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Sheldom

Circolo degli Antichi
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  1. Sheldom

    Ci sono anch'io!

    :stupefatt:stupefatt:stupefatt: Non so cosa dirti, quando ti ho dato il ben venuto dove tu dicevi che ti piaceva disegnare non immagginavo fino a questi livelli. Stupendi i disegni, mi piace la persona dell'autoritratto, chi è?, forse ho capito....
  2. Questa mi sembra che si incurvi un po sul manico, ma mi piace molto,( sono un amante di Silent Hill )... Però, accipigna, bei lavori, la seconda spada, bella, con quelle rune............. Bravo, continua.
  3. Io preferisco l'edizione 3.5
  4. Sheldom

    Si accettano critiche...

    Bello, certo devi lavorarci un pochino su, arrricchire il testo, ma alla fiine credo che verrà fuori un bel racconto. Ma invece di cimentarti(quanto mi piace questo termine:-p) nella scrittura di altri due capitoli, perchè non ti concentri sui due già stesi, arrichhendo, forse la storia o modificando qualche passaggio?!. Per quanto riguarda la puntegggiatura mi sembra tutto adeguato, rispetto ai miei gusti. Bel racconto:-p
  5. Sheldom

    Orchi!

    Scorrevoli e precisi, belli, belli, belli. Non ben definito il finale ( unica pecca:mad:).
  6. Sheldom

    Vincent!

