesa come una maiala la maledetta.” Commenta il Guerriero iniziando a legare con una corda la Nana totalmente al merce dei suoi aguzzini. “Te la tiravi tanto nella locanda, eh?”. Sputandole sul viso e ridendo sguaiatamente. L’Esploratore lo osserva divertito, per poi volgere lo sguardo intorno a sé “Bel posto, lontani da tutto e tutti, qua potrá anche gridare che nessuno l’ascolterá. Ci potrá servire anche con le altre.” Sorrisetto famelico. “Non la imbavagliare, voglio ascoltare le sue grida disperate mentre ce la facciamo a turno.”
  14. Molti paiono sorpresi nell’udire Gotrek prendere la parola, mostrando perplessitá dapprima e fastidio poi, vedendo l’intervento del Principe come inopportuno ed una evidente mancanza di rispetto. L’ Alta Sacerdotessa è la prima a rivolgere un’occhiata fulminante al Crociato, cosí simile al fratello nel suo essere imprevedibile da gestire; esattamente come temeva. Il Governatore invece appare soddisfatto, annuisce compiaciuto. “Non avrei potuto scegliere parole migliori Principe Gotrek, si vede che siete fatto per l’incarico di Governatore.” Lo sguardo si sposta sulla Chierica. "Avete ragione Principessa, sono domande che bisogna prendere in considerazione prima di decidere" Osservando nuovamente i Lords a cui rimette la questione. Loro é la decisione e lui non si intromette. Lord Adolster Emeraldagger degli Wyrmsbane, Principe ereditario di Concadorata, piccola ma enormemente ricca cittá della Grande Crepa, si alza in piedi con fare deciso. Sembrava stesse attendendo questo momento. Adolster Emeraldagger degli Wyrmsbane “Ma sentiteli i due saputelli, giá s'impicciano delle questioni del Regno come se fossero di loro competenza. Come se noi Lords stessimo qui per fargli compagnia.” Ridacchiano i presenti, ma v'é ben poco divertimento nell'aria, il malessere di rimando a queste parole pare accresce. "Si credono di giocare al Re e alla Regina a Corte forse?." Il Lord poggia un piede laddove era prima seduto, in mano la sua ascia. Coperto di oro e gemme di immenso valore. Tutto in lui è ostento tanto che appare quasi volto ad intimidire. "A sentirli parlano come se loro fosse il compito di approvare e di suggerire. Non li avete forse ascoltati?" Posa di sfida, atteggiamento quasi belligerante, a cercare qualcuno che osi tenergli testa. Lui è il Comandante militare del Regno. Da lui e dalla sua famiglia dipendono le migliori gemme che si estraggono dal sottuosolo. Da sempre. E questo nel Regno dorato è potere economico, influenza politica. Ricchezza è potere. La milizia costa. E tutto ció si sente, peso greve ed intangibile nell’aria che respirate. Il Principe lo sa. Pausa, silenzio. Cresce la tensione, e quando é al culmine, torna a parlare. “Allora mandiamo i principini di Eartheart, se tanto ne sanno su cosa bisogna fare.” Tono di sdegno, oltraggiato il dire. Il sorriso si amplia, l’espressione di arrogante presunzione accresce marcando nuove e profonde rughe. “O è troppo chiedere? Forse sí possono parlare come se fossero dei saggi regnanti, ma non sono ancora pronti ad abbandonare l’alcova dei loro vetusti Padri, un tempo non lontano nostri rispettati amici? Non dovrebbero forse, da qui ad un anno, essere loro il nuovo Leader del Regno d’Oro e la futura Guida di tutti Noi?” I presenti iniziano ad annuire convinti alle parole di un Lord che ben conosce l’Arte della politica e che nessuno del Concilio pare voler contraddire: né gli altri Lords di cui conta con l’appoggio, né dei Reggenti che paiono temerlo. Il Governatore non pare volersi immischiare e l'Alta Sacerdotessa tace mantenendo la calma, ragionando, evitando di cadere nelle provocazioni del suo vecchio ed acerrimo rivale.
