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Bille Boo

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  1. Aggiungo all'ottima risposta di @Vackoff solo questo: ovviamente serve anche il permesso del drago 😉
  2. Non voglio andare fuori tema, quindi non voglio una discussione estesa su questo, ci tengo solo a chiarire il senso di quello che stavo dicendo: per me la fantasia del giocatore non è considerabile un vincolo.
  3. Mi ero perso quella cosa. Se quelli sono solo esempi, beh... d'accordo. Ritiro tutto. (In realtà non mi piace lo stesso, perché è l'estremo opposto 😅 Le scelte infinite senza vincoli non sono interessanti. Ma almeno è coerente con la strada intrapresa finora.)
  4. Francamente non vedo perché, dopo tanto penare (e tante discussioni) per rendere flessibili i modificatori di caratteristica delle razze, ora siano stati trasferiti ai background e resi di nuovo fissi. I background presentati nell'UA mi sembrano veramente molto rigidi, un passo indietro rispetto ai background precedenti. L'altra cosa che non ho apprezzato è l'1 naturale sempre fallimento / 20 naturale sempre successo esteso a tutti i tiri di d20 anziché al tiro per colpire. Simpatico perché per combinazione avevo lanciato pochi giorni fa un sondaggio e una discussione su Instagram proprio su questo tema. Comunque è playtest, è presto per parlarne. Altre cose, come il nuovo formato dei talenti, mi piacciono.
  5. La stessa esistenza dei piani esterni o elementali dipende dall'ambientazione. Certamente esistono nell'ambientazione di default di D&D, sia essa i Forgotten Realms o il "mega-multiverso che contiene 'tutte' le ambientazioni al suo interno" (sì, anche quello non è che una specifica ambientazione). Ma potrebbero non esistere, o non esistere in questa forma, nel mondo in cui gioca uno specifico tavolo (per esempio, in alcuni dei miei).
  6. Se ti serve un riferimento molto vago e grossolano (ripeto: molto vago e grossolano, le cose in realtà variano molto a seconda dell'ambientazione e del tavolo), puoi dire che: Personaggi al 1° o 2° livello sono apprendisti, inesperti, esordienti (intendo nell'ambito dell'avventura, del correre concreti rischi: magari come artigiani, studiosi o uomini d'affari sono veterani) Personaggi di 3° o 4° livello sono già un po' esperti e rodati, diciamo che si sono fatti le ossa, sono "professionisti" dell'avventura Personaggi dal 5° livello in su sono veterani, e già iniziano a trascendere un po' i confini della comune umanità; al 10° livello sono ampiamente dei supereoi, al 15° sono la Justice League e al 20° sono semidei da leggende norrene o da Silmarillion
  7. Ciao! Dunque, tieni conto che il fatto di essere cieco (intendo: esserlo con "grado di rappresentazione" superiore a 0, cioè con un concreto impatto di gioco) è già qualcosa che esula dalle cose già esistenti nei manuali. Sicuramente lo hai già considerato, ma tieni presente che non è strettamente necessario che il "grado di rappresentazione" sia maggiore di 0: in altre parole, potresti ritenere opportuno creare un personaggio la cui cecità è qualcosa di "cosmetico", presente a livello di flavour ma di fatto senza altri impatti sul gioco. Ad esempio, il PG potrebbe essere stato cieco ma essersi poi dotato di "occhi magici" stile Alastor Moody, o semplicemente aver sviluppato una tale raffinatezza degli altri sensi da poter agire e comportarsi, di fatto, come se ci vedesse, stile Daredevil. Se invece ci tieni a fare una cosa più crunchy (e non sono contrario), direi che in ogni caso stai creando un personaggio custom, per quanto riguarda la sua cecità, quindi tanto vale fare custom anche i vantaggi compensativi. Ho avuto una PG cieca in D&D 3.5, e la giocatrice ha voluto una rappresentazione della cecità molto crunchy e impattante. Ti risparmio i dettagli (quell'edizione purtroppo incentivava a metterne troppi), ma più o meno funzionava così: era cieca con tutto ciò che ne consegue (come la condizione negativa omonima) grazie all'udito aveva una "vista cieca" (tipo pipistrello) entro una breve distanza, e una "percezione cieca" (più vaga e imprecisa, ma almeno rivelava la presenza delle cose) entro una distanza un po' maggiore La combinazione di queste due cose si rivelava in effetti un vantaggio finché poteva udire e rimaneva in ambienti relativamente ristretti: a quel punto, in pratica era come se ci vedesse, o quasi (a parte i colori e simili), e in più si faceva un baffo di oscurità, invisibilità, nebbia e simili. D'altro canto c'erano degli importanti punti deboli a cui doveva stare attenta: se i nemici riuscivano ad attaccarla da parecchio lontano, o se la assordavano, o se erano incorporei, le cose si mettevano davvero male per lei.