    Inanzitutto è meglio che stai più attento alle lezioni di italiano (rileggi il tuo testo e capirai) Poi i miei più sinceri complimenti un'esordio favoloso, forse un pochino statico ma dei bellissimi disegni, oltretutto fatti nelle ore di italiano. Comunque secondo me ti cimenti anche a casa in queste imprese di disegno...., sono troppo belli per essere fatti a scuola!!! Bravo e continua a disegnare!!!
  7. Mi aggiungo ai complimenti per il tuo esordio... mi piace molto il tuo stile e come hanno detto gli altri, l'anatomia va studiata per quanto riguarda il guerriero le mani mi sembrano un po troppo piccole rispetto al corpo...... L'unico consiglio che posso dare su come disegnare un corpo umano e: prendetene di spunto uno, normale, poi una volta disegnato, non calcato, perfezionatelo come meglio credete. Termino il tutto dicendo che non sono un disegnatore, ma ci provo; e questi consigli me li ha dati un mio amico molto bravo.
  8. [direzione] - siete pregati di postare solo il racconto, senza commenti - Samirah - Ma, mamma…. Un uomo senza musica è come un cielo senza stelle!!! - Disse Morgan che voleva a tutti i costi imparare a suonare la chitarra, - No Morgan!!! Non ti iscriverò a nessun corso di musica. Potresti montarti la testa e poi non risolvere niente. Senza parlare poi che ci vorrebbero come minimo nove anni per imparare a suonarla al meglio - Rispose la madre che, sia ben chiaro, voleva che il figlio suonasse, ma non voleva che poi, dopo avere avuto successo, cadesse in basso per poi non potere più tirarsi su. Quindi dopo pochi altri ribattiti di Morgan, la madre dichiarò chiuso l’argomento. Il giorno dopo Morgan, non andò a scuola, bensì cercò una persona disposta ad ammetterlo come allievo; per i soldi non era un problema, gli avrebbe rubati ai suoi genitori e loro non si sarebbero accorti di niente; d’ altronde, una famiglia ricca con maggiordomi e badanti al proprio servizio, due ville: una estiva ed una invernale, non si sarebbe certo accorta di una sparizione di 25000 lire al mese. Vagò disperato per la città, sotto sguardi torvi di persone che ogni tanto chiedevano il perché lui non fosse andato a scuola, lui non rispondeva e andava avanti facendo finta di niente, con lo zaino in spalla e la testa alta. Morgan, ragazzo bruno con occhi scuri, alto e magro, infatti, non era un tipo che andava male a scuola, senza parlare poi che era figlio di una delle più ricche famiglie del paese. Costeggiando il mare, che in quei giorni autunnali era calmo e il sole ci giocava a dipingere sagome sfumate di un giallo acceso ed intenso, si trovò davanti ad una baracca di legno dentro cui proveniva un soave suono, sicuramente di un pianoforte. Non sapendo cosa fare, Morgan si allontanò, perché pensò che non poteva chiedere ad una persona di quel rango di insegnargli a suonare,ne tanto meno il pianoforte. Ma il suono continuava ad andargli in contro quasi come le brezze gelide che ti bloccano facendoti provare un brivido. Girò sulle sue orme e tornò indietro. Arrivato alla porta di legno marcio della casa, il ragazzo si fece coraggio e bussò due volte su quella porta. Una voce debole dall’ interno rispose: - Chi è, cosa volete?! -, Morgan si sentì sconcertato, non sapeva cosa rispondere; ma dopo poco sentì qualche passo e la porta si spalancò di colpo mostrando un uomo che aveva un reticolo intricato di rughe e macchie su una bella parte della faccia. – Cosa vuoi? – intimò il vecchio, Morgan pronto rispose – Vorrei essere istruito nell’ uso di uno strumento musicale -, cosa aveva fatto?! Lui voleva suonare la chitarra, ma allo stesso tempo aveva un forte fascino per il piano. L’uomo sembrò pensarci su ed intanto lo squadrava da cima a fondo, il ragazzo si sentiva nervoso, a disagio, tanto è vero che si stava mordendo il labbro inferiore, - Mi pagherai? – chiese il vecchio di colpo, facendo sobbalzare Morgan, - Certo – rispose il giovane. A quel punto il vecchio si diede una pacca sulla fronte e disse: - Che sciocco che sono; prego entra, accomodati pure -. Il ragazzo entrò nella casa ed ad accoglierlo trovò un pulcioso cane che fece per saltarli addosso, ma il vecchio lo prese per il pelo e lo rimise a cuccia con un dito posto verso un mucchi di scatoloni posti per terra e dicendo: - Cuccia Sole!!! – e aggiungendo poi: - Scusalo, il fatto è che anche se è vecchio vuole sempre giocare -, d’un tratto si alzò da una poltrona vecchia e strappata una ragazza della sua età, lei aveva degli occhi blu intensi che si notavano spiccando nella “casa”, la sua bellezza pareva disperdersi in quella baracca, il suo posto era nel firmamento, tra le stelle, nel cielo blu dipinto del blu dei suoi occhi di ghiaccio. – Salve, io sono Matilde, e siccome so che mio padre non si è presentato, te lo presento io: lui è Robert – era incantato dalle sue labbra che le sue penzolavano già da un pezzo; era così preso dalla sua bellezza che Morgan quasi non vide