  15. “Con rispetto al punto commerciale…” riprende austero “… ci commenta che il Baronetto di Suzail Black Shadowdancer, migliore cliente di Forgiagrigia, richiede una buona scorta per un carico particolare e prezioso. Questa è per noi una ottima opportunitá per mandare qualcuno di fiducia, che si conquisti la stima ed i favori del nostro miglior cliente nel Cormyr e che prenda in mano le relazioni con il cliente. Non mi fido di uno zotico come Mastro Wagold, che altro non è che un rozzo Nano degli Scudi del Popolo Tozzo, Rifugiati delle Terre Centrali. Solo in un tempo lontano di nobile retaggio, come Noi Dorati invece siamo sempre stati e continueremo sempre ad essere. Per volere degli Dei e dei nostri Regnanti.” Dispregiativo, come sempre quando si parla di altre razze naniche considerate a dir poco inferiori. Autoritario, come sempre quando si tratta di decisioni che gli competono. Le alleanze commerciali e le relazioni con fornitori e clienti del Regno spettano a lui. Ai Reggenti in realtá, ma a lui poco glie ne importa chi sia a prendere una decisione, purché sia quella che considera giusta. E generalmente considera tale la propria. Solo il Re o la Regina possono permettersi di contraddirlo, cosa mai accaduta negli ultimi cento e passa anni. Non almeno in un concilio alla presenza di altri. E l’Alta Sacerdotessa, che pure questa sera potrebbe, non pare voler essere la prima a farlo. Nello sguardo di lei è palese la stima profonda che prova verso il Governatore, che riprende la parola. “Deciso quindi.” Lapidario, sbrigativo a non voler indugiare oltre. La Festa aspetta. “Con rispetto al secondo punto, di natura politica, la Principessa Loralynn, a capo del Regno dopo la recente morte dei genitori e prossima a essere nominata regina, sta cercando di stringere potenti alleanze economiche e commerciali, offrendo a cambio terre e titoli nobiliari .” Non dice altro, guardandosi attorno a far sí che sia uno dei Lord delle Profonditá, a prendere parola. In assenza della Regina, le decisioni del Regno spettano ai Lord, con potere di veto da parte dell’Alta Sacerdotessa. Lo sguardo si poggia ora su Gotrek ed ora su Hulyeta, quasi a voler vedere se commenteranno qualcosa visto che le questioni politiche ed espansionistiche del Regno saranno a breve di loro competenza.
  16. “Si, qualcuno da lí”. Conferma con scarso entusiasmo, indicando un sentiero che costeggia il lago alla tua destra, eppure quanto tu vedi è solamente vegetazione ed oscuritá. “No, lui è occupato altrove.” Diletto nel tono, compiaciuto il sorriso che torna a incurvare le labbra. Il lupo, forse di rimando al tuo fare, volge la sua attenzione verso il sentiero, pare attendere, ma come se non avesse avvertito nessuna presenza. L’Elfo nel frattempo pare venire inghiottito dalle tenebre, occultandosi al tuo sguardo. “Nano, posso tollerare l’ingenuitá, ma non la stupiditá. Attento a quel che dici. Ti ascolto e ti vedo.” Lapidario, ben poco rassicurante nel tono della voce, il suono delle parole è un monito, un’avvertenza.
  17. "Sei ingenuo, Nano. Molto ingenuo.” Lieve critica in quelle parole che vengono emesse come una sentenza. Ti ascolta, sembra che stia meramente lasciando trascorrere il tempo mentre conversate. “Viaggio. Sapere e conoscenza sono la mia fame e la mia sete in questo mondo.” Dicendo come se di due cose distinti ma facenti parte di un tutt’uno, che non specifica quale sia, si trattasse. Dualitá avevamo detto. “Arriva qualcuno” Avvisa, senza volgersi verso nessuna parte, solo guardandoti. Calmo, tranquillo, ma ora appare piú attento e vigile. Torna a scrutarti come se volesse intendere qualcosa. Il tuo incantesimo ti avvisa che la Trama, ancora una volta senza preavviso alcuno, torna ad essere manipolata. Callisto non pare reagire, mantenendo sguardo ed attenzione sull'Elfo come fatto sin da quando é giunto.