  8. Onestamente, inserire questa cosa richiederà parecchio lavoro e collaborazione reciproca, quindi se non è davvero convinto ti conviene probabilmente dirgli che i mannari nella tua giocata non sono ammessi, e finirla lì
  9. Ciao @Jibril. Alla prima domanda la risposta è sì (fonte SRD: Delay, Ready). Alla seconda domanda: la resistenza agli incantesimi ovviamente si applica solo se il bersaglio ce l'ha; il tiro salvezza si applica se previsto; se non è previsto TS e il bersaglio non ha RI direi che l'effetto è automatico, a meno che non preveda altri modi per evitarlo. Mi faresti un esempio?
  10. Potresti partire col domandare al tuo giocatore che cosa intende quando dice che vuole giocare un orso mannaro. Cioè, partendo dal presupposto che non intenda "voglio una serie di comodi vantaggi extra, gratis, senza nessun costo" (speriamo di no), potresti ragionare insieme a lui su quali sono gli aspetti a cui tiene davvero, dell'idea "orso mannaro" che ha nella testa. Se sono solo aspetti cosmetici, estetici, non è un grosso problema. Se invece ci tiene ad avere una o più cose che costituiscano un effettivo vantaggio in gioco, il passo successivo è discutere con lui di quali svantaggi, problemi, costi è disposto a sostenere per compensarle. (La 3.5 qui aveva avuto, secondo me, una grande idea, cioè di trasformare le razze potenti o gli archetipi in una sorta di classe con i propri livelli, da acquisire al posto di altrettanti livelli in normali classi di personaggio: un costo semplice e intuitivo.)
  11. Strano che nel manuale dei mostri non venga specificato. Non ho il manuale dei mostri 5e, ma in quello 3.5 per esempio la descrizione indica il Piano d'origine di una creatura (e comunque viene annotato sulla scheda che è "extraplanare"). Per quanto il manuale sia dettagliato, comunque, quello che conta in ultima analisi è l'ambientazione dove si svolge il gioco. Il manuale assume una certa ambientazione "standard" ma non è detto che i Piani (e le rispettive provenienze) siano gli stessi in qualunque ambientazione. Insomma, bisogna vedere come funzionano le cose nel mondo del DM. Tieni conto che tipicamente la maggior parte dei mostri è nativa del Piano Materiale, insomma, dello stesso mondo di cui sono native le razze giocabili. Solo alcuni, come demoni, diavoli, angeli, elementali e simili, sono nativi di altri Piani. Se lo si può capire durante il gioco? Anche lì dipende dal DM, ma io direi sicuramente di sì: se il PG conosce un certo mostro (cosa che, eventualmente, potrà essere verificata con un tiro di dado, se il DM lo richiede) saprà anche da che Piano proviene, o perlomeno se è nativo del Piano su cui ci si trova oppure no.