la mano della ragazza, ma la strinse e disse con voce impastata: - M…Morgan, p…piacere – balbettando sull’inizio parola e diventando rosso come un peperone. Fu Robert a riscuoterlo dai suoi pensieri: - Allora, io ti insegno a suonare il piano se tu mi pagherai mensilmente 20000 lire – disse senza battere ciglio con un tono che non ammetteva repliche; - Perfetto, affare fatto – disse Morgan entusiasta. . Verrai almeno tre volte a settimana….. lunedì, mercoledì e venerdì, dalle 16 alle18 ok? – disse il connetto; - Si! – esclamai solenne, - Bene ora torna a casa e domani portami 20000 lire per l’iscrizione –. Morgan se ne andò pensando a quella ragazza ed ai sui occhi blu no anzi, dipinti di blu. Quando tornò a casa, notò che i genitori erano calmi, quindi non sapevano niente della sua mancata giornata di scuola, quando sapevano qualcosa che Morgan aveva fatto i genitori erano irrequieti e lo aspettavano sull’ uscio della porta. Dopo il pranzo consumato in religioso silenzio, a base di pesce, Morgan andò in camera sua a pensare di quello che aveva fatto. Solo in pomeriggio verso le 16 uscì di casa ed andò a fare un giro per la città. Naturalmente andò a chiamare Marco il suo più fidato amico. Gli racconto tutto della giornata e soprattutto di quella ragazza, - Morgan, ti sei innamorato, finalmente, iniziavo a pensare che eri gay, per un sedicenne innamorarsi è una cosa facile, quindi ben venuto nella nostra era!!! – scherzò Marco .Dopo altri giri per la città con il suo gruppo di amici, ai quali però non aveva accennato niente Morgan tornò a casa. Trovò la madre che stava animatamente discutendo con il padre, - Si Morgan deve, se vuole, suona… Ciao Morgan tra poco è pronta la cena – disse il padre. Durante la cena Morgan disse al padre: -Non voglio più iniziare a studiare musica – il padre visibilmente sconvolto, come anche la madre, disse: - Va bene –. Quella notte si addormentò presto perché stanco delle emozioni della giornata. Sognò quella notte, e che sogno!!!…. Sognò che si dipingeva le mani e la faccia di blu, poi d’improvviso veniva dal vento rapito e incominciava a volare nel cielo infinito, mentre il mondo pian piano spariva laggiù ed una musica suonava soltanto per lui… Un sogno così non lo farà mai più ma se lo ricorderà per sempre. Dal giorno a venire in poi si dedicò in tutto e per tutto alla musica, come aveva immaginato, non aveva problemi ad incassare soldi dalle tasche dei genitori, senza farsi notare. Oltre alla musica voleva farsi notare dalla giovane Matilde, si erano innamorati. Ed infatti all’alba dei suoi ventuno anni decise di fare un passo avanti, forse era un po presto, stava ancora studiando medicina, ma nulla gli avrebbe impedito di sposarsi. Per sei anni suonò senza che i genitori si accorgessero di niente, ma era venuto il momento di sfondare nella musica. La fortuna gli venne in contro quando su un giornale c’era un concorso per musicisti, che avrebbe dato l’occasione ai vincitori di partecipare ad una serie di gare in tutto il continente. Naturalmente lui approfittò dell’ occasione e invitò i sui genitori in quel teatro dicendogli che era per visionare un’opera importante che a lui piaceva molto. Al teatro Morgan disse ai suoi di aspettarlo seduti ai posti assegnati. Quando il figlio salì sul palco i genitori erano sbalorditi. Poi quando iniziò a suonare il pianoforte i genitori si commossero al suono dello strumento e alla canzone che faceva più o meno così: Penso che un sogno così non ritorni mai più mi dipingevo le mani e la faccia di blu poi d'improvviso venivo dal vento rapito e incominciavo a volare nel cielo infinito Volare oh, oh cantare oh, oh nel blu dipinto di blu felice di stare lassù e volavo, volavo felice più in alto del sole ed ancora più su mentre il mondo pian piano spariva lontano laggiù una musica dolce suonava soltanto per me Volare oh, oh cantare oh, oh nel blu dipinto di blu felice di stare lassù ma tutti i sogni nell'alba svaniscon perché quando tramonta la luna li porta con sé ma io continuo a sognare negli occhi tuoi belli che sono blu come un cielo trapunto di stelle Volare oh, oh cantare oh, oh nel blu degli occhi tuoi blu felice di stare quaggiù e continuo a volare felice più in alto del sole ed ancora più su mentre il mondo pian piano scompare negli occhi tuoi blu la tua voce è una musica dolce che suona per me Volare oh, oh cantare oh, oh nel blu degli occhi tuoi blu felice di stare quaggiù nel blu degli occhi tuoi blu felice di stare quaggiù con te Da li a poco diventò il cantante più conosciuto e la sua carriera terminò con la sua morte per mano della malattia fra le braccia della moglie Matilde.
  9. No uccidetemi di critiche....... a me è piacito molto, ma non fatemi abbattere ancore di più, non c'è nessuno a cui è piaciuto?
  10. Me lo aveva consigliato pure mia zia. Ora mi avete invogliato anche voi, lo prenderò appenna finisco la guerra degli elfi!!!
  11. Sheldom

