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DarkValkyria

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Punti Esperienza

  1. Mi copro la ferita al ventre con la mano per cercare di limitare il diffondersi del sangue attorno a me, per poi avanzare, facendo un'azione di Scatto*, per raggiungere al più presto gli alleati. Dopotutto, sono lì per prestare loro soccorso e, essendo comunque un essere abbastanza gracile e non dotato di eccessiva forza, non sarebbe buona cosa ingaggiare un continuo scontro diretto con il mostro marino, rischiando di restarci secca e non combinare nulla, morendo in una Laminariale.
  2. Mi sento letteralmente circondata, e resto paralizzata, per qualche attimo, da ciò che scorgo difronte a me, che vorrebbe farmi desistere dalla mia idea principale di proseguire... Proprio in quel momento vengo assalita alle spalle da un mostro marino e, agendo di istinto gli punto il palmo della mia mano sinistra contro, facendone fuoriuscire uno Spruzzo Velenoso, nella speranza di riuscire a rallentarlo e destabilizzarlo.
  3. La situazione risultò più complicata del previsto. Una volta arrivata decisi immediatamente di correre in soccorso di Tholin e Raftal, impegnati in un feroce scontro con la Strega. Sebbene temessi un combattimento con quest'ultima, decisi di avvicinarmi. Avrei quantomeno provato ad aiutarli e coprirli, tenendo occupati i Sahuagin, che erano in procinto di attaccarli dall'altro fronte, cosa che li avrebbe probabilmente messi in difficoltà, e questa sarebbe stata la nostra ultima possibilità di contrastare il nemico. Iniziai a pensare ad un piano d'attacco, affinchè potessi attuare l'effetto sorpresa. Trovai davanti a me numerose opzioni, ma la più adatta mi sembrò quella di addentrarmi nelle Laminariali, così da potermi celare e, una volta arrivata, uscire di soppiatto.
  4. Una volta arrivati, il piano ebbe inizio. Augurai buona fortuna al Capitano, che caricó e scomparve tra il trambusto. Vidi l'equipaggio raggiungere ed assalire la Fortuna, gettandosi nelle "fauci" dei Mastini, alcuni caddero inevitabilmente... la stessa gente che avevo avuto attorno per l'intero viaggio... Cercai di aguzzare lo sguardo per scorgere Círdan o Gwindor, ma c'erano soltanto confusione e caos, sia davanti ai miei occhi che nella mia mente. Pensai che probabilmente questa sarebbe stata una delle battaglie più significative della mia vita, e finora la più pericolosa tra quelle affrontate, ammesso che io fossi riuscita ad uscirne viva. Detti un ultimo e fugace sguardo al conflitto, guardai il cielo sopra di me, quasi cercando una protezione in qualche modo per poi immergermi in quelle fredde acque, da cui circa due anni fa ero fuggita dal suo mortale abbraccio con non poche difficoltà, con la stessa nave con la quale ora ero giunta. Sembrava uno scherzo del destino, o meglio che, inconfutabilmente, il mio destino fosse legato in qualche modo a quel luogo. Nuotai velocemente, cercando di raggiungere il luogo da cui quei boati e quelle luci provenivano. Cercando di sfruttare coralli e tutto ciò che poteva essermi utile per poter nascondermi... studiare e capire la situazione in cui mi trovavo.
  5. Ascoltai l'ottimo piano di Cìrdan. Asserii che sulla nave in quel momento nessuna strega aveva attirato la mia attenzione, ma non ne avevo la certezza assoluta. Magari ero stata distratta dalla presenza di Gwindor e dal trambusto venutosi a creare. Ma, come avevo previsto, e anche il Capitano espresse la mia stessa ipotesi, si sarebbe potuta trovare sott'acqua con gli altri due membri. Il mio pensiero raggiunse quella coraggiosa donna che vidi al timone che, stando alla descrizione, sarebbe dovuta essere la Regina di Nuova Minos... nonostante non mi sentissi una sua sottoposta pensai che si era dimostrata una combattente abbastanza abile, sapevo che andava salvata ed aiutata al più presto. La donna... Elle... va curata e medicata al più presto o potrebbe rischiare un'emorragia che potrebbe portarla alla morte... ha diverse ferite lungo tutto il corpo. C'è qualche altro membro che potrebbe farlo al mio posto? Io devo raggiungere lo scontro sott'acqua, non so se ho del tempo per potermene occupare. Quando fummo quasi arrivati, nuovamente il mio stomaco iniziò ad essere attanagliato da una forte stretta che mi provocò molto disagio e fece riaffiorare ricordi passati che, precedentemente, magari per la fretta di dover dedicarmi alla ricognizione, quasi non sentii. Ma almeno vidi Gwindor salvo.... e me ne rassenerai.