  12. Stanze 3 metri per 4,5 metri, o 3 metri per 6 metri, sono decisamente plausibili. Una persona non ha bisogno di 1,5 metri di spazio per muoversi in condizioni quotidiane, solo per combattere efficacemente. In effetti, se ci pensiamo, combattere in più di tre o quattro in una tipica stanza di una delle nostre case sarebbe alquanto problematico... 🙂
  13. Il mio pensiero in materia è il seguente. Da un lato, ho sempre visto D&D più come un toolkit flessibile (benché chiaramente fantasy, certo) che come un mondo specifico legato rigidamente a un'unica "lore". In questo senso, classi o sottoclassi vincolate a una certa razza sarebbero abbastanza fuori luogo: è comprensibile la scelta, da parte degli sviluppatori, di rendere il regolamento più generico. D'altra parte, se invece di considerare D&D in generale andassimo a prendere in esame una specifica ambientazione (anche homemade), io apprezzerei molto che esistessero classi, talenti, opzioni, carriere riservati a certe razze (o nazionalità, o culture, perché no). Contribuirebbe a creare un legame forte tra l'ambientazione e le meccaniche. Le razze (o nazionalità, o culture) ne guadagnerebbero in identità, perché uno o più aspetti di tale identità assumerebbero, attraverso le meccaniche, una rilevanza concreta che li tiene sempre al centro dell'attenzione. Questo non vuol dire che non si possano contemplare singole eccezioni, specialmente nel caso di un PG. Ma come strumento per caratterizzare un'ambientazione io lo trovo ottimo.
  14. Ti suggerisco di seguire un'altra strada ancora: dimenticati del tutto i trucchetti, e bilanciale come se fossero armi. Innanzitutto, prendi un'arma "comune" di riferimento (quella che dovrebbe funzionare nel modo più simile possibile a quelle nuove). Per esempio, potresti partire dall'arco se vuoi un alto "fattore di fuoco", o dalla balestra se vuoi una ricarica più lenta e complessa. A titolo di esempio, faccio conto di partire dall'arco lungo: quindi 1d8 di danno base, tempo di ricarica trascurabile, incremento di gittata 30 metri. Poi pensa un attimo a "quanto migliore" dovrebbe essere la nuova arma rispetto a quella comune. Vuoi qualcosa che sia appena un po' meglio, oppure chiaramente meglio, oppure estremamente meglio? In questo esempio, farò conto che debba essere chiaramente meglio. Pensa a quello che distingue la tua arma da quella base dal punto di vista qualitativo. Il tuo ragionamento sull'attacco di contatto è molto interessante. Se scegli che la peculiarità di queste armi è che colpiscono la classe armatura di contatto (come i raggi) anziché quella intera stai implicando che le armature sono inutili contro di esse; di conseguenza, che queste armi sono tanto più utili quanto più il nemico è corazzato, oppure grande e grosso (di grossa taglia). Se invece scegli che si distinguano per la maggiore quantità di danno, queste conseguenze non valgono più. La seconda opzione (maggiore quantità di danno) è molto più facile da bilanciare, perché ha ricadute meno drastiche sul gameplay complessivo; però rende anche queste armi meno "speciali". Altri elementi di distinzione possono essere il tipo di danno, il fatto di essere considerate magiche, e così via. Puoi anche combinare più fattori diversi. Infine, rifinisci i dettagli. In questo esempio, dirò che l'arma ignora metà dei bonus fisici all'armatura; in altri termini, colpisce la media tra CA di contatto e CA normale; inoltre infligge più danno, 1d12 al posto di 1d8, e quel danno è da energia (es. da fuoco). Nota finale: ragionando in termini di gioco, e non di puro worldbuilding, armi di questo genere cambieranno il gameplay piuttosto radicalmente. Basta che siano leggermente meglio delle comuni armi a distanza, e subito qualunque PG (e, ragionevolmente, PNG) attaccante a distanza userà queste al posto di quelle normali, appena se le potrà procurare e permettere. Se sono così buone da essere meglio anche delle comuni armi da mischia, vedrai che tutti i PG (e, ragionevolmente, PNG) marziali si orienteranno sull'attacco a distanza, e quasi nessuno si specializzerà più nella mischia. Se poi hanno la capacità di ignorare, almeno parzialmente, le armature, vedrai che i PG (e, ragionevolmente, PNG) vorranno tutti assicurarsi un'alta Destrezza e un'alta "capacità di schivata", affidandosi poi ad armature leggere, piuttosto che rallentarsi con pesanti corazze poco efficaci. Se ci fai caso, tutte e tre queste tendenze sono del tutto naturali e riflettono quello che si è effettivamente verificato nel mondo una volta che sono state introdotte armi da fuoco abbastanza affidabili. Se poi queste nuove armi si rivelassero addirittura migliori dei tipici incantesimi di basso livello, inizieresti perfino a vedere in giro meno incantatori. Vale la pena precisare che un alto (o perfino altissimo) costo monetario non basta a evitare nessuno dei fenomeni che ho qui descritto: al massimo, li ritarderà di qualche livello. In D&D 3.5 la ricchezza dei PG raggiunge molto rapidamente dei livelli stellari, e anche un costo che inizialmente pare altissimo ci mette pochi livelli a diventare trascurabile.
  15. @Dr. Randazzo, a parte che l'articolo su cui stiamo commentando parla del D&D moderno, non di AD&D Old School... quelle che stai descrivendo (riguardo al paladino eccetera) sono proprio meccaniche. Il fatto che poi rappresentino qualcosa del mondo immaginario è abbastanza normale: anche i punti ferita e il THAC0 rappresentano qualcosa, ma restano meccaniche. Faccio anche notare, a te e a @Lord Danarc, che anche ammesso che l'allineamento servisse a "indirizzare la personalità del personaggio" (pretesa velleitaria che comunque non funzionava), questo è ben diverso dal controllare il comportamento del giocatore, che è quello di cui invece stavo parlando io. Il mio discorso era un invito a non confondere il sistema di gioco con i problemi prettamente sociali, off-game, di approccio al gioco, di cui tratta l'articolo. Un giocatore problematico rimane problematico anche se si eliminano gli allineamenti; e nessuna meccanica degli allineamenti servirà a farlo diventare non-problematico.
  16. Non posso dire di aver usato specificamente quella sezione, ma inventare nuovi incantesimi (e lasciarli inventare ai giocatori) ha sempre fatto parte del gioco, per me.
  17. Però cerchiamo di ricordarci che l'allineamento è solo una meccanica di gioco (di un gioco di avventurieri che combattono mostri e saccheggiano rovine, tra l'altro). Non serve a controllare o indirizzare il comportamento dei giocatori, né a giudicarlo, né a fare dei ragionamenti di ordine etico, politico o storico che trascendano il gioco in sé. Poi può piacere o non piacere, e questo è sacrosanto. Ma è una meccanica. Come i punti ferita. Come il THAC0. Non chiediamo ai punti ferita o al THAC0 di descrivere la nostra società o di risolvere i problemi sociali al tavolo al posto nostro. Cerchiamo di non chiederlo nemmeno all'allineamento.
  18. Se posso aggiungere un parere personale, e quindi non documentato né scientifico, all'ottima analisi di chi mi ha preceduto: per quella che è la mia esperienza, in questa ipotetica dicotomia, la personalità del giocatore conta, ma in modo minoritario. Esistono ovviamente delle tendenze individuali, ma si può tranquillamente concepire uno scenario, un'avventura, perfino un sistema di gioco in modo tale da incentivare l'uno o l'altro tipo di comportamento; e questo secondo me fa tutta la differenza, perché i giocatori imparano e si adattano.