    Stampare i manuali

    Sydarex, si è legggibile; almeno i miei!!!
  12. Sheldom

    Vale la pena?

    Allora se è così mi auguro che ti cimenti ancora a scrivere; è un peccato non continuare!!!
  13. Io ho visto poco tempo fa Resident Evil Extincion (se si scrive così) gli darei un bell' 8+ per l'azione dei combattimenti in generale, 5 per la paura ma almeno 7 per gli attori, compresi i bambini.
  14. Sheldom

    Vale la pena?

    Mi è piacito molto ma: - Si esce così facilmente da una gilda? - Ti sei ispirata alle "Guerre del Mondo Emerso" di Licia Troisi? - Attenta, verso la fine Drow è scritto in minuscolo - Esistevano le sigarette a quel tempo, che tempo è? sono mie domande di poco conto, sarei però grato se mi rispondessi:-p Però, accidenti, bel racconto. Devi assolutamente continuarlo a fare.
  15. Io ho letto tutti e due i libri almeno un mese fa e me li sono divorati. Bellissimi, stupenda la nuova trilogia, aspettando il terzo libro stò leggendo la guerra degli elfi, carino, ma è nettamente superiore la Troisi, soprattutto dalla parte descrittiva!!!! Quando esce il terzo, ho un'ansia pazzesca....!!!!!......
  16. Sheldom

    Drumboy gallery

    Mi unisco agli altri nei complimenti Sei un grande!!!
  17. Sheldom

    Tragedia incompleta

    Bella. Mi piace ed aspetto che sia completa, non ho niente da correggerti ( non che io sia superiore) , bravo!!!
  18. Comunque a chi interessasse mi sono preso "La guerra degli elfi" ieri e mi trovo al capitolo sette, mi potete dire che ne pensate, inizia noiosamente.....
  19. Veramente Zandramas non volevo roba lunga casomai un solo libro, bello, grande in attesa che esca il terzo libro delle guerre del mondo emerso che, Morwen, dai me non è uscito.
  20. Sicuramente non so usare l'opzione cerca, ma sperando di aver visto bene, apro questo topic. Stò giocando a Silent Hill 4 the room a mio parere meraviglioso voi che ne dite? Se volete chiedere su come avanzare nel gioco sono qui!!!.................
  21. Sheldom

    Ratatouille

    Mi avete invogliato forse ci vado anche io!!!
  22. Sono in crisi di lettura, dopo il secondo libro della seconda bellissima trilogia della Troisi non ho niente da leggere consigli please!!! Poi sono caduto in basso, mi stò rilegendo Piccoli Brividi, NOOOOO!!!!!!!
  23. Sheldom

