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Bille Boo

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  1. Ciao @Matt-diemm, complimenti per la creatività e la disponibilità a metterti in gioco! Due consigli di base, che puoi ignorare: Prima di cominciare la campagna parla con i tuoi giocatori. Se hai in mente un obiettivo generale (legato, suppongo, a questa storia degli stregoni) che il gruppo debba conseguire e che costituisca il filo conduttore della giocata, dillo apertamente ai giocatori e chiedi loro di creare dei PG adeguatamente motivati a conseguire quell'obiettivo. Se, invece, hai in mente questa storia degli stregoni ma non hai ben chiaro un obiettivo preciso per i PG, meglio ancora: chiedi ai giocatori stessi di proporti un obiettivo comune (mi raccomando: comune) che i loro PG vorrebbero raggiungere e che dia un senso al loro gruppo, e costruisci poi la campagna intorno a quello. Visto che stai iniziando adesso a fare il DM, mantieniti il più possibile sulle piccole cose. Inizia dal primo livello, con problemi semplici e nemici semplici. Ma non solo: mettiti come traguardo una campagna di durata moderata (massimo 6, 8, 10 sessioni, non un anno intero), e che affronti un problema moderato (meglio una città in pericolo che il mondo intero in pericolo; meglio affrontare un criminale ambizioso che un arcidiavolo; e così via). Ci sarà tempo in futuro per "ingrandire gli orizzonti". Ti lascio alcuni link che penso potrebbero aiutarti molto (e mi scuso per l'autopromozione): Questo contiene una serie di consigli per chi fa il master la prima volta; non è obbligatorio seguirli tutti, naturalmente, sono solo consigli; usali per fare qualche riflessione, non per tarparti le ali. Questa, invece, è una serie su come progettare avventure e campagne di D&D. In bocca al lupo! Fammi sapere come va.
  2. A me ha colpito solo una cosa: vedere l'elfo agli ultimi posti tra le razze. Ai miei tavoli è sempre stato gettonatissimo...
  3. Certo, ovviamente intendevo: non coglieresti il nemico alla sprovvista per quella ragione. Se poi ci sono altre ragioni per coglierlo alla sprovvista, come quella che giustamente citavi del 1° round, quelle valgono, ci mancherebbe. Nella prima stesura lo avevo esplicitato ma mi sembrava che fare un elenco di eccezioni appesantisse il post, chiedo scusa. Ovunque io abbia scritto "non cogli alla sprovvista", vi prego di considerare sottinteso "...a meno che non ci sia un altro motivo per cui, in base alle regole, cogli alla sprovvista".
  4. Questo è un altro argomento. Era una similitudine per farti capire come funzionano le regole, non stavo dicendo che dovevi per forza spostarti alla luce. Se attacchi rimanendo al buio cogli il nemico alla sprovvista. Analogamente, se (per assurdo) tu lo attaccassi rimanendo sottoterra lo coglieresti alla sprovvista (ma non puoi, ovviamente). Ma siamo d'accordo che, nel caso ipotetico in cui (per qualunque ragione, anche per stupidaggine) tu prima andassi alla luce, e poi attaccassi, non coglieresti il nemico alla sprovvista? Allo stesso modo, se prima emergi da sottoterra, e poi attacchi, non cogli il nemico alla sprovvista. Era questo il senso. Semplice: il nemico è consapevole della tua presenza se, in un dato istante, è in grado di percepirti. Nel momento in cui diventi percettibile, vieni percepito. Non nel momento in cui attacchi: nel momento in cui diventi percettibile. Nel momento in cui entri alla luce, quindi, nella mia similitudine. O nel momento in cui esci dalla terra, nel caso in esame.