  6. Mentre osservavo la battaglia imperversare sotto di me, un dubbio mi attanaglió. Era meglio prestare soccorso immediatamente o finire il mio compito, riportando gli esiti della ricognizione a chi di dovere? Dovevo sbrigarmi. Ogni momento era prezioso e poteva decretare l'amara sconfitta degli alleati. Mentre stavo per volare via, per far ritorno alla mia nave, sentii un tremendo boato. Pensai che la Cercascogli avesse incassato un tremendo colpo, date le situazioni di netta minoranza, ma girandomi fulminea scoprii che lo scoppio proveniva invece dall'enorme nave nemica, ne fui rasserenata in qualche modo. Dalla polvere e dal fumo originatisi dallo scoppio, ne uscirono degli schiavi di diverse razze, che erano riusciti a liberarsi e, nonostante il loro aspetto, andarono direttamente all'attacco con tutto ciò che trovarono. Ad un tratto lo vidi, come una luce nel buio, tra loro c'era Gwindor, era sopravvissuto all'attacco del Sahuagin ed ora era riuscito a liberarsi anche dalla morsa del nemico, era formidabile. Vacillai a mezz'aria, stavo quasi per essere trascinata nella battaglia dai miei sentimenti, che mi resero debole, ma l'assennatezza mi arrestó in tempo. Avrei sicuramente rovinato l'effetto sorpresa dell'arrivo della Vingilot e in più, cosa poteva fare un singolo e gracile elfo acquatico, per di più senza armature ed equipaggiamento? Fu una scelta difficile. Ma decisi di volare via più velocemente possibile per ritornare sulla Vingilot. Una volta arrivata, raggiunsi la coffa, mi ritrasformai velocemente riprendendo le mie normali sembianze, presi tutto il mio equipaggiamento e mi precipitai sul Ponte. Raccolsi e richiamai tutto l'equipaggio davanti a me, con il consenso del Capitano, e parlai forte e chiaro, esponendo la situazione che avevo trovato. Raccontai le parti più importanti cercando di affrettarmi e facendo capire a tutti l'arrivo dell'imminente scontro con la Fortuna dell'Imperatore. Chiesi se fosse stato possibile aumentare maggiormente la velocità della nave, poiché ogni minuto che passava sarebbe potuto diventare mortale. Decisi di preparare le ultime cose, controllando di avere tutti i componenti necessari per i vari incantesimi nelle borse ai miei fianchi. Poi Círdan inizió il suo discorso di incitamento, per poi decidere le ultime azioni del piano d'attacco.
  7. Dopo aver accolto la richiesta del Capitano decisi di raggiungere la Coffa, lasciando lì zaino ed armi... sorvegliati, per quanto possibile, dal fedele pappagallo albino. Una volta finita la ricognizione sarei tornata a riprenderli. Guardai per un po' il paesaggio circostante, cercando di scorgere quale sorta di animale sarebbe potuto essere il più adatto, sia alla situazione che alla fauna del luogo. Tastai la resistenza dei bordi in legno della coffa, per poi salirci sopra, in piedi, con molta cautela. Dopodiché feci un piccolo balzo in avanti e, da un fioco bagliore, ne uscii trasformata in una maestosa Aquila, di dimensioni e piumaggio normali per cercare di non destare sospetti o catturare la vista. Non mi diressi direttamente ed in modo imminente al luogo designato, ma decisi che sarebbe stato meglio svolazzare un po' in giro, librarmi in vari punti, magari cambiando la traiettoria seguita dalla Vingilot. Dopo alcuni minuti decisi di salire più in alto sfruttando, ove possibile, la presenza delle nubi per potermi celare. Era bello ed appagante poter sentire nuovamente la fresca brezza tra le piume. Mi era sempre piaciuta quella forma, probabilmente era la mia preferita, o meglio... lo era quella Gigante. Mi diressi nelle esatte coordinate fornitemi da Círdan, iniziando a scrutare con gli scuri, vigili ed acuti occhi ogni angolo e superficie che si trovava sotto di me.
