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Bille Boo

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Informazioni su Bille Boo

  • Compleanno 09/03/1987

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Informazioni Profilo

  • Sesso
    Maschio
  • Località
    Pisa
  • GdR preferiti
    D&D
  • Occupazione
    Lavoro troppo
  • Biografia
    Faccio il Dungeon Master di D&D da alcune Ere.

    Ma ho imparato davvero a fare il DM quando il mio gruppo originario si era praticamente dissolto.

    Così uso la mia saggezza per dispensare consigli non richiesti. Quelli che avrei voluto avere io quand’ero giovane. Quelli che sui manuali purtroppo non si trovano.

    Perché la gente dà buoni consigli se non può più dare cattivo esempio.

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  1. Ciao! Quasi dimenticavo di pubblicizzare a dovere il mio articolo di ieri, che riguarda la morte dei PG e le responsabilità del master in materia:

    https://dietroschermo.wordpress.com/2022/12/19/morto-un-pg-se-ne-fa-un-altro-cosa-non-fare-episodio-3/

    1. MattoMatteo

      MattoMatteo

      Diciamo che (imho), il fatto se la morte di un pg è "traumatico" o no, dipende molto dal gioco; faccio un'esempio basato sulla mia esperianza personale:

      • DED Becmi: creazione del pg rapida e veloce anche ad alti livelli (anche se col mio gruppo non siamo mai andati oltre il 10° livello -su 36- e nella maggior parte dei casi siamo arrivati al massimo al 6°), e i pg non avevano quasi mai un bg (questo si sviluppava durante le avventure), quindi non c'era il "rischio" di affezionarsi ai pg; come risultato, anche il tpk non era un problema (anche se è successo solo una volta).
      • D&D 3° edizione: i pg sono più complessi da creare, più a tutto tondo, con un bg ed una storia ancora prima di iniziare (anche se sono solo di 1° livello); come risultato, vederseli morire è un "trauma".

      In generale, con la maggior parte dei giochi "moderni", in cui i pg sono sviluppati prima ancora di iniziare a giocare, la morte per sfortuna (i pg non hanno capito bene quanto è forte il nemico, o hanno sfortuna con i dadi) andrebbe evitata, mentre quella per idiozia (tipo attaccare un demone di 17° livello con 4 pg di 2° livello, senza sfruttare le vie di fuga che il master ricorda ad ogni round) è accettabile.
      Ovviamente, tutto imho. 😉

    2. Bille Boo

      Bille Boo

      @MattoMatteo, hai assolutamente ragione: una creazione del personaggio complessa e laboriosa mal si abbina con un'alta mortalità (ma una bassa mortalità, purché non "vincolata al drama", si può sposare benissimo con D&D).

      Però tenderei a separare questa cosa (corretta) dall'aspettativa che i PG debbano essere dettagliatamente sviluppati (con personalità, identità, backstory, arco narrativo etc) sin da prima che si inizi a giocare: aspettativa che per me, in D&D, è fuorviante, e che peraltro ha iniziato a nascere (che io sappia) con AD&D, quindi a tempi in cui la creazione del personaggio era assai rapida.

      Detto ciò, rimango convinto che se non si vuole che i PG muoiano in certe situazioni la cosa pulita da fare sia mettere una regola chiara e trasparente che lo impedisca, non aspettarsi che la decisione ricada sulle spalle del master.

    3. Pippomaster92

      Pippomaster92

      Dipende ovviamente dalla fiction e dal sistema usato. 

      La mia attuale campagna in real è per personaggi molto eroici, che combattono contro le forze del male e i nemici del regno. Hanno un pool di "salvataggi eroici" pari a (N° personaggi -1). Ogni volta che un personaggio morirebbe, può spendere uno punto dal pool per salvarsi comunque. Non è una cosa piacevole o facile: se cade in battaglia viene catturato ma lasciato in vita; se combatte un demone in un tempio può perdere l'equipaggiamento. Oppure potrebbe morire un PNG al suo posto. Compiendo grandi azioni eroiche ricaricano il pool... che resta sempre con un massimale di (N° personaggi -1), perciò non è abusabile. 

      La futura campagna vedrà i personaggi essere dei cacciatori di mostri in stile witcher/demon slayer. Saranno spesso in situazioni grigie, da soli contro nemici molto forti e bestiali. Della loro morte non importa a nessuno o quasi al mondo, perché sono dei reietti. 
      Ho implementato un sistema basato sulla lore del loro gruppo di cacciatori: ogni volta che morirebbero, invece restano un'ora incoscienti e al risveglio perdono parte della loro umanità. Uso il revenant della Van Richten, dando ogni "pallino" delle capacità razziali ad ogni nuova morte. Naturalmente non sarà sempre possibile salvarsi così: se il corpo viene danneggiato troppo o addirittura distrutto, è la fine. 

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