  5. Mi dispiace ma non siamo affatto d'accordo e il tuo discorso lo dimostra. Riprovo a spiegarmi: Situazione iniziale. Il nemico non può percepirti. Ti sposti, e mentre ti sposti non può percepirti. Arrivi ("spunti") in un'altra posizione X. Da quella posizione X attacchi. Domanda: nella posizione X (quella da cui attacchi) il nemico può percepirti? Se la risposta è no: lo cogli impreparato. Se la risposta è sì: non lo cogli impreparato, a meno che tu non abbia una capacità che specifica esplicitamente il contrario. Questo ragionamento vale sia per l'esempio buio/luce sia per quello sottoterra/sopraterra. Quando inizi sei al buio, ma prima ti sposti alla luce e poi attacchi? Allora, niente impreparato, nemmeno se mentre ti sposti non ti percepisce: basta che ti percepisca mentre attacchi. Quando inizi sei sottoterra, ma prima "spunti" sopraterra e poi attacchi? Allora, niente impreparato, nemmeno se mentre ti sposti non ti percepisce: basta che ti percepisca mentre attacchi.
  6. Ma il punto del mio esempio è che il soggetto che vuoi attaccare, il difensore, non è al buio: ha una luce in mano. Tu, inizialmente, sei al buio. Fai pure conto di avere scurovisione (mentre lui non ce l'ha). Lo attacchi rimanendo al buio anche durante l'attacco? Ottimo, lo cogli impreparato. Ti avvicini ed entri nella zona illuminata, e poi lo attacchi? Bene, non lo cogli impreparato.
  7. Ciao a tutti, ecco la conclusione della descrizione del mio metodo per le sfide sociali / interpersonali in D&D (negoziati etc.):

    https://dietroschermo.wordpress.com/2022/02/21/si-e-trattato-di-capire-sfide-interpersonali-episodio-5/

     

  8. Non mi spingerei a dire che Brancalonia sia un sistema diverso rispetto a D&D 5e... ci sono alcune piccole variazioni ma la sostanza rimane la stessa. L'ambientazione è molto particolare, quello sì. Ma d'altronde anche passare da un'ambientazione Wizards all'altra (che so, da Eberron a Ravenloft) non è così indolore.
  9. Un consiglio: qualunque cosa sia (specialmente se è un enigma), pensa a cosa succede se i giocatori non ce la fanno. Sembra un'ovvietà ma succede molto spesso con gli enigmi: molti master li piazzano in punti chiave dell'avventura, sicuri che i PG li risolveranno, un po' come farebbero con un mostro guardiano. Il problema è che un mostro guardiano si può star sicuri che, se combattuto, verrà superato: si tratta solo di vedere quante risorse si consumeranno, ma poi, anche coi PG stremati, l'ostacolo sarà superato e il gioco andrà avanti. Nel caso peggiore possibile si avrà lo sterminio dei PG, e l'avventura avrà una conclusione (tragica, ma pur sempre una conclusione). Invece se di fronte a un enigma i tuoi giocatori non riescono a trovare la soluzione, e trovarla è indispensabile per andare avanti (es. per accedere al dungeon), il gioco si blocca completamente: non si va più avanti né indietro. Io per questo motivo consiglio sempre di riservare enigmi e indovinelli a cose opzionali (tesoro extra, aree accessorie del dungeon, eccetera), non al "percorso principale", diciamo così. In alternativa, se metti un enigma essenziale (come mi pare sia in questo caso), pensa a cosa può succedere se qualcosa va storto. Per esempio includendo un altro modo (più pericoloso, più dispendioso, o altro del genere) per entrare aggirando l'enigma stesso. Non è un caso che molti enigmi nelle storie classiche fossero posti da un mostro guardiano: se non lo risolvi, male che vada puoi accoppare il mostro 😅
  10. Credo che intenda di preparare le fazioni in campo, con la posizione, gli obiettivi e i problemi di ciascuna ("situazione"), senza preparare un determinato svolgimento degli eventi una volta che entrano in gioco i PG ("scena"). Su scala maggiore, a livello di avventura o campagna, potrebbe esserti capitato di sentire mantra come "prepara situazioni, non trame" o "crea mondi, non storie"; anche qui, su scala più piccola, può valere lo stesso principio. In effetti, nel caso che hai descritto non è necessario bilanciare niente. Decidi le forze di ogni fazione in campo in base al buonsenso, senza badare troppo ai gradi di sfida. Poi, se qualcuna è particolarmente potente rispetto ai PG, assicurati solo di farlo capire ai giocatori in maniera chiara, quando la descrivi, in modo che non siano tentati di caricarla a testa bassa.