  8. Mentre Círdan parlava, mangiai malinconicamente l'ultimo boccone di pane che mi era rimasto, pensando ad i successivi crampi allo stomaco che avrei avuto per la fame. Decisi che era il momento di narrargli tutti gli avvenimenti della notte prima, sapevo che di lui potevo fidarmi, e magari il suo sapere e la sua esperienza mi avrebbero aiutata ad affrontare la questione. In più, probabilmente, tutto ciò era strettamente collegato a quello che ci aspettava una volta arrivati a destinazione. Era giusto che lo sapesse. Quasi sicuramente la città sommersa in questione era Minos e probabilmente eravamo già ampiamente in ritardo. Imbracciai il consiglio del Capitano facendogli cenno con il capo. Successivamente mi diressi alla mia branda per raccogliere tutti i miei averi. Una volta raccolti tutti gli oggetti nel mio zaino, aggiustai nuovamente l'armatura e la cintura. Infine misi il mantello, e notai che aveva uno squarcio in corrispondenza del pugnale, probabilmente mi si era incastrato nel fodero la volta precedente. Decisi di ripararlo. Estrassi i componenti necessari dalla borsa, chiusi gli occhi e toccai lo squarcio con la mano destra, sussurrando in druidico. (Trucchetto Riparare) Infine mi avviai per le scale per poter avvisare il Capitano Círdan che ero pronta. Salite le scale trovai un membro dell'equipaggio che mi fissava con un'espressione a metà strada tra il confuso ed il divertito. <<... Dovresti metterle. Sarebbe una seccatura se ci rallentassi>> disse con un filo di ammonimento nel tono della sua voce, per poi girarsi con dissenso continuando a fare il proprio lavoro. Inizialmente non capii a cosa si riferisse e dunque mi avvicinai e dissi: <<cosa? >>. Mi guardò scocciato, poi indicó i miei piedi con il suo indice. Avevo dimenticato nuovamente di mettere i miei stivali. Divenni rossa e corsi nuovamente alla branda e sedendomi dissi fra me e me: <<odio proprio questi stupidi "cosi">>.
  9. Mi svegliai ancora stordita dalla notte precedente. C'erano molte cose che non capii appieno. Mi misi a passeggiare avanti e dietro in un piccolo spazio vicino alla mia branda, con il volto corrucciato, sfoderando e rinfoderando uno dei pugnali. Qualcosa mi agitava e capii l'importanza della questione, ma nella mia mente nulla era chiaro. Mi domandai se fosse giusto parlarne almeno con il Capitano, o procrastinare aspettando l'evolversi della situazione. Ad un tratto mi balenó l'idea che, probabilmente, da ragazzina ascoltai qualcosa a riguardo, raccontata dal Saggio Istir Lhoss... ma non ne ero così sicura.* Per un po' cercai di sopprimere il mio rimuginare. Salii le scale e mi trovai nel preciso luogo in cui non molte ore fa vidi quella particolare proiezione... Mi soffermai per alcuni istanti, poi decisi di tirare dritto e raggiungere Círdan. <<Buongiorno Capitano! Quanto tempo manca all'incirca per raggiungere il luogo designato?>>, chiesi con impazienza guardando l'orizzonte.
  10. Feci qualche passo in avanti, cercando di toccare il suo volto con il palmo della mia mano, per poter capire se fosse un qualcosa di tangibile o una mera visione. Mi indicó il cielo, mi disse di guardare le stelle... cosa che ormai contemplavo sin dai primi giorni in cui io uscii fuori dal grande mare blu, ma probabilmente non sotto l'ottica che lei mi stava proponendo, più per una sorta di incanto magico e personale che il cielo notturno illuminato da Luna e Stelle aveva su di me. Mi parló anche di fenomeni, che in un primo momento mi apparvero celati.
  11. Venni sopraffatta da una visione che non mi sarei mai aspettata di vedere. Mi stropicciai nuovamente gli occhi per poter mettere a fuoco e capire una volta per tutte se ciò che vedevo davanti a me fosse reale o soltanto una mera illusione. Ma mia nonna Yggdril parló, con la stessa dolce voce che sentii un tempo... ormai alquanto lontano. Feci qualche passo in avanti e notai che ella non aveva un corpo fatto di carne e sangue, ma piuttosto di luce. Ero alquanto sbalordita. Mi scivoló il pugnale dalla mano destra, andandosi a conficcare verticalmente nella pavimentazione legnosa. <<Nonna... Cosa significa tutto ciò? Pensavo che fossi sparita per sempre in quel cielo... E invece ora sei qui, sebbene sotto una diversa forma. Come mai appari proprio ora, qui, su questo vascello?>>.