  19. Quanto all'iniziativa, tirarla separatamente per ogni mostro, oppure per diversi sotto-gruppi di mostri, oppure una sola volta per tutti i mostri, è una valutazione che fa il DM. In questo caso, tirare una nuova iniziativa per i nuovi mostri, oppure far loro usare quella dei mostri precedenti, sono due approcci altrettanto validi: non credo che ce ne sia uno universalmente giusto o sbagliato. Scegli quello che ti convince di più, e una volta scelto continua il più possibile ad applicarlo con coerenza in tutti i futuri casi analoghi. (A quel punto diventerà... una tua regola 😉.)
  20. Diciamo che, personalmente, ho un concetto di D&D molto ampio che va oltre le edizioni commerciali. Ma le regole che ho elencato, a parte quelle più radicali (= le classi e forse i minion), possono essere applicate a D&D 5e senza snaturarla: ne sono convinto.
  21. Certo: guerriero, ladro, mago e chierico, quelle tradizionali del D&D "d'epoca". In realtà ho ribattezzato il ladro come "furtivo" e il chierico come "sacerdote", ma sono minuzie di nomenclatura. Non te le immaginare, però, come sono rese in D&D 5e, dove sono concetti molto più specifici. Io le considero in modo molto più ampio e generico.
  22. Non è facile parlarne in modo comprensibile perché l'intero sistema ormai si è evoluto molto e si discosta un bel po' dallo standard. Non solo: a seconda dello specifico tavolo e della specifica campagna le regole più importanti possono essere diverse. Cercando però di rispondere nella maniera più generale possibile, direi, in ordine casuale: il criterio con cui assegno i punti esperienza la mia meccanica per l'aiuto / le prove di gruppo la mia meccanica per risolvere le sfide sociali / interpersonali il prendere 10 e prendere 20, che non sono mie (sono native della terza edizione) ma in 5e sarebbero home rule alcune regole sulla gestione del tempo, in particolare l'introduzione dell'unità intermedia che ho chiamato "intervallo" il fatto di avere poche classi molto generiche (le ho ridotte addirittura a 4), con molta flessibilità di personalizzazione al loro interno, anziché molte classi rigide e specifiche l'esistenza di particolari nemici molto fragili rispetto al loro "livello" (con pochissimi punti ferita - vagamente simili ai "minion" della quarta edizione), da usare in gran numero, per scontri più dinamici in cui i PG affrontano orde o branchi Sicuramente ce ne sono di altrettanto importanti che ora come ora non ricordo. Naturalmente: tutte le regole del gioco, comprese quelle casalinghe, devono avere il consenso di tutte le persone al tavolo. Questo sempre. Se non siamo d'accordo sulle regole e non riusciamo a trovare un compromesso non sarà possibile giocare insieme. Poi una specifica regola può piacere o non piacere, quelli sono gusti. La "valida giustificazione" in termini di "realismo" o verosimiglianza, per esempio, è qualcosa di mooolto soggettivo. Come tu stesso hai notato, i punti ferita stessi, in realtà, sono quanto di più irrealistico ci sia 😅. Ogni gruppo cerca nel gioco cose diverse, è proprio per questo che esistono e si diffondono le regole personalizzate. Per esempio questa qui: se è una cosa che fai in modo sistematico è di fatto una tua piccola regola homebrew.
  23. Secondo me, al di fuori del circuito del gioco organizzato, sono una vera rarità i gruppi che non usano regole facoltative o personalizzate. In effetti, credo che non ci siano due tavoli che giocano esattamente con le stesse regole. Quanto a me, ormai al mio tavolo uso quasi soltanto regole personalizzate: si sono "mangiate" pian piano quasi tutte quelle di partenza. 😁
  24. Al mio tavolo i giocatori possono parlare tra loro (e concordare aspetti tattici eccetera) in modo continuo, off-game, a prescindere dal ciclo dei turni. Chiaramente se si mettono a discutere e il gioco si impalla li fermo, ma per il resto non mi pongo proprio il problema.
  25. Boh, se nella versione inglese è "miscellaneous" lo interpreterei appunto come "miscellaneous", cioè "varie"; bonus che per un motivo o per un altro non ricadono nelle categorie precedenti
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