  11. All'inizio, leggendo, mi è venuto subito da pensare che il problema fosse questo: Immaginare una scena in anticipo può portare ad aspettative molto fuorvianti. A differenza di quando si scrive un libro o si sceneggia un film, in un GdR non si può prevedere in anticipo come andranno le cose: il bello è proprio questo, che il risultato è una sorpresa per tutti, DM compreso. Va benissimo se una scena epica ci dà ispirazione per un'avventura, basta essere consapevoli che in gioco non assisteremo mai a quella scena, potrebbe andare tutto in modo completamente diverso. Le premesse della scena (la situazione, l'obiettivo dei protagonisti, quello degli antagonisti, gli ostacoli...) si possono trasporre abbastanza bene (entro certi limiti): è su quelle che dovresti concentrarti, in effetti. Invece, l'andamento della scena (cosa succede effettivamente) è imprevedibile. Non capisco bene, però, quest'ultimo passaggio: Come si collegano le due cose? Non staremo parlando di due problemi diversi? Magari ho capito male. Un esempio in effetti potrebbe aiutare.
  12. Già Sly Flourish se non sbaglio ha elogiato il fatto di usare sempre la media per il danno inflitto dai nemici. Puoi estendere questo approccio a tutti i loro tiri, compresa l'iniziativa, senza troppi problemi. L'unica accortezza è che se usi la media per i tiri per colpire avrai che il mostro va sempre a segno o manca sempre, cosa a cui puoi rimediare facilmente dando ai PG un "tiro difensivo" come proposto sopra da @Dracomilan.
  13. Ciao! Ieri ho fatto uscire questo articolo:

    https://dietroschermo.wordpress.com/2022/02/17/regole-di-corsa-parte-1

    Parlo di una situazione molto interessante che ho avuto in una mia giocata, una decisione imprevista dei giocatori che mi ha portato a improvvisare un sacco di regole. Una sortita da un assedio, con un inseguimento attraverso il deserto.

  14. E questo è il caso di Wonderhome? Non mi era chiaro.
  15. Concordo. Attenzione che le armi magiche possono essere una buona linea-guida di riferimento, ma gli oggetti magici ancora più essenziali in 3.5 sono semmai anello di protezione, amuleto dell'armatura naturale, mantello della resistenza, bracciali dell'armatura e affini. 🙂
  16. I bonus di attacco aumentano con il livello. La CA no, solo con gli oggetti magici. Credo basti questo a far capire che senza un continuo apporto di oggetti magici 3.5 diventa qualcosa di molto diverso (non dico che non si possa giocare, ma richiede molte attenzioni). Poi, ovviamente, una riduzione di ricchezza di un fattore 2 o 3 rispetto al previsto non è una tragedia. Ma un fattore 10 o più, come in questo caso (se ho capito bene), è davvero impattante
  17. Ciao @dyd_1974, come ti hanno detto c'è una grossa differenza sotto questo profilo tra la terza e la quinta edizione. Nella quinta edizione le cose sono bilanciate assumendo che gli oggetti magici non ci siano: qualunque oggetto magico è sempre un "di più". Quindi, averne pochi o molti, essere ricchi o poveri, fa poca differenza (entro certi limiti), è una questione di scenario e di preferenze del gruppo di gioco. Nella terza edizione, al contrario, rispettare la ricchezza prevista e la quantità prevista di oggetti magici è essenziale per mantenere i PG "al passo" con l'equilibrio di gioco (al passo tra loro, con i gradi di sfida dei mostri, eccetera). È importante anche che i PG possano comprare o trovare oggetti magici con relativa facilità. Gran parte di quella enorme ricchezza, in effetti, in genere viene investita in alcuni oggetti magici (sempre gli stessi, più o meno) che servono a potenziare la CA e le altre statistiche di gioco. Personalmente è l'aspetto di quell'edizione che mi piace meno, ma bisogna accettarlo. Non vuol dire che non sia possibile giocare in 3.5 con scarsa ricchezza e pochi oggetti magici: si può fare, ma