  18. Silenzio, Vi osservano. Si guardano tra loro. Mormorano sommessamente. Annuiscono, mostrando come le vostre parole li abbiano conquistati e tranquillizzati. Un paio di sorrisi di benvenuto vengono rivolti a Hulyeta, cenni con capo in segno di approvazione a Gotrek. Essere Principi significa anche questo, saper cosa dire, quando e come dirlo. Sospirano i membri del Concilio, appaiono sollevati e rassicurati. La vostra entrata é stata trionfale, il Concilio vi accetta. Almeno per ora. Si alza repentinamente in piedi il Governatore dell’Incudine e Martello, la cui sedia si trova alla destra del trono del Re, dal lato dei Reggenti,. In posizione diametralmente opposta a quella dell’Alta Sacerdotessa, a voi. Probabile che lui sia il Consigliere del Re, oltre che fratello della Regina, come spesso i Lords amano ricordare nelle loro conversazioni faziose. L’ unico semplice nella sua apparenza di cui non pare curarsene, a contrasto con l'opulento sfarzo pomposo degli altri presenti; l’unico che a malapena vi guardava poco interessato alla vostra presenza, quasi non foste di suo interesse, come se tutto desiderasse meno che stare in questo luogo. Ologretor Axeager dei Torgarsaxe Umile nei modi anche se non nelle parole, che riecheggiano come roboanti tuoni nel cielo, come maestosi colpi di martello sulla roccia. Lui questa notte è la Voce del Re. E come tale si annuncia e si ode. “Signori, perdonatemi se mi permetto interrompere le vostre successioni di Corte con assai piú semplici notizie, importanti per il Regno e che sono giunte questa sera.” Palesemente seccato e spazientito: di stare qui, di dovervi ascoltare, di perdersi la Grande Festa con la sua gente. Rivolge uno sguardo a Gotrek, colui che prenderá il suo posto nel Concilio; sembra che gli sorrida con fare complice e provocatorio, come a dirgli "E mo' saranno grane tue queste. E molte altre", ma no, deve essere un gioco di luci, un effetto creato dal bagliore irrequieto delle fiamme perenni. Istanti di silenzio mentre ottiene l'attenzione dei presenti che torna ad osservare serio ed austero. “Walgold degli Stoneheart delle Montagne Tempestuose e fondatore di Forgiagrigia a Suzail, ha mandato un messaggio dalla capitale del Cormyr. Non credo vi sia bisogno di ricordarvi come lui sia il nostro migliore fornitore di mithrill, nonché di arme ed armature, di tutte le Terre Centrali, oltre ad essere nostro informatore circa quanto accade nel Regno degli Umani.” Un’occhiata severa si poggia su ognuno dei presenti, quasi a sincerarsi che non vi siano domande di sorta. Mastro Ologretor è rinomato per mal tollerare dubbi, ovvietá e smemoratezze. Specie poi da parte dei Lords. Attende con scarso diletto eventuali domande, prima di poter continuare.
  19. Pare rimanere perplesso di rimando alla tua domanda, quasi non intendesse a che ti stai riferendo, istanti di silenzio, infine sorride. “Tu, se cosí preferisci” Ma dicendo quasi trovasse la situazione, il dire, ora divertito. “L’uso del Voi è divenuto per me una quotidiana e doverosa etichetta.” Aggiunge quasi comentasse e spiegasse piú a sé stesso che a te. “Mi immagino che qui tu non hai niente di tutto ció. Qui sei libero da regole e convenzioni social, civili” Si guarda intorno, parole piatte prive di enfasi o emozione. Sembra semplicemente constatare un fatto. “Esattamente. Ed Illusione” Aggiunge, complementa, con la pacatezza di un maestro a un alunno sagace. Ti osserva intrigato. "Tu che fai qui nel lago? Semplicemente vivi o hai un ruolo?" La voce che nelle ultime parole, giá non é mera curiositá, diveniendo lievemente indagatrice. Lo sguardo torna a scrutarti intenso. Pare riflettere, analizzare, ponderare. E la Trama torna ad essere manipolata; niente di visibile al tuo sguardo, ancora una volta é il tuo incantesimo a rivelartelo.