    Eccomi di nuovo!-

    Riapro questa parentesi di lettura gialla per dirvi che ho modificato il primo capitolo del mio racconto. So che molti di voi non lo hanno neanche guardato la prima volta ma vi chiedo un piccolo favore per un piccolo scrittore in erba: leggetelo e consigliatemi. Non gli ho dati titolo ma che ne dite di: All' alba di un nuovo delitto? I casi da risolvere all’agenzia investigativa erano tanti, forse troppi. In Sicilia la mafia ogni giorno commette crimini, non ci sono mai prove, non si può risalire al colpevole e questo è inaccettabile. Non si può pensare che i criminali girino liberi, indisturbati per la nostra splendida isola. La mafia è uno scandalo e va fermata, non deve espandersi,si deve fermare. Sempre più gente ne entra a far parte, e quelli che ne vogliono uscire non lo fanno da vivi. Oltre a rovinare la vita della gente essa rovina un importante settore industriario: il turismo. Sempre più gente non viene per paura, e la nostra regione guadagna sempre meno. La mafia va fermata. Si sa che è tanta ma va fermata, qui in Sicilia come in Calabria e in Campania anche se con nomi diversi quali ndrangheta e camorra. E per questo che io ho deciso di diventare un investigatore non solo contro la mafia ma contro i tutti i crimini. Oggi si cerca di risolvere uno strano caso di scomparsa nella famiglia Del Gallo. Da due giorni il signor Mario non torna a casa e sua moglie Elena è molto preoccupata. Mi dirigo alla loro casa per fare le solite domande. Dopo la strada costeggiata da girasoli, svoltando la curva a destra per dirigermi sul luogo, mi colpisce la villa: alta, rifinita, con balconcini ornati da merletti graziosi, colori sgargianti, minute ma molteplici e appariscenti finestre. Insomma a quanto pare era una famiglia benestante. Anche all’interno la casa era stupenda, con divani di pelle, costosi mobili, collezioni di occhiali firmai in bella vista su un antico scaffale, e altre cose. Si sentiva odore di te, infatti sul tavolino di vetro vicino al divano vi erano due tazze e una teglia. La signora Elena mi accolse con formalità e aveva un comportamento regale. Lei era affascinante, vestita tutta in rosso con una collana di perle di corallo dello stesso color carminio del vestito, non accennava una ruga anche se doveva avare all’incirca quaranta anni. - Da quanto signora non vede suo marito? - Iniziai chiederle dopo che mi ebbe versato del te e si fosse seduta anche lei su quel divano molto comodo, rosso pure questo, - Da circa due giorni, come d’altronde ho gia riferito. - Rispose. La sua voce era tremula e leggera molto dolce e vellutata come raccontava Ulisse della voce delle sirene. – Bene. – Dissi, poi bevvi un sorso di te e aggiunsi, imbarazzato dal suo sguardo penetrante, da quei suoi occhi azzurri che si mettevano in risalto con il vestito rosso e i capelli neri cenere tipici delle siciliane, - Dove lo ha visto invece l’ultima volta? - - Circa una decina di giorni fa mi disse che partiva per lavoro, sa lui è uno scienziato ed è partito dicendomi che sarebbe tornato fra otto giorni ma non l’ho più sentito, quando lui rimane più tempo mi chiama sempre e di solito lo fa anche tutti i giorni sa noi ci vogliamo tanto bene ma lui è sempre in viaggio e io rimango sola, sola.- Dicendo questo lei mi appoggiò una mano sulla coscia, mi andò di traverso il tè, lei continuò come se non fosse successo niente, ma non ritirò la mano, e continuò dicendo: - Da tanto io e mio marito non entriamo in intimità.- Io rimasi pietrificato con la bocca spalancata e iniziai a diventare tutto rosso dopo quella rivelazione, lei bevve un sorso di tè in modo provocatorio e aggiunse: - Lei ha una moglie? - - No… cioè… non c’entra questo con le indagini. - Dissi questo con un tono da padre e funzionò, mi tolse la mano dal pantalone, poi mi disse imbarazzata: - Già mi scusi investigatore. - Tornando a noi, dove andò suo marito dieci giorni fa glie lo ha detto? - Continuai a chiedergli. - No non me lo diceva mai ma so con che aereo tornava. - Disse tutta entusiasta. - Me lo dica! - Aggiunsi, felice di una grandissima scoperta - Punta Rasi alle 12,30.