richiede grande attenzione per "ri-bilanciare" il tutto, e non è qualcosa che consiglierei ad un novizio. Per risolvere il tuo problema ti suggerisco due strade: La prima, la più rapida, è agire off-game. Ti metti d'accordo con i giocatori, spieghi che è stato fatto questo errore di valutazione, e dai a ciascuno un budget che può convertire in oggetti magici a sua scelta da aggiungere immediatamente al suo personaggio. Altrimenti, se ci tieni ad agire in-game preservando la "continuity" della campagna, puoi presentare ai PG l'occasione per un "colpo grosso": un breve dungeon o una breve impresa che li porterà a mettere le mani su una ricchezza straordinaria, per esempio una gemma di enorme valore, o simili. Incassata la ricompensa potranno attivarsi per spendere i soldi: ti conviene presentare già da prima i luoghi in cui potranno spenderli (per esempio, introducendo qualche PNG che fabbrica oggetti magici su commissione). In bocca al lupo!
  18. Una curiosità: perché viene definito "Powered by the Apocalypse" se è senza dadi? Pensavo che il "pilastro" dei PbtA fosse il famoso sistema 6- / 7-9 / 10+ per risolvere i conflitti.
  19. Molto interessante, complimenti. Credo che ci sia un typo nella parte dei Piani Elementali, la stagione "autunno" compare due volte. 🙂
  20. @bobon123 hai ragione. Forse, avendo in testa sistemi diversi da 5e, non mi sono calato a sufficienza nelle sue specificità. Comunque, nella mia testa era chiaro che stavo parlando di un vantaggio in fiction, una temporanea alleanza, e non di un vantaggio meccanico, cioè una cavalcatura permanente. Forse non era chiaro abbastanza nello scritto.
  21. @bobon123, concordo con il tuo commento, e mi sembrava abbastanza chiaro (forse mi sbaglio) che parlavo di un'idea del "primo tipo". Il mio discorso era molto più ampio e non si riduceva a: "se fai un tiro su Car ripetibile ad ogni scontro guadagni un servitore gratis senza costo". Il mio discorso comprendeva raccogliere informazioni, creare una situazione in cui il DM considerasse quell'esito plausibile, esporsi a un rischio considerevole (gettare le armi di fronte a un drago ancora vivo non mi sembra esattamente senza un costo), e accettare che restasse comunque un PNG con cui stavi trattando, e non un pet permanente del PG. In generale, in qualunque combattimento contro qualunque nemico (non solo draghi), se i PG che stanno vincendo gli offrono l'opportunità di arrendersi e trattare io la prendo in considerazione; è raro che un individuo, uomo o mostro, ci tenga così tanto a morire. Questo non significa che dal quel momento il nemico diventi un gregario da aggiungere alla propria collezione.
  22. Ciao @WillD20. In condizioni ideali, la cosa migliore sarebbe che tu facessi almeno una partita da giocatore, prima di iniziare a fare il master. Un DM esperto con un po' di pazienza potrebbe farti provare il gioco di persona, provando anche le profonde differenze che ci sono rispetto a Luxastra. Ma mi rendo conto che non sempre è possibile. Anche a me è capitato di masterare da zero un'edizione nuova di D&D senza prima averla giocata. Buttati, e in bocca al lupo! Ti confesso che ho anche un leggero dubbio su se sia D&D il GdR più adatto a te, visto che la cosa che ti ha più colpito, mi pare di capire, sia la "creazione collettiva di una storia". Ma D&D è sempre stato la "porta di ingresso" verso il mondo dei GdR. Non c'è niente di male a cominciare con quello e poi semmai virare su altro. Mi permetto di consigliarti alcuni link: questo, soprattutto, sono i miei consigli per chi vuole fare per la prima volta il master; non è necessario seguirli tutti, ovviamente, ma forse possono esserti utili; questa, invece, è una serie su come creare le avventure: la cosa a cui ti riferivi, credo, quando parlavi di creare la storia. Ancora auguri e benvenuto in questo mondo!