  20. “Mi piace come reagite.” Nuovamente pare approvare. Il sorriso compiaciuto che torna a ricurvare le labbra. “Vi mostrate differente ai comuni incontri.” Commenta, come sevdi una semplice ed occasionale conversazione si tratti. Callisto per un istante pare ben poco propenso a farsi trovare dalla tua mano che al suo olfatto odora di morte e putrefazione, ma dopo il primo istante di esitazione si lascia accarezzare con mansueta riluttanza. Gli occhi ed il muso del lupo sempre fissi in direzione dell’Elfo. “Potrei dirvi quel che desidero e non avreste modo di sapere se è vero.” Sospira. “Sarebbe per me cosí facile mentirvi e deridervi.” Una tonalitá annoiata in quelle ultime parole. Ti osserva. Istanti di silenzio.“Perché vi interessa?” Dicendo come se la risposta potesse destarne l’interesse. Non pare una persona avvezza a dover rispondere, quanto piú abituata a domandare e a ricevere risposte. Il fare è tipico di chi è abituato a educare, correggere, approvare. Nessun gesticolare, nessuna parola, nessun bagliore, solo ombra ed oscuritá che paiono divenire piú dense, ma il tuo incantesimo ti rivela come l’Elfo stia manipolando la Trama senza peró darne mostra. Il corvo torna ad essere normale, vivo, in carne e con un bel e piumaggio rigoglioso. Almeno all’apparenza. "Hén lár úmëa cuina Pityanauco aran tári oron cundu onónë aranel osto ataquë ampano cemen ondo nórë hróta." Parole che l’Elfo gli rivolge in un suadente sussurro ed il tono di chi da precise indicazioni, il corvo gracchia di rimando e poi vola via in direzione di Casaprofonda.
  21. Molti dei presenti paiono sorpresi dall'entrata della Chierica di Berronar, a cui ora rivolgono sguardi di approvazione ed ammirazione, quasi la vedessero come degna di essere lí tra loro. Di rimando, nella minoranza degli sguardi accresce il timore, l’invidia. Sguardi peró che diventano meno palesi, piú celati, lascivi, furtivi. Il Male si annida laddove la Bontá non puó vederlo. D'altro canto il fare autoritario e marziale di Gotrek sembra conquistare l’ammirazione dei piú, mentre i pochi sembrano irritarsi per quella sua noncuranza, indifferenza. Siete solo entrati ed il Concilio pare dividersi: i Lords paiono apprezzare il Crociato, mentre i Reggenti sono coloro che paiono preferire la figura della Chierica. Prende parola l’Alta Sacerdotessa ora che i brusii dei presenti sono quasi assenti, solo un lieve mormorio tra alcuni che paiono confabulare sommessamente tra loro. E che la sua voce maternale ed al contempo autoritaria pone bruscamente a tacere. “Signori Reggenti delle Torri e Lords delle Profonditá, Eminenze di questo Regno, Fedeli alla Regina e Devoti agli Dei, oggi a Voi presento i Principi di Eartheart e futuri membri di questo Concilio.” Gli occhi dei presenti esterrefatti, le bocche sbarrate, ma mute; nessun suono esce. Troppo stravolti dinanzi a quelle ultime parole per parlare. "Membri del Concilio? Voi due?!", é quanto paiono dire. L’ Alta Sacerdotessa non da tempo loro di riprendersi, riprendendo prontamente parola con tono pacato e fermo. “La Principessa Hulyeta dei Thunberg, Fedele Devota di Berronar Truesilver, per mia scelta futura Guida Spirituale del Regno della Grande Crepa, se gli Dei ed i Fedeli cosí vorranno e se la Regina cosí a breve deciderá.” La fierezza e l’orgoglio circa le parole pronunciate paiono squarciare il silenzio, sferzando i volti dei presenti a favore di colei che sará la sua erede. Guarda Hulyeta con la dolcezza di una madre che osserva la figlia, una figlia in cui si rivede e rispecchia. Lo sguardo cambia radicalmente ora che si poggia sul Crociato, che scruta come una madre severa e poco entusiasta. “Il Principe Gotrek dei Thunberg, Devoto degli Avi e degli Antichi…” Il tono secco, conciso e quasi contrariato. Lui cosí simile al fratello, che pure poco tollera nel suo essere individualista ed impertinente. E difatti il fratello del Concilio non ha mai voluto far parte, lasciando un vuoto, occupato controvoglia dal Governatore d’Incudine e del Martello per volontá della Regina e del Re. “… qui presente tra Noi per decisione del Lord dello Scettro, Xavroar Onyxarm Pantiln degli Underfoe e dei Goodlight, Sommo Leader Religioso del Reame Dorato. Lui sará il suo Erede quando il tempo lo deciderá. Sempre e solo con il favore degli Dei e l’approvazione del Re.” Il brusio si fa elevato, voci concitate di indignazione mista a rabbia si contrappongono, la Ministra eleva la propria a sovrastare quelle di tutti. “La Tradizione degli Antichi è cosí rispettata, saranno due fratelli dei Thunberg a tramandare il legato degli Underfoe a Eartheart. Questo che inizia sará per noi il nostro ultimo anno, come vuole la Profezia. La Regina ed il Re, oggi assenti, ne daranno annuncio al Regno domani, primo giorno di Profondo Inverno e Festa della Benedizione del Tuono.” Dicendo come se la faccenda, decisa e definita da tempo, cosí terminasse in una mera comunicazione informativa al Concilio. Tutti tacciono. Nessuno ha potere o l'audacia di sconfessare quelle ultime parole, anche in assenza dei Regnanti. La Ministra è questa notte la voce della Regina e la volontá degli Dei. Vi osservano perplessi. Che tipo di Consigliera e di Guida sará la Chierica? E lui, vorrá prendersi il posto a Corte che gli spetta, quale Consigliere del Re, assumendosi il comando Militare come di suo diritto? Queste le domande mute che potete intuire in molti sguardi. Benvenuti nella Lotta al Potere, come il popolo dorato chiama il Concilio. I presenti paiono ora attendere una vostra reazione, una vostra parola, come primo passo nell’Alta Corte Dorata. Nessuno vi vuole vedere lí, ma tutti vogliono ascoltarvi. Curioso. L’ Alta Sacerdotessa anche sembra aspettare una vostra parola, ma non v’è giudizio o critica nel suo silenzio. Solo attesa.
  22. Pochi istanti e dinanzi a te percepisci un’aurea magica, eppure ció che vedi è meramente oscuritá, poi le ombre improvvisamente si dissipano e, a poco meno di una decina di metri di distanza, si mostra una figura al tuo sguardo. Un Elfo dagli abiti eleganti e raffinati, di infinite tonalitá e contrasti di nero e porpora; calmo e tranquillo nell'atteggiamento, ma nulla in lui denota spensieratezza, anzi appare concentrato sulla tua presenza. l'Elfo. Ti osserva, affascinante in quel sorriso ammaliante sul volto dai lineamenti marcati, temibile in quello sguardo profondo che ti scruta nelle viscere, quasi volesse penetrare il tuo corpo per sondare la tua anima. Aulico come una creatura celestiale, dannato come una creatura degli abissi. Questo é ció che trasmette la sua sola presenza. “Bravo, bravo, bravo” La voce che esce amabile e suadente, piacere da ascoltare, inebriante per l’udito. Eppure, anche lí v’è un qualcosa che fa accaponare la pelle. Tutto nella figura immobile dinanzi a te esprime una contrapposta dualitá. “Pochi avrebbero inteso, mi hai sorpreso, Abitante del Lago” Forbite parole di elogio che suonano come un gradevolissimo encomio, ma che pure paiono voler dire altro, come se nello specifico elogiasse te, ma nel generico e tacito offendesse e denigrasse quel che sei, rappresenti. Come se alla fine un essere superiore riconoscesse con diletto una menzione meritevole di qualcosa di infimo ed inferiore. Dualitá, sempre ed in ogni elemento. Callisto immobile, scruta, non appare tranquillo, ma neanche mostra segni di aggressivitá. Vigile, attento in direzione della nueva figura. Osserva il tuo lupo l’Elfo, le labbra sottili increspate da un flebile sorriso di chi sta guardando una simpatica creatura, poi lo sguardo si posa sul corvo in decomposizione, che giace inerte sul palmo della tua mano. Appare contrariato, sospira profondamente. China il capo, chiude gli occhi, apre le braccia con i palmi rivolti in basso, verso la terra, da cui pare estrarre forza ed energia a giudicare dalle dita che si incurvano verso il basso e si irrigidiscono. “aiwë cár quáco ammalë raica úmëa qualin coirëa”. Parole che sussurra alla notte, pronunciate con un tono profondo, sepulcrale. I palmi delle mani si rivolgono verso l’alto, le dita si distendono a liberare qualcosa nell’aria; apre gli occhi, verso il cielo ammantato di nero. Il Corvo improvvisamente apre gli occhi, ora due cerchi color nero come la pece cerchiati di porpora, muove le ali scheletriche oramai in gran parte prive di carne e di piume, elevandosi in volo separandosi di una dozzina di centimetri dalla pelle della tua mano. Il Corvo. Un braccio cala lungo il braccio, l'altro si estende dinanzi a sé, richiamando il rapace, pronto a dirigersi verso il suo nuovo ed eterno padrone. “Vita, Morte e Miracolo” Pronuncia l’Elfo, il tono serio di chi non sta scherzando né giocando, ma al contempo pacato e composto come se di una conversazione si trattasse. “Questo hai visto questa notte.” Tono piatto, voce atona, priva di inflessione. Tutto nell’Elfo è mutevole, cambiante. Come se fosse tutto quel che mostra e niente di tutto ció.
  23. Avanzate nel vostro incedere, in silenzio, una decina di minuti trascorrono prima di giungere in quella che deve essere la porta d’ingresso alla Sala del Concilio. Due guardie, rivestite dalle loro armature complete bagnate in oro e rese piú leggere dal mithril, aprono le alabarde mantenute sino a quel momento incrociate tra loro. Un grosso portone alto non meno di nove metri e le cui ante non verrebbero scalfite da un Drago adulto in carica in volo, si aprono mosse dal potere della Magia presente in esse. Pietra e magia che sembrano un tutt’uno in questa fortezza sotterranea. Nessun rumore o cigolio quando quelle che devono essere tonnellate di pietra si aprono permettendovi l’accesso nella Sala del Concilio. Una enorme sala con decine di colonne e di statue lungo il perimetro, illuminata da fonti arcane di luce eterna dal freddo colore bluastro, si estende immensa dinanzi ai vostri occhi. I presenti, siete gli ultimi giunti, tutti seduti nei loro troni intarsiati di oro e gemme preziose, scolpiti nella pietra. Due file parallele una di fronte all’altra, a tracciare i due lati lunghi di un rettangolo immaginario nel centro della sala. Ogni lato con sette troni: da un lato i Reggenti delle Torri, dall’altro i Lords delle Profonditá. Una contrapposizione non solo visuale, visto che i primi rappresentano il potere economico per volere del popolo ed i secondi quello militare per ereditá nobiliare. Due troni ancor piú grandi, imponenti per la loro maestositá, sistemati uno per lato corto del rettangolo immaginario, destinati al Re ed alla Regina a giudicare dalle due differenti corone scolpite sulla sommitá dell’alto schienale. Questa notte entrambi vuoti. Un unico trono libero presente nel lato dei Lords, quello che l'Alta Sacerdotessa va a occupare, facendovi gesto di seguirla e di sistemarvi in piedi dietro di lei. Anche i posti appaiono dunque rigidamente definiti, assegnati. Quello della Ministra è posizionato diagonalmente a destra rispetto quello della Regina, oggi assente. Gerarchia. Lei è la Guida spirituale del Regno. Consigliera fidata e fedele della Regina stessa di cui oggi fará le veci. Al di sopra dei Lords e dei Reggenti che vi osservano indignati. La maggioranza di quegli sguardi non appaiono compiaciuti, anzi, mostrano bieca disapprovazione circa la vostra presenza. Sanno chi siete evidentemente, ma non devono considerarlo sufficiente: non siete Reggenti delle Torri, non siete Lords delle Profonditá, non siete il Governatore dell’Incudine ed il Martello, né tantomeno la Ministra del Mistero d’Acciaio. Siete solo due principi non ereditari. Un brusio d’indignazione si eleva nella sala. Perché state qui? Paiono domandarsi. Sguardi avidi a sondare le vostre emozioni, soppesare i vostri gesti, giudicare le vostre prime azioni dinanzi al Concilio. In fondo la prima impressione è quella che conta, giusto?
  24. Osservi ed ascolti con attenzione quanto ti circonda e tutto appare normale; i suoni della natura e degli animali, non percepisci altro intorno a te. Il Lago appare quello di sempre, quieto e tranquillo, avvolto nel manto notturno. Ti muovi, avanzi guardingo, Callisto ti copre mentre continua ad annusare l’aria; qualcosa continua a turbarlo. Il rapace giace morto sull’erba; hai ragione Druido, tutto faceva pensare ad un improvviso malore eppure non trovi un riscontro naturale. Sembra semplicemente morto, cosí dal nulla. V’è peró qualcosa di strano, innaturale, che colpisce la tua attenzione: il corpo improvvisamente cade in un avanzato stato di putrefazione, accelerata, visto che con solo il passare degli istanti vedi le piume cadere, la carne ed i tessuti degenerarsi corrosi da una cancrena interna degli organi, visibile il chiarore delle ossa che appaiono intatte… qualcosa di assolutamente innaturale sta avvenendo rapidamente dinanzi ai tuoi occhi. E adesso capisci cosa stava annusando Callisto nell’aria: Morte. L’odore è ora marcato, pungente, nauseante. Ed il freddo che ti circonda non pare riuscire a contenerlo.
  25. Callisto ti osserva, reagisce alle tue parole come se le intendesse, muove il muso strusciandolo sul tuo braccio, un lamento struggente esce dalla sua bocca. Ulula al cielo la propria pena il lupo, un profondo e prolungato dolore riecheggia nelle ombre notturne. La cagnolina di cittá è il primo amore del tuo giovane compagno. Fidato. Leale. Forte ed unico è il legame che vi unisce. Osserva con fare rapito i gesti delle tue mani, pare chiedersi cosa rappresentino. Callisto spesso è curioso. Scuote la testa in segno negativo quando gli chiedi se vuole andare in cittá; come se sapesse che a te non piace, quasi in fondo amasse la cagnolina, ma chi venera sei tu. Ti guarda, osserva. Incredibile come degli occhi animali possan trasmettere bontá, intelligenza, fedeltá. Giá la tristezza pare dissiparsi dai suoi occhi, come se le tue sole parole avessero avuto il potere di confortarlo o rassegnarlo, difficile dirlo. Anche la Natura pare osservarti, ascoltarti nel tuo dire, spettatrice silenziosa. L’oscuritá, spettatrice spettrale. Il lupo poggia il muso sul tuo grembo, chiedendoti con un gemito di accarezzargli la testa. I corvi non li guarda, a lui i pennuti ben poco piacciono. Grigna sommessamente di rimando alla loro presenza, non si fida di quegli artigli affilati e meno di quei becchi duri. Un corvo peró si avvicina, come se poi fossi riuscito a richiamarlo, sembra volersi poggiare su un ramo sopra di voi; le zampette insicure cercano la corteccia, non la trovano, sembra cosí goffo il pennuto. Strano, normalmente sono assai agili. Cade repentinamente sul terreno il rapace nero come la notte, precipita di un sol colpo, sordo il tonfo ammortizzato dall’erba. Il tutto assai poco distante da te, un paio di passi non di piú a separarti dal corpicino che ora giace inerte sul suolo verde. Il lupo solleva il capo, osserva incuriosito, per poi iniziare ad annusare veementemente l’aria come se vi fosse un odore strano, inusuale, sgradito.
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