- Mi rispose. - Sa se aveva qualche conflitto fra qualche conoscente?- Continuai, dopo un altro sorso di tè, lei a mia sorpresa rispose: - Si, si più di uno! Aveva licenziato tre suoi assistenti perché non lavoravano seriamente e si divertivano, loro avevano detto che il prossimo viaggio in aereo se lo sarebbe ricordato, lui non ha voluto informare le autorità competenti, pensa possano entrarci qualcosa con la sua scomparsa? - Rispose ansiosa. - Non saprei, certo noi non arrestiamo la gente perché in conflitto con un’ altra, comunque per il momento loro sono i maggiori indiziati.- Aggiunsi pensoso - Sa i loro nomi per caso signora? - Sperando un “si” di risposta - Io no, ma, lui ha nella sua stanza, nel suo laboratori diciamo, una cartella dove ci sono scritti i nomi dei suoi “aiutanti”, venga gliela mostro è propri qua dietro mi segua. - Poggiai la tazza di the e seguì la signora. Dietro la porta della sala d’entrata c’era un corridoio lungo, pieno di porte alte e grandi. Il laboratorio era quasi come la stanza di ricerca dell’agenzia: stessi macchinari, tavoli e strumenti, variava solo la disposizione. Su uno dei tre tavoli d’acciaio vi era una cartella marrone di cuoio logora che racchiudeva schede relative ai suoi dipendenti, il signor Del Gallo doveva essere il capo del team di ricerca scientifica. - Ecco li erano loro i tre scienziati fannulloni! - Disse arrabbiata e contenta allo stesso momento. Notai solo ora come la donna si grattava incessante la tuta, soprattutto la gamba. - Bene ho raccolto abbastanza materiale, posso tornare in agenzia portando con me anche questa cartella? - Chiesi. - Certo. - Rispose. - Lei ci è stata molto utile per le indagini - Dissi sinceramente. - Grazie! - Aggiunse orgogliosa.. Così salutata la signora mi diressi felice in caserma. Tornato in caserma avevo cinque cose da fare: trovare e interrogare i tre indiziati, indagare sul signore Del Gallo e andare a controllare all’aeroporto. Non potevo farlo da solo così chiamai la mia squadra speciale composta oltre che da me anche da: Alessandro, Federica e Francesco. Alessandro è stato un membro della squadra anti droga, è ben addestrato, cerca sempre di portare a termine il suo lavoro ma da solo non potrebbe ecco perché gli abbiamo affiancato altre due persone. Francesco oltre a seguirci di luogo in luogo, come tutti, lavora al computer per risolvere delitti, si avvale della tecnologia moderna per risolvere i misteri; Alessandro e Francesco sono rivali e ognuno cerca di fare meglio dell’altro, così si crea un clima di competitività ove vi si lavora meglio per paura di sbagliare, essere in proseguo schermito e così quindi, con quella strana aria di sfida che gironzola nell’aria la concentrazione stranamente c’è, ognuno si concentra a modo suo. Federica si concentra in tuta un’altra maniera, molto strana anch’essa: guardando il muro, bianco, freddo e spoglio di tutto. Francesca è il medico che seziona i corpi in cerca di indizi, ci fornisce sempre ottimo materiale per le nostre investigazioni. -Dobbiamo investigare su un altro caso. - Dissi in maniera tale da catturare l’attenzione dei miei lavoratori indefessi - Su che tipo di caso? - Si immise così al discorso Alessandro, il quale voleva essere sempre al cento degli sguardi soprattutto, credo, lo sguardo di Francesca, la giovane trentenne dal camice bianco, - Scomparsa. - Dissi, e così facendo risposi anche alla domanda di Alessandro, - Indizi? - Mi chiese Federica, col tono di chi non dorme da un giorno intero, - Ancora nessuno ma abbiamo tre licenziati che lo hanno minacciato. - Risposi porgendole la cartella, dove al suo interno erano i tre primi piani di signori rasati senza un capello, calvi, con il capo lucente pieni di orgoglio, con la testa alta, fieri di essere stati ammessi a un team di uno scienziato. Raccontai