  12. Ero immersa in un profondo sonno, stavo sognando di nuotare in un mare cristallino e guardavo da lontano un grande ed antico relitto. Ad un tratto sentii qualcuno che sussultava in lingua elfica, chiamandomi per nome. il mio sogno divenne agitato e mi svegliai di soprassalto. Ma sentii ancora la voce, ero ancora frastornata... iniziavo a confondere sogno e realtà. Ma la voce continuò, mi dette persino delle indicazioni, mi disse di raggiungere un punto preciso della nave, quindi capii di essere sveglia e che esse fossero reali. Cercai una lanterna in giro e, provando a non far rumore, mi infilai l'armatura in cuoio e presi anche la cintura, a cui erano attaccati la borsa ed i pugnali. Con la mano sinistra reggevo la lanterna, alta sopra la mia testa, cercando di fare luce davanti a me. Iniziai a seguire la voce con la massima attenzione. "Potrebbe trattarsi di una trappola, meglio stare in allerta" dissi tra me e me. Dopo alcuni minuti arrivai al ponte superiore, avanzai lateralmente restando con la schiena attaccata al legno. Fuori era buio pesto, e come se non bastasse una folta coltre di nebbia non mi permetteva di vedere in modo chiaro, né di poter captare suoni o sagome.* Estrassi un pugnale... in ogni caso sarei stata pronta a colpire.
  13. Accolsi l'invito ad accomodarmi e decisi di sdraiaiarmi supina sulla fredda pavimentazione in legno della nave, con le braccia dietro la testa. Le mie orecchie erano attente ai racconti del Capitano. I miei occhi, invece, vennero catturati dal manto stellato sopra di me, in cui ogni tanto vedevo Elwing svolazzare. Seguii la conversazione senza mai distrarmi, intervenendo qualora servisse. Mi parló della nuova fiamma del Re di Nuova Minos e rimasi sconcertata dal fatto che una persona come "Re" Jevlan avesse trovato qualcuno che l'amasse realmente... O magari quella donna lo stava usando per fini personali? chi può dirlo! <<No, non conosco affatto la Regina. Beh, ora so di averne una!>> dissi ironicamente. <<Ma l'unica Donna e Dea che venero e a cui sono pienamente devota è Selûne, la mia Regina del Cielo. Comunque sia, non so più nulla del mio villaggio da anni, lasciai Nuova Minos all'età di sedici anni ed i seguenti tre anni li passai ad addestrarmi presso il Circolo druidico della Luna, al confine di Capo Ventura, beh, per poter svolgere quella sorta di missione lasciatami da mia nonna Yggdril, ma questo già lo sai. A proposito, non te l'ho mai chiesto, hai mai sentito parlare di lei? Nonna Yggdril, come te, era un membro della Loggia di Capo Ventura! Peccato non averla potuta conoscere, ora credo sia morta... O forse no, ero molto confusa quel giorno. Mi limitai a raccontare l'accaduto al mio fidato e vecchio Istir, che mi aiutó a vedere in maniera più limpida la questione. Invece, per quanto riguardava l'equipaggio della Cercascogli pensai: "Se sono così valorosi e tenuti in alta considerazione da un grande uomo dal calibro del Capitano Cirdan, probabilmente questa variegata combriccola in questi quattro giorni senza notizie si sarà data da fare! Ci sarà sicuramente un motivo sotto." Spero di incontrarli un giorno>> dissi <<soprattutto per poter parlare con l'ultimo che hai nominato, il nipote degli Shardmoon, riguardo a Minos... potremmo esserci utili a vicenda, magari i suoi parenti avevano scoperto qualcosa che aveva a che fare con il Tridente, o con l'intero Tempio, insomma, gli scavi in generale. E per il resto, sebbene io creda fortemente che il mondo sia regolato da un equilibrio e che le forze si bilancino tra loro, spero che questo male straripante rappresentato dai Mastini e dalla sua Capogilda verrà estirpato e che sarà giudicato adeguatamente. Tanto meglio se saremo noi a riuscirci. Successivamente lo ringraziai per la lunga chiacchierata, richiamai Elwing per poi entrare nel mio piccolo alloggio. Dopodiché misi il pappagallo nella voliera, coprendola con un telo. Fatto ciò, finalmente mi distesi, sperando di poter riposare per un po'.
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