  23. Non è stupido e non è detto che resti solo un sogno. Si gioca a questi giochi anche per sfogare in libertà la propria fantasia. Non c'è niente di male in questo. Si tratta solo di parlarne con il master. Spiego meglio, così forse chiarisco il mio pensiero anche a @Adb82. E scusate se sarò lungo, è perché ci tengo. Date le premesse, ci sono vari approcci per affrontare la questione. L'approccio, secondo me, meno efficace e meno utile è dire: cerco la risposta nel manuale. È un approccio comprensibile (John B. lo definirebbe, credo, un approccio Neo-Trad), ma significa trattare D&D come un insieme rigido di regole e di ambientazione, fisse e inscindibili, da prendere a scatola chiusa. Un po' come se fosse un MMORPG online (lo dico senza alcun intento dispregiativo, chiariamoci): il sistema è quello, il mondo è quello, se voglio fare una cosa posso solo spulciare i manuali per provare a farla entro di essi. Sarebbe una valida risposta se questa fosse una domanda sulle regole. Come quelle che ci sono ogni tanto: "se faccio la tal cosa nella tale situazione provoco attacchi di opportunità?". Secondo me, però, questa specifica domanda non era di quel tipo: esprimeva invece, appunto, il desiderio di realizzare con il gioco una propria fantasia. Un approccio già più efficace è: cerco la risposta nel gioco. Intendo proprio "nel mondo di gioco", in-game, interpretando il personaggio. Inizio a giocare, e decido che il mio personaggio ha questo desiderio, cavalcare un drago. E lo faccio comportare in modo appropriato. Per prima cosa, chiedendo indicazioni in materia ai vari sapienti che incontro, facendo ricerche in arcane biblioteche, e così via. E, in seguito, una volta che mi trovo nella situazione, prendendo decisioni che ritengo efficaci e vedendo quali sono le conseguenze. Che poi è la base del gioco di ruolo. Pensa alla situazione che hai descritto: hai quasi sconfitto un drago, ma al momento dell'attacco decisivo ti fermi, lo risparmi, getti via le armi e gli proponi un accordo. È una situazione di gioco formidabile. Se arrivi, da giocatore, a fare questo, io ti faccio i miei complimenti: non ti sei messo a cercare l'abilità giusta o la regoletta giusta, non hai cercato di "lanciare dadi contro il problema"; hai preso una decisione esponendo il tuo personaggio alle conseguenze; hai fatto puro, autentico gioco di ruolo. In quella situazione il DM dovrà decidere come regolarsi. Se è un buon DM non andrà a sfogliare i manuali in cerca di una soluzione preconfezionata. Applicherà invece quello che, secondo me, è il metodo fondamentale. Si chiederà: l'approccio del tuo personaggio può riuscire a ottenere lo scopo? E perché? Può fallire, invece? E perché? Se è possibile, secondo lui, sia un successo che un fallimento ti chiederà di tirare un dado, scegliendo la caratteristica più appropriata e l'eventuale abilità più appropriata in base a quello che stai facendo, come da regole. Decide che la caratteristica giusta è Carisma e non Saggezza? Ok, ci può stare. Decide che l'abilità più appropriata è Diplomazia o Intimidire anziché Addestrare Animali? Ok, ci può stare. Ma sono minuzie e soprattutto sono affari suoi: non spetta a te preoccupartene. In un modo o nell'altro, con o senza dado, si stabilirà come va a finire. È l'ABC del DM. Chiaramente, se il drago accetta il patto, rimane comunque un PNG sotto il controllo del DM. Quello che tu, come giocatore, dovrai tenere presente è che la cosa potrebbe anche fallire. E, nel caso, dovrai essere pronto ad accettarlo. Magari il drago approfitta di come ti stai esponendo per