l’interrogatotorio ai miei “aiutanti”, sorvolando la parte imbarazzante e decidemmo di iniziare immediatamente l’indagine partendo dall’andare all’aeroporto per controllare. Guidai io in quel bel giorno di primavera, dove i primi bei fiori sbocciavano timidamente, sotto la lieve carezza del sole tiepido, dopo il freddo e difficile d’inverno alla quale pochi fiori sopravvivevano. Solo quelli dotati di particolari caratteristiche che li distinguono da quelli comuni. Io guido sempre piano, e per questo i miei colleghi non vogliono che io mi metta alla guida, poi li faccio sedere tutti e tre dietro e non so neanche io perché. Mi ritengo un tipo calmo e piuttosto introverso. In macchina pensavo ancora a quella donna, constatando che non doveva importarsene molto del marito perché mi parlava di lui con superficialità, poi era anche una donna molto sola che passava il tempo spendendo tutti i soldi che il marito riportava a casa a fine mense dopo molta fatica. Non capivo perché non mi stavo concentrando sul caso, infatti di solito mentre guido sono assorto nei miei pensieri, i quali riguardano il caso che devo risolvere, mentre invece ora pensavo a quella donna così bella e giovanile che ci aveva provato con me. Ecco che ora costeggio la capitale, Palermo, per andare da Pagheria all’ aeroporto palermitano. La stupenda costa bassa e sabbiosa della Sicilia mi riporta in mente me da piccolo che giocavo con i miei amici lungo il bagnasciuga, in quel giorno stavamo prendendo in giro un mio amico, il quale aveva il padre un po troppo severo e non gli permetteva di stare al mare. Allora noi la schizzavamo e lui arrabbiato e offeso se ne andò. Il giorno dopo fu ritrovato morto a casa sua con il crani sfondato a martellate, l’assassino era il padre, senza ombra di dubbio perché sull’arma del delitto c’erano le sue impronte, sui vestiti che indossava quel giorno schizzi di sangue appartenenti alla vittima, non aveva un alibi e il vicino ha sentito un urlo da parte del padre. Gli furono dati venti anni ma il giorno dopo il suo cadavere fu ritrovato impiccato con il lenzuolo del letto della cella. La madre che non poteva sopportare quella perdita doppia si uccise con un coltello. Un giorno al mare che finì con un massacro generale. Io mi sento responsabile di questo. Ero così assorto dai miei pensieri che devo frenare bruscamente per non passare con il rosso, si sentono rumori di fogli, infatti a Francesco caddero di mano i fascicoli e il ragazzo subito fu schermito da Alessandro; Francesca lo zittì con lo sguardo e tutti e tre si misero a raccogliere i fascicoli sparsi. Forse lo feci apposta per divertirmi, forse perché vidi all’ultimo momento la macchina, ma comunque frenai in maniera violenta e i miei aiutanti sbatterono la testa allo schienale, - Ti dovrebbero ritirare la patente!!! - disse visibilmente arrabbiato Francesco; - Per una volta sono d’accordo con te -ribatté Alessandro. Il viaggio proseguì tranquillo fino all’aeroporto. Vi ricordo che ho tredici anni compiuti questo mese.:bye:
  24. Veramente bello, molto bello!!!
  25. Allora ammettiamo che la trama è bella ma..... non si sa il tempo, ho dovuto supporre che era recente perchè si parlava di un furgoncino, la lettura è resa noiosa a causa della ripetizone del nome del bambino, poi sei sicuro che un bambino di 9 anni può tenere testa a quattro di 17 anni? Anche se lo fosse, tenendo conto che il bambino si era fermato alla bottega (o negozio che sia), i ragazzi non avrebbero dovuto raggiungerlo? Ma invece erano ancora a duecento metri da lui dopo dieci minuti di corsa sostenuta. Ed infine dove posso comprrarmi uno schiavetto in questa epoca? Il racconto è alquanto inverosimile, anche perchè una sprangata di ferro in testa può uccidere, quindi ti consiglio di ambientarlo nel futuro o nel passato se vuoi lasciare la parte dei ragazzi che vendono bambini. Puoi decidere di non ascoltarmi, ti ho solo dato un consiglio.
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