fuggire, o contrattaccare. Magari cerca di ingannarti. Magari è orgoglioso, si offende e risponde che preferisce la morte alla schiavitù. Da questo punto di vista, più informazioni prendi (sempre dentro il gioco) e migliori saranno le tue probabilità di successo (se hai un DM appena decente). Per esempio, se vieni a sapere che i draghi sono orgogliosi, magari non gli dirai "sei mio servitore" ma qualcosa del tipo "concedimi l'onore di unire la tua potenza alla mia, insieme potremo fare grandi cose". Se sai che i draghi neri sono infidi, bugiardi e traditori, mentre quelli blu sono onorevoli e leali, magari ti fiderai di più a stringere un patto con uno blu che non con uno nero. E così via. Ma l'approccio, secondo me, più efficace in assoluto (in questo caso, per questa specifica domanda) è: cerco la risposta insieme al DM e agli altri giocatori prima che inizi il gioco. Se siete tutti d'accordo che sarebbe bello giocare una campagna in cui interpretate cavalieri di draghi, magari proprio sulla falsariga di Dragon Trainer, non c'è niente, in D&D come sistema, che ve lo possa impedire. A quel punto concorderete insieme come la cosa dovrà funzionare. Potete decidere che i personaggi debbano "conquistarsi", durante le prime avventure, la loro cavalcatura draconica, trovandola e superando prove di qualche tipo. O potete anche decidere di iniziare il gioco con le vostre cavalcature draconiche già pronte e addestrate, perché no? Potete decidere che siano PNG controllati dal DM, o potete decidere che ogni giocatore abbia due schede, quella del personaggio e quella del drago, e le controlli entrambi. Ehi, potete perfino fare che ogni giocatore controlla il suo PG e il drago di un altro PG: sarebbe divertente. Anche questo approccio non è detto che riesca, perché gli altri devono essere d'accordo. Se il master, ad esempio, ritiene la cosa inappropriata per il suo mondo, ci sarà poco da fare. Ma penso che più si fa chiarezza sin dall'inizio su quello che per noi, come giocatori, è importante, e meglio funzioneranno le cose.
  24. La discussione si sta imperniando sulla meccanica specifica (competenza sì, competenza no, Sag o non Sag), e va anche bene. Secondo me si sono espressi molto bene @Casa e @ilprincipedario, sul punto. Non vorrei che ci sfuggisse, però, l'aspetto preliminare, cioè: nei tipici mondi di D&D (poi, si sa, ognuno è libero di farsi la sua ambientazione personalizzata) i draghi sono persone, non bestie. Chiedersi se si può addestrare un drago è come chiedersi se si può addestrare un elfo o un nano.
  25. La prima cosa che imparerai è che D&D è uno strumento flessibile e malleabile che ogni gruppo adatta alle sue esigenze. Domande come la tua, prima ancora che trovare risposte nelle regole, andrebbero poste al master all'inizio del gioco per fargli capire quali sono i tuoi desideri come giocatore. Lui ti dirà se quei desideri si armonizzano con il suo mondo o con la campagna, e poi potrete vedere come svilupparli. Nella tradizione di D&D (e anche nei mondi in cui gioco io) i draghi sono persone, non bestie come nel Trono di Spade. Parlano, ragionano, hanno i loro scopi. Quindi non si possono "addestrare", ci si può invece contrattare, stringere un patto. Anche le viverne, benché un po' più stupide e brutali, hanno comunque Int superiore a quella di animale e in molti casi parlano. Sono equivalenti a una persona molto rozza, non ad una bestia. Ma esistono tante altre concezioni possibili del drago. Se si trova l'accordo con il master, una